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pierluigi bersani

L’ingenua prova contraria

bersani-crimi-lombardi-620x350Scriveva anni fa Stefano Rodotà (che forse Bersani avrebbe anche potuto ogni tanto consultare) che l’uomo di di vetro è una metafora totalitaria. Lo riscrivo: l’uomo di vetro – l’idea stessa che il cittadino che non ha nulla da nascondere debba poter essere interamente esplorato – è una metafora totalitaria. Vale per l’ultimo di noi ma vale, almeno in parte, anche per i nostri rappresentati in Parlamento. E non è un caso che Beppe Grillo inneggi ad una sua personalissima idea di trasparenza a corrente alternata, dove l’unanimità dei parlamentari grillini è ottenuta in segreto e diventa comunicazione fiduciaria (perché come ha sostenuto la povera Lombardi oggi senza nemmeno accorgersi delle enormità che le uscivano di bocca loro sonocredibili) mentre il punto di vista di chiunque altro (tutti gli altri sono invece per definizione gli “incredibili”) resta il risultato di un commercio sottobanco fino a prova contraria. E la prova contraria, l’ingenua prova contraria nella mente dei semplici è la presenza della telecamera.

(Massimo Mantellini via manteblog)

Le chiacchere stanno a zero

bersani-grillo-120521210519_bigOggi Patrick Fogli riflette e rilancia:

Le chiacchiere, come dicevo qualche giorno fa, stanno a zero anche e soprattutto per lui.
Se quello che conta sono le proposte (lo dice ogni due per tre) allora ci sono già negli otto punti, ne il PD nè il M5S hanno bisogno di Berlusconi. I voti ci sono.
Di più, sia il PD che il M5S hanno l’occasione di chiudere politicamente la stagione di SB in Italia. Basta una legge sul conflitto di interessi, per esempio. O sull’incandidabilità dei condannati in primo grado. Non una legge contra personam, ma una legge ad iustitiam.

E ancora di più: un Parlamento come questo ha la possibilità di votare secondo ragione quando – e capiterà – qualche Procura chiederà di agire nei confronti di Berlusconi & C. Archiviare definitivamente una stagione. Di fatto, anche se in maniera confusa, il voto lo chiede, lo urla.
Si può ascoltare la richiesta (qualcuno = tutti) o tapparsi le orecchie (qualcuno / tutti)

E’ troppo facile votare le proposte che ti piacciono e contemporaneamente poter urlare all’inciucio PD/PDL fino alla prossima campagna elettorale.
Tra l’altro, se ai montiani l’idea Bersani piacesse, a Grillo basterebbe uscire dall’aula al Senato. Cambiare le cose vuol dire anche prendersi la responsabilità di farlo.
Altrimenti (per usare il suo stesso linguaggio) è solo una paraculata e vale la pena dare credito all’idea di Emiliano. Il governo lo fa Grillo e gli altri decidono se votarlo.

Almeno

EMICICLIEvitiamo di mandare in televisione facce al soldo di fallimentari gerarchie che ci dicono che comunque è andata bene. Il progetto politico di questo centrosinistra non ha funzionato e non ha convinto. Almeno la lucidità, eh.

Oggi aspettiamo di leggere i risultati della Lombardia. E ci aggiorniamo qui.

 

Focalizzare la campagna elettorale (e l’avversario giusto)

campagna-elettorale-2013La campagna elettorale è partita con un profilo basso e con un confronto sostanzialmente limitato al problema degli schieramenti e delle alleanze. I veri temi politici sono limitati, finora, ad uno solo: le tasse, soprattutto l’IMU.
Confrontarsi con un populismo cinico e bugiardo è obiettivamente difficile per tutti. L’eterno ritorno di Berlusconi mina ogni residua possibilità di parlare di politica in modo più civile. Nel centrosinistra però sarebbe bene ricordare che gli avversari, almeno fino al voto, sono tutti gli estranei alla coalizione progressista ma il nemico (della democrazia e della costituzione) è purtroppo ancora lui e non il riformismo moderato che, del resto, era corteggiato quando era impersonato da figure non più affidabili di Monti, Oliviero, Riccardi.
Bersani è sincero quando dice di pensare prima al bene dell’Italia, poi del centrosinistra, poi del PD, e dunque di tutto ciò tenga conto. Non dia l’impressione, quasi per un inconsapevole riflesso di casta, di considerare non Berlusconi ma Monti estraneo alla dialettica democratica. E non usi verso Monti toni duri e sprezzanti che non userebbe verso Casini o Fini.
Consideri invece i danni che un’altra becera campagna elettorale di Berlusconi può causare a questo già disgraziatissimo paese. E a questo pericolo reagisca.
Perché in nessun paese civile al mondo sarebbe potuto accadere che un personaggio simile dopo i fallimenti politici, il disastro economico, la caduta di ogni illusione e promessa, il discredito personale e politico che lo circonda all’estero, i processi in corso e la condanna in primo grado, la conclamata abitudine all’imbroglio e alla simulazione, potesse ancora presentarsi alle elezioni politiche e oltretutto sperare, e con qualche fondamento, di ribaltare o comunque condizionare l’esito del voto con due mesi di recitazione della solita, logora commedia.
Bersani e tutto il centrosinistra devono domandarsi: come è possibile che questo accada? Come siamo arrivati a questo punto? Cosa è accaduto a questo paese?
Questo è tema politico per eccellenza, perché la politica non è solo amministrazione della cosa pubblica ma anzitutto guida dei processi sociali e della cultura civica del paese.

Ha ragione Sergio Materia: il tema è questo. E sarebbe ora di muoversi.

Il centrosinistra secondo Ken Loach

“In Gran Bretagna si prepara a vincere, ma non credo che il centrosinistra esista: se si è a favore del mercato e della deregulation si è di destra, se si crede nell’economia pianificata e nella proprietà comune si è di sinistra, chi rimane al centro della strada di solito viene investito. Non so in Italia, ma da noi il centrosinistra si dice d’accordo a mantenere le misure di austerità e a proseguire le privatizzazioni, solo più lentamente. Ma se dovete essere comunque strangolati, il tempo non fa la differenza”. (Ken Loach)

#primarieparlamentari una bella onda

L’avevamo scritto qualche giorno fa qui. E il discorso vale per SEL e oggi ancora di più per tutto il centrosinistra che si è delineato (guarda un po’) proprio grazie alle primarie. Con questa legge elettorale affrontare una campagna elettorale senza avere scardinato il porcellum con gli strumenti che un partito può praticare sarebbe stupido, egoista e suicida. Ne scrive Pippo da tempo ormai, e oggi mi arriva un appello da sottoscrivere in pieno:

Ricostruire il Paese. Facciamo la nostra parte.

A Pierluigi Bersani, Nichi Vendola, Riccardo Nencini;

Alle assemblee nazionali di Partito DemocraticoSinistra Ecologia e Libertà Partito Socialista Italiano;

Le primarie dei Progressisti appena terminate hanno regalato una bellissima pagina di partecipazione e di festa ad un Paese, il nostro, offeso e ferito da troppi anni di pessima politica che hanno allontanato i cittadini dall’idea di bene comune e ci restituiscono l’immagine di un’Italia che ha scommesso sul proprio futuro affidando al centrosinistra una grande responsabilità: il cambiamento.

Se la crisi economica del Paese e la crisi morale che ha attraversato la politica dipingevano un’Italia rassegnata, impaurita, arrabbiata o disinteressata, il 25 novembre e il 2 dicembre 2012 oltre tre milioni di elettrici ed elettori hanno voluto dare un segnale forte, chiedendo più coraggio, più partecipazione, più volontà di voltare pagina. Insieme, per restituire all’Italia la speranza.

Se, come è prevedibile, le prossime elezioni politiche saranno regolamentate dal Porcellum, una legge infame che ha tolto ai cittadini il potere di scelta, è però nelle nostre possibilità di donne e uomini di centrosinistra fare in modo che al popolo delle primarie, alle nostre elettrici e ai nostri elettori, siano date le chiavi per esprimersi sui rappresentanti in Parlamento che in primavera saranno chiamati a governare l’Italia nei prossimi cinque anni.

Diceva Gandhi: “Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”.

Ecco perché noi, donne e uomini del centrosinistra, chiediamo ai partiti che hanno partecipato alle primarie Italia Bene Comune, PD SEL e PSI, di attivare tutti gli strumenti, dalle primarie alle assemblee popolari, per la discussione e la scelta dei candidati nelle nostre liste. Per restituire a chi ha partecipato alle primarie la fiducia che è stata riposta in noi.

C’è chi il cambiamento lo invoca a gran voce. Noi vogliamo esserlo, davvero.

Due pensieri sulle primarie

da cadoinpiedi.it

Il segnale positivo di queste è la partecipazione. Diciamo la verità, le primarie funzionano quando vince la partecipazione, questo al di là del vincitore che uscirà poi dal secondo turno.
Io credo che forse i cittadini si sono accorti che c’è la responsabilità di farsi sentire, cioè al di là dell’eventuale vittoria di Bersani o Renzi, quello che emerge è che comunque i temi della Puppato siano entrati nel dibattito politico, i temi di Vendola sono temi che ancora sono considerati importanti. Poi ovviamente, in base alla vittoria, ognuno li declinerà a suo modo. Però penso che da questo punto di vista il meccanismo della polemica, quella buona, costruttiva, si è innescato.

Partecipazione alta, nonostante questa disaffezione dei cittadini verso la politica.

Beh, questa storia della disaffezione alla politica a me sembra una bufala spaventosa. Io considero anche il Movimento 5 Stelle un luogo di attivismo politico, quindi su questo sono in disaccordo anche con molti miei compagni di coalizione.
La gente, secondo me, ha invece voglia di partecipare, però ha voglia di frequentare canali che siano di vera partecipazione. Le primarie lo sono, se poi invece non lo sono i tesseramenti ai partiti allora è questo il tema che dobbiamo proporci. Quando la gente sa di avere un peso reale nella scelta dei temi e delle persone mi sembra che partecipi.

Ballottaggio fra Bersani e Renzi. Giulio Cavalli cosa farà?

Guarda, io in realtà ho alcuni temi che sono difficilmente conciliabili con i modi di Renzi e quindi penso che Bersani sia la persona più rappresentativa, teniamo conto che però oggi al secondo turno sono anche molto curioso di sapere quanto adotteranno del dibattito che è stato aperto dagli altri candidati sia Bersani che Renzi. Alla eventuale vittoria di Renzi marcherebbe una distanza difficilmente conciliabile tra chi, come me, viene da una sinistra di centro e chi invece ha delle modalità di centro, centro, centro, centro… sinistra.

Dato il tuo impegno civile contro le mafie, la domanda è d’obbligo: non ti pare che abbiano un po’ tutti dimenticato la lotta alla mafia?

In realtà io ho seguito ovviamente il lavoro di Sinistra, Ecologia e Libertà e su questo abbiamo costruito e mi ci sono messo anche io, un programma. E’ vero che è rimasto sempre troppo nell’ombra del dibattito delle primarie, e questo mi sembra che sia innegabile. C’è una fortuna e anche una sfortuna, sul tema antimafia. Devi per forza avere una preparazione e quindi a differenza di molti altri temi in cui si fa filosofia o poesia o semplicemente brigantaggio elettorale, in questo caso bisogna saperne qualcosa. E quindi speriamo che questo accenda più che una meritocrazia sul tema mafie e legalità, una meritofilia, cioè che iniziamo ad addentrarci nel merito del problema senza rimanere fermi alle parole che ci girano intorno.

Candidatura minatoria

Non so voi ma il logo della campagna di Bersani per le primarie tutto così a lettere ritagliate e incollate mi inquieta: non si capisce se sia una candidatura minatoria o una candidatura anonima. Una cosa del genere, per dire. Ovviamente si scherza, eh.

Per darsi una regolata

Lo scrive bene Pippo:

Solo che c’è un problema: perché la regolata se la doveva dare il Pd stesso medesimo a luglio in assemblea nazionale, quando chiedemmo data e regole delle primarie. E Rosy Bindi, che ora figura tra i possibili candidati, quell’ordine del giorno non lo fece votare. Fu trasformato senza il placet dei proponenti in un testo vago, sfumato, inutile.

Ed eccoci qui, a chiederci, due mesi dopo, di darci una regolata. Geniale.

Com’è geniale vociferare di primarie a doppio turno, pensando che poi tutti debbano limitarsi a due candidature.

Com’è geniale non sapere ancora di quale coalizione si tratta, perché se non c’è Vendola non c’è più nemmeno la coalizione.

E in fondo per quanto riguarda noi non si può non tenere in considerazione quello che scrive oggi Aldo Giannuli quando scrive:

Peraltro, è sin troppo ovvio che, in mancanza di una coalizione, le primarie diventano solo una sorta di congresso surrettizio con il quale Renzi cerca di scalzare Bersani. A quel punto, se congresso deve essere, tutti si misurano i muscoli per pesare nelle trattative (Civati, Boeri, Spini, Bindi, l’Anima Bella, i veltroniani, Tabacci, e, -perché no?- il mago Othelma, Cicciolina ec ecc), anche perché il sistema a doppio turno incoraggia esattamente questi comportamenti al primo. A parte il fatto che questo dà una immagine da circo equestre al Pd che, ormai, è una fricassea di partito, che ci fa l’esponente di un altro partito in questo “festival del narciso”?

Forse davvero dovremmo darci una regolata tutti: decidere se nella coalizione ci sta IDV e, se si dialoga, con chi, cosa rispondere a Foroni e gli altri 29 firmatari contro Vendola sulla questione dell’articolo 18 e che chi sostiene Monti in questo momento ci dica quale legge elettorale dovremmo aspettarci. Altrimenti sembra davvero di giocare una partita senza avere deciso quali siano le regole.

La sindrome primaria per le primarie

L’appariscenza perfetta: Michele: No veramente non… non mi va. Ho anche un mezzo appuntamento al bar con gli altri. Senti, ma che tipo di festa è? Non è che alle dieci state tutti a ballare i girotondi ed io sto buttato in un angolo… no. Ah no, se si balla non vengo. No, allora non vengo. Che dici vengo? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Vengo. Vengo e mi metto, così, vicino a una finestra, di profilo, in controluce. Voi mi fate “Michele vieni di là con noi, dai” ed io “andate, andate, vi raggiungo dopo”. Vengo, ci vediamo là. No, non mi va, non vengo. (Ecce bombo, 1978, di Nanni Moretti)