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primarie

Ma dove sono i “saggi” milanesi?

205811948--297347a5-785a-433d-903b-36afac92a31bFatemi capire: dove sono tutti i saggi e grandi esperti di politica milanese che si sentivano offesi quando si faceva notare come il “modello Pisapia” non esiste senza Pisapia? Ma davvero credono, a sinistra o giù di lì, che non si noti, da fuori e da lontano, la loro unica preoccupazione di “non sembrare quelli che rompono” e quindi preferiscono sembrare gli utili idioti del PD?

Tutto va ben.

Cambia le regole per non scegliere. Il mio buongiorno su Left.

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La nuova brillante idea del partito renzicratico è quella di decidere di aspettare a decidere. Quando ciò che accade non si incastra perfettamente con le volontà di Matteo Renzi si agisce per usura; e così Bassolino a Napoli e il centrosinistra milanese ieri sera hanno avuto l’onore di sapere che il Partito Democratico, per nome del suo Segretario e i soliti noti intorno a lui, ha scelto di posticipare qualsiasi decisione sulle primarie a Napoli e Milano a digestione avvenuta, dopo la sbornia natalizia e capodannifera.

(continua qui, come ogni mattina, sul mio “buongiorno” per Left)

A che punto sono le primarie a Milano

Sempre meglio. O peggio, si potrebbe dire. Ne scrive Marina Terragni:

milano_ventoLo stato di salute della coalizione è pessimo.

I civici di sinistra divisi e delusi: la promessa di partecipazione è stata tradita.

Prc si è già chiamata fuori.

Sel continua a cambiare idea sull’eventuale candidatura di Giuseppe Sala, commissario di Expo: dal “parliamone” al “no” nel giro di una settimana.

Pippo Civati, fondatore di Possibile, ha parlato senza mezzi termini di fine del modello Milano. E il sindaco Pisapia lo ha ricambiato con un sostanziale “tu non esisti”.

E’ il Pd a tenere saldamente il mazzo, dettando modi e tempi, lo sguardo puntato sul business miliardario palazzinaro del dopo Expo, vero punto programmatico: il nuovo sindaco di Milano non potrà non dirsi renziano.

Non che a Milano manchino possibili ottimi candidati civici, come Ferruccio De Bortoli, molto inviso a Renzi –che l’ha già bocciato come presidente Rai- per le sue ferme prese di posizione. Perfino piddini renziani come Stefano Boeri sostengono che “non ci sono le condizioni” per candidarsi.

(Il resto è qui)

Se si rompe il giochino delle primarie a Milano

Quando ne avevo scritto su Left qualcuno dei presunti dirigenti lombardi aveva anche bofonchiato. Evidentemente ci sarebbe da fare qualche telefonata in più nell’asse Milano-Roma poiché la voce che circola proprio oggi tra i corridoi del Parlamento è ancora più netta della previsione fatta: il giochino delle primarie a Milano si è rotto, in molti a sinistra hanno capito da un pezzo che l’esperienza Pisapia non è ripetibile è percorribile senza Giuliano e in più i “nomi civici” che avrebbero dovuto risolvere il problema non scaldano il cuore proprio a nessuno.

A sinistra si stanno già organizzando e le idee sono chiare. Rimane l’interrogativo SEL ma anche tra i vendoliani romani sotto voce molti dicono che non si potrà fare finta di andare d’accordo con il PD a Milano. “Molti dei nostri non lo capirebbero, senza Giuliano”, dicono.

Chissà se sorridono ancora. Lassù.

“A Milano le primarie non sono scontate” dice la Serracchiani. Ma nemmeno il PD.

pisapia-renzi-400x241L’ho vissuto sulla mia pelle: Milano è la rappresentazione plastica di come esista una realtà territoriale molto diversa da quella nazionale. Ma non può più essere una scusa. La vittoria di Pisapia non ha nulla a che vedere con il PD che era (nel pieno dell’era Bersani) e tanto meno con quello di adesso (sono diventati tutti renziani quelli che ci si aspettava diventassero renziani e hanno pensato a governare invece tutti gli altri) e il PD milanese (e lombardo) è stato (troppo) spesso un ostacolo piuttosto che un alleato. Il PD non ha mai sopportato Pisapia né prima né adesso.

Quindi: la Renzi e la sua banda (oggi è la Serracchiani ma fa lo stesso) sanno che le primarie come già successo con Pisapia sarebbero un inutile fallimento come lo sono state anche le finte primarie di Ambrosoli per la Regione Lombardia, del resto ,un “patto civico” che i democratici hanno fin da subito letto come un “dentro tutti”.

E quindi non stupisce la stupida uscita della Serrachiani in cui dice che “le primarie a Milano non sono scontate”. Ma nemmeno il PD, lo è. E che sia la volta buona.

Coff(erat)i break

Certo che Cofferati è proprio strano: è rimasto nel PD mentre si demoliva l’articolo 18 (per cui con il governo Berlusconi lui stesso aveva portato due milioni di persone in piazza) e se ne esce per le primarie (per carità, gestite in modo schifoso). E’ che ogni tanto (forse sono ingenuo io) mi sfugge la bilancia dei pesi, dei valori e delle misure.

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Un dubbio in piena notte

Ma secondo voi, visto che non ne parla proprio nessuno, ci si rende conto che tra poco si voterà per le lezioni europee? E quindi ci saranno le primarie per la composizione di lista per le elezioni europee o ci diranno che il tempo è troppo poco e tutti erano troppo concentrati sulla legge elettorale? E soprattutto: non è che i senatori che non amerebbero abolire il senato saranno miseramente dirottati in Europa?

Così, per dire.

Una (non) analisi del voto

Io non lo so perché mi è preso questo astio per le analisi del voto. Non so, davvero, se sono solo io ad essere stufo delle parole che circondano i risultati e poi ci accontentiamo di quelle come se i fatti servano solo a confermare gli idilliaci o i pessimisti. Ho avuto modo di dire (dove me l’hanno chiesto) come sia deluso dal mancato “secondo posto” di Civati (almeno) e di come sia colpito della percentuale mostruosa che i due tizi della Leopolda di qualche anno fa (Civati e Renzi) in pochi anni hanno accumulato: proprio loro che erano due “ribelli” da fare scivolare nella banalità e nel ridicolo. Non so nemmeno cosa ci sia di male nell’affermare di essere lontanissimo dalle posizioni di Renzi su molti punti di vista di governo dell’Italia e in Europa (perché avete notato come ora si siano smorzati un po’ tutti) senza però volere essere il solito caravanserraglio portatore di bile. Ogni tanto temo anche di dichiarare liberamente che la delusione a sinistra non è “Renzi” ma la reazione accondiscendente a Renzi come se un partito esterno (vedi SEL ad esempio) voglia ancora farci credere di potere condizionare il PD su posizioni che proprio con Civati hanno preso troppo poco, troppo poco e troppo poco consenso.

Certo ora c’è da aspettare e vedere, ci mancherebbe, è la democrazia, per fortuna. E vediamo, nel solito senso di attesa che accompagna l’azione disattesa qui da queste parti per chi vorrebbe sentire parlare di uno stato sociale rivoluzionario nell’uguaglianza e nell’interpretazione del mercato e dell’Europa. E’ che tra questo PD che temiamo possa essere e i forconi giù per strada c’è la solita fetta di gente rappresentata poco, male e debolmente e poche luci all’orizzonte. E mentre Renzi mette in moto numeri da capogiro i detentori del quasinientepercento stanno fitti fitti sulle loro autistiche strategie. Viene da ripensare a quello scritto nelle Confessioni di Agostino d’Ippona:

Né futuro né passato esistono. È inesatto dire che i tempi sono tre: passato, presente e futuro. Forse sarebbe esatto dire che i tempi sono tre: presente del passato, presente del presente, presente del futuro. Queste tre specie di tempi esistono in qualche modo nell’animo e non le vedo altrove: il presente del passato è la memoria, il presente del presente la visione, il presente del futuro l’attesa.

 

L’umido e il secco

“Vogliamo lavorare alla costruzione  di un nuovo centrosinistra, per questo alle primarie dell’8 dicembre chiediamo ai nostri iscritti di votare Renzi”

Antonio Di Pietro

Primarie come rimescolamento

l43-gianni-cuperlo-matteo-131128160902_bigE, dunque, quello che succede nel Pd non ci può essere indifferente: abbiamo bisogno che si apra un ripensamento profondo, una spaccatura reale nel gruppo dirigente che apra la strada ad un radicale rimescolamento di carte. Da questo punto di vista l’emergere di Renzi è stato potitivo perché ha iniziato a spaccare il gruppo dirigente dando il via ad una competizione reale, ma, nel merito, non è certo Renzi quello che può fare del Pd un partito di sinistra, anzi..

Più che altro una sua segreteria può avviare una decantazione fra le diverse anime del Pd. E non è nemmeno Cuperlo quello da cui sperare un corso positivo: da sempre uomo di D’Alema, in perfetta continuità con quella tradizione tardo piccista che è sfociata nel corso Pds.Ds-Pd.

Al contrario, mi pare che si possa fare una cauta (ho detto cauta) apertura di credito a Civati che si presenta come il sostenitore di una maggiore radicalità del Pd che parla esplicitamente di soggetto di sinistra. Dobbiamo dargli atto che sin qui è quello che ha mostrato un atteggiamento molto critico verso il governo ed anche in tema di difesa della Costituzione è quello che ha manifestato le posizioni più decenti del suo partito. Questo non vuol dire che io condivida tutto quello che dice (ad esempio non mi è parsa felicissima una sua uscita sulla questione dell’Imu), ma non c’è dubbio che sin qui ha svolto bene il suo ruolo di “guastafeste” della finta competizione Renzi-Cuperlo.

Considerato che, a differenza di altri, mi pare che non abbia né padri “nobili” né lauti finanziatori, credo che il suo quasi 10% di due settimane fa, sia un risultato interessante che segnala come ci sia una parte della base che vuole un Pd più di sinistra.

E per questo spero che l’8 dicembre abbia un risultato ancora più significativo per il quale invito chi mi legge a sostenerlo. Vedremo più avanti che uso farà di questa apertura di credito, ma per ora credo sia il meglio che ci viene offerto.

Aldo Giannuli apre una bella riflessione da leggere sul PD, sul significato di sinistra e sullo scenario futuro. Si trova qui.