Vai al contenuto

passato

I “fasci del lavoro” entrano in consiglio comunale. Eletti. Al 10 per cento.

Mentre si cercano fascismi un po’ dappertutto alla fine i fascisti quelli veri, che giocano vigliacchi e miseri sulle reminiscenze di un vomitevole passato e sulla scarsa memoria di un presente confuso, nel consiglio comunale di Sermide-Folonica (neo comune nato dalla fusione di quelli che erano due) entra la candidata sindaca della lista “Fasci del lavoro”, un partito ispirato alla Repubblica di Salò (con tanto di fasci in bella mostra nel simbolo).

Non stupisce che esitano furbi nostalgici sparsi per l’Italia che se ne fottono di una legge che vieta il fascismo in tutte le sue forme quanto piuttosto la distrazione di uno Stato che (vedrete) ora fingerà di indignarsi senza spiegarci come abbia potuto permettersi questa gravissima “distrazione”.

“Un risultato straordinario – dice Claudio Negrini, fondatore del lurido movimento e che ci tiene a rispondere alle polemiche suscitate dal simbolo della sua lista – : Quello non è il fascio littorio ma il fascio della Repubblica sociale; sono 15 anni che presento lo stesso simbolo in tutt’Italia e nessuno ha mai avuto nulla da ridire. Vorrà dire che la prossima volta lo cambierò”.

 

(continua su Left)

E non l’oggi

Abbiamo tutti bisogno di inventare un tempo nuovo. Ma siamo capaci soltanto di attraversarlo non chiedendogli niente. Abbiamo bisogno di essere tutti più felici ma chiediamo la felicità con parole che non sono mai diverse da quelle che conosciamo. Abbiamo bisogno di tollerare il dolore, ma non siamo neppure capaci di sopportare noi stessi. Abbiamo trasformato la nostra memoria, la storia, il passato, in un simulacro gelido e immobile. Abbiamo inventato il prima e il dopo, e non il mentre, il passato e il futuro e non l’oggi.

(Roberto Cotroneo, Mettetevi buone scarpe e cominciate a camminare. E buona giornata a tutti)