Mafia, operazione “Reset 2”: chiesti 150 anni di condanne per i gestori del pizzo a Bagheria
Quasi un secolo e mezzo di carcere è stato chiesto per 17 imputati, accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsioni, favoreggiamento. Si tratta degli arrestati nel corso dell’operazione “Reset 2”, condotta dai carabinieri a Bagheria nel 2015.
Le pene più pesanti sono state chieste per Pietro Liga e Giacinto Di Salvo per cui il pm Francesca Mazzocco ha chiesto venti anni. Chiesti anche 6 anni per Andrea Fortunato Carbone e Francesco Centineo, 7 per Nicolò Eucaliptus, 6 per Silvestre Girgenti e Umberto Gagliardo, 4 per Salvatore Lauricella, 12 per Francesco Lombardo, 6 per Francesco Mineo, 8 per Gioacchino Mineo, 6 per Onofrio Morreale, 12 per Giuseppe Scaduto, 6 per Giovanni Trapani, Gioacchino Tutino, Paolo Liga e Giovanni Mezzatesta. Nel processo si sono costituiti parte civile i Comuni di Bagheria, Altavilla Milicia, Ficarazzi, Santa Flavia, il centro studi Pio La Torre, Confindustria di Palermo, Addiopizzo, Confcommercio e Confesercenti, assistiti – tra gli altri – da Francesco Cutraro e Ettore Barcellona.
Mafia, gestivano il pizzo a Bagheria: chieste condanne per 17 boss e gregari
„Con l’operazione “Reset 2” gli inquirenti avevano evidenziato la “soffocante pressione estorsiva esercitata dai boss che, dal 2003 al 2013, si sono succeduti ai vertici del clan”. Una cinquantina le estorsioni documentate grazie alla dettagliata ricostruzione fornita da 36 imprenditori locali che hanno trovato il coraggio, dopo decenni di silenzio, di ribellarsi al giogo del “pizzo”.
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