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Jeremy Corbyn

Perché ha rimontato Corbyn (secondo il Guardian)

Ne ha scritto Rivista Studio (che vale la pena seguire):

Il fallimento della scommessa di Theresa May e la rimonta di Corbyn, che fa guadagnare al Partito laburista 30 seggi rispetto alle passate elezioni; un Parlamento in stallo, senza una maggioranza precisa. Questo è, in estrema sintesi, il risultato delle elezioni inglesi dell’otto giugno. Il quotidiano inglese ha evidenziato quali sono state le ragioni che hanno portato a un esito così difficilmente prevedibile solo qualche settimana fa.

Le prime due, secondo l’analisi di Zoe Williams, sono il manifesto e la campagna di Corbyn: con il primo, e in particolare sul tema dell’istruzione pubblica, il candidato laburista è riuscito a far convergere una larga ma coerente massa di elettori; mentre con la seconda è riuscito a convogliare su di sé convinzione ed entusiasmo, sentimenti del tutto spariti dalla politica inglese.

Un altro elemento da sottolineare è l’importanza dei giovani: non si tratta dice il Guardian soltanto dei costi dell’istruzione, ma anche di Brexit, crisi degli alloggi e in generale di tutta una serie di questioni che hanno evidenziato una vicinanza dei conservatori alla difesa dello status quo e degli interessi acquisiti. Un milione di elettori tra 18 e i 34 si sono registrati per votare da quando le elezioni sono state indette.

Un aspetto fondamentale è stata poi la capacità di riunire intorno a Corbyn una moltitudine di correnti della sinistra; solitamente divise, sono riuscite questa volta a lavorare per un obiettivo comune: dai Verdi, che hanno ufficialmente negoziato un accordo con il Labour ad altri, Women’s Equality party o il National Health Action party, che seppure non ufficialmente, hanno di fatto appoggiato la candidatura e lavorato per.

L’ultimo punto evidenziato dal Guardian è il ruolo di internet e dei social media, che per la prima volta, secondo il quotidiano inglese si è rivelato utile per fare passare, oltre i tecnicismi e il politichese, i veri contenuti delle rispettive campagne. In questo i laburisti si sono dimostrati più bravi dei consevatori.

Jeremy Corbyn e il sonno dei neoliberisti

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L’editoriale di Ilaria Bonaccorsi per il numero di Left, in edicola oggi:

L’alternativa non esiste dunque. Tenetevi ciò che avete, è il meglio che c’è. Lo ripete, lo ripetono in tanti sperando di “asfissiarci” le menti. Perché come diceva un amico qualche anno fa “chi è fallito non si preoccupa di se stesso, è già morto. Si preoccupa di chi non lo è. Di chi è vivo”. E allora questa settimana torniamo, indefessi sostenitori di un’umanità “naturalmente” di sinistra, a raccontarvi ancora una volta di chi nasce, di chi è vivo, di chi non si preoccupa di vincere o perdere ma di “cambiare” la vita degli altri. Di tutti gli altri. E in meglio. Di Jeremy Corbyn, probabile nuovo leader dei Labour inglesi. Colui che ha scatenato tale angoscia in Tony Blair da infiammarne persino la penna. «Anche se mi odiate, votate chiunque ma non lui», ha scritto sulle colonne del Guardian l’uomo della Terza via.

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