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produzione sociale

Abbiamo fatto qualcosa di grande

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Dopo una settimana passata in scena al Teatro della Cooperativa con L’amico degli eroi davvero possiamo dire che abbiamo fatto qualcosa di grande. Anzi, principalmente l’hanno fatto quei quasi 200 produttori che hanno deciso di investire su un modo (il palcoscenico) e un argomento (Marcello Dell’Utri, la mafia e Forza Italia) che in molti verrebbero convincerci che è vecchio, desueto e non più funzionale. E invece questa settimana è stata una settimana politica: a troppi farebbe comodo che la memoria della sentenza di condanna di Marcello Dell’Utri sia diluita dal tempo e dal silenzio. Del resto Dell’Utri è il capopopolo di quel partito (che era la prima versione di Forza Italia) che ha allevato una generazione politica che tutt’oggi riveste posizioni apicali. Il segretario per molti anni, ad esempio, se non sbaglio è il Ministro degli Interni, diventato Ministro degli Interni senza mai spendere una parola sulla verità giudiziaria che afferma di un chiaro legame tra Forza Italia e alcuni esponenti di Cosa Nostra.

Questo significa che dovrebbero essere quindi tutti mafiosi? Anticipo subito la domanda prima che qualche saputello della peggior specie esca con le solite banalizzazioni: no certo. Ma forse non varrebbe la pena osservare (e ricordare) chi almeno prende le distanze da discutibili comportamenti di quadri dirigenti del proprio partito? Perché, cercate pure, non troverete mai una parola che sia una, da parte dei nuovi convertiti del centrodestra sulla conclamata mafiosità che ha gestito negli ultimi decenni questo Paese.

E anche il libro (che è poi la cassetta degli attrezzi per smontare e rimontare il processo) sta raccogliendo ottimi pareri. Insomma: dobbiamo migliorarci ma siamo a buon punto. E il sorriso dei coproduttori in sala è la gratificazione più bella.

Un avviso importante per i coproduttori del #crowdfunding #lamicodeglieroi

(Ah, come l’avviso delle bollette: chi ha pagato non tenga conto di questo post, eh.)

Non ci credeva nessuno, anzi ci hanno anche detto che sarebbe stata una spericolatezza che avrebbe rischiato di farci fare una brutta figura e invece lo spettacolo teatrale “L’amico degli eroi” e il suo libro sono ufficialmente prodotti interamente da libere donazioni di cittadini. Nelle prossime ore invieremo il materiale su cui stiamo lavorando per sapere cosa ne pensate e dialogarne insieme. PER IL PAGAMENTO: Bonifico Bancario: IT62B0877134060000000900439 intestato a “Bottega dei Mestieri Teatrali”. Oppure con Carta di Credito attraverso Paypal cliccate (o copiate e incollate sul vostro browser) https://www.paypal.com/cgi-bin/webscr?cmd=_s-xclick&hosted_button_id=KYRGCTYCDZJ3S

Vi chiedo di inviare le ricevute dell’avvenuto pagamento a spettacoli@giuliocavalli.net

Per qualsiasi dubbio siamo a disposizione.

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All’altezza delle vostre speranze. Grazie. Ora al lavoro.

cavalli_foto_emiliano_bogaIl progetto de L’AMICO DEGLI EROI è stato finanziato. 200 coproduttori hanno deciso di “investire” in uno spettacolo teatrale e in un libro nel momento più grigio del teatro e dell’editoria di questi ultimi decenni. Quando mi è arrivata la mail di avviso, mentre ero sepolto dalle carte di Mafia Capitale, ho pensato a quanto in là si spingano le speranze delle persone: questo progetto è fatto di piccole cifre accompagnate spesso da mail piene di ottimismo. Io davvero credo che il minimo che possiamo fare è essere all’altezza delle vostre speranze.

Grazie.

Ci mettiamo subito al lavoro.

Lo faremo anche per loro

musica12Confesso di avere riscritto il titolo al post: avevo pensato “lo faremo alla faccia loro” e invece mi sono corretto perché voglio costringermi a non appiattirmi sulle rivendicazioni, soprattutto di questi tempi in cui la vendetta (perlomeno verbale) sembra diventata un diritto e una buona prova di forza. Quindi lo spettacolo L’AMICO DEGLI EROI lo faremo anche per tutti quelli che in questi mesi hanno sperato che non si facesse, quelli per cui il “teatro civile” vale per i piccoli boss sparsi per l’Italia ma “meglio non impelagarsi nella politica”. In fondo già con L’INNOCENZA DI GIULIO (sia con lo spettacolo sia con il libro uscito per CHIARELETTERE) abbiamo toccato con mano quanto sia diffusa l’antimafia che si definisce “apolitica” per potere essere “parapartitica”.

Comunque ci siamo: nonostante tutto siamo alla fine del nostro #crowdfunding (mentre scrivo se non sbaglio mancano duecento euro) che ci permette di andare in scena (e in stampa con un “libretto di sala” che in realtà è un libro) con una fila lunga di quasi 200 produttori. E duecento persone che decidono di “investire” su uno spettacolo teatrale che ha come “protagonista” quello stesso Marcello Dell’Utri che in tanti hanno voluto seppellire (nella memoria, almeno) sono anche il senso di un mondo fatto di persone migliori. Dei nostri dirigenti, dei nostri intellettuali e dei nostri “opinion leader”.

E se è vero che ora l’aspetto finanziario è quasi praticamente concluso, la nostra idea di produzione sociale ci impone di cimentarsi nella “consultazione” dei coproduttori anche nella stesura del copione e nell’allestimento dello spettacolo. Ovvero: vorremmo (e lavoreremo per) tenere “insieme” tutti anche nei momenti che precedono la messa in scena. Non sarà facile per niente (già qualcuno mi ha fatto degli “amichevoli appunti” sul titolo, per dire) e se ci pensate per il pensiero comune è anche poco conveniente visto che il teatro oggi, quasi dappertutto, ha l’unica preoccupazione di rendicontare i soldi ricevuti come se questa sia l’unica priorità nel rapporto di produzione. Insomma: non scriveremo una nuova epoca ma sicuramente decidiamo di mettere in discussione con forza il rapporto tra il teatro e la produzione spostando l’assistenzialismo in partecipazione. E essendo oggi gran parte degli Enti Pubblici incapaci (o disinteressati) alla partecipazione abbiamo deciso di affidarci al pubblico. Cambia una vocale ma c’è tutto un mondo, in mezzo.

Ah, per gli ultimi posti disponibili basta andare qui.

 

Perché la memoria, che è cosa buona e giusta, andrebbe anche esercitata sui vivi oltre che commemorata gigioneggiando sui morti.

(Scritto per L’Espresso qui.)

Schermata-2015-01-02-alle-16.56.35Siamo fatti così: li osteggiamo, ne scriviamo fino a al brufolo più nascosto e poi quando finalmente arriva il riscontro (giudiziario ed etico) lasciamo perdere come se il più ormai fosse fatto, dimenticando in fretta le conclusioni o peggio non prestandoci nemmeno troppe attenzioni.

La storia di Marcello Dell’Utri e dei suoi contatti con ambienti mafiosi è stata la saga degli ultimi vent’anni, una storia in cui ci si sono buttati un po’ tutti (spesso con una superficialità da bancarellieri dello sdegno, eh) e in fondo la sentenza con cui si accerta che Marcello Dell’Utri sia stato il “tramite con Cosa Nostra per conto di un noto imprenditore” dovrebbe essere solo questo, da solo, un rossore livido di vergogna per chiunque decida di governare con il partito di quel noto imprenditore. Nel processo Dell’Utri si certifica poi un modo di essere “spericolati avventurieri” nel campo della politica e dell’imprenditoria (che spesso in questi ultimi anni erano coincidenti) che ha segnato un’epoca; quella dei falchi pronti a tutto pur di incassare qualche milione di euro in più. Eppure provate ad immaginare un marziano a cui si racconti ciò che è stato Dell’Utri per Berlusconi, provate a raccontargli quali comportamenti siano certificati da una condanna passata in Cassazione e vedrete che anche lui rimarrebbe sconvolto dagli impercettibili effetti “politici” che ha avuto tutta la storia.

Minimizzare la mafia e Dell’Utri è un giochetto bipartisan che serve a sostenere questo Governo: basta questo per capirne la matrice e per leggere l’immobilismo antimafioso dell’Esecutivo. Non serve altro. Eppure come già successe per Andreotti capiterà ancora che un altro Dell’Utri, magari diverso per accento o per parte politica, possa pascolare impunemente in un Paese che non ha fatto tesoro dell’ultima lezione. Succede così: si restringe il campo su Dell’Utri lasciando perdere le chiavi di lettura del Dellutrismo e così come oggi l’andreottismo passa inosservato come un raffreddore anche i futuri “intermediari” con le mafia potranno godere dell’impunità della memoria. Perché la memoria, che è cosa buona e giusta, andrebbe anche esercitata sui vivi oltre che commemorata gigioneggiando sui morti.

Ed è per questo che abbiamo deciso che il prossimo spettacolo che porteremo in scena (L’AMICO DEGLI EROI: parole, opere ed omissioni di Marcello Dell’Utri) sarà il nostro piccolo ma combattivo vaccino perché la sentenza diventi pubblica, addirittura in tournée. E per questo abbiamo deciso che non vogliamo produttori “istituzionali” ma preferiamo un “produzione sociale” in cui ognuno di noi, pubblico compreso, fa la propria parte. Un crowdfunding per uno spettacolo teatrale “civile” ci dicono che sia pericoloso perché “mette insieme quelli che già la pensano allo stesso modo”. Quando me l’hanno detto ho pensato che sarebbe un primo passo per essere un piccolo corpo sociale: gli esercitatori di memoria. Non mi è sembrato niente male.

Se volete aiutarci anche voi trovate tutte le informazioni qui.

Io vorrei farlo con voi


Il #crowdfunding per produrre il nostro prossimo spettacolo (e il suo libro) sta continuando a tamburo battente. Abbiamo deciso di riportare in luce il processo Dell’Utri perché (l’avevamo già imparato con Andreotti) ci sono processi e sentenze che qualcuno vorrebbe seppellire il più velocemente possibile e invece un muscolo della memoria ben allenato è un ottimo vaccino. Sempre.

Coprodurre con noi significa preacquistare il biglietto dello spettacolo (e ili libro) con quote di partecipazione diverse (in base alle vostre possibilità e soprattutto alla vostra volontà). Sono convinto che uno spettacolo già nato “libero” non possa che fare bene.

Qui trovate la pagina per partecipare all’iniziative e qui sotto una piccola spiegazione video. Io vorrei farlo con voi. Ci conto.

Anche oggi

Siamo al lavoro per ultimare il libro e lo spettacolo “L’amico degli eroi” sulla vita, opere e omissioni di Marcello Dell’Utri. Il crowdfunding continua e vi chiedo una mano: condividetelo, fatelo sapere agli amici. Casa per casa, come diceva qualcuno.

Trovate tutto qui.

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Parlano di noi e di voi: Fanpage.it sul #crowdfunding de L’Amico degli eroi.

da fanpage.it:

di Enrico Colaiacovo

Schermata 2015-01-10 alle 15.27.43In passato ho sostenuto progetti di crowdfunding e ne sono stato davvero felice. Il primo è stato Comando e Controllo, un docufilm del bravissimo giornalista Alberto Puliafito. Un lavoro che ha fatto capire a noi aquilani tutto quello che non riuscivamo a spiegarci della gestione dell’emergenza da parte della Protezione Civile di Guido Bertolaso. In quella circostanza il contenuto emotivo del sostegno al progetto fu enorme, con un risultato straordinario.
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Sono stato contento di sostenere altri progetti di crowdfunding. Uno è stato Quando la città soffre, un film documentario di Carla Grippa, Marco Bertora e Giacomo Toricelli che affronta il tema del disagio sociale nelle sue manifestazioni urbane. Un tema delicato e importante, sul quale in passato non sono mancate iniziative di tipo giornalistico e altre ce ne saranno, ma che è importante affrontare e indagare senza mai risparmiarsi.

Un altro progetto che ho sostenuto con grande interesse è stato At Home, l’ultimo lavoro di un mio carissimo amico, il bluesman Pierluigi Petricca. Un CD al quale non avrei proprio rinunciato, per molte ragioni. Per Pierluigi e per la passione con la quale si è dedicato alla musica. Perché mi piace davvero molto. Perché il tipo di blues adatto al mainstream non lascia spazio a questo tipo di approfondimento musicale, a questi canoni stilistici e, più banalmente, a chi non ha un pubblico vasto.

Il caso del lavoro di Giulio Cavalli vale tutte queste considerazioni insieme. Il teatro, d’altra parte, è la sintesi di tutte le forme d’arte e come ci ricorda il motto che Nicola Piovani ha voluto per il suo sito web: il teatro è il linguaggio del futuro. Un futuro al quale guardiamo con la speranza di non commettere più gli errori del passato, di non subire più i soprusi del passato, di non vedere più il nostro paese nelle mani della mafia. L’amico degli eroi parla della storia dei fondatori di un partito che ha governato dieci anni negli ultimi venti avendo saldamente il ruolo di primo partito del paese. Uno di questi fondatori, Marcello Dell’Utri, l’amico degli eroi, dal 2014 sconta una pena di 7 anni per concorso esterno in associazione mafiosa.
Ecco, per dire, noi siamo amici di Giulio non degli eroi. Noi sosteniamo il progetto.

#crowdfunding con il cuore al caldo

Per la nostra produzione sociale del nostro prossimo spettacolo (e libro) su Dell’Utri, Mangano e compagnia bella (trovate tutto qui) mi arriva una lettera bellissima di Bruno che ha acceso un rigenerante profumo di libertà. Per voi che leggete ve l’appoggio qui e a Bruno (e al piccolo Rocco) intanto mando un abbraccio zuppo di gratitudine:

Caro Giulio, seguo da sempre il tuo lavoro, ho letto il tuo libro, NOMI, COGNOMI E INFAMI tempo fa, e purtroppo mi è mancata l’occasione di poter vedere uno dei tuoi spettacoli per motivi logistici. ho seguito dall’inizio la vicenda della produzione di “l’amico degli eroi” con quella triste storia dell’impegno non mantenuto. Da siciliano quale sono, non posso che essere felice e onorato che una voce così pulita come la tua si levi, su questo mare di indifferenza che ruota attorno alla diffusa illegalità siciliana, che ha sempre frequentazioni politiche romane, o milanesi che dir si voglia, indifferenza che a volte è peggio dell’omertà. faccio il fotografo, e insegno fotografia nella formazione siciliana, che come sai a causa di malaffari politici prima, e di beghe politiche adesso, il nostro settore è da più di due anni in alto mare, con arretrati di pagamento anche di 15 mensilità. Non mi vergogno a dire che ho pensato spesso in questi ultimi tempi di aderire al tuo crow funding, ma poi, in questa incertezza economica, ho dovuto sempre destinare le somme, se pur piccole, ad altre urgenze. Oggi finalmente ho deciso di apportare la mia goccia, anche se minuscola, e prenotare una quota del libro. Io e la mia compagna Letizia, abbiamo deciso che il nome da scrivere alla fine del libro sia quello di nostro figlio, Rocco D’Andrea, che oggi ha poco più di un mese di vita. L’augurio è che un giorno, leggendo il tuo libro, con su anche il suo nome, si possa rivedere nei valori della legalità e capire che la cosa più pericolosa per la propria libertà è tacere, pensando, come diceva il grande De Andrè, di non essere comunque coinvolti !!! grazie del tuo impegno e buon lavoro

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Il batticuore, le difficoltà e il palco di domani con #lamicodeglieroi

Dunque domani ci sarà l’anteprima de L’amico degli eroi a Monte Sant’Angelo (Foggia) con il copione che stiamo rimodellando di giorno in giorno, di minuto in minuto, meravigliosamente criticati dai nostri tanti piccoli produttori che hanno deciso di contribuire alla nostra produzione sociale. Saremo ancora io e Cisco nei camerini (questa volta con tutta la band) a guardarci negli occhi prima di salire sul palco  chiedendoci sempre se ne vale la pena e rispondendoci sempre di sì. Devo confessare come la produzione di questo spettacolo sia una lotta su più fronti: studiare e ricomporre la storia di Marcello Dell’Utri significa inevitabilmente ripercorrere gli ultimi anni del Paese (e non è un bel brodo in cui mettere le mani) e, allo stesso tempo, le difficoltà di produzione (ne abbiamo scritto qui) ci stanno forgiando. Forse è meglio così, ci farà bene.

Se volete darci una mano potete farlo qui. Intanto vi sveliamo il bellissimo progetto grafico di Marco Gifuni che sta aggiungendo bellezza. Grazie anche a te, Marco.

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