La ‘ndrangheta che punta le farmacie
“Le colpe dei padri non ricadano sui figli. Ma ci ha stupito constatare come diversi giovani appartenenti a famiglie mafiose scelgano di laurearsi in Farmacia”. A parlare è il procuratore aggiunto Ilda Boccassini secondo la quale la ‘ndrangheta tenta di ripulirsi comprando farmacie e piazzando parenti e affiliati al loro interno. Lo dice dopo l’ultima operazione che ha portato in carcere Giuseppe Strangio, 56 anni, da 20 anni direttore delle poste di Siderno Marina, in Calabria.
La farmacia di piazza Caiazzo. Strangio è accusato di avere investito denaro proveniente dalle attività illecite dei clan in una farmacia in piazza Caiazzo. “Per acquistarla – spiegano gli inquirenti – non ha esercitato nessuna pressione illecita, ha solo messo molto denaro”. Proprio in questo esercizio, sottolinea ancora Boccassini, “lavorano la figlia di Strangio, da poco laureata in Farmacia, il figlio di Giuseppe Calabrò, coinvolto in indagini per sequestro di persona, traffico di droga e altro”. I due giovani non sono indagati né la farmacia è stata sequestrata. Ma il dato è stato notato dagli investigatori che sostengono anche che questo non è l’unico caso di giovani di famiglie vicine alla ‘ndrangheta che hanno scelto di prendere una laurea in Farmacia.
“Rispettabilità sociale”. Il pm Storari – che ha lavorato all’inchiesta coordinata dalla Boccassini insieme al pm Cecilia Vassena – spiega così il fenomeno: “La farmacia garantisce un reddito e un posto di lavoro sicuri oltre a una rispettabilità sociale”.
L’accusa per Strangio. L’arresto è scattato su disposizione del gip Cristina Mannocci per l’ipotesi di reato di “impiego in attività economiche o finanziarie di denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto” (articolo 648 ter), punito in caso di condanna con il carcere da 4 a 12 anni.
Nessuna segnalazione dalle Poste. Strangio, continua Storari, ha lavorato “per vent’anni senza che mai da questo ufficio postale partisse la segnalazione di un movimento sospetto. Eppure aveva investito 800mila euro”. I magistrati definiscono “disinvolta” la gestione di quell’ufficio. Scoperto il giro illecito, “dalle Poste è arrivata poi piena collaborazione alle indagini”.
L’intercettazione. L’ordinanza contiene anche un’intercettazione che testimonia la raccomandazione da parte di un sindacalista della Cisl a vantaggio di un nipote di Strangio, “assunto presso l’ufficio postale di Mariano Comense”. Ancora Boccassini sul punto: “In un Paese in cui i giovani pagano un prezzo altissimo alla disoccupazione, questo è un episodio che mi indigna”.