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indifferenza

È che ci vuole il fisico, per sapere non fare la guerra

Angelino Alfano, ministro agli Esteri: «L’Italia comprende le ragioni di un’azione militare USA proporzionata nei tempi e nei modi, quale risposta a un inaccettabile senso di impunità nonché quale segnale di deterrenza verso i rischi di ulteriori impieghi di armi chimiche da parte di Assad, oltre a quelli già accertati dall’ONU».

Paolo Gentiloni, Presidente del Consiglio: «L’azione ordinata dal presidente Trump. È una risposta motivata a un crimine di guerra. L’uso di armi chimiche non può essere circondato da indifferenza e chi ne fa uso non può contare su attenuanti o mistificazioni».

Nicola La Torre, senatore del PD, presidente della Commissione Difesa al Senato: «L’azione USA è un’opportunità. Obama con Mosca sbagliava strategia. Ogni sforzo diplomatico era azzerato. L’attacco ha fermato la china criminale e può riaprire il negoziato».

Queste le dichiarazioni. E il commento, alla fine, non c’è nemmeno bisogno di scriverlo perché l’ha già detto come meglio non si poteva dire George Orwell nel 1938:

(continua su Left)

Se una ragazza brucia in giro per Roma

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Ha confessato Vincenzo Paduano, la guardia giurata ventisettenne accusata di essere l’omicida della ex fidanzata Sara Di Pietrantonio, ritrovata semicarbonizzata in via della Magliana a Roma. L’ha bruciata perché era stato lasciato e «Sara aveva un altro» ha dichiarato l’omicida, con l’efferata semplicità di chi non ha il vocabolario del rifiuto ma rimane attaccato all’animalità di chi considera la donna una proprietà privata, mica una persona.

E lascia un grande dolore sapere che, ancora una volta, lei ha dovuto fare i conti nei suoi ultimi attimi di vita con un amore sbagliato che è diventato mostro affilandosi sulla fiducia immeritatamente ottenuta. Ogni femminicidio urla del fardello di un tempo che sembra non basti mai per cancellare i propri vizi peggiori.

Mentre si consuma il dolore (e la solita sete di sangue), mentre ci si augura tutti che il processo assicuri presto giustizia, a Roma due auto stamattina continuano a circolare indisturbate e dentro ci sono i “cittadini” che hanno pensato che non valesse la pena allarmare (e allarmarsi)  per una ragazza che chiedeva aiuto grondando alcool e fiamme in giro per Roma.

(il mio buongiorno per Left continua qui)

Un milione e centomila.

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Un milione e centomila elettori elettori persi nelle ultime tre elezioni comunali. In pratica l’equivalente di tutti gli abitanti di Torino e Trieste messi insieme hanno deciso che non valesse la pena votare.

Scrive l’ANSA: «A Roma, ad esempio, alle ultime amministrative (2013) hanno votato 572 mila elettori in meno rispetto al 2001; a Milano 225 mila, a Napoli 89 mila. Secondo il Censis, dopo la grande stagione dei sindaci, inaugurata con l’elezione diretta e la forte personalizzazione delle candidature, è subentrata una fase di disillusione con una impennata dell’astensionismo. A Roma si è passati da un’affluenza pari al 79,4% alle elezioni comunali del 2001 (primo turno) al 52,8% di votanti nel 2013.»

Quando si dice o si legge “non c’è spazio politico” riferendosi a questo o a quel partito, bisognerebbe forse ricordarsi che c’è un mondo di disillusi là fuori. Ma davvero.

Gianni Morandi al posto dei gattini

Un Paese in cui hai successo se riesci ad essere “neutro” su tutto. Mi è capitato di odiare la mia parte intollerante (con quelle che io ritengo le inaccettabili povertà o soprusi o illegalità) ogni volta che ho incrociato uno di quei placidi esemplari di miei colleghi che riescono a non prendere posizione su nulla e per questo vengono recepiti come “ottimi per il largo pubblico”: chi riesce a raccontare una storia come uno storico con la sola differenza del palco o coloro che riescono a teatrare sulle miserie talmente lontane da non suscitare nessuna paura, solo fremore scenico. Ed ha ragione Alessandro quando scrive che in fondo il successo di Gianni Morandi su Facebook è proprio questo:

Beh, credo che lui piaccia perché è esattamente il contrario: o almeno l’apparenza mediatica-feisbucchiana dell’esatto contrario.

Vuol bene a tutti: tutti. Sorride sempre: sempre. Non polemizza mai con nessuno: nessuno.

L’apoteosi l’ha probabilmente raggiunta il giorno in cui a un utente che cercava la rissa e gli contestava la buona riuscita di una battuta, ha risposto serafico: “hai ragione, è per questo che invece ho fatto il cantante”. Maestria assoluta nello spegnere qualsiasi polemica sul nascere. Zero conflitti.

Da noi i neutrali vengono scambiati per mediatori, pensa te, mi è venuto da pensare stamattina.