Le ‘nostre’ armi vendute ‘a casa loro’: la mia intervista a Giorgio Beretta
Questa settimana, sul numero di Left in edicola, ho intervistato Giorgio Beretta, sociologo e membro della rete italiana per il disarmo.
Quando gli ho chiesto cosa ha pensato, la prima cosa a cui ha pensato, quel giorno in cui un po’ dappertutto sono risuonate le parole (sfortunate) di chi ha rilanciato il mantra “aiutiamoli a casa loro” mi ha risposto così:
“Noi di fatto li stiamo già aiutando a casa loro in una maniera terribile: da una parte sottraendo le loro risorse attraverso lo sfruttamento minerario e agricolo e dall’altra parte li aiutiamo con la nostra esportazione di armamenti, che è la cartina di tornasole della veridicità di tantissime affermazioni. Dicono di impegnarsi per la democrazia e per i diritti umani all’estero poi vendono armi a Paesi che sono assolutamente dittatoriali con violazioni dei diritti umani accertati da tutti gli organi competenti (tranne ovviamente da quelli delle Nazioni Unite per via di veti incrociati). Ne è un esempio lo Yemen (in cui c’è in corso una guerra da parte dell’Arabia Saudita, a cui noi forniamo armi)…”
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