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L’ultimo record del “nuovo Rinascimento”: l’Arabia saudita è il maggior acquirente di armi al mondo

Va forte il “nuovo Rinascimento” in Arabia Saudita, non c’è che dire, se è vero che il Paese ha scalato velocemente la classifica mondiale che racconta meglio di tutto quale sia l’aria da quelle parti: lo Stato del principe ereditario Mohammed bin Salman, quello che è stato presentato al mondo come fautore di nuovi diritti e nuove primavere dal senatore Matteo Renzi, è diventato il primo Paese importatore di armi al mondo, raggiungendo l’11% dell’import mondiale di armi ricevute.

Il primo fornitore dell’Arabia Saudita – secondo l’ultimo rapporto dell’Istituto internazionale della Ricerca sulla Pace – sono gli Stati Uniti, che coprono il 79% di tutti i loro acquisti: solo nel 2020 i sauditi hanno acquistato 91 aerei da combattimento.

In Europa per ben 5 volte sono state votate delle risoluzioni contro le esportazioni di armi verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi: l’ultima proprio a febbraio per chiedere “un divieto a livello europeo per quanto concerne l’esportazione, la vendita, l’aggiornamento e la manutenzione di qualsiasi forma di equipaggiamento di sicurezza a destinazione dei membri della coalizione, compresi l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, in considerazione delle gravi violazioni del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale in materia di diritti umani commesse nello Yemen”. Una guerra che a oggi conta 133mila morti e 3,6 milioni di sfollati interni.

In Italia lo scorso 29 gennaio il governo ha deciso di revocare le autorizzazioni per l’esportazione di missili e bombe d’aereo verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, revocando di fatto almeno 6 diverse autorizzazioni, già sospese a luglio del 2019, tra le quali la licenza Mae 45560 decisa verso l’Arabia Saudita nel 2016 durante il Governo Renzi relativa a quasi 20mila bombe aeree della serie MK, per un valore di oltre 411 milioni di euro.

L’atto del Governo Conte fece seguito alla mozione delle parlamentari della commissione Esteri della Camera Yana Chiara Ehm (M5s) e Lia Quartapelle (Pd), approvata il 22 dicembre 2020 dal Parlamento italiano.

L’Europa fa blocco, ma l’Arabia Saudita continua comunque a rifornirsi e a riempire gli arsenali da altre fonti. Del resto avere l’armadio stipato di missili e bombe deve essere la prima caratteristica del “nuovo Rinascimento”: quello che da quelle parti ha l’odore degli oppositori fatti a pezzi e della polvere da sparo. E forse questi numeri raccontano benissimo quali siano gli interessi del brillante principe ereditario.

Leggi anche: 1. Cinque domande a cui Matteo Renzi deve rispondere (a un giornalista) / 2. Omicidio Khashoggi, Renzi ribadisce che è “giusto avere rapporti con l’Arabia Saudita” / 3. Se Renzi vivesse in Arabia Saudita (di Selvaggia Lucarelli)

 

L’articolo proviene da TPI.it qui

La pornografia dello svago

Ogni giorno in Italia cade un Boeing e muoiono tutti i passeggeri. I numeri sono gli stessi e ce n’è perfino qualcuno in più. Ogni giorno in Italia qualcuno non sa quando potrà concedersi il lusso di amare una persona fuori regione, l’amore non è considerato una giusta causa. Ogni giorno in Italia qualcuno guarda la serranda della propria attività che si è arrugginita a rimanere troppo abbassata (o è ancora abbassata) e si domanda che lavoro si ritroverà a fare domani, se ci sarà un lavoro, e se non ci sarà un lavoro come ci si inventerà un reddito. Ogni giorno qualche centinaio di famiglie piange un morto. Decine di migliaia di persone cadono nella preoccupazione di essersi ammalati e i loro famigliari e i loro frequentatori si arrabattano per cercare un tampone in giro.

Eppure mentre durante la prima ondata si assisteva a una riflessione ampia su ciò che accadeva (addirittura con furbe derive preoccupazionali) questa seconda ondata ha un sapore diverso, niente di buono, qualcosa che cammina sul filo della rimozione e della narrazione populistica. Si racconta delle attività chiuse (e delle loro evidenti difficoltà) prendendola al contrario: non vorrete mica un governo cattivo che vi vieti il cenone di mezzanotte? Dicono così. Non vorrete mica dover scegliere gli ospiti del cenone di Natale? Si reclama a gran voce il diritto dello svago e non lo si fa con il pensiero a chi quello svago lo produce e lo distribuisce (il che avrebbe almeno qualcosa di solidale) ma come affermazione del proprio bisogno fottendosene del resto. Ma attenzione, non è un atteggiamento solo di alcuni cittadini, no, è proprio una discussione che inonda anche i giornali e le televisioni: discussioni orrende e inutili sull’orario di nascita del bambinello e nessuna riflessione un po’ più approfondita sulla manutenzione degli affetti che di questi tempi sono così difficili da mantenere e da reinventare.

Tutto superficiale, tutto raccontato come se fosse solo un rispetto delle tradizioni, tutto declinato in una commedia nazionalpopolare in cui scompare la paura, la solitudine, la lontananza, la sofferenza e tutto diventa lustrini, lucine, panettoni e tute da sci. Ma siamo sicuri di trattare questo tempo cupo con la complessità che merita? Siamo sicuri di rispettare il nostro ruolo di narratori della realtà? Oppure viene più facile agitare simboli senza volere nemmeno approfondire un po’?

È un’epoca profondamente dolorosa che viene trattata con lo stesso vocabolario di una simpatica accidentale caduta con le risate finte. Le ferite (fisiche, sociali, economiche, affettive) non si supereranno con un bicchiere di spumante in compagnia. Noi invece siamo lì, fermi lì, protesi su quel bicchiere lì. Ed è uno spreco di attenzioni, anche piuttosto irrispettoso.

Buon giovedì.

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