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ivan scalfarotto

Sulla Puglia e sulla democrazia

È una storia antichissima, che viene dalla notte dei tempi, quella del voto utile e di doversi presentare uniti alle elezioni. Su questo ogni volta ci si sfonda in contrapposte tifoserie: c’è chi dice che bisogna stare uniti per battere gli avversari e c’è chi dice che stare uniti se poi non si condividono gli stessi progetti e gli stessi ideali serve a ben poco anzi spesso serve proprio a fare votare gli avversari. Ognuno la pensi come vuole, è la democrazia, bellezza, e i pareri diversi e talvolta contrapposti sono il sale del dibattito politico, almeno su questo bisognerebbe essere d’accordo.

Certo le incongruenze dei comportamenti contano, andrebbero comunque ricordate per avere un quadro più chiaro della situazione: quelli che candidano Ivan Scalfarotto alla presidenza della Puglia sono gli stessi che quando stavano nel Pd contestavano addirittura l’esistenza di quelli che chiamavano partitini (li chiamavano proprio così) e condannavano le eventuali candidature al di fuori della coalizione di centrosinistra come personalismi e addirittura boicottaggi.

Sia chiaro: la democrazia consiste nella libertà di unirsi e di dividersi, per fortuna. E quindi da queste parti, dove spesso si è detto e scritto in difesa di quelli che rivendicano il diritto di non assomigliare a una coalizione si difende anche la libera scelta di correre da soli, come farà Scalfarotto in Puglia. Rimane però il dubbio che l’iniziativa politica di Renzi sia, per l’ennesima volta come è nella sua natura, una questione personale che assume connotati politici e a cui si appiccia una giustificazione che appaia come un’idea di governo regionale.

E allora facciamo un patto: i renziani, quelli che sono riusciti per anni a dirci che ogni iniziativa contro il capo Renzi fosse una questione di antipatia o una ricerca di un posto al sole ora ci chiedono scusa e ammettono che in politica capiti di non essere d’accordo, ci sia il diritto di non essere d’accordo.

Per il resto un grande in bocca al lupo a tutti i candidati delle prossime regionali. E un grande in bocca al lupo a questa politica che non riesce a dibattere se non scontrandosi e duellando, sempre pronta a contarsi piuttosto che a contare. Ne abbiamo bisogno, di fortuna, tutti.

Buon lunedì.

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Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.

La versione di Ivan (Scalfarotto) e i diritti degli altri

Ivan Scalfarotto ha iniziato (l’avrete letto) lo sciopero della fame per chiedere che le unioni gay possano diventare legge. Poi, mentre lo intervistavo abbiamo finito per parlare anche di Renzi, Tsipras, Civati e Grecia. E credo che le risposte siano nette. D’accordo o no meritano di essere lette.

L’intervista la trovate su Fanpage qui.

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A proposito di Letta, diritti e olimpiadi

Vale la pena leggere l’intervista a Ivan Scalfarotto e Anna Paola Concia:

SCALFAROTTO: “Nascondersi dietro l’Onu è veramente ridicolo. Se fai la lista di chi va e di chi non va a Sochi, il risultato è solo imbarazzante. A Merkel, Obama, Cameron e Hollande non è bastata la presenza di Ban Ki-moon”.

CONCIA: “Rimango senza parole. Non c’è proprio bisogno di nasconderci dietro qualcuno. Quello che conta è che il premier italiano va allo show di Putin e i capi di Stato delle principali democrazie del mondo invece se ne restano a casa. Il resto, lo ripeto, sono giustificazioni inconsistenti e tardive”.

La trovate qui.