(estratto dell’articolo di Davide Milosa per “il Fatto Quotidiano”)
Spritz e apericena. Locali uno dopo l’ altro. Modelle, vip in stile Grande fratello, calciatori famosi e ragazzi che qui rimontano dalle periferie a far nottata. La movida è così. Corso Como è così. Qui tutto si è visto: la coca, i paparazzi, la moda. Non la ‘ndrangheta. Quella non si era mai vista. Eppure oggi i broker vicini ai boss si sono presi anche la movida più famosa di Milano.
(…) Capita ora per il Ballarò, noto locale in corso Como. (…) Per capire bisogna partire da un’ altra zona: via Molino della Armi, (…) cuore storico della città. Qui, al civico 23, nell’ ottobre 2016 si avvia un bar, il Gio&Cate Caffè.
Quattro vetrine, un bel bancone esterno. Sempre pieno. Manager, studenti, turisti. La Dia parte da uno scontrino e da qui, incrociando nomi e dati, fa match. Il locale è della Milano by night srl, destinataria anche lei di una recentissima ordinanza di revoca della Scia.
Rappresentante e socio di minoranza è Aurelio Modaffari, classe ’72, nato ad Africo. La nipote ha sposato il figlio di Domenico Trimboli, detto Micu u Murruni, referente, secondo gli investigatori, delle cosche di Buccinasco e vicino alla potente famiglia Papalia.
Il nome di Modaffari emerge da un’ informativa dei carabinieri del 2013. Si legge che “annovera precedenti penali e di polizia per delitti concernenti le armi e le sostanze stupefacenti”.
Negli anni, poi, i controlli sul territorio “hanno evidenziato i suoi rapporti” con i parenti del boss Giuseppe Morabito detto u Tiradrittu e anche con personaggi milanesi “contigui” al clan. (…)
Per la Dia la Milano by night è una miniera d’ oro. Socio di maggioranza è Francesco Palamara, classe ’84, nato a Locri. Nel 2013 sarà denunciato a piede libero per aver favorito la latitanza del parente nonché narcotrafficante Santo Morabito (nipote a sua volte di u Tiradrittu), già coinvolto nell’ inchiesta milanese Dionisio (2009).
Ultimo socio è Davide Lombardo, classe ’75, citato (non indagato) nell’ indagine Parco sud per i suoi rapporti con persone legate alle cosche Barbaro e Papalia. (…) Nel 2015 finirà indagato (e poi condannato a 1 anno in primo grado) per spaccio e contatti con personaggi vicini ai clan.
È partendo da questo compendio che la Dia arriva in corso Como. Qui (…) c’ è il Ballarò, locale di dolci siciliani gestito dalla Gecos. Rappresentante è sempre Modaffari, con Davide Lombardo socio al 20%. Scompare Francesco Palamara che ritroviamo, con Lombardo, in un locale vicino al Politecnico. Il Ballarò, chiuso da giorni, ha una sola vetrina che si affaccia sulla piazza, pochi metri c’ è corso Como.
Qui nel 2017 scoppia la protesta per lo spaccio in strada. (…) lo stesso Lombardo che spiega: “È ingestibile. Non passa notte in cui non si verifichino borseggi, furti, rapine”. Nel 2015 per lui il gip aveva disposto l’ arresto per 17 capi d’ imputazione. Droga perlopiù. (…) la Dia (…) indaga anche sul civico di una via dove hanno sede società sospette. Un risiko mafioso inedito che ha il cuore in corso Como e la sua borsa negli uffici di un anonimo commercialista.