Vai al contenuto

letizia moratti

La campagna di Pisapia

Giuliano Pisapia è riuscito a portare in porto ieri sera una campagna elettorale funzionale, pulita e ricca. Ha parlato di obbiettivi e di contenuti senza cadere nella tentazione di rispondere colpo su colpo e di banalizzare, è riuscito a disegnare la sua Milano (al di là delle differenze di quella della Moratti) come la vorrebbe e come ce l’ha in testa. Gramsci parlava di “drammatizzazione” come virtù politica: riuscire a immaginare gli effetti della politica sulla quotidianità dei cittadini. Raccontare il futuro non solo per l’emergenza di togliersi il presente è il passo decisivo che oggi premia chi riesce ad essere credibile e (inevitabilmente) schiaccia chi per futuro scambia solo l’ossessione di cacciare il Re (a destra ma soprattutto nel centrosinistra). Un ringraziamento al suo staff, al di là dei risultati, oggi è dovuto.

Parole sante

«Accettare che Milano sia ricoperta da certi cartelli è come legittimare battaglie oltranziste di una cultura pre-razzista. Una cultura che per coscienza non posso legittimare. Questo è un principio non negoziabile. Non tiriamo in mezzo problemi che non ci sono nelle amministrative, come l’eutanasia: su quelli dobbiamo discutere e ne discuteremo, ma Milano si confronta su altro. La campagna la hanno fatta si nomadi, sulla moschea e la libertà di culto. E quindi rispetto a questo devo dire no e mi colloco da un’altra parte. Non resto neutro, questi l’hanno presa aggressiva». Don Virginio Colmegna, 65 anni passati tra la povertà e li emarginati milanesi.

Gigi D’Alessio e la Moratteide

La campagna elettorale di Letizia Moratti su Milano si evolve ogni giorno in una saga sempre più irresistibile. Dopo le epiche battaglie con valorosi feriti ai mercati, i caduti sul campo (da Lassini al candidato incandidabile Clemente) e le crisi amorose (con B., con Bossi e questo ultimo con Gabriele Albertini) l’epico viaggio finisce con il pelide D’Alessio: il cantautore dice di rinunciare al concerto di chiusura perché “minacciato” da sinistre forze di sinistra e da leghiste forze della lega. Salvini in contrappunto parla di “criminalità organizzata” e tutto finisce con un disegno complottistico degno di un poema epico. Sperando che finisca anche con il ritorno a casa della protagonista. Noi umani invece ci vediamo questa sera in piazza Duomo per E’vento. E chiudere insieme.

Rottamatori in erba

Anche i ragazzini delle medie irridono la Moratti. La sindaca uscente visita una scolaresca per raccontare che in caso di vittoria Pisapia ruberà le lavagne per consegnarle ad Al Qaeda e si prende i cori entusiasti dei presenti. Tutti per Pisapia. Nel video (che trovate qui) ci dicono che il lieto evento si è svolto all’Arena di Sucate. Naturalmente.

Strafare per farsi male

In una campagna elettorale come questi ultimi giorni a Milano non è difficile lasciare la sindaca uscente Letizia Moratti bollire nella povertà di proposta e nell’ostinata affezione alle bugie. Basta raccontare un programma che propone soluzione senza promettere rivoluzioni e coltivando la fiducia che sta crescendo in città. Soprattutto senza scadere nel “lassinismo” che vorrebbe obbligare tutti i candidati ad esibirsi per forza. In poche parole non attuare strategie suicide (come troppo spesso la sinistra è stata brava a fare) come questa.

Incattiviti e disperati

C’è una forza fenomenale, e una grande dimostrazione di sicurezza, nella nonviolenza. Pisapia ha costruito il proprio successo sulla calma e sul sorriso. Uno stile di vita e di lotta politica che ha fatto presa su molti elettori moderati e di centrodestra. Spero che nessuno vorrà incrinare questo modello proprio alla vigilia del voto decisivo, accettando un terreno di scontro che è l’ultima speranza del centrodestra incattivito, disperato e bugiardo. Tutto il resto di Fabrizio Ravelli qui.

Ballottaggio Milano. Cavalli: “L’accattonaggio politico e la compravendita dei voti”

COMUNICATO STAMPA
In seguito alle ultime dichiarazioni del centro destra, il consigliere regionale, Giulio Cavalli afferma: “Dispiace vedere esponenti di governo e di Regione Lombardia prestarsi a questi ultimi giorni di campagna elettorale costruiti su un procurato allarme costante che tocca o i rom o le moschee o la liberalizzazione delle droghe o fantomatiche invasioni unniche”.
“Vedere il Presidente del Consiglio regionale Davide Boni – continua Cavalli –  non prendere le distanze dai deliri del suo compagno di partito Borghezio che dichiara “che i fondamentalisti islamici, in primis Al Quaeda e lo stesso Al Zawahiri, sarebbero felicissimi se a Milano la Lega dovesse perdere e Pisapia diventasse sindaco”, dà perfettamente la temperatura di come la Moratti sia l’inutile fermacarte di accordi di potere che non possono permettersi di non riuscire a mantenere gli impegni. Dispiace altresì notare come i leghisti, da sempre in prima linea contro gli accattoni milanesi, si dimostrino, insieme al loro capocomico Berlusconi, i nuovi inventori dell’accattonaggio politico fatto da sconti sulle multe prese o qualche posto da usciere in un palazzo, qui a Milano, che c’entri una cosa qualsiasi con un ministero”.

“Moratti e De Corato ci spieghino – aggiunge il consigliere regionale – che differenza c’è tra rastrellare voti scontando 50 euro di multa nella città dell’Ecopass e offrire 50 euro per un voto fotografato con il telefonino giù a Scampia”.

“Continuando di questo passo – conclude Cavalli – basterà dare il microfono in prima serata ad un esponente del governo perché si facciano del male da soli”.

 

Cos’è questo vento

Il dissenso è la pratica delle idee diverse. In una democrazia moderna (ma anche in una democrazia di opinioni che galleggi appena sopra la soglia della decenza) dovrebbe essere obbligatorio. Qualcuno dice che per amore dello Stato oggi si consiglia addirittura l’indignazione, come dose minima. Eppure dire fai ridere alla Moratti, con questo brutto vento, può portare ad essere identificati per il reato di opinione non timida. Comunque, ovviamente, è colpa di Pisapia. Il video kafkiano lo potete vedere su youreporter.

Pisapia e i furti d’auto

E’ una cosa da non crederci. La vicenda di Pisapia e i suoi presunti furti d’auto ha trasformato Letizia Moratti e la sua banda di rancorosi in un brutto fumetto. In giro per Milano ho sentito discussioni al bar sul modello dell’auto. I più coraggiosi dicevano di avere saputo che si trattasse di un furgoncino. Ma se  succede che Giuliano sventi un furto d’auto negli ultimi giorni di campagna elettorale, allora anche il drammaturgo ha deciso di infierire su Letizia…