Su Vendola padre e il metodo di discuterne
Perché massimizzare o costruire falsi paradigmi non è mai una buona idea. Ne ho scritto qui.
Perché massimizzare o costruire falsi paradigmi non è mai una buona idea. Ne ho scritto qui.
Quindi? Quindi si potrebbe fare un gioco, un esempio semplice per diradare le nebbia.Civati è, su Milano, il nome a sinistra del PD che potrebbe riscuotere il più alto consenso e il Pd a Milano è ormai un grumo di potere che, da tempo, ha bisogno di sventolare “civismo” per risultare potabile. Quindi? Quindi non si capisce perché SEL debba legarsi mani e piedi nelle primarie del partito a cui si oppone a Roma (con tutto il rispetto per il candidato Majorino). Milano è la piazza giusta dove giocare fuori dai giochetti del PD: una coalizione (già scritta) tra SEL, Possibile, Fassiniani, Azione Civile, Rifondazione e tutto quello che ci volete mettere dentro che lasci il PD con il cerino in mano e si confronti con un test di portata nazionale. Fare politica facendo politica, insomma. Uscendo dalla polvere di risibili assemblee come spot di rinnovamento e mettendo alla prova un programma radicalmente nuovo. Il PD è andato a destra nonostante SEL prosciugandola. Il delitto perfetto. E forse anche Nichi ha le sue responsabilità.
Ne ho scritto qui.
Dopo essere passato a Livorno da Civati mi è venuta da scrivere questa cosa qui per il sito de L’Espresso.
Sulla mia proposta semplice semplice si vede che anche Civati (ma sono in tanti, vedrete) concorda e a Livorno presenterà azioni uscendo dalle discussioni. Basta ascoltarsi e rilanciare, confrontarsi e agire, mettersi insieme per contare. Contarsi, invece, lo facciamo dopo e se tutto viene fatto seriamente sarà una bella sorpresa. Sicuro. Io, su questo, ci sono. Subito.
Un’idea semplice semplice l’ho scritta qui.
Sono politicamente molto lontano dalle posizioni di Claudio Fava e in generale con tutti gli “irresistibilmente attratti” dal PD ma concordo con lui sulle critiche alla non-posizione uscita ieri dall’assemblea di SEL in cui si è deciso di non decidere. La sinistra guardinga e timida finisce sempre per essere risucchiata verso il centro o diventare malinconicamente residuale e oggi a SEL è chiesto di decidere se fare grande il germoglio delle ultime europee oppure farsi piccola ma sicura nel confortevole PD: il resto è esercizio oratorio.
Poi magari un giorno qualcuno avrà il coraggio di dire che Vendola ha esaurito la sua parabola di spinta. Poi. Magari.
Ne scrivevo qualche giorno fa e come prevedevo oggi stanno uscendo le diverse posizioni dentro SEL, con molta intelligenza alla fine di una campagna elettorale che regala comunque alla lista L’Altrea Europa con Tsipras un risultato ottimo vista la situazione ambientale. Una difficile situazione ambientale esterna e interna: perché mentre la lista faticava a farsi riconoscere e avere un minimo di visibilità all’interno di SEL il dibattito è rimasto silenzioso per “rispetto” alla campagna elettorale ma non sopito. Per questo non mi stupisce l’articolo di oggi de Il Manifesto in cui escono le diverse posizioni che non convergono sul progetto di una “Syriza” italiana e nemmeno su un eccessivo allontanamento dal PD e Renzi.
E’ un brutto momento per le vicinanze di politici e imprenditori al margine del carcere. Sembra impossibile spiegare che ciò che la gente sopporta di meno è questa continua sensazione (se è solo una sensazione, eh) di vicinanza e comunione tra prepotenti imprenditori dannosi per la comunità e politici che indipendentemente dalle responsabilità giudiziarie dimostrano questa affezione autodistruttiva fatta di complicità e pacche sulle spalle. Mentre un paese impara il senso di misura dovuto alla miseria vorrebbe almeno dai governanti il senso della misura per responsabilità. Non è questione di eleganza, no: è la voglia sfrenata di una politica seria, fatta sul serio, che decida di rivendicare con fierezza le proprie vicinanze e le proprie estraneità, smettendola con questa favola del cattivo gusto rivenduto come dovuta cordialità
Sinistra Ecologia Libertà celebrerà tra qualche mese il suo Congresso su una linea politica che discuteremo insieme, ma di cui conosciamo già i sommi capi: rafforzamento di una sinistra di governo in Italia, nel solco del socialismo europeo che si cimenti con la (ri)costruzione di una coalizione di centrosinistra e che sappia coniugare le ragioni del lavoro, dei diritti per tutte e tutti e della conversione ecologica. Tutto questo si può fare prescindendo dal Partito democratico o da quello che succede al suo interno? Ovviamente no. Chiunque si dica di sinistra non può essere indifferente a quanto accade nel più grande partito del centrosinistra. Personalmente, non mi sfugge la carica innovativa, a cui ogni tanto corrispondono contenuti non proprio nuovi, di Renzi, la fresca radicalità di Civati, che ad esempio è il meno vicino alle larghe intese, o la profondità di riflessione sull’Europa e sulla prospettiva di Cuperlo. Non mi sottraggo al punto decisivo[…]
Cioè? (il post di Sergio è qui)
Bene:
“Abbiamo appoggiato una candidatura eccellente come quella di Rodotà ed il PD ha detto di NO.
Abbiamo votato Romano Prodi, la candidatura migliore tra quelle proposte dal PD, e cento franchi tiratori democratici l’hanno impallinato
Non solo, in maniera meschina almeno 50 di loro hanno votato Rodotà per far ricadere i dubbi sui parlamentari di SEL.
Ma noi abbiamo siglato le nostre schede con “R.Prodi” ed abbiamo dimostrato che siamo persone serie ed affidabili.
Adesso però BASTA.
Se vogliono fare il Congresso del PD lo facciano pure senza di noi e ci dicano quando hanno finito, SEL da domani se non c’è più Prodi vota nuovamente RODOTA””.