Per distogliere l’attennzione dalla batosta alle regionali, per il processo di Catania Salvini ha giocato la carta del martire perseguitato
Eccoci qui al giorno del martirio. Matteo Salvini si gioca la carta del vittimismo dopo essere uscito con le ossa rotte dalle elezioni regionali e dopo avere dovuto ingoiare i successi nel proprio campo di Luca Zaia in Veneto e l’ascesa di Giorgia Meloni con i suoi candidati in tutta Italia. Ora la carta per giocarsi il solito patriottismo d’accatto è quella di apparire come vittima del sistema giudiziario (lezione perfettamente imparata dal suo padrino Silvio Berlusconi) e tentare di rivendere come grido di libertà una sua scelta che cozza con il diritto nazionale, il diritto internazionale e il diritto marittimo. Il 3 ottobre, come sempre accade quando c’è di mezzo il leader leghista, va in onda una fragorosa narrazione distopica della realtà che ci presenta Salvini come salvatore della Patria e come colpevole di avere compiuto gli atti che gli italiani chiedevano. Il trucco è sempre lo stesso: contrapporre alla legge una presunta volontà popolare (anche su questo Silvio Berlusconi è stato un precursore) prefigurando una magistratura che vorrebbe combattere politicamente una certa parte politica dimenticandosi quali siano le leggi.
Un punto importante, fondamentale: un processo, qualsiasi processo, serve a chiarire i fatti e le cause e le responsabilità di alcuni eventi e qualsiasi politico maturo, soprattutto se di una certa rilevanza nazionale come Salvini, dovrebbe avere la responsabilità di affrontarlo convinto delle proprie ragioni e interessato a illustrare i propri comportamenti. Per questo il vittimismo suona già stonato. Salvini è accusato di avete impedito, quando era ministro dell’Interno nel luglio 2019, lo sbarco per più di tre giorni di 116 persone tratte in salvo nel Mediterraneo centrale dalla nave della Marina militare Gregoretti. Il caso Gregoretti segue a ruota l’accusa che il Tribunale dei ministri (che sono strutture create ad hoc nelle Corti d’appello ogni volta che bisogna processare un ministro per un presunto reato svolto nell’esercizio delle sue funzioni) avanza contro Salvini anche per il blocco in porto della nave Diciotti della Marina militare (quella volta, nell’agosto 2018, le persone salvate erano 144). All’epoca Salvini disse di non…
Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.
Rocco Morabito non è un boss latitante qualsiasi: nella sua vita ha creato (e gestito) la fitta rete di narcotraffico che ha reso la ‘Ndrangheta così potente. Per questo l’estradizione è fondamentale per la credibilità dell’Italia. Continua a leggere
Scoraggio, viltà, disonore, puzzo, feccia. Arruolati anche tu in servizio volontario permanente nelle Mafie. Scegli il reparto che hai sognato per una vita: l’impudicizia di Cosa Nostra, le paranze dei Capa-lesi di Gomorra, la sommersione edilizia-frutticola delle ‘ndrine. Scegli la strada più facile per il successo, riempiti le tasche di euri contanti saluti alla dignità umana, regala alla tua famiglia l’onore di sparire nella melma. In promozione solo fino al 31 dicembre avrai diritto arruolandoti ad una confezione omaggio di appalti pubblici. Servizio volontario nelle Mafie: la soddisfazione di vedere tuo figlio scartare sotto l’albero i regali sporchi di lacrime dei figli degli altri.
[autorizzazione ministeriale richiesta, papello decretativo della collusione governativa]
C’è un esercito che ti aspetta giù a Mafiopoli. Una grande famiglia con grandi problemi di reclutamento. Settimana di carenza del personale giù a Mafiopoli. Mentre di notte i boss mafiopolitani attaccavano le palle di natale (impegnati com’erano a capire qual’era il diritto e il rovescio della palla) gli sbirri con slitte e pantere li hanno caricati nell’operazione “Perseo” dentro i sacchi di iuta pronti per essere assunti dietro le sbarre come aiutanti ad incartare giocattoli. E l’esercito delle mafie si sveglia con quel leggero bruciore di dietro come dopo una cena troppo piccante.
– Ciao mi chiamo Totò Nessuno e anch’io sono entrato arruolato nell’esercito mafiopolitano. La mia vita è cambiata. Ora sono l’idolo dei bambini e non gioco più solo in porta come gli altri bambini ciccioni. La mattina scendo a rubare le merendine ai negozi del quartiere, così un giorno i miei figli potranno anche loro aprirsi un negozio ed essere sfracellati da un altro papà codardo come me. Pranzo pesce, pesce buono, pesce in quantità, usato come fermacarte dal capo del mio mandamento perchè mi vuole bene. Mi vuole bene e mi paga il pesce, finchè servo, qui tutti mi vogliono bene. Qui tutti i servi si vogliono bene. Siamo servi con la schiena dritta come spina di pesce e con le palle da pesce palla. Poi telefono ai miei figli, che escono da scuola, e che sono piccoli e ci credono alla befana e ci credono al mio onore, e allora sono un papà felice che si è fatto da solo e non ha figli sparati, finchè servo. Al pomeriggio scambio un paio di appalti con un assessore schiena dritta, che mi assume la moglie con i soldi del mandamento. Finché serve lui al mandamento, e intanto paga mia moglie. La paga per un favore, come le amiche degli amici, come le puttane. Siamo proprio una bella famiglia, con un papà servo e una mamma puttana a fare le statuine del presepe per il boss del nostro mandamento. Poi alla sera torno a casa per una cena veloce prima di uscire a sparare ai papà degli altri con la faccia da John Wayne. Come sarebbero fieri i miei amici. E torno tardi. Così tutti dormono e nessuno sente che m’infilo nel letto che puzzo di merda e sangue. Arruolatevi anche voi nell’esercito d’onoro delle mafie di mafiopoli.
E allora combiniamoci, con la santa punciuta che NESSUNO SI DEVE PERMETTERE DI PRENDERE IN GIRO. Con la santa punciuta con l’arbre magique alla ricotta. Come ce l’hanno insegnata i Lo Piccolo della stirpe dei Lo Pippolo, che per non dimenticarsela e per non consumare l’unico neurone che da latitanti si rimbalzavano in due se l’erano proprio scritta, più o meno così:
“Giuro giurissimo di averci fatto un giuramento di fede assoluta incommensurabile e che io possa bruciare come la santina impressografata qui scoppiettante nel falò delle mie mani, commendator Padrino!
Giuro di punire i prepotenti per giustiziare i deboli e di rubare ai ricchi per appoverare i poveri e… magari, se ci capita, anche arricchire un paio di ricchi …
Giuro niente sesso siamo picciotti … infatti giuro che non desidererò mai la donna degli altri, ma che sarò solo fedele alla mia splendida e bellissima moglie, santissima donna … che io non sono sposato.
(Scusi dottor Padrino. E’ possibile che uno se non è sposato, non dico che guardi le donne degli altri, quello mai! Ma che insomma … un paio di volte al mese, uno scufrugliamento con una mignottazza… no? Niente? Neanche un boccaciccio sportivo? No? Vabbeh)
Giuro che rispetterò il padre e la madre, non mi fermerò fino alle quattro del mattino in osteria ma andrò a dormire presto almeno otto ore per notte altrimenti il giorno dopo taglieggio il cricket piuttosto che il racket.
Giuro davanti a questa santina che speriamo bruci in fretta … giuro che non cederò alle tentazioni del dimonio ma che vivrò sempre negli insegnamenti di Nostro Signore, anche se non c’avevo tempo di leggermi proprio tutto tutto ma alla fine ingegner padrino è il pensiero che conta.
E allora io giuro e spergiuro che come questo ramo di arancio mi ha puncicato il dito, allo stesso modo io… io… non mi ricordo più cosa volevo dire … e non so, c’è altro? Allo stesso modo io brucio se mi pentisco, peggio ancora se mi costituisco, e soprattutto se riferisco.
Giuro che è meglio un figlio puttaniere che poliziotto.
Giuro che rispetterò la legge anche se con gli errata corrige della zona, gli omissis della famiglia e i comandamenti dei mandamenti.
Giuro che non mi arricchirò con artifizi se non quel paio che lei sa di cementizi.
Giuro che non sono mai stato qui, non ho mai parlato, non vi ho mai veduto, che se anche fosse mi sono scordato, e anche se fosse ancora sono nella testa gravemente malato e che se insistono sono perseguitato, dal magistrato.
Giuro che non lo sapevo che avrei dovuto saperlo.
Giuro che era un amico, di un amico, che conoscevo di vista, per via di una parentela lontana.
E soprattutto giuro che sono un nullatenente, e che comunque me li sono sudati, e soprattutto che sono un perseguitato.
Finito, le formule di cortesia …
Ringraziandovi colgo l’occasione per porgere i miei migliori ossequi? No? Allora?
Timbro data e firma con lo svolazzo?
No? Allora cosa? Si sa che verba volano e scritta mano …
Cosa?
Ah, devo baciare tutti sulla bocca?
Vabeh… ma tutti tutti?
Non è che qui la cosa che non si va a donne, non si guardano le donne… voglio dire, non è che ho niente in contrario, sono un picciotto moderno. Però solo un bacio e poi amici come prima, vero signor Padrino? No, perché non è che io abbia niente in contrario contro i ricchioni, ma questi picciotti qui non è che sono i miei tipi … a me piace il capello biondo, un po’ nordico …
Ah no … no, mi scusi, no intendevo … avevo frainteso.
Allora bacio. Va bene, bacio. ”
Fortuna che si viene combinati una volta sola, nella vita, nell’esercito di mafiopoli. Alla bersagliera.