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ponzoni

Tutti a casa (e due!)

L’avevamo già detto come gruppo SEL in occasione dell’arresto di Nicoli Cristiani: il PD chiedeva a Formigoni di riferire e io scrivevo di non dare più fiducia al celeste e andarsene tutti a casa. Poi l’abbiamo ripetuto per la vicenda Ponzoni.  Non si è visto giubilo per la nostra richiesta, anche nel centrosinistra. Ieri Pippo Civati finalmente comincia ad essere della mia stessa idea. Ottimo. Adesso magari sarebbe bello che arrivi anche il PD. O magari che arrivi Pippo, che sarebbe più facile e veloce.

Libertà e Giustizia chiede le dimissioni di Formigoni

E forse sarebbe il caso di firmare qui. Noi siamo sulle stesse posizioni.

Già nello scorso dicembre LeG aveva chiesto le dimissioni di Formigoni, della Giunta, del Consiglio a fronte dei gravissimi fatti commessi da esponenti di rilievo.

A partire da Filippo Penati che ancora siede nei banchi del consiglio regionale all’ex vice presidente Nicoli Cristiani sorpreso con la mazzetta in casa per una vicenda legata a cave di amianto e a pezzi di autostrada costruiti con rifiuti proibiti. Per arrivare a Nicole Minetti indagata per induzione alla prostituzione, senza dimenticare le pericolose commistioni nel crack del San Raffaele.

L’ultimo caso dell’ex assessore, membro dell’ufficio di presidenza Massimo Ponzoni, arrestato per bancarotta, corruzione, concussione e finanziamento illecito è la goccia che fa traboccare il vaso. Sullo sfondo legami con la criminalità organizzata, la ‘ndrangheta del nord.

LeG chiede nuovamente, con forza, che si torni alle elezioni, per ridare la parola ai cittadini. Formigoni non può continuare a trincerarsi dietro il “Io non sapevo” gridando al complotto politico. Lui è il responsabile della regione Lombardia e di tutta la ciurma. Si assuma le sue responsabilità invece di cercare una penosa via d’uscita sulla scialuppa di salvataggio.
Twitter #formigonidimettiti

Ti chiediamo di firmare il nostro appello

10 domande a Formigoni per il prossimo Consiglio

RIFIUTOPOLI: DIECI DOMANDE, FORMIGONI RISPONDA. E POI SI DIMETTA

“Caro Presidente Formigoni,

appreso che lunedì sarà presente in Aula per riferire sulle circostanze che hanno portato all’arresto del vicepresidente del Consiglio Nicoli Cristiani e considerato che di norma i suoi interventi su qualsiasi tema si riducono a relazioni conclusive senza alcuna possibilità di confronto, abbiamo preparato in anticipo dieci domande per facilitarle il compito di chiarire ogni aspetto politico della vicenda. Le lasciamo tutto il tempo per ponderarle. Aspettandoci, naturalmente, risposte esaustive. 

  1. Lei ha dichiarato a più riprese che la sua Giunta e la sua persona siano del tutto estranee alla questione. Oltre all’arresto di un dirigente di un’agenzia del sistema regionale, oltre all’arresto del vicepresidente Pdl del Consiglio che è stato due volte assessore in sue Giunte e che si dichiara tuttora in stretto contatto con lei, oltre a un iter procedurale come la Via che è di stretta competenza della Giunta, può spiegarci cosa serve ancora affinché vi sentiate chiamati in causa?
  1. Lei ha sostenuto che l’iter della Via alla discarica per amianto di Cappella Cantone sia stato impeccabile. Ma da garantista qual è, non dovrebbe spingersi a ipotizzare una regolarità che allo stato attuale è tutta da dimostrare. Dobbiamo altrimenti credere che l’eventuale tangente sulla quale ruota l’impianto accusatorio sia stata pagata per un’autorizzazione che sarebbe arrivata con gli stessi tempi anche gratis?
  1. Sempre in nome del suo garantismo, non ritiene opportuno annullare immediatamente l’iter autorizzativo a Cavenord per il nuovo impianto in attesa dello sviluppo delle indagini e del giudizio?
  1. Lei ha affermato di “aver detto sì” a Nicoli Cristiani per l’incontro tra il sottosegretario Paolo Alli e “un imprenditore che voleva partecipare ad Expo”. Indipendentemente dal fatto che tale imprenditore sia identificabile nell’arrestato Pierluca Locatelli, perché ha avallato questo incontro? Dobbiamo dedurre che per la partecipazione a Expo esista una via differente dall’appalto pubblico, che passa da incontri tra le imprese e la Giunta al fine di ottenere un placet politico?
  1. Noi lo pensiamo doveroso: lei non ritiene opportuno che Arpa e Regione Lombardia si costituiscano parte civile nel processo?
  1. Passiamo al “presunto confluire sulla Brebemi di materiale difforme”. Lei ha dichiarato che “la Regione non ha responsabilità precise” sui cantieri dell’infrastruttura. Ci sta forse dicendo che, allo stesso modo, non ci saranno responsabilità sue e della Giunta regionale sui canteri di Expo, pronti a diventare boccone succulento per la criminalità organizzata?
  1. Regione Lombardia sta discutendo in Commissione di rifiuti speciali, amianto e cave. Con quale credibilità ci si appresta a legiferare su questi temi?
  1. L’arresto di Nicoli Cristiani arriva a pochissimi giorni da un’altra inquietante vicenda che ha lambito Regione Lombardia con il fermo di Pierangelo Daccò, intermediario tra l’ospedale San Raffaele e il Pirellone. Nonché suo personale amico di lunga data. Come pensa di arginare il millantato credito presso di lei di personaggi di dubbia moralità che le sono vicini?
  1. Alla luce di quanto sta accadendo, ha cambiato idea rispetto alla sua dichiarata contrarietà sulla commissione di inchiesta per il San Raffaele, il cui iter è stato avviato dalle forze di opposizione in Consiglio?
  1. In conclusione, un elenco e la domanda delle domande. Chiriaco, Pezzano, Pilello, figure di nomina regionale. Ciocca, Giammario, Minetti, Puricelli, Rinaldin, consiglieri regionali. Ponzoni, segretario dell’Ufficio di Presidenza. Belotti, Rizzi, assessori regionali. Daccò, oltre che suo amico, suocero dell’assessore Buscemi. E infine, Nicoli Cristiani, ex assessore regionale e vicepresidente del Consiglio. Sono i nomi di tutti gli indagati o in qualche modo coinvolti nei molteplici filoni di inchiesta in corso, che spaziano dai rapporti con la ‘ndrangheta alla corruzione e alla malasanità, dai festini a luci rosse al dossieraggio. Senza  aprire i capitoli delle passate legislature, da Bombarda a Prosperini, da Pagnoncelli alla moglie di Abelli. Dal punto di vista giudiziario vale, laddove gli iter siano ancora in corso, la presunzione di innocenza. Ma dal punto di vista della politica, è evidente a tutti come lei e la sua maggioranza abbiate un problema enorme. Non crede, a questo punto, che sarebbe meglio restituire la parola agli elettori e dedicarsi con tutta calma alle primarie del suo partito?

Restiamo in attesa di risposte convincenti. E soprattutto delle sue dimissioni”.  

Milano, 2 dicembre 2011