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liberiamoci

I maestri della “vita reale”

L’imprenditore Flavio Briatore ha detto che quelli al governo vivono in una bolla e non hanno idea della vita reale

Ieri è rimbalzato in rete un video di un maestro di vita reale, non so se ne conoscete qualcuno, sono quelli che hanno un’opinione di tutto perché trattano tutte le sfumature e tutte le situazioni della complessa realtà come fosse un unico blocco di cemento, immodificabile e inamovibile, e di solito sputano sentenze inappellabili accusando gli altri di essere “fuori dal mondo”, dicono proprio così, come se ci fosse un mondo in cui stare dentro e uno in cui stare fuori. I maestri della vita reale di solito hanno il vizio di categorizzare il mondo in buoni e cattivi, ricchi e poveri, lavoratori e nullafacenti, belli e brutti, bianchi e neri, comunisti e liberal (dicono così) e poi tutto un resto di etichette che non vale nemmeno la pena trascrivere tutte per non rubare troppo spazio a questo articolo e alla vostra mattinata.

Il maestro della vita reale del video che girava ieri era Flavio Briatore che tutto baldanzoso dichiarava: «Quelli al governo vivono in una bolla, non hanno idea della vita reale!» e poi dava tutto un elenco di consigli su come governare l’Italia, come fare funzionare questo Paese e come rendere felici tutti gli italiani. La cosa curiosa è che i maestri della vita reale vengono invitati più o meno sempre negli stessi programmi e piacciono più o meno sempre agli stessi politici. Briatore è un imprenditore con sede legale a Londra, sede fiscale a Dublino, produzione in Pakistan, residenza a Montecarlo ed è molto curioso che ci dia lezioni sulla “vita reale” in Italia dall’alto delle sue bollicine extra lusso. Ti aspetteresti che un maestro di vita reale sia qualcuno che fatica, che si porta addosso le sue cicatrici, che riconosce di avere compiuto errori e cose buone e invece i maestri di vita reale che ci propinano sono quelli che vorrebbero convincerci che nella vita o si vince o si perde e chi perde è un fardello di cui bisogna liberarsi.

Facciamoci un favore, curiamo l’ecologia sociale, liberiamoci dei maestri di vita reale e occupiamoci della nostra vita che, reale o no, è quello di cui ci dobbiamo occupare.

Buon martedì.

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Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.

I numeri di Salvini a Bologna. Con qualche zero in più.

cvd

“Lo schema è collaudato: Salvini blatera 24 ore al giorno, occupa tutti gli studi televisivi, spara numeri e vomita affermazioni che sfuggono a ogni verifica, riscontro, fact-checking. Non mettendolo mai alle corde su nulla, i media ne hanno gonfiato lo status, per non dire dell’ego. Con altri mezzi di informazione, minimamente scrutinanti, il progetto politico di Salvini sarebbe morto in culla due anni fa. E invece, la resistibile crescita di una falsa opposizione – falsa opposizione pompatissima dai media, il che mostra quanto poco scomoda all’establishment essa sia – ha rafforzato il sistema.

Ha poca importanza sapere chi abbia messo in testa a Salvini l’idea che in Piazza Maggiore potessero starci centomila persone e le strade del centro cittadino potessero contenerne trecentomila (quasi il numero totale dei residenti in città!). Gliel’hanno detto i leghisti bolognesi? È Manes Bernardini quello poco ferrato in geometria? Forse è stato Alan Fabbri, che in effetti Bologna la conosce poco, dato che è di Bondeno? Indifferente. Il punto è che i media mainstream, persino quelli bolognesi, hanno ritenuto plausibile – o al massimo “un poco esagerato” – l’ordine di grandezza evocato.

Guardiamo un po’ di foto e facciamo un paio di calcoli, avvalendoci di uno strumentino molto utile, ACME Planimeter“.

I Wu Ming si mettono a fare un paio di calcoli. Il risultato lo trovate qui.