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letizia battaglia

Letizia in cima al mondo

Il New York Times ha da poco pubblicato una lista di 11 donne scelte tra quelle incontrate dai giornalisti nell’anno appena trascorso. La lista è in realtà una rassegna di pezzi su personalità varie sparse per il mondo, il genere di ritratti che dal 2002 vengono pubblicati nella rubrica “Saturday Profile”, con lo scopo di raccontare ai lettori del New York Times personalità interessanti e straordinarie ancora poco conosciute negli Stati Uniti. Secondo Kyle Crichton, l’autrice della rassegna, il profilo più interessante di quest’anno è stato il ritratto scritto da Kiki Zhao della poetessa Yu Xiuhua, una donna con paralisi cerebrale che ha vissuto la maggior parte dei suoi 41 anni in una fattoria, scrivendo a un tavolo basso. Non ha mai finito il liceo e dice di aver imparato a scrivere prima che a leggere. Ora, viene invitata in posti come la Stanford University e respinge i paragoni con Emily Dickinson.

Tra gli 11 pezzi elencati dal Nyt spicca il bellissimo ritratto, firmato Elisabetta Polovedo, della fotografia Letizia Battaglia (82 anni), accompagnato da una serie di foto scattate da Gianni Cipriano nel suo appartamento di Palermo. È proprio nella sua città natale, all’interno dei Cantieri culturali alla Zisa, che, dopo una lunga gestazione, a novembre la fotoreporter ha inaugurato il Centro Internazionale di Fotografia, di cui è direttrice. L’evento è arrivato alla fine di un anno di celebrazione, con la retrospettiva del Maxxi di Roma Letizia Battaglia. Per pura passione che ha chiuso ad aprile. Con le sue potentissime immagini in bianco e nero e i suoi reportage in prima linea sui luoghi (e i corpi insanguinati) della mafia, Letizia Battaglia ha scosso e continua a scuotere la storia della fotografia contemporanea.

(fonte)

Auguri Letizia (Battaglia)

Di Paola Mentuccia. Un carisma non comune, una incredibile capacità di cogliere i dettagli e una forza innata. Letizia Battaglia ha fatto del suo nome la bandiera di una vita – di donna e di artista – dedicata alla lotta per la libertà e contro la mafia. E lo ha fatto ritraendo luoghi e vittime di omicidi ma anche espressioni della quotidianità della Sicilia degli anni Ottanta e Novanta, immagini del tessuto sociale che ha convissuto con la morsa mafiosa, sguardi di donne e bambine.

La più grande fotografa contemporanea in Italia, che ha iniziato la sua attività a poco meno di quarant’anni come reporter del quotidiano L’Ora, ne ha compiuti ottanta il 5 marzo scorso e ha invitato i fotografi palermitani a donare una foto della loro città, per raccontarla insieme ancora una volta. Foto che, esposte nella galleria del Teatro Garibaldi fino al 20 marzo, contribuiranno poi a costituire un archivio per l’apertura di un Centro Internazionale di Fotografia a Palermo, cui Letizia Battaglia dedica da tempo la sua passione e le sue energie. L’artista, infatti, non ha smesso di dedicarsi alla sua attività: si pente di averlo fatto per alcuni anni perché “ogni lassata è pirduta” e ha ripreso a scattare, a costruire nuovi orizzonti di espressione.

La fotografia, per lei, è “documento”, “interpretazione” e “tanto altro ancora”. “L’ho vissuta come acqua dentro la quale mi sono immersa, mi sono lavata e purificata – scrive nella prefazione del suo ultimo libro edito da Castelvecchi – L’ho vissuta come salvezza e verità”. “Diario” è un racconto di sé, del suo spirito, di una costante tensione verso la libertà che è stata la spinta, lo stimolo e la necessità della fotografa palermitana. Durante la presentazione a Roma, nell’ambito di “Libri Come”, la festa del libro e della lettura all’Auditorium Parco della Musica, Letizia Battaglia ripesca dalla memoria momenti memorabili della sua vita, ripercorrendo la strada che l’ha portata alla fotografia: “Ho cominciato a scattare sbagliando – ha detto – poi ho continuato tutta la vita a sbagliare perché non crediate che essere arrivata a pubblicare dei libri significhi avere tutti i negativi belli e sistemati: i miei erano dieci sbagliati e poi uno finalmente, forse, buono”. Per qualche anno, poi, cadde tra le braccia di Diane Arbus, nella cruda verità dei ritratti della fotografa statunitense, e pian piano scattare diventò il suo modo “per mostrare indignazione”. Tra le sue foto, quella a un giovane Sergio Mattarella che tiene tra le braccia il fratello appena ucciso.

Un presidente che ha questa storia, Letizia Battaglia ne è sicura, “sarà sicuramente rivoluzionario”. Ha vinto premi in tutto il mondo ma non è andata via da Palermo. “Avere amato l’arte, avere visitato musei, aver sfogliato libri, aver voluto bene a quella città e a quella gente ha fatto sì che una foto sia uscita in un modo anziché in un altro – ha detto – Se tu ami e se perdoni tutto quello che ti fanno, se rimani lì, vivi quel dolore e esprimi tutto questo in quello che fai. L’abilità da sola non emoziona”. Pochi giorni fa ha scritto una lettera al Presidente della Repubblica per chiedere che il Csm riveda la decisione di non ammettere il magistrato Nino Di Matteo nella Dna. La sua lotta non è finita.

(clic)

Lo sguardo di Letizia sbarca a Liverpool

Letizia Battaglia, il nostro occhio fotografico più poetico e artistico delle immagini di mafia, sbarca a Liverpool.

Qui e qui gli articoli che parlano di lei.

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Il suo occhio e la sua amicizia mi hanno aperto gli occhi. Complimenti Letizia.

‘Il film nero’ di Mancuso e Placella

Un radiodocumentario musicale. Sulla mafia, per di più. Perché la musica e le voci possono almeno tenere viva l’urgenza di avere risposte su una storia che non ne vorrebbe dare. Su Paolo Borsellino e tutto quello che è Stato. Se avete il tempo di mettervi comodi vale la pena ascoltare il lavoro di Giovanni Mancuso e Gianluigi Placella.

 


Il Film Nero
a vent’anni dalla strage di Via D’Amelio
19 luglio 1992 19 luglio 2012
risposte senza domande a domande senza risposte

radiodocumentario musicale
di Giovanni Mancuso e Gianluigi Placella

con le voci di

Salvatore Borsellino
Benny Calasanzio Borsellino
Letizia Battaglia
Giulio Cavalli
Antonino Di Matteo
Antonio Ingroia
Giuseppe Lo Bianco
Petra Reski
Piero Ricca
Giovanbattista Tona