nomi cognomi e infami
Un’intervista. Fuori dal teatro.
(di Daniele Ceccherini, fonte)
Genova
In occasione della rassegna “Bellezza dell’arte al cinema” durante la quale c’è stata l’intitolazione dell’Arena nei giardini E.Guerra a Peppino Impastato, abbiamo intervistato Giulio Cavalli che all‘Albatros di via Rogerrone (Genova, Rivarolo).’ è andato in scena con il suo spettacolo teatrale “Nomi, Cognomi e Infami“.
Giulio Cavalli scrittore e autore teatrale è noto per il suo impegno con spettacoli e monologhi teatrali di denuncia alla criminalità organizzata. Collabora con varie testate giornalistiche e ha pubblicato diversi libri d’inchiesta tra cui recentemente Mio padre in una scatola di scarpe.
“Nomi, Cognomi e Infami è il mio spettacolo più longevo, è del 2006, è il tentativo di raccontare che la risata contro la mafia funziona… Mi dispiace che in questo paese l’antimafia culturale sia demandata tutta ad una sorta di volontariato e non ci sia un progetto istituzionale, io credo che il teatro sia il metodo migliore perché non ci sono mediazioni… Nel giornalismo ho usato l’inchiesta per cercare di capire cosa mi stava accadendo e per dare delle spiegazioni, perché per non essere delegittimato bisogna avere dei dati dietro, il teatro è l’occasione di poter parlare di alcuni angoli nascosti mettendoci la faccia. Il teatro civile in Italia è sempre molto strano, perché il teatro civile nasce come movimento culturale per poter riaprire processi che si sono archiviati, in Italia invece è quasi sempre un funerale laico molto tranquillo… L’ultimo libro Mio padre in una scatola di scarpe, è una storia vera di una famiglia di Mondragone convinta che basti non avere a che fare con la mafia per non avere problemi e invece proprio in quella famiglia c’è una vittima che è il padre. In questo paese secondo me ci siamo affezionati tantissimo ai paladini dell’antimafia, all’eroe senza macchia e ci siamo dimenticati di sapere che abbiamo il dovere di affezionarsi anche al diritto ad avere paura… Mi fanno più paura alcuni pezzi delle istituzioni che i mafiosi. I mafiosi che sono riusciti a ripulirsi e diventare istituzioni più che paura sono una preoccupazione più che per me per il bene di questo paese.”
Ecco l’intervista video integrale a Giulio Cavalli:
Ci si vede a Genova
Il 18 settembre in scena con Nomi Cognomi e Infami. E il giorno dopo per l’inaugurazione del giardino a Peppino Impastato, con Giovanni Impastato. Tutte le mie prossime date (sempre in aggiornamento) sono qui.
2 luglio: a Parma per il Festival della Parola
Il 2 luglio a Parma, in ottima compagnia, andiamo in scena con un NOMI COGNOMI E INFAMI “particolare”.
Qui trovate il sito del festival.
Ecco la presentazione:
Comunicato stampa
29 giugno 2015
Al Workout Pasubio da mercoledì 1 a domenica 5 luglio
va in scena il Festival della Parola. Ingresso gratuito.
Dodici incontri d’autore tra libri, musica, teatro, radio, tv e web
Dalle narrazioni di Concita De Gregorio, Luca Telese e Giulio Cavalli
alle voci di Matteo Setti e Valerio Jovine, dalla chitarra di Giandomenico Anellino
alle note di Sergio Rendine e alle percussioni di De Marco & Bisogno
TRA GLI OSPITI DON MAZZI, SELVAGGIA LUCARELLI E CRISTIANO D’ALISERA,
GIOVANNI FASANELLA, ITALO MOSCATI, ALESSANDRO GILIOLI E MONICA ZORNETTA,
LEONETTA BENTIVOGLIO, GUIDO BARBIERI
E IL QUARTETTO D’ARCHI DELL’ORCHESTRA DELL’OPERA ITALIANA
Puntata zero della II edizione di “Mamma Non Mamma” (Rai Radio 2)
I DIPINTI DI FRANCO FORTUNATO E I “QUADRI” DI PASQUALE PANELLA SUL SOLE 24 ORE
Dare i numeri a parole, cioè esagerare, vaneggiare perfino, o forse esplicitare, documentare. Parte da una suggestione che attinge al poeta, scrittore e paroliere Pasquale Panella la trama emotiva e artistica del Festival della Parola, giunto alla sua seconda edizione, che si svolgerà a Parma da mercoledì 1 a domenica 5 luglio.
Dodici incontri con autori, musicisti, attori, registi tra i più stimati e amati della scena culturale formano un percorso scandito da mostre, spettacoli, performance e concerti, in cui si intrecciano i diversi linguaggi del teatro e della satira, della pittura e del canto, della radio e della tv, del cinema e del web, del giornalismo investigativo e della solidarietà.
Le voci di Matteo Setti e Valerio Jovine, gli archi dell’Orchestra dell’Opera Italiana, la chitarra di Giandomenico Anellino e le partiture di Sergio Rendine, le percussioni di Domenico De Marco & Pierpaolo Bisogno, le narrazioni di Concita De Gregorio, Luca Telese e Giulio Cavalli, l’ironia di Francesca Fornario e le vignette di Stefano Disegni, le provocazioni di Selvaggia Lucarelli e le orazioni civili di don Mazzi, le controinchieste di Giovanni Fasanella e la creatività di Cristiano D’Alisera, le interviste di Monica Zornetta, i quadri di Franco Fortunato: loro e molti altri ospiti di spicco si alternano − per cinque giorni e cinque notti − sotto le navate del Workout Pasubio, un luogo scarno e magico di archeologia industriale, ex fabbrica metalmeccanica al centro di un programma di recupero e riuso.
Per l’associazione Rinascimento 2.0, promotrice del Festival della Parola con il patrocinio del Comune di Parma, la scelta di questo palcoscenico rappresenta quindi un investimento di idee, progetti, professionalità e offre alla città un’occasione da non perdere per la costruzione di un nuovo polo della cultura, delle arti, dello spettacolo e della formazione.
Tutti gli appuntamenti sono a ingresso gratuito (via Catania, traversa via Palermo).
Il Maestro Eleonora Paterniti, regista lirica, musicista, autrice televisiva Rai, firma la direzione artistica del Festival della Parola 2015. Suo ideatore nel 2014 e responsabile di questa edizione è Manlio Maggio. Il presidente di Rinascimento 2.0 è l’imprenditore Davide Battistini.
Il Festival della Parola si avvale della collaborazione dell’associazione multietnica e antirazzista City Angels e dall’associazione di volontariato Liberi dalla Nebbia.
Ecco in dettaglio il cartellone, giorno per giorno, del Festival della Parola.
MERCOLEDÌ 1 LUGLIO
Mozart: eros numeroso è il titolo che Pasquale Panella ha suggerito per il primo incontro in forma di conversazione e concerto evocando la celebre trilogia Le nozze di Figaro, Don Giovanni, Così fan tutte: alle ore 19 l’inviata di Repubblica (danza, musica, lirica, letteratura) Leonetta Bentivoglio, che è autrice con la musicologa Lidia Bramani di E Susanna non vien. Amore e sesso in Mozart per le edizioni Feltrinelli, si confronta con Guido Barbieri, critico musicale, storico conduttore dagli studi di Rai Radio 3, docente universitario, oggi direttore artistico del Teatro delle Muse di Ancona. Le opere mozartiane su libretto di Lorenzo Da Ponte costituiscono una straordinaria, vitalissima sorgente per esplorare senza conformismi l’universo dei sentimenti e dell’erotismo. L’Orchestra dell’Opera Italiana (l’originale esperienza che da un paio d’anni hanno inaugurato i professori già del Teatro di Regio di Parma, protagonisti del tour Con Verdi nel mondo) offrirà al Festival il talento del Quartetto d’archi composto da Silvia Mazzon, Simona Cazzulani, Ilaria Negrotti e Silvia Sciolla, eseguendo musiche di Wolfgang Amadeus.
Alle ore 21 si ragiona, si polemizza, ci si appassiona attorno ai Numeri in mare: i profughi sono un’emergenza o una psicosi? Per usare le parole di una giornalista che spesso va controcorrente, ci si chiede se il problema non sia la scabbia dei migranti ma quella della nostra politica: l’attrice parmense Alessandra Azimonti aprirà la serata leggendo un articolo di Selvaggia Lucarelli che nei giorni scorsi ha acceso la miccia della polemica sul Fatto quotidiano. Poi sarà lei, attivissima tra radio, tv e blog, a dialogare con due nomi simbolo del mondo dell’assistenza ai deboli e agli emarginati: don Antonio Mazzi, fondatore della comunità di recupero per tossicodipendenti Exodus, volto notissimo alle platee televisive, abituato a commentare la cronaca senza celarsi dietro le frasi di circostanza; e Mario Furlan, giornalista, scrittore, docente universitario, il cui impegno sociale è testimoniato dall’associazione laica, multietnica, antirazzista e multireligiosa dei City Angels, volontari che affrontano ogni giorno in una ventina di città italiane le diverse emergenze della vita sulla strada. Interloquirà, con racconti e canzoni, il beniamino del pubblico Valerio Jovine, una delle voci dei 99 Posse, protagonista di programmi di grande successo come The Voice, sempre gratificato da picchi di audience e dai clic sui social network, sensibile con i testi ai temi dell’integrazione. Lo affianca Alessandro Aspide, una garanzia nel dj set.
GIOVEDÌ 2 LUGLIO
Caso Moro in partitura: la drammatica pagina storica che ha fatto da spartiacque nell’Italia repubblicana è lo spunto di un inedito incontro tra un giornalista che da anni sforna puntigliose ricerche sui misteri del nostro passato recente o remoto e un compositore tra i più prolifici e i più stimati nel panorama della musica contemporanea. Alle 18.30 si troveranno sul palco Giovanni Fasanella (notista politico del quotidiano l’Unità, poi inviato del settimanale Panorama, autore di molti volumi sul terrorismo, sul caso Gladio, sui servizi segreti inglesi) e Sergio Rendine (oltre duecento i suoi lavori, diverse sinfonie eseguite in tutto il mondo) partendo dal misterioso ruolo del direttore d’orchestra Igor Markevič nel sequestro dello statista democristiano. Fasanella ha pubblicato per le edizioni chiarelettere una ristampa aggiornata del suo libro dedicato a questa tesi. Rendine sta scrivendo la partitura di un’opera lirica incentrata sull’ultima notte di Moro che debutterà nel febbraio 2016 a Lecce. Lo stesso Maestro al pianoforte e Mimmo Malandra al sax faranno ascoltare − in anteprima assoluta − brani della composizione. A scandire il dialogo Matteo Marchetti, redattore del programma di attualità politica ed economica L’aria che tira sulla 7 e ricercatore di storia contemporanea.
Mafie: dare i numeri, fare i nomi è il canovaccio di una serata ad alta intensità di emozioni e passione civile. Si comincia alle 20.30 con un dialogo tra Nino Amadore e Giacomo Di Girolamo, due giornalisti siciliani che si sono segnalati in questi ultimi anni per la coerenza e il valore dei loro lavoro: il primo, messinese trapiantato a Palermo, scrive per il Dorso Sud del Sole 24 Ore ed è l’autore dei libri La zona grigia. Professionisti al servizio della mafia e L‘isola civile. Le aziende siciliane contro la mafia (con Serena Uccello); il secondo dirige Marsala.it e la radio locale più seguita del Trapanese, firma su Repubblica e Sole 24 Ore, ha pubblicato Matteo Messina Denaro. L’invisibile, Cosa Grigia e Dormono sulla collina. 1969-2014. Il microfono passerà poi a Monica Zornetta: a lei, giornalista e saggista, già al Gazzettino e a Rtl 102.5, autrice di programmi Rai e di libri sulla Mafia del Brenta e su Felice Maniero, sul caso Ludwig, sul terrorismo nero e sulla criminalità nel Veneto, collaboratrice di Avvenire e del Corriere della Sera, toccherà di far entrare i presenti nella confessione commovente di Luciana Di Mauro, napoletana, la vedova di Gaetano Montanino, una guardia giurata vittima innocente della camorra. Teatro, libri, politica, legalità: sono le passioni forti di Giulio Cavalli, l’attore e regista che prenderà infine in mano la sala. In Nomi, cognomi e infami racconta al pubblico un rischioso impegno personale testimoniato anche da lavori quali Do ut des e A cento passi dal duomo e dal libro su Andreotti L’innocenza di Giulio.
VENERDÌ 3 LUGLIO
Fare i conti col silenzio: vecchie e nuove forme di censura nel mondo multimediale. Alle ore 19 si presentano assieme al pubblico un grande nome del cinema, del documentario e della tv e un giornalista e blogger tra i più seguiti specialmente tra i giovani. Italo Moscati, sceneggiatore di capolavori di Liliana Cavani, autore di innumerevoli programmi Rai e libri dedicati alle figure più care del grande schermo, da Sordi a De Sica, da Magnani a Totò, denuncia la sorte del suo film Monica Vitti: drammi, risate e molti schiaffi, finito ora oscurato su You Tube per misteriose questioni di diritti. Una forma di silenzio imposto, oltre il rispettoso silenzio che da anni avvolge la figura della grande attrice. Alessandro Gilioli, caporedattore del settimanale l’Espresso, autore del blog Piovono rane e di libri come Chi ha suicidato il Pd e La diaspora. Dov’è oggi la sinistra italiana, mette sul tavolo il suo ultimo lavoro (firmato con Guido Scorza) Meglio se taci (Baldini & Castoldi): una galleria di esempi eloquenti sulle difficoltà di un’informazione libera in Italia e sulla libertà d’espressione nel web.
Satira: suoni e segni è il titolo della serata, inizio alle ore 21.30, che rovescia sugli spettatori parole, spot, musiche, vignette con volti, voci e matite tra le più care al grande pubblico. Sarà Francesca Fornario (giornalista, autrice radio e tv) a regalare in diretta una puntata zero della seconda edizione di Mamma Non Mamma, programma già cult di Rai Radio 2, il cui nuovo ciclo partirà proprio l’indomani. Per diversi impegni professionali, non la affiancherà Federica Cifola ma la poliedrica attrice Cecilia Fioriti. Il trio acustico The Underdog (Erik Kroonenberg, Daniele Vacchini e Alessandro Formenti) compirà incursioni nel programma con voce, suono e verve in linea con un’occasione di trasgressione e ironia. A sorpresa si presenterà Stefano Disegni: Cuore, Ciak, Guerin Sportivo, Corriere della Sera, Fatto quotidiano hanno raccolto negli anni una platea di lettori entusiasti delle strisce di uno dei più acuti e acuminati disegnatori italiani. Disegni, Fornario, Fioriti e il disegnatore satirico, fumettista Gianluca Foglia Fogliazza, finita la puntata zero, resteranno sul palco per parlare di satira e dintorni con gli stimoli del giornalista e scrittore Francesco Specchia (L’Arena di Verona, La Voce, Libero, Il Giornale, Tg com).
SABATO 4 LUGLIO
Con la voce dei tuoi occhi: il neurochirurgo neonatale Claudio De Felice, Pasquale Panella e Matteo Setti, il cantante che il musical Notre Dame de Paris scritto nell’adattamento italiano da Panella sulle note di Riccardo Cocciante ha portato a un’eccezionale notorietà internazionale, accompagnano gli spettatori (alle ore 18.30) in un “viaggio tra arte e scienza” nella sindrome di Rett, grave malattia neurologica che colpisce in particolare le bambine. Malattia a cui il clinico ha dedicato un intenso volume che dà il titolo all’incontro, guidato da Antonio Sgobba, capo redattore di Rane, la sezione culturale di IL, mensile del Sole 24 Ore. Matteo Setti canterà il brano “La notte delle cattedrali”, un’aria di Gringoire, il suo personaggio. Resterà poi sul palco da solo con il giornalista, dalle 19.30, per raccontarsi in parole e musica: la carriera, i progetti, i maestri. Io sono il vento, storico brano di Arturo Testa, sarà una delle canzoni che regalerà ai presenti.
Alle 21.30 l’attenzione sarà tutta per Concita De Gregorio: la giornalista e scrittrice, tra le firme più note di Repubblica, autrice di libri (Non lavate questo sangue, Una madre lo sa, Malamore, Un Paese senza tempo, Così è la vita, Io vi maledico, Un giorno sull’isola) tutti best seller, coinvolge la platea in una serata evento intitolata Le parole e le ferite della vita. Muovendo dal mistero di Livia e Alessia, le due gemelline di cui il padre poi suicidatosi ha fatto perdere le tracce, Concita De Gregorio entra con la mamma Irina nel silenzio di un dolore abissale che la parola prova a lenire. Mi sa che fuori è primavera è il titolo del libro edito da Feltrinelli.
DOMENICA 5 LUGLIO
L’universo della canzone: la quinta e ultima giornata del Festival della Parola comincia alle ore 18.30 con il tributo al grande talento di un’artista la cui parabola è tristemente segnata dal cinico circo del business musicale: Mia Martini. Almeno tu nell’universo (edito da Imprimatur) è l’opera di Salvatore Coccoluto (giornalista, blogger, autore di altri libri su cantautori, new wave, radio) che ne discorrerà con Leda Bertè, sorella della cantante. Una conversazione sul filo dei ricordi inframmezzata dalle emozioni trasmesse dalla chitarra di Giandomenico Anellino, solista di tale estro da essere definito “uomo orchestra”.
«Vai 5, vai 6, vai 7…»: le parole del regista: alle ore 20 sarà Cristiano D’Alisera a prendere le luci del palcoscenico. Il più grande spettacolo dopo il week-end con Rosario Fiorello, The Voice, Neri Poppins con Neri Marcorè e ancora Tatami, L’angolo nel Cielo: sono solo alcune delle regie televisive più viste da lui curate, con una creatività e una poliedricità che lo portano spesso a calcare i teatri e i set pubblicitari, con testimonial come Dustin Hoffman e Fabio Cannavaro. Al Workout Pasubio si racconta in pubblico.
Sinistra, numero civico non rintracciabile? L’ultimo appuntamento ci porta tra le parole, le convulsioni e gli inganni della politica seguendo la narrazione e il gusto polemico di Luca Telese, che indaga da anni l’immaginario della storia repubblicana (Cuori neri, Qualcuno era comunista, La marchesa, la villa e il Cavaliere, Gioventù, amore e rabbia) e ogni settimana racconta l’attualità del Palazzo e non solo dagli studi del suo Matrix, su Canale 5. Appuntamento alle ore 21.30. Con la partecipazione di Massimo Piras, che interpreterà famosi monologhi di Giorgio Gaber, e con le vibrazioni del duo Domenico De Marco e Pierpaolo Bisogno in Face to face. Vibrafono, marimba, congas, bongos, timbales, djembe e batteria per concludere il Festival della Parola al suono delle percussioni di una coppia di musicisti tra i più talentuosi.
SOGNI, PAGINE, SUONI
Dipinti e ceramiche di Franco Fortunato
Purezza figurativa. Sensorialità metafisica. Surrealismo fantastico. Dal 1° al 5 luglio Parma scopre i colori, le narrazioni e gli appunti in forma di quadri del maestro Franco Fortunato, che al Workout Pasubio espone una serie di opere, alcune tra le più emblematiche dei suoi celebri “cicli” e altre appositamente create per accompagnare l’ispirazione del Festival della Parola.
I personaggi di Pinocchio, il capolavoro di Collodi che all’artista parla sempre dei caratteri dell’Italia di oggi; le allegorie del Piccolo Principe, un cammino sentimentale che prende ancora per mano le nuove generazioni senza essere invecchiato nel corso del tempo; e ancora il ciclo di Moby Dick, quello del Vagabondo; fino alle scenografie per immagini che Fortunato ha estratto dai suoi molteplici linguaggi espressivi per dei memorabili allestimenti verdiani e mozartiani: Il Corsaro e Il Flauto Magico.
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DARE I NUMERI A PAROLE
In mostra la rubrica di Pasquale Panella
sul mensile IL del Sole 24 Ore
Dare i numeri a parole è il nome della rubrica del poeta, scrittore e paroliere Pasquale Panella apparsa a partire dal marzo 2012 in tutti i numeri del mensile IL, Idee e Lifestyle del Sole 24 Ore, diretto da Christian Rocca, nella sezione culturale Rane curata da Antonio Sgobba.
Ogni mese 2400 battute, spazi compresi, di divagazioni, versi e ghirighori.
Tutte ora riprodotte su “quadri” esposti per il Festival della Parola al Workout Pasubio.
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Info: 393 0340603 – 329 0753096
comunicazione@rinascimento2zero.it
produzione@rinascimento2zero.it
coordinamento@rinascimento2zero.it
http://www.festivaldellaparola.it/
http://www.rinascimento2zero.it/rinascimento-in-italia-nel-mondo.aspx
Nuova edizione del libro “Nomi Cognomi e Infami” per la collana del Sole24Ore
Uscirà a settembre la nuova edizione del mio libro Nomi Cognomi e Infami per la collana “Ora Legale” in edicola con Il Sole 24 Ore. E ne sono felice, anche perché lo spettacolo dopo anni continua ad essere in scena più vitale del suo interprete, se fosse possibile. Qui l’articolo de Il Sole:
La mafia è una forma di criminalità organizzata che si impone con l’uso della violenza e dell’intimidazione per il controllo del territorio. In Italia esistono diverse organizzazioni di tipo mafioso, tutte ottengono proventi economici da attività illegali e tutte sono contraddistinte da una precisa organizzazione gerarchica, in cui esistono regole precise di comportamento. La collana “Ora Legale”, in edicola con Il Sole 24 Ore da giovedì 14 maggio, presenta le storie di uomini e donne che hanno combattuto le mafie e di coloro che hanno provato a ribellarsi alle associazioni mafiose.
I 20 volumi proposti nella collana “Ora Legale” sono percorsi di formazione e al tempo stesso di informazione: la conoscenza, infatti, è il primo antidoto contro le mafie. Non a caso è proprio “la parola” ciò che più temono i sistemi criminali: che sia sussurrata, urlata o scritta, la parola, che contiene in sé legalità e diritti, fa paura perché crepa o rompe quel muro di omertà e di appartenenza criminale sul quale si ergono e impongono le mafie.
Gli scrittori e le storie che si propongono in questa collana sono giornalisti, scrittori, professori, servitori dello Stato che non solo hanno fatto del rigore, della denuncia, della prevenzione e del contrasto ai sistemi criminali una ragione di vita, ma hanno anche tradotto in “parola scritta” le loro esperienze.
Giovanni Falcone, di cui il 23 maggio ricorre il 23esimo anniversario della morte, è autore del primo libro della collana insieme alla giornalista francese Marcelle Padovani. Nel volume “Cose di Cosa Nostra” il giudice assassinato da Cosa Nostra nel 1992 racconta l’organizzazione criminale come lui l’ha conosciuta, studiata e combattuta e di cui è rimasto vittima.
Si prosegue con le storie dell’avvocato Giorgio Ambrosoli, dell’imprenditore Libero Grassi, del giudice Rosario Livatino, di don Pino Puglisi, del giornalista Giancarlo Siani, del politico Giuseppe Valarioti e poi ancora il ribelle Peppino Impastato, la testimone di giustizia Rita Atria, il prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa ed altri ancora i cui sacrifici hanno profondamente segnato la vita di tutti noi.
I volumi saranno in edicola con Il Sole 24 Ore a partire da giovedì 14 maggio al prezzo di 8.90 euro oltre il prezzo del quotidiano.
(clic)
Lunedì a Bolzano
Andiamo in scena di lunedì. A Bolzano. Con Nomi Cognomi e Infami.
Se siete da quelle parti siete graditi ospiti. Tutte le informazioni le trovate qui.
A Giussano (MB) per fare i nomi, i cognomi e gli infami
Trovate le informazioni qui.
Giullari e austeri censori. L’antimafia pop di Giulio Cavalli
di Pietro Orsatti – 30 giugno 2014
Ridendo, inevitabilmente. Di se stessi e della propria stanchezza. Come otto anni fa, quando si era più giovani e le prime minacce ci colsero di sorpresa e le esorcizzammo con una gran bevuta girando fino all’alba in una Palermo annichilita dallo scirocco. Ieri sera, sconcertati – come se fosse una novità – ci siamo salutati con frammenti di progetti che forse non si realizzeranno mai e il ghigno di chi sa che le cose vanno raramente dritte da apparire un miracolo quando riescono. Anche se se solo a metà come è avvenuto negli scorsi tre giorni a Milazzo.Giulio Cavalli e il suo surreale circo concentrato in una sola voce un mezzo miracolo a Milazzo lo ha fatto. Ha stanato qualche centinaia di persone in tre giorni rendendole meno apatiche e silenti e rassegnate. Semplicemente sfigurando il potere con una risata, l’oscenità delle mafie mostrando il volto ridicolo di chi pretende di avere potere di vita e di morte. Tre giorni, non uno. Quelle poche persone non ancora del tutto anestetizzate dai rituali stilizzati della politica, dalla rassegnazione di una crisi che sembra infinita, da decenni di esercizio del potere letto come inevitabile. Un embrione di pensiero non omologato. Che si è mostrato, che c’è.
Sapevamo che era difficile aprire con Giulio la rassegna The Red Whale a Milazzo. Ma sepavamo che un pezzo di città avrebbe reagito,non per curiosità ma per complicità. All’atrio del Carmine venerdì con lo spettacolo Nomi, Cognomi e Infami (munnizza permettendo) e poi su a due passi da Capo Milazzo in una festa segnata da un piccolo ingorgo di paura e di cautela ma che è filata liscia nonostante la movida tamarra del sabato sera e poi ieri, ancora all’atrio, presentando il libro “L’innocenza di Giulio”. Non è passata inosservata la risata di Giulio e della Balena Rossa sbilenca e felicemente sfinita che hanno infettato di un salutare virus l’inerzia e la rassegnazione. Giovani, tutti, quelli che si sono “misturati” con Giulio. Consapevoli che la cultura non è un pranzo di gala.
Antimafia pop. Antidoto per chi crede che essere anti sia cosa di pochi e così impopolare da trasformarsi anche qui in esercizio di potere, anche se autoreferenziale. Non c’è nulla di popolare nell’elevarsi, da soli, a censori. Antimafia pop, si. Che il pensiero lo libera con un sorriso, con la fantasia, con un’immagine semplice in apparenza e rivoluzionaria poi.
Ringrazio non so chi, e qui la cosa si fa ancora personale, che otto anni di vita sotto minaccia non abbiano cambiato quella vena sbruffona e geniale di Giulio. Talmente travolgente da scuotermi fino a portarmi ad accompagnarlo in scena con uno strumento che non suonavo da dieci anni.
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