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Lo schiaffo della Lega al popolo bielorusso: si astiene su Lukashenko per non scontentare Putin

Tanto tuonò che finalmente piovve. Il Parlamento Europeo “non riconosce il risultato delle elezioni presidenziali tenute in Bielorussia il 9 agosto” perché portate avanti “in palese violazione degli standard riconosciuti a livello internazionale” e non riconoscerà Lukashenko presidente “una volta che il suo mandato corrente sarà giunto al termine”, cioè dopo il 5 novembre. È il testo della risoluzione che è stata votata ieri con 574 sì, 37 no e 82 astensioni. La protesta bielorussa, del resto, continua a essere viva e forte in tutto il Paese e la presa di posizione dell’Europa finalmente indica una netta scelta di campo che ci si aspettava da giorni.

Ursula von Der Leyen ha detto nettamente che “i cittadini devono essere liberi di decidere il futuro da soli. Non sono pedine sulla scacchiera di qualcun altro”, rinforzano le richieste di chi chiede delle liberi elezioni che si svolgano in maniera democratica. In Bielorussa continua a essere detenuta Maria Kolesnikova, che aveva strappato il proprio passaporto per evitare di essere deportata in Ucraina. Del resto il senso dell’Europa è tutto qui (quando funziona): ciò che accade agli altri ci deve interessare, la difesa dei diritti degli altri è un nostro dovere.

Spicca, al solito, la vigliaccheria dell’astensione della Lega di Matteo Salvini, che per non scontentare il suo amico Putin invece ha deciso di non decidere, come spesso gli accade quando c’è da difendere qualche prepotente del mondo. Ed è il solito Salvini che mostra un’irrefrenabile affetto per i tiranni, per l’amore dei “pieni poteri” che non sempre vengono esercitati secondo le regole. Lo fa con Orban (in numerosi occasioni la Lega in Europa si è schierata in difesa del dittatore ungherese) e continua con Lukashenko. Ed è un segnale politico che deve essere preso terribilmente sul serio perché dimostra un certo modo di intendere il potere che non è di destra o di sinistra (il partito di Giorgia Meloni ha votato compatta per la risoluzione) e perché ancora una volta rinsalda l’asse delle personalità peggiori del mondo.

In tutto questo, ovviamente, non è nemmeno stata data una giustificazione politica dalla Lega. Silenzio e petto in fuori. E se è vero che un politico si giudica dalle sue frequentazioni allora il quadro è chiaro, chiarissimo e sconfortante. L’aggressione per politica, per qualcuno, continua a essere una modalità di governo. E tutto questo è assolutamente inaccettabile.

Leggi anche: 1. “Torturato da forze russe pro-Lukashenko in un campo di concentramento”: la denuncia di un attivista bielorusso a TPI / 2. Bielorussia, la dissidente Tarasevich a TPI: “Lukashenko usa il Covid per violare i diritti umani. Vuole annetterci alla Russia” / 3. Quei ragazzi che (grazie a Internet) possono svegliare la Bielorussia dalla dittatura dopo 30 anni

L’articolo proviene da TPI.it qui

Bari come il Far West: guerra tra i Campanale ed i Lorusso

Schermata 2015-01-11 alle 20.50.49Far west in via Van Westerhout, al quartiere San Girolamo, questa mattina poco dopo le 9.30. Nicola Lorusso, di 58 anni, pregiudicato e sorvegliato speciale è stato ucciso da una raffica di colpi di mitra. La vittima era il padre di Umberto Lorusso, 37 anni, considerato dagli investigatori il capo del clan omonimo che nel quartiere gestisce i traffici illegali. Una cosca in contrapposizione a quella dei Campanale che da anni è radicata nello stesso territorio. Le due organizzazioni criminali si contendono il predominio .

Secondo una prima ricostruzione, pare che la vittima fosse in compagnia della moglie alla guida di una Ford Fiesta e stava andando in Questura per firmare (era sottoposto al provvedimento di obbligo di firma già da qualche tempo). Quando si è accorto di essere inseguito avrebbe frenato bruscamente il mezzo e obbligato la moglie a scendere dall’auto. Ha quindi proseguito la fuga, ma pochi minuti dopo sarebbe stato affiancato e crivellato di proiettili da un killer (o forse due) a bordo di un’altra auto. Pare abbia sparato con un mitra kalashnikov. Un passante che si trovava a poca distanza ha sentito gli spari e poi ha visto il cadavere in mezzo alla strada. Davanti al corpo ha messo un cassonetto dell’immondizia per evitare che fosse travolto dalle altre auto. Probabilmente Lorusso aveva fatto un ultimo tentativo di fuga a piedi. Le indagini sono affidate ai poliziotti della squadra mobile.

Sul posto ci sono stati momenti di tensione tra la polizia e i parenti dell’uomo ucciso giunti sul posto. Una donna ha urlato: «Da oggi in poi chi va con quella razza morirà. Anche per un caffè. Avviso a tutte le orecchie del mondo. Maledetti». Sul luogo dell’agguato si è recato anche il sindaco di Bari, Antonio Decaro.

(clic)

A Bari si spara, in testa al boss

Felice Campanale aveva 67 anni ed era lo storico boss del quartiere San Girolamo a Bari. Da sempre i Campanale sono in guerra con i Lorusso lì nel quartiere e nelle zone limitrofe. Storie da Montecchi e Capuleti solo che qui al posto della poesia scorre il sangue.

Questa sera Campanale aveva deciso di fare il nonno con i suoi nipoti (magari insegnando il suo concetto distorto di dignità) e tutti insieme sono andati al Gommapark: lui, la nonna e i nipotini, come nei film delle famiglie felici. Alle nove di sera, si sa, i piccoli devono fare la pipì, lavarsi i denti e andare a nanna e quindi hanno deciso di avviarsi all’auto per concludere la serata, in viale De Laurentis, Poggiofranco, un bel quartiere residenziale di Bari.

Quattro spari hanno lasciato per terra il boss a forma di nonno: tre in pancia e uno in testa. Questo non c’è nei film delle famiglie felici, no.

Poco dopo i guappi hanno cercato vendetta in giro. A Bari si sono sentiti spari un po’ dappertutto: sul lungomare IX Maggio, a nord di Bari, nel quartiere San Girolamo. Giù nel quartiere del Campanale è stato crivellato un fiorino sotto l’abitazione degli storici nemici Lorusso.

Poi adesso è arrivata la notte e si va tutti a dormire. ‘Tanto si ammazzano tra loro’ dirà qualcuno subito al primo caffè domattina.