Il voltafaccia di Federica Angeli: basta accoglienza, meglio delle fioriere
C’è un numero, 41, che spiega la situazione meglio di qualsiasi altra cosa: 41 volte il presidio umanitario di Baobab Experience nei pressi della stazione Tiburtina a Roma è stato sgomberato. Per 41 volte i volontari hanno ritrovato i disperati lì il giorno successivo.
L’ultima è stata pochi giorni fa ma non ha fatto notizia: la Delegata della Sindaca alle Periferie, Federica Angeli (coraggiosa cronista di Repubblica che da anni racconta la mafia ad Ostia) festeggia il via dell’operazione «per ripristinare il decoro» annunciando «postazioni per car e bike sharing e per i monopattini» oltre a «parapedonali per delimitare la corsia preferenziale» e annuncia che «nei prossimi mesi sarà garantito anche un presidio costante da parte della Polizia di Stato» ma i volontari di Baobab Experience non ci stanno e rispondono: «In questi 4 mesi, lei (riferendosi a Angeli ndr) non ha trovato tempo e modo di ascoltare coloro che, volente o nolente, quel luogo che si pregia di aver reso finalmente decoroso lo vivono nel quotidiano. Quello che lei definisce “degrado” è la condizione in cui il Comune di Roma, che lei rappresenta, costringe a vivere donne, uomini e bambini migranti”. Scrive Baobab: «Prima si accoglie, poi si sgombera, prima si prendono in carico le persone, poi si mettono le fioriere e gli orti botanici, prima si parla di dignità degli esseri umani e poi di decoro di uno spazio fisico».
Baobab Experience è un’associazione di volontariato che offre supporto e prima accoglienza a donne, uomini e bambini in transito e assistenza legale, sportelli di inserimento lavorativo e abitativo, attività di formazione a richiedenti asilo e rifugiati. I volontari raccontiamo di documenti dei migranti e rifugiati, tavolini per la distribuzione dei pasti e effetti personali dei senza fissa dimora buttati via durante lo sgombero. Nella Capitale d’Italia ancora una volta si insiste con la retorica della “riconquista” di un luogo con le solite fallimentari soluzioni che “spostano” il problema (con l’aggravante che il “problema” sono le persone). Se l’avesse fatto Salvini ci sarebbe (giustamente) stato un’indignazione generale. Ma se lo fanno gli altri ce lo facciamo scivolare addosso? Siamo sicuri che sia etico così?
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