‘Ndrangheta, operazione Provvidenza contro i Piromalli: i fatti, le facce, i nomi
I particolari dell’operazione Provvidenza coordinata dalla Dda di Reggio Calabria. Colpita una delle cosche calabresi più potenti con ramificazioni a Milano e negli Usa
Associazione di tipo mafioso, traffico di stupefacenti, intestazione fittizia di beni, autoriciclaggio ed altri reati aggravati dalle finalità mafiose. Sono le accuse di cui devono rispondere, a vario titolo, le trentatrè persone fermate nell’ambito del blitz messo a segno all’alba di oggi dai carabinieri del Ros. Nell’ambito dell’operazione, condotta in tre regioni (oltre la Calabria anche la Basilicata e la Lombardia) sono stati sequestrati beni per un valore di circa 40 milioni di euro.
L’egemonia dei Piromalli. Al centro delle indagini, coordinata dalla Procura antimafia di Reggio Calabria, c’è il potente clan dei Piromalli di Gioia Tauro. Gli investigatori del Ros ritengono di aver documentato le dinamiche associative e gli assetti mafiosi della cosca, accertandone l’ormai definitivo e incontrastato dominio sul locale di Gioia Tauro e l’egemonia sull’intero mandamento tirrenico, assicurata anche dai rapporti di interazione con le più qualificate articolazioni ndranghetiste della piana di Gioia Tauro. Sul fronte economico, è stata evidenziata la penetrazione della cosca nel tessuto economico e sociale dell’area gioiese e la sua capacità di esercitare un radicale controllo degli apparati imprenditoriali, con specifico riferimento al settore agro-alimentare. L’attività è riuscita inoltre a delineare il quadro degli interessi illeciti gestiti in ambito nazionale e transnazionale dal sodalizio indagato, verificando la disponibilità di ingenti risorse finanziarie reimpiegate in numerose iniziative imprenditoriali e commerciali nel nord-italia e negli Stati Uniti.
Il fronte calabrese. L’indagine, che ha preso le mosse dagli esiti delle operazioni “Cent’anni di storia”, “Maestro”, “Mediterraneo” e “Mammasantissima”, ha accertato la peculiare strutturazione dell’organizzazione, imperniata su una base operativa nella piana di Gioia tauro e su un’emanazione economico-imprenditoriale attiva a Milano, controllate dal principale esponente della cosca, Antonio Piromalli classe ‘72 (figlio di uno degli esponenti storici, Giuseppe Piromalli, classe ’45), da molti anni residente nel capoluogo lombardo. Sul fronte calabrese, le basi operative dell’organizzazione sono state individuate a Gioia Tauro negli uffici della società edile di Pasquale Guerrisi, uomo di fiducia di Antonio Piromalli, e nel casolare di campagna Girolamo e Teodoro Mazzaferro, cugini di Giuseppe Piromalli cl’45, ove veniva documentata la costante presenza di esponenti apicali della ‘ndrangheta reggina. In particolare, Girolamo Mazzaferro e Pasquale Guerrisi costituivano l’interfaccia calabrese di Antonio Piromalli, per conto del quale, in aderenza alle direttive che provenivano dal capoluogo lombardo, curavano il complesso degli affari illeciti della cosca, garantendone la leadership sull’intero mandamento tirrenico.
Le ramificazioni. I collegamenti con la propaggine milanese erano infatti assicurati da Francesco Cordì e Francesco Sciacca, cognati del Piromalli, anche attraverso un sistema di comunicazioni basato sui cosiddetti pizzini, che il Guerrisi aveva il compito di ricevere e instradare ai destinatari finali.
Girolamo Mazzaferro, esponente storico della cosca, era stato affidato il compito di: dirimere i contrasti sorti tra gli affiliati alla cosca e costituire altresì un punto di riferimento per risolvere controversie o problematiche anche in ambito non prettamente criminale; gestire, unitamente al fratello mazzaferro teodoro, le operazioni immobiliari e di compravendita di terreni, in molti casi estorti con il ricorso all’intimidazione mafiosa o come contropartita per i prestiti erogati a tasso usurario; prendere decisioni per la conduzione delle attività illecite della cosca, con particolare riferimento al traffico di stupefacenti, pianificando altresì agguati o azioni intimidatorie nei confronti delle compagini criminali che andavano ad interferire sul controllo delle banchine e dei piazzali dello scalo portuale.
I contrasti con i Molè. In relazione a tale ultimo aspetto, le indagini hanno dato conto dei rapporti contrastati tra i Piromalli e Domenico Stanganelli, già organico alla cosca Molè, per il controllo di alcuni gruppi specializzati nella gestione e fuoriuscita delle partite di cocaina dal porto di Gioia Tauro. Il dissidio aveva fatto registrare due attentati a colpi di arma da fuoco all’indirizzo di Gaetano Tomaselli e Giuseppe Antonio Trimboli, entrambi contigui alla cosca Piromalli e dipendenti della società Mct di Gioia Tauro, attiva nelle operazioni di transhipment all’interno dello scalo portuale. In tale contesto, si accertava come i vertici dell’organizzazione, tra cui Girolamo Mazzaferro e Francesco Cordi’, avessero costituito un gruppo di fuoco, pianificando l’omicidio di Michele Zito, braccio destro di Stanganelli, individuato quale esecutore materiale dell’azione intimidatoria. l’evento, ad ogni modo, veniva scongiurato grazie ad una serie di servizi predisposti sul territorio dalle forze di polizia e per l’intervenuta carcerazione dello stesso Zito.
I nomi. Queste le persone coinvolte nell’inchiesta: Francesco Sciacca, 49 anni di Gioia Tauro; Alessandro Pronesti, 39 anni di Gioia Tauro; Antonio Piromalli, 45 anni di Milano; Loredana Sciacca,45 anni di Milano; Giovanni Scibilia, 46 anni di Cusano Milanino; Carmela Sciacca, di 48 anni di Cusano Milanino; Rocco Saccà, 63 anni di Milano; Nicola Rucireta, 45 anni di Pisticci (Mt); Paolo Vincenzo D’Elia, 88 anni di Palmi (residente a Filogaso); Michele D’Agostino, 43 anni di Rizziconi; Francesco Trunfio, 36 anni di Gioia Tauro; Giuseppe Barbaro, 35 anni di Gioia Tauro; Domenico Barbaro di 37 anni di Gioia Tauro; Grazia Piromalli di 38 anni di Gioia Tauro; Francesco Cordì, 40 anni di Gioia Tauro; Domenico Stanganelli, 40 anni di Gioia Tauro; Rocco Dato, 41 anni di Gioia Tauro; Teodoro Mazzaferro, 42 anni di Gioia Tauro; Amedeo Fumo, 43 anni di Gioia Tauro; Pasquale Guerrisi, 44 anni di Gioia Tauro; Pietro Gallo, detto “Pierone”, 49 anni di Gioia Tauro; Annunziata Sciacca, 49 anni di Gioia Tauro; Carmelo Bagalà, 25 anni di Gioia Tauro; Vincenzo Bagalà, 53 anni di Gioia Tauro; Maria Martino, 63 anni di Villa San Giovanni; Teodoro Mazzaferro, detto “Teo”, 42 anni di Gioia Tauro; Girolamo Mazzaferro, 82 anni di Gioia Tauro; Giuseppe Gangemi, 66 anni di Gioia Tauro; Giovanni Sergio, 30 anni di Sinopoli; Carmine Alvaro, 49 anni di Sinopoli; Francesco Arcuri 48 anni di Rizziconi.
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