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Gruppo dello Zuccherificio

L’antimafia gratis e per le scuole. Pensa te.

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Sono i golpisti antimafiosi dell’Emilia Romagna. In una regione calabrizzata insistono nel fare i nomi e i cognomi, ritagliano frammenti di bellezza, sperimentano nuove modalità di propagazione civile e  si impegnano a costruire una “cassetta degli attrezzi” che insegni ai concittadini come procacciarsi i diritti e come riconoscerli e non accontentarsi si averne la pancia piena. Sono fondamentalmente dei pescatori di anime salve che non sapevano da cosa salvarsi e poi, istruite, sono entrati a comporre la bella famiglia dei consapevoli. Sono riuniti nelle associazioni AdEstGruppo Antimafia Pio La Torre e Gruppo dello Zuccherificio e si dedicano all’attività antimafiosa con brio, professionalità e l’impeto degli scassaminchia. E tutto questo lo fanno gratis. Pensa te. A proposito di questi tempi cupi di un’antimafia sotto tiro. Gratis.

Ora hanno preparato un fumetto per i ragazzi delle scuole in cui con i disegni di Gea la percezione diventa un tendine da allungare per vedere la mafia intorno a sé, nel quotidiano di ognuno. Un manuale delle giovane marmotte antimafiose in cui la curiosità diventa un culto obbligatorio per resistere alla criminalità organizzata. E nel fumetto ci sono gli argomenti che sembrano così ostici per fior di sindaci, prefetti e presidenti di regione. Ed è bellissimo il lavoro di questi Antoine de Saint-Exupéry che regalano le copie del loro lavoro (gratis, sì) e si preparano ad una tournée di etica e bellezza nelle scuole. E siccome qualcuno starà già bisbigliando che “ci vogliono le competenze, mica i fumetti” allora sappia che il lavoro per le scuole è figlio di un dossier (“Emilia Romagna cose nostre – storia di un biennio di mafie in Emilia Romagna”) che è studio, analisi, lavoro. Io non so voi ma io sono fiero di avere concittadini così. Altro che.

(Per ricevere gratuitamente una copia cartacea del fumetto, scrivete a gruppodellozuccherificio@gmail.com e qui potete scaricarlo)

Emilia-Romagna – cose nostre (Cronaca di un biennio di mafie)

In Emilia Romagna c’è da anni una rete antimafia che è diventata adulta: riesce ad essere inclusiva, adotta seri parametri di analisi e difficilmente cerca il sensazionalismo o il sentimentalismo acritico. Per questo vi invito a leggere il loro nuovo dossier che ha il profumo delle cose fatte bene, prese terribilmente sul serio. Il pdf è Schermata 2015-01-03 alle 22.34.05qui.

Alcune note per spiegare al lettore cos’è ”Emilia-Romagna – cose nostre”. Questo lavoro non è un’opera letteraria, né un esauriente testo universitario che tratta il tema delle ”mafie” con carattere scientifico, perché pensiamo che altri abbiano qualità migliori delle nostre per realizzare quel tipo di ricerca. Le pagine che andrete a leggere sono semplicemente uno strumento. Una ”cassetta degli attrezzi” che vuole fornire, a chi accosta il tema della criminalità organizzata nella nostra Regione, un motivo in più per decidere di dedicare una quota del suo tempo al contrasto alle mafie. Abbiamo voluto assemblare quindi i fatti che hanno attraversato il biennio 2012/2014, privilegiando le indagini che si sono svolte in Romagna. Il motivo è semplice: mentre il racconto della presenza mafiosa in Emilia (Modena, Reggio Emilia, Bologna) grazie a giornalisti come Giovanni Tizian ha, anche a fatica, un minimo di rilevanza mediatica, la Romagna sembra essere circondata da un ovattato muro di gomma in cui le notizie, anche quelle più dirompenti, finiscono per rimbalzare per poi disperdersi nei mille rivoli di un’informazione silente e devota. Il lavoro è suddiviso in quattro parti. Nella prima proveremo a disegnare con le parole la cornice di un quadro dove il protagonista, le mafie, si sono arricchite al limite dell’opulenza. Nella seconda racconteremo la triste sequela dei morti per droga. Lì abbiamo fatto una scelta: raccontare il particolare, Bologna, per non perdere nel complessivo l’impatto sul tema. La terza sezione del Dossier è dedicata al filo conduttore che lega 40 anni di mafia in Emilia-Romagna: il gioco d’azzardo e le bische clandestine. In conclusione troverete il rapporto completo di tutte le operazioni effettuate dalla magistratura e dalle forze dell’ordine in Riviera. Un lavoro certamente non esaustivo della ”marea di mafie” che si è abbattuta sulla nostra Regione, ma che regala spunti su cui poter costruire collegamenti, reti e collaborazioni. Il dossier ha un taglio militante perché rispecchia il nostro modo di essere. Siamo consapevoli che per alcuni di noi (non tutti per fortuna!) questo ha implicato un prezzo da pagare: dalla gomma tagliata, alla mail intimidatoria, ai Pc o strumenti tecnologici violati da parte di quei ”signori” che non capiscono il perché questi ragazzi vogliono tenere pulito il loro ”piccolo angolo di mondo”, passando per tentativo di isolamento da parte di quei ”professionisti dell’antimafia” per i quali il contrasto alla criminalità potrebbe fermarsi all’utilizzo di fondi pubblici distribuiti a iosa. Quindi lasciamo a voi aprire questa cassetta per gli attrezzi e speriamo che nell’arco di poco tempo anche voi vorrete metterci qualcosa dentro.

Gaetano Alessi, Massimo Manzoli, Davide Vittori