La repentina crisi del Governo Monti ha già messo a repentaglio la stabilità finanziaria e la credibilità internazionale che l’Italia aveva faticosamente ricostruito negli ultimi mesi. Ma il rapido ricorso alle elezioni, senza che sia stato rimosso il vulnus delle liste dei nominati, rischia di produrre un ulteriore disastro: di mortificare ancora la legittimità del Parlamento e con esso di chi sarà chiamato a governare nella prossima legislatura. Non possiamo permetterlo!
1. Qualora la data delle elezioni sia fissata per il 17/18 febbraio, chiediamo al Presidente della Consiglio e al Ministro dell’Interno di stabilire con decreto che la presentazione delle liste possa avvenire, anziché fino al 34°, fino al 31° giorno antecedente alla data delle elezioni, anche al fine di rendere più agevole lo svolgimento di elezioni primarie per la scelta dei candidati.
2. Chiediamo al segretario Bersani e alla Direzione Nazionale del PD di convocare in ogni caso primarie per i parlamentari, aperte a tutti i nostri elettori, per il 13 gennaio o, qualora non sia emanato il decreto di cui sopra, per il 12 gennaio, e di adottare il regolamento già presentato alla Assemblea Nazionale all’inizio di quest’anno, qui di seguito riproposto con pochi adattamenti che lo rendono immediatamente applicabile.
3. Auspichiamo che Nichi Vendola e i leader delle altre forze politiche della coalizione “Italia Bene Comune” che intendano presentare proprie liste decidano di convocare, per la stessa data, elezioni primarie per la scelta dei loro candidati, in modo che tutti gli elettori di centrosinistra, ciascuno per le liste del proprio partito, possano partecipare in un’unica giornata e negli stessi luoghi a questa necessaria e fondamentale prova di democrazia, che completa il percorso avviato insieme con le primarie per il candidato comune a Presidente del Consiglio.
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Regolamento per le primarie dei candidati PD al Parlamento
1. fatta eccezione per la candidatura del Segretario Nazionale, i candidati al Parlamento del PD per la XVII legislatura vengono selezionati per mezzo di elezioni primarie convocate per il giorno 13 gennaio 2013;
2. a tal fine, ogni provincia costituisce un collegio; su proposta della Direzione provinciale e delibera della Direzione regionale, nelle province con più di 1.000.000 abitanti possono essere costituiti collegi sub-provinciali eventualmente corrispondenti ad unioni territoriali del PD, quelle con popolazione inferiore a 500.000 abitanti possono essere aggregate a collegi territorialmente contigui;
3. al fine di assicurare un leale e corretto rapporto dei candidati con il partito, la presentazione delle candidature è accompagnata dalla sottoscrizione di almeno il 5% dei componenti della Direzione provinciale ovvero di almeno il 3% degli iscritti al partito nel medesimo ambito territoriale;
4. i candidati si impegnano a rispettare lo Statuto, il Codice etico, il Regolamento per le primarie ed a presentare un rendiconto dettagliato dei contributi e delle spese sostenute per la propaganda elettorale delle primarie, i quali non potranno comunque superare il limite di 20.000 euro; è fatto in ogni caso divieto ai dirigenti e ai quadri del PD di utilizzare risorse finanziarie e organizzative, mezzi di comunicazione interna o personale dipendente del partito per promuovere specifiche candidature; il mancato rispetto di tali norme comporta l’esclusione dalla candidatura al Parlamento nelle liste del Partito Democratico;
5. le candidature sono presentate in maniera indistinta per la Camera e per il Senato;
6. possono votare tutti i cittadini che il giorno delle primarie si recano al seggio del territorio in cui risiedono, esibiscono il loro certificato elettorale ed un valido documento di identificazione, sottoscrivono un documento in cui dichiarano di essere “Elettori del Partito Democratico”, autorizzano l’inclusione dei loro dati anagrafici nel relativo “Albo degli elettori”, versano la somma minima di un euro come contributo alle spese delle primarie e della campagna elettorale del PD;
7. ciascun elettore può esprimere fino ad un massimo di due voti, purché siano espressi per candidati di genere diverso;
8. per stabilire l’ordine in cui, nell’ambito di ciascuna regione, i candidati alle primarie hanno diritto ad essere inseriti in lista, si suddivide innanzitutto il totale dei voti validamente espressi in ciascun collegio a favore del PD in occasione delle elezioni per la Camera dei Deputati del 2008 per 1, 3, 5, 7 e così via ottenendo una serie di quozienti di entità decrescente; la prima candidatura viene assegnata al collegio che dispone del primo quoziente più alto e, nell’ambito del collegio, al candidato alle primarie che ha ricevuto il maggior numero di voti; le successive candidature sono assegnate al collegio con il quoziente non ancora utilizzato più alto e, all’interno del collegio, al candidato alle primarie non ancora selezionato che ha ottenuto il maggior numero di voti;
9. i candidati esercitano l’opzione per la Camera o per il Senato nell’ordine in cui sono stati selezionati e vengono quindi collocati nella lista prescelta immediatamente dopo il candidato che aveva esercitato prima di loro l’opzione per la medesima lista.
Pippo Civati – Salvatore Vassallo
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