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liceo europeo di arconate

Buongiorno maestro: insegna il sindaco del comune sciolto per mafia

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Aldredo Celeste incontra una straordinaria personalità dell’intellighenzia politica lombarda.

Di Alfredo Celeste mi è capitato spesso di scriverne. Ne ha scritto benissimo (e continua a farlo) la brava Esther Castano che insieme ad Ersilio Mattioni (autore dell’articolo per L’Espresso che riporto qui sotto) l’ha marcato ad uomo ricevendone spesso insulti e reazioni scomposte (oltre a sconvenienti avvisi di vigili esageratamente ligi). Ora il buon Celeste continua tranquillamente ad insegnare presso il liceo europeo di Arconate e ovviamente qualcuno storce il naso. Più di qualcuno. Curia esclusa. E allora si ripropone il vecchio dovere dell’opportunità che in questo Paese (profondo nord incluso) sembra così difficile da esercitare. Leggere per credere:

Lo scontro è impari, una piccola scuola di provincia contro la Curia di Milano. Il motivo è assai serio: la nomina a insegnante di religione di Alfredo Celeste, l’ex sindaco del primo comune in Lombardia sciolto per mafia. Che oggi è imputato per corruzione in un processo sui rapporti tra la politica e la ‘ndrangheta ed è sottoposto alla richiesta di “sorveglianza speciale per tre anni con obbligo di soggiorno, in quanto soggetto socialmente pericoloso”, misura voluta dalla Direzione distrettuale antimafia. Tutto questo perché Celeste ha per anni frequentato persone accusate di appartenenza o vicinanza con i clan calabresi.

Una brutta tegola sulla testa di Ermanno Puricelli, preside del liceo europeo di Arconate, comune di 6 mila abitanti in provincia di Milano. Che reagisce: “La scuola è stata messa in una situazione inaccettabile. Qui c’è un problema di grande rilievo: non si tratta di una lite di condominio, ma del primo comune lombardo sciolto per infiltrazioni mafiose. La Curia torni sui suoi passi. C’è un confine culturale che merita di essere presidiato: Insegniamo la legalità, ai nostri studenti dobbiamo garantire docenti che siamo al di sopra di ogni sospetto. Nel caso del professor Celeste questa condizione non è data”.

Il primo round, però, è stato vinto dell’imputato. La Curia ha fatto orecchie da mercante e il professore è già tornato in classe, fra l’imbarazzo di studenti e genitori, “perché i fatti contestati – spiega il preside Puricelli – non sono accaduti su Marte, bensì nel nostro territorio, a Sedriano, a pochi passi da qui. Mandare Celeste in questa scuola è stato un errore evidente”. Alla diocesi di Milano, invece, sembrano cadere dalle nuvole e l’ufficio comunicazioni sociali rende un’unica stringata dichiarazione: “Stiamo raccogliendo informazioni a proposito di quanto ci segnale. Vi contatteremo presto. Cordiali saluti”. Eppure la presidenza del liceo aveva già messo tutto nero su bianco, inviando alla Curia una lettera dai toni netti e ipotizzando per il docente l’incompatibilità ambientale: “Abbiamo espresso il nostro disagio, ricordando la vicenda e la storia di questo insegnante. Dalle informazioni finora disponibili e dalle prove raccolte è chiaro che stiamo mandando in classe una persona non totalmente credibile. Abbiamo interpellato la Curia già due volte. Attendiamo risposte”.

E’ difficile pensare che la diocesi sia all’oscuro di tutto. Il 10 ottobre 2012, quando Celeste fu arresto nell’ambito dell’inchiesta sui rapporti politica-mafia, la Curia lo sospese dall’insegnamento. Ma se all’epoca il professore era un semplice indagato, ora è un imputato, gli sono piovuti addosso altri due procedimenti giudiziari e il ‘suo’ comune, il 16 ottobre 2013, è stato sciolto per mafia.

Come se non bastasse, settimana scorsa, il capo del settore finanziario di Sedriano, Albertina Grassi, ha reso in tribunale a Milano (nell’ambito del procedimento sulla richiesta di sorveglianza speciale) una testimonianza importante sulle pressioni ricevute dall’ex sindaco per favorire un imprenditore locale attivo nel campo dei vivai, la cui azienda navigava in cattive acque avendo contratto ingenti debiti sia con il comune sia con l’erario. Si tratta di Aldo De Lorenzis, imparentato con i Musitano, definiti dai magistrati di Milano “una famiglia mafiosa dominante nei comuni dell’hinterland”.

Celeste, tra il 2009 e il 2012, ha intrattenuto rapporti amichevoli con altre due persone sospettate di vicinanza alla ‘ndrangheta. Uno è Eugenio Costantino (la cui giovane figlia, Teresa, fu consigliere Pdl a Sedriano), in carcere con l’accusa di essere un ‘boss’ della mafia calabrese: avrebbe procurato 4 mila voti all’ex assessore regionale Domenico Zambetti al prezzo di 200 mila euro. Per Costantino – che fu ‘reclutato’ nel servizio d’ordine a tutela di Nicole Minetti, invitata dall’ex sindaco come “madrina della creatività femminile” – Celeste organizzò pure una festa di compleanno, affittando un salone dell’oratorio. L’altro è Marco Scalambra, chirurgo della Humanitas e marito dell’ex capogruppo Pdl a Sedriano, accusato di essere stato il collettore di voti per le cosche alle elezioni comunali di Rho nel 2011, arrestato e adesso imputato a piede libero. Famoso un suo sms, inviato a un candidato: “Fammi sapere entro domani se ti interessano i voti delle lobby calabresi”.

Celeste, nel frattempo, ostenta sicurezza: ha liquidato con un’alzata di spalle i timori del preside del liceo, ha fatto ricorso al Tar del Lazio contro lo scioglimento per mafia di Sedriano e si gode i tempi lunghi dei tribunali italiani. A causa di un errore tecnico in un capo d’imputazione il suo processo più delicato, quello per corruzione, non è ancora cominciato a due anni dall’arresto.

La sentenza di primo grado appare lontana, mentre la prescrizione (ridotta a sette anni e mezzo da una legge del governo Berlusconi nel 2005) è un’ipotesi plausibile. Non contento, Celeste annuncia la sua ricandidatura a sindaco. Dopo la spaccatura del Pdl ha scelto di stare con Silvio. Dice di provare “vergogna per la giustizia” e di confidare “solo nel buon Dio”.

Adesso aspetta il via libera di Forza Italia, anche se Mariastella Gelmini, coordinatrice dei berlusconiani in terra lombarda, ignora chi sia: “L’ex sindaco di Sedriano? E chi è?” Poi, fatta mente locale, chiosa: “Non è un problema nostro, Celeste è esponente del Nuovo Centrodestra, vicino al consigliere regionale Alessandro Colucci”. Peccato che il professore di religione prestato alla politica abbia aperto, qualche mese fa, un club ‘Forza Silvio’. I conti non tornano.