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Letizia Moratti, “il volto nuovo della Lombardia” è segno della debolezza del centrodestra


È Letizia Moratti la “spinta nuova” di Regione Lombardia, il “cambio di passo” che dovrebbe risollevare una regione martoriata dalla mala gestione in tempi di pandemia, il “rinnovamento” tanto sventolato, il “ricominciare a correre” di cui parla il leader della Lega Matteo Salvini. Si ricorre a persone di potere antiche per tenere in bilico una situazione che ha tutt’altro che che una visione proiettata al futuro.
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Se lo dice Sallusti

«I toni non c’entrano», taglia corto Sallusti. «Nessuno ha il coraggio di rinfacciare alla Moratti la disfatta, eppure tutti nel partito sapevano che partiva dal 40 per cento: guadagnando un punto e mezzo le è già andata di culo. Nessuno osa dire che ha sbagliato Berlusconi a dare ai giudici dei brigatisti o a fare i comizi sotto Palazzo di Giustizia. Allora dicono che è colpa del Giornale , dei falchi, della Santanchè. Rispondo che sono ipocriti: se critichi il Giornale , che sostiene le posizioni di Berlusconi, critichi il capo del partito». Sallusti in un’intervista a Vanity Fair. Se lo dice lui…

Disperati

La Moratti dice di avere sbagliato i toni: perfetto, penserebbe qualcuno. Infatti la Santanchè riesce solo a dire che siamo sorpresi (loro) del 48% di Pisapia, votare lui significa portare il Leonkavallo a Palazzo Marino, una cosa bestiale”, e Berlusconi “dobbiamo far capire cosa si nasconde dietro il candidato Giuliano Pisapia, cioe’ la sinistra estrema e i centri sociali”. Il cambio di strategia è evidente. Il tutto su LIBERO. Mica noccioline.

Perdere soprattutto la faccia

Dal punto di vista politico, quello che conta è il primo turno», esultò Letizia Moratti dopo la vittoria della destra alle ultime provinciali. «È una legge iniqua, va abolito il secondo turno», ribadì Mariastella Gelmini. «È giunto il momento di mettere da parte i ballottaggi: l’ho già detto a Berlusconi ed è d’accordo», sentenziò Ignazio La Russa. Se è così davvero, quella di ieri è stata per il Cavaliere una débâcle. La Moratti può recuperare nel secondo tempo, certo. Ma ormai certe parole sono state strillate, certe scommesse avventurose sono state giocate, certe forzature apocalittiche sono state fatte. Le parole, diceva Moretti, sono importanti. E prima o poi tornano indietro. Ce lo ricorda Gian Antonio Stella qui.

I voti dei milanisti

A Milano disperati si aggrappano ai voti per tifo, come chiede il Premier: non bastano più solo i nani e le ballerine. Adesso diciamolo a tutti che siamo (e vogliamo essere, e lavoriamo per essere) diversi.