Perché cadono i cavalcavia? Ecco: operazione “Chaos”, i nomi, i fatti e le facce.
VIBO VALENTIA Dalle prime ore di questa mattina militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Vibo Valentia stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare, emessa su richiesta della Procura della Repubblica di Vibo, nei confronti di nove persone indagate, a vario titolo, per i reati di frode in pubbliche forniture, truffa aggravata ai danni di ente pubblico, attentato alla sicurezza dei trasporti, abuso d’ufficio e falso ideologico in atto pubblico.
Il provvedimento, secondo quanto riferisce la Guardia di finanza, riguarda imprenditori e funzionari pubblici e scaturisce da indagini su irregolarità nella gestione di lavori di ammodernamento di un tratto dell’autostrada Salerno Reggio Calabria. Sono in corso anche operazioni di sequestro preventivo di beni per un valore di quasi 13 milioni di euro a carico di imprese e dei loro rappresentanti legali coinvolti nelle indagini. Le imprese oggetto dell’inchiesta sono destinatarie, inoltre, di una misura interdittiva disposta dal gip, che vieta ai loro titolari per un anno di stipulare contratti con qualsiasi pubblica amministrazione.
Ci sono anche cinque funzionari dell’Anas tra le 9 persone arrestate dai finanzieri del Comando provinciale di Vibo Valentia nell’ambito dell’ operazione “Chaos” su presunti illeciti nei lavori di ammodernamento del tratto tra Mileto e Rosarno dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Gli arresti sono stati fatti in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Vibo Valentia su richiesta della Procura della Repubblica diretta da Bruno Giordano. Per i cinque funzionari dell’Anas sono stati disposti gli arresti domiciliari, mentre gli altri quattro arrestati, tutti imprenditori affidatari dei lavori di ammodernamento oggetto dell’inchiesta, sono stati portati in carcere.
I NOMI DEGLI ARRESTATI In carcere sono finiti: Gregorio Cavalleri, 66 anni, imprenditore, residente a Dalmine (Bergamo), titolare dell’omonima ditta; Domenico Gallo, 61 anni, imprenditore, di Bovalino (Rc); Vincenzo Musarra (64), rappresentante legale ditta Cavalleri, di Verdello (Bg); Carla Rota (55), responsabile amministrativa della ditta Cavalleri, di Almè (Bg). Arresti domiciliari per Vincenzo De Vita (45), direttore operativo «qualità materiali», residente a Tropea; Giovanni Fiordaliso (47), direttore dei lavori sul tratto di autostrada interessato dall’inchiesta, di Reggio Calabria; Salvatore Bruni (41), direttore operativo-contabile, di Catanzaro; Consolato Cutrupi, 46 anni, funzionario Anas, Rup dei lavori, di Reggio Calabria; Antonino Croce, 37 anni, geometra, ispettore di cantiere, di Palermo. Misure interdittive per le aziende “Cavalleri Ottavio Spa”, Cavalleri Infrastrutture Srl e Vgf Unipersonale Srl.
Secondo l’accusa, nel tratto autostradale fra gli svincoli di Serre e Mileto sarebbe stata messa in piedi una truffa attraverso una serie di falsi ideologici riguardante sia il materiale usato per i lavori sia i mancati controlli.
OPERE A RISCHIO CROLLO L’operazione rappresenta lo sviluppo dell’indagine che, nel maggio dello scorso anno, ha portato al sequestro preventivo del tratto autostradale interessato e di aree e strade provinciali limitrofe interessate da un serio rischio idraulico e idrogeologico, mai considerato in nessuna fase di progettazione, con conseguente configurabilità del reato di crollo e disastro doloso, nonché al sequestro di somme di denaro per oltre 400mila euro, corrispondenti all’illecito profitto dei reati di truffa e falso commessi dalle imprese esecutrici dei lavori attraverso la formazione di documentazione che attestava falsamente l’avvenuto smaltimento di rifiuti speciali di lavorazione in realtà mai avvenuto. Dalle indagini sull’esecuzione dei lavori di ammodernamento affidati in appalto dall’Anas per un importo di circa 61 milioni di euro, coordinate dal sostituto procuratore Benedetta Callea, è emerso, secondo quanto riferisce la Guardia di finanza, un quadro di diffuse irregolarità riguardanti vari episodi di truffa e frodi nelle pubbliche forniture; false certificazioni di lavori mai eseguiti o eseguiti solo in parte oppure in grave difformità rispetto alle previsioni contrattuali; alterazioni della contabilità lavori ed omissioni, da parte degli organi della Stazione appaltante, di verifiche e controlli.
Le indagini hanno fatto emergere anche l’esecuzione di opere potenzialmente pericolose per la sicurezza pubblica. Agli indagati, che sono complessivamente 15, vengono contestate, a vario titolo, le ipotesi di reato di truffa aggravata ai danni di ente pubblico, frode nelle pubbliche forniture, falso ideologico in atto pubblico, attentato alla sicurezza dei trasporti ed abuso d’ufficio.
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