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produzione sociale

Il nostro progetto #lamicodeglieroi è in bilico: ecco perché.

Berlu-cappellone-800-800x540-680x365Come vi avevo scritto qui (prendendolo un po’ alla larga) oggi si può ufficialmente dire che il presunto “benefattore” che aveva deciso di sottoscrivere un contratto di coproduzione con noi di 7500 euro per il nostro spettacolo (e libro) L’amico degli eroi è ufficialmente non rintracciabile (sono in qualche link sparso per la rete tipo questo). Per i molti che ci chiedono come abbiamo potuto fidarci ripetiamo che in realtà è stato sottoscritto un regolare contratto di partecipazione alla produzione.

Ora però lo spettacolo è in preparazione, ovviamente, nonostante la nostra impossibilità di regolarizzare tutti i pagamenti.

Qualcuno mi chiede anche se il “danno” sia causato “premeditatamente” o no: questo lo lasciamo decidere a chi di dovere.

Di certo continuo a credere che una produzione sociale per il nostro spettacolo sia la formula che meglio rispecchia il nostro modo d’intendere il “fare teatro”.

Come scrivevo già qualche mese fa:

Certo poi alla fine le storie che racconti le paghi e non le cicatrizzi come dovresti, ne soffri le conseguenze e ne acquisisci i benefici, succede così a tutti, in ogni lavoro possibile ma in questi quindici anni alla fine ho imparato che nonostante gli sforzi (più o meno riusciti) di tenere libere le parole ogni libro ed ogni spettacolo sono il risultato del percorso di condivisione. Niente di troppo filosofico, eh: ragionarci insieme, litigarsi una scena o un capitolo, aspettare un cenno di approvazione o banalmente applaudire.  Poi pubblicare o andare in scena sono semplicemente la fase ultima, l’emersione di uno spigolo di tutto il resto.
Fare cultura in questo tempo è un lavoro terribilmente politico, inutile fingere, soprattutto se raccontando storie si decide di dichiarare la propria posizione. Fa politica ciò che dici, come lo scrivi, il pubblico a cui decidi di rivolgerti,  la storia che scegli e l’editore e il produttore.

Per questo ci siamo rimboccati le maniche e siamo partiti. Se volete aiutarci potete farlo qui, oppure condividendo, scrivendone, parlandone.

Come ci hanno azzoppato il progetto di produzione sociale “L’amico degli eroi”. E come non ci fermiamo.

La storia è una storia molto italiana e adesso ve la racconto per bene:

Come sapete stiamo preparando proprio in questi giorni lo spettacolo su Marcello Dell’Utri (e libro) che abbiamo intitolato “L’amico degli eroi”. Avevamo deciso che fosse una produzione “sociale” (attraverso la piattaforma “produzioni dal Basso”) che potesse permettere a noi di essere “liberi” da vincoli politici e a voi di partecipare alla costruzione dello spettacolo oltre che attivamente contribuire.

In poco tempo sulla pagina di raccolta fondi del progetto si era arrivati alla cifra stabilita per la produzione dello spettacolo e del libro di 10.000 euro. Tutto molto velocemente anche perché un produttore privato aveva prenotato ben 300 quote per un cifra di 7.500 euro.

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Ovviamente sapevamo quanto fosse rischioso che una sola persona avesse un peso così importante nel totale della produzione ma dopo alcuni incontri di persona avevamo la sensazione di avere di fronte qualcuno che avesse veramente a cuore il progetto e per di più abbiamo sottoscritto un contratto di partecipazione alla produzione che ci consentiva piena libertà artistica. Ci siamo sbagliati. Il signor Sciascia ad oggi non ha versato un solo euro di quelli promessi da contratto (oltre che dall’etica personale, ma vabbè) e così oggi siamo a pochissimo giorni da un’anteprima nazionale (qui le informazioni) con una produzione che deve ricominciare quasi da zero.

Andrò in scena lo stesso, figuratevi. Stiamo cercando di ottenere un allungamento dei pagamenti dai collaboratori e i fornitori. Non ci si ferma, figurarsi, però abbiamo bisogno di voi, se ne avete voglia. Dobbiamo ridare forza e visibilità al progetto a questo link.

Appena espletate le denunce pubblicherò qui i documenti firmati e le generalità del nostro “amico” (per rimanere in tema). Perché io (e non solo) sono tanto curioso di sapere chi ce l’ha mandato a cercare di sfanculare una nostra produzione. Siamo proprio curiosi, sì.

Quindi è possibile

Quando abbiamo deciso di lanciare una produzione “sociale” per lo spettacolo (e libro) L’amico degli eroi (ne scrivevamo qui) sono stati in molti a dirci che non sarebbe stato possibile raggiungere il risultato senza il contributo di qualche ente, teatro o amministrazione. E invece no: il traguardo è stato raggiunto ieri con largo anticipo ultimo e già oggi stiamo inviando ai nostri “produttori” la seconda scena (o capitolo, che qui si balla sempre tra palcoscenico e pagine). Certo ci siamo incastrati poiché non ci bastano rendicontazioni acrobatiche per accontentare i termini di legge ma su questo progetto lavoriamo sulla soddisfazione, che è una parola bellissima, davvero, se non fosse stata scippata dal marketing metallizzato. Soddisfare i lettori e gli spettatori adesso è il nostro lavoro, senza altri rimbalzi. E io ne sono onorato. Onorato e felice.

Grazie, davvero.

Sudore e sabbia

berlusconi-mangano-dellutriNon è propriamente sabbia perché in fondo si tratta di polvere diventata spessa ma la scrittura de L’amico degli eroi e la sua produzione “sociale” sono un letargo produttivo che mi tiene mediamente lontano dal resto. La scrittura, prima di tutto: sono anni che mi ritrovo a percorrere la corsia d’emergenza del giornalismo per non tralasciare i particolari che probabilmente mi hanno salvato più di qualsiasi altra protezione, sempre intento a scrivere i nomi e i cognomi per dare una faccia riconoscibile ad un argomento che in molti cercano tuttora di rendere fumoso e quindi non discutibile. Ma la scrittura, dicevo, la scrittura mi manca da tantissimi anni;, preso da numeri, date e incroci che mi hanno inflaccidito, forse, ma certo aumentato l’appetito. Eppure proprio oggi, provate a pensarci, scrivere diventa la professione più rischiosa e folle in un momento di informazioni e pareri a tutti i costi e certamente affrontare Dell’Utri (meglio: il dellutrismo come già avevamo fatto con l’andreottismo di Giulio) con tono narrativo mi porta a tornare al teatro, alla scrittura. A casa mia.

Per questo ritengo fondamentale il periodo di lettura collettiva del testo (che sarà il copione e cha sarà il libro) insieme a tutti i produttori (che siete voi, credo, e che comunque potete essere voi contribuendo alla pagina del crowdfunding) per capirsi fin da subito sul fine che ci proponiamo: può la letteratura essere appuntito strumento politico senza bisogno di essere giornalismo? Io credo che sì, altrimenti non sarei qui, e credo che una nuova e rivitalizzante modalità di teatro civile possa (o debba, non so) passare da una fiducia incondizionata alla parola.

Noi siamo qui, cercando di essere all’altezza delle vostre aspettative. Dateci una mano. Se potete. Se volete.

Importante: per chi ha finanziato ‘L’amico degli eroi’

wpid-dellutri1.jpgIl sito che ospita il crowdfunding per la produzione sociale del libro e spettacolo su Marcello Dell’Utri ‘L’amico degli eroi’ ha avuto dei problemi tecnici che ci hanno costretto a rallentare per alcuni giorni la raccolta fondi. Ora, finalmente, è stato ripristinato ma purtroppo abbiamo perso alcuni sostenitori. Vi chiediamo gentilmente di controllare se apparite in questa lista e, se ci siete, dovete immettere di nuovo i vostri dati e la vostra donazione sul sito del crownfunding. Se il vostro nome non compare  non dovete fare nulla. Per noi è molto importante:



cinzia.ravizza.3 ha prenotato 4 quota/e per un valore di 100,00 €Ricompensa abbinata:

Nessuna


drfaustus ha prenotato 2 quota/e per un valore di 50,00 €

Ricompensa abbinata:

Libro e Ingresso spettacolo: Nome e cognome tra i ringraziamenti a fine libro e a fine spettacolo e ricevete una copia cartacea del libro e un ingresso omaggio per uno spettacolo su Milano o su Roma entro 12 mesi dal debutto

 

RobyM ha prenotato 1 quota/e per un valore di 25,00 €

Ricompensa abbinata:

Libro: Nome e cognome tra i ringraziamenti a fine libro e a fine spettacolo e ricevete una copia cartacea del libro.

 

Ringhio ha prenotato 1 quota/e per un valore di 25,00 €

Ricompensa abbinata:

Libro: Nome e cognome tra i ringraziamenti a fine libro e a fine spettacolo e ricevete una copia cartacea del libro.

 

ilnebu ha prenotato 1 quota/e per un valore di 25,00 €

Ricompensa abbinata:

Libro: Nome e cognome tra i ringraziamenti a fine libro e a fine spettacolo e ricevete una copia cartacea del libro.

 

lucas ha prenotato 1 quota/e per un valore di 25.00 €

Ricompensa abbinata:

Libro: Nome e cognome tra i ringraziamenti a fine libro e a fine spettacolo e ricevete una copia cartacea del libro.



federiquettes ha prenotato 4 quota/e per un valore di 100,00 €

Ricompensa abbinata:

2 Libri e 2 ingressi spettacolo: Nome e cognome tra i ringraziamenti a fine libro e a fine spettacolo e ricevete due copie cartacee del libro e due ingressi omaggio per uno spettacolo su Milano o su Roma entro 12 mesi dal debutto.

 

Mamaines ha prenotato 1 quota/e per un valore di 25,00 €

Ricompensa abbinata:

Libro: Nome e cognome tra i ringraziamenti a fine libro e a fine spettacolo e ricevete una copia cartacea del libro.

 

Erikat@ ha prenotato 1 quota/e per un valore di 25,00 €

Ricompensa abbinata:

Libro: Nome e cognome tra i ringraziamenti a fine libro e a fine spettacolo e ricevete una copia cartacea del libro.



a@l@i++ ha prenotato 1 quota/e per un valore di 25,00 €

Ricompensa abbinata:

Libro: Nome e cognome tra i ringraziamenti a fine libro e a fine spettacolo e ricevete una copia cartacea del libro.



FrancescaC ha prenotato 1 quota/e per un valore di 25,00 €

Ricompensa abbinata:

Libro: Nome e cognome tra i ringraziamenti a fine libro e a fine spettacolo e ricevete una copia cartacea del libro.



FrancescaC ha prenotato 1 quota/e per un valore di 25,00 €

Ricompensa abbinata:

Nessuna

 

carla92 ha prenotato 4 quota/e per un valore di 100,00 €

Ricompensa abbinata:

2 Libri e 2 ingressi spettacolo: Nome e cognome tra i ringraziamenti a fine libro e a fine spettacolo e ricevete due copie cartacee del libro e due ingressi omaggio per uno spettacolo su Milano o su Roma entro 12 mesi dal debutto.

 

enzamandelli1 ha prenotato 1 quota/e per un valore di 25,00 €

Ricompensa abbinata:

Libro: Nome e cognome tra i ringraziamenti a fine libro e a fine spettacolo e ricevete una copia cartacea del libro.

 

Frankojann ha prenotato 1 quota/e per un valore di 25,00 €

Ricompensa abbinata:

Libro: Nome e cognome tra i ringraziamenti a fine libro e a fine spettacolo e ricevete una copia cartacea del libro.



Ambra@ ha prenotato 1 quota/e per un valore di 25.00 €

Ricompensa abbinata:

Libro: Nome e cognome tra i ringraziamenti a fine libro e a fine spettacolo e ricevete una copia cartacea del libro.

 

Roberto71 ha prenotato 2 quota/e per un valore di 50,00 €

Ricompensa abbinata:

Libro e Ingresso spettacolo: Nome e cognome tra i ringraziamenti a fine libro e a fine spettacolo e ricevete una copia cartacea del libro e un ingresso omaggio per uno spettacolo su Milano o su Roma entro 12 mesi dal debutto.

#lamicodeglieroi su ilmegafono, produciamolo insieme

La nostra “produzione sociale”, se ne parla:

Siccome l’antimafia è una cosa seria ed è fondamentale che una parte della lotta comprenda la sfera culturale e intellettuale, noi crediamo che Giulio Cavalli in questa antimafia ci rientri di diritto e debba continuare a dare il suo prezioso contributo culturale. Il 13 giugno, dopo molti anni, ha annunciato il suo addio al teatro Nebiolo di Tavazzano (Lodi), il luogo nel quale tutto ha avuto inizio, il palco che ha ospitato le sue produzioni teatrali, piene di verità e denuncia, quelle che hanno dato fastidio a coloro che speravano nel silenzio per poter continuare indisturbati a infiltrarsi in ogni maglia del tessuto economico e sociale del nord Italia. Una scelta dolorosa e forzata, in un momento in cui forse attorno a lui si sta sviluppando un pericoloso isolamento.

Di fronte a tutto questo, ad un tipo di teatro che disturba, a una cultura che, con la scusante della crisi, non riceve adeguato sostegno dalle istituzioni preposte, ecco che si opta per un’altra forma di sostegno, ormai molto popolare in diversi ambiti artistici: una produzione sociale attraverso il crowdfunding. Una raccolta fondi per la produzione e realizzazione di uno spettacolo e di un libro ispirati liberamente alla vita e alle “opere” di Marcello Dell’Utri. Il titolo è “L’amico degli eroi”, un monologo scritto da Giulio Cavalli e con musiche di Cisco, ex leader dei Modena City Ramblers, che da tempo collabora con lui.

L’autoproduzione, dunque, una soluzione ormai diffusa per ovviare all’assenza di fondi e di impegno da parte di chi in Italia dovrebbe promuovere il teatro e la cultura in genere. L’artista propone il suo progetto, ne condivide la trama e dei passaggi (una sorta di concept), lo spiega e fissa una serie di quote differenti di contribuzione, a cui rispondono delle ricompense (ad esempio, una o più copie del libro o uno o più biglietti di ingresso allo spettacolo o entrambi, e così via). Si dà, insomma, al pubblico la possibilità di godere di un’anteprima privilegiata e scegliere se finanziarla, per poi poterne disporre concretamente.

“Fare cultura in questo tempo – scriveva tre settimane fa Giulio sul suo blog – è un lavoro terribilmente politico, inutile fingere, soprattutto se raccontando storie si decide di dichiarare la propria posizione. Fa politica ciò che dici, come lo scrivi, il pubblico a cui decidi di rivolgerti, la storia che scegli e l’editore e il produttore. […] Ora c’è la stagione da programmare: saranno due nuovi spettacoli e uno dei due è uno spettacolo (e un romanzo) su Marcello Dell’Utri. Si intitolerà L’amico degli eroi e vuole essere un lavoro diverso da L’innocenza di Giulio nell’uso più cattivo della fantasia. Ne scriverò. Però stasera pensavo che un progetto così ha bisogno di una produzione politica, un editore del libro e un produttore dello spettacolo che siano un segno e un’indipendenza chiara e per questo mi è balenata l’idea di una ‘produzione sociale’, crowdfunding semplificherebbe qualcuno, che sia partecipazione nella presa di posizione. Ci sto pensando. Voi che ne dite?”.

La risposta della gran parte degli utenti è stata positiva, anche se qualcuno si è detto contrario in linea generale al sistema della raccolta fondi, facendo notare che dovrebbero essere le istituzioni a farsi carico della cultura e finanziare i progetti di qualità, indipendentemente dalle aspettative di immediato successo. Tant’è, la situazione italiana al momento è questa (lo è da molto tempo, in verità) e bisogna trovare i rimedi. “La battaglia per una politica culturale giusta – risponde Cavalli in un altro post – è sacrosanta soprattutto in questa Italia che negli ultimi governi di tutti questi anni non ha voluto e saputo fare niente di più che tagliare in modo lineare […] ma io sono un teatrante e quindi ho l’obbligo di curare le mie produzioni per vivere e per esistere, quindi se aspettassi un’economia di settore giusta sparirei ben prima che questa avvenga come avviene per tutte le imprese del sistema italiano. Quindi produco e porto avanti una battaglia politica, contemporaneamente, e trovo lineare non modificarmi geneticamente per accedere al sistema che combatto”.

La soluzione del finanziamento dal basso, secondo l’artista lombardo, è ottima perché “garantisce trasparenza (chi paga vuole sapere esattamente i costi e il processo artistico che porta al risultato finale), assicura una libertà di manovra maggiore (avete mai avuto a che fare con assessori o commissioni?) ed è una promessa che chiede lealtà. E la lealtà è un ingrediente bellissimo per fare cultura. Per questo se qualcuno decide di acquistare un libro quando ancora non esiste e di assistere ad uno spettacolo ancora in preparazione credo che ci sia solo da essere fieri e responsabilizzati”. Insomma, quel che conta è poter realizzare spettacolo e libro e continuare a occuparsi di questioni e personaggi che hanno ancora un peso notevole nello scenario politico italiano.

Per dare ancora un contributo importante alla cultura antimafia, quella fatta bene. E allora, non possiamo che promuovere questo progetto. Per saperne di più ed eventualmente sostenerlo concretamente con una piccola quota, basta cliccare qui.

Redazione -ilmegafono.org

Come raccontiamo questo tempo: Marcello Dell’Utri

Mi chiedo spesso cosa penseranno di noi quando la Storia avrà delineato i contorni di ciò che ci è accaduto accanto, se saremo stati impreparati, irresponsabili, veggenti o banali o folli o semplicemente leggendoci ci troveranno completamente fuori strada. Quando scrivo e poi racconto una storia, che sia spettacolo o libro, ho sempre la fisima della contemporaneità, che in teatro o su carta mi lascia l’illusione di essere “presente” e potere contribuire (nella mia piccola parte) se non all’acutezza del dibattito almeno all’esistenza di un dibattimento che dovranno riconoscerci. Per questo ci siamo messi a scrivere L’innocenza di Giulio nonostante in molti ci dicessero che il processo di Andreotti a Palermo avesse “già fatto il suo tempo”: non vogliamo accontentarci di ciò che non ci accontenta.
Marcello Dell’Utri vorrebbe essere già ieri: farebbe a comodo a lui, ai suoi padroni, ai suoi sodali e perfino ai suoi blandi oppositori. L’interesse per il suo processo si è spento, la sua estradizione è durata per il tempo medio di una buona notizia e ora basterà reciderlo in fretta per ricostruirsi (lui e i suoi “vicini”) una verginità fondata sulla memoria corta.
Vale la pena volere essere “contemporanei” anche nell’arte e nella narrazione? Sì, anche prendendosi il rischio di avere sopravvalutato qualcosa o qualcuno ci togliamo la soddisfazione di parlare a lui e ai suoi “vicini”. E sentiamo come ci rispondono, se rispondono, e non potranno incolparci di essere stati dalla parte di chi non aveva nulla da dire. E per questo abbiamo deciso di farne una “produzione sociale” per chi vuole essere con noi.

L’amico degli eroi: scrive Francesco

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ho letto dei dubbi sulla moda dell’autoproduzione, sono un lavoratore dello spettacolo e anch’io dico che i soldi pubblici devo essere usati “a non finanziare solo quello che ha successo nell’immediato (che si sostiene benissimo da solo), ma a sostenere chi sperimenta e potrebbe essere in grado di realizzare qualcosa di valore, anche se magari sul momento non viene compreso” (come dice Marzi), ma in attesa che ciò avvenga che facciamo…credo sia una grande opportunità quella di autoprodursi dimostra che c’è ancora un’Italia che non si rassegna. Mi auguro che il progetto vada a buon fine io ci sto

Continua il nostro progetto di “produzione sociale” per un libro e uno spettacolo teatrale su Marcello Dell’Utri. Per partecipare e condividere (ne abbiamo bisogno) basta andare qui.

Produciamoci: mi scrive Carla

La campagna di “produzione sociale” per “L’amico degli eroi” (un libro e lo spettacolo) è partita. Qui trovate tutte le informazioni. Domani vedrò di scrivere nel dettaglio (intanto abbiamo bisogno che cominciate a fare girare la notizia e, se potete, contribuite) ma prima che si faccia sera voglio pubblicare altre parole bellissime che mi ha scritto Carla Verdecchia  perché anche loro colgono il senso di quello che vorremmo fare e della forza che dobbiamo onorare:

LIBERTÀ È PARTECIPAZIONE.

Fine anno scolastico. Classe quinta in pochi. Occhi e parole che chiedono apparentemente voti, in realtà senso e misura. Snocciolo numeri. Lampeggiano delusione speranza rimpianto. Allora racconto una storia che finisce così: quello che stiamo vivendo è il momento migliore e ciò che abbiamo è il “meglio”. Valutare il meraviglioso che avevamo o il meraviglioso che avremo è perdere tempo. Intanto non c’è né quello, né quello. Abbiamo questo e pertanto è la cosa migliore che abbiamo. Usiamolo. Non usarlo vuol dire perderlo. Non c’è guadagno, non c’è accrescimento, non c’è convenienza a restare nel ricordo di ciò che era e nella speranza di ciò che sarà.

Ľart. 9 della nostra Costituzione promuove la cultura. Non per il diletto di pochi illuminati volenterosi. Ma per alimentare la virtù civile, fare palestra di vita pubblica, costruire uguaglianza e democrazia sostanziali. Solo la Repubblica può farlo. Ma intanto l’impegno di ognuno di noi è prezioso e mai come ora occorre un’assunzione di responsabilità in prima persona. Sia per riprenderci la res publica, sia per finanziare ciò che il neoliberismo ritardatario di Renzi non finanzia.
Io partecipo. Spero anche voi.

 

Sempre sulla produzione sociale de “L’amico degli eroi”

In molti mi hanno scritto sull’ipotesi di una “produzione sociale” per il nuovo libro e spettacolo “L’amico degli eroi” sulla figura di Marcello Dell’Utri (e gli eroici amici Vittorio Mangano e Silvio Berlusconi): un’inaspettata predisposizione a partecipare che mi onora e responsabilizza e una riflessione importante di Marzia su fb che credo valga la pena discutere. Mi scrive:

In generale (pur lavorando nel settore culturale, che di finanziamenti massicci avrebbe un grande bisogno) sono contraria al crowdfunding e ad altre forme di partecipazione analoga, se non in misura marginale. Lo so, la partecipazione dal basso è la moda del momento, ma penso due cose: 1) le istituzioni hanno il compito di garantire professionalità, imparzialità, sostegno alla cultura e a progetti di ampio respiro: cercare di sostituirsi a questa funzione mi sembra sbagliato e anche poco realistico; 2) i finanziamenti pubblici ai teatri, contrariamente a quanto sostiene Antonio, servono proprio a non finanziare solo quello che ha successo nell’immediato (che si sostiene benissimo da solo), ma a sostenere chi sperimenta e potrebbe essere in grado di realizzare qualcosa di valore, anche se magari sul momento non viene compreso. Metà del catalogo Einaudi, per esempio, è stato disastroso dal punto di vista delle vendite, ma quella parte oggi costituisce proprio la parte più preziosa del catalogo; ecco perché sappiamo che Einaudi era un grande editore: perché sapeva operare scelte lungimiranti, che sono rimaste nella storia della cultura italiana. Farsi finanziare dal basso significa smettere di essere liberi e cominciare a preoccuparsi del successo prima ancora di aver prodotto un’opera di valore. 
Credo che il pubblico generico (sempre più “tuttologo”, purtroppo) debba recuperare la capacità di imparare: non si va a teatro per vedere ciò che conosciamo già, ma per acquisire strumenti nuovi; in questo senso, è il teatrante che educa il pubblico, e non il contrario.

L’osservazione centra due punti importanti: se facciamo teatro e libri solo per quelli che “sanno già” e se debba essere un nostro dovere esercitare il nostro diritto di desiderati equi e giusti finanziamenti pubblici. Provo a rispondere con ordine. Quando preparammo L’innocenza di Giulio io, Gian Carlo Caselli, Carlo Lucarelli e Cisco ci siamo chiesti fin dall’inizio se valesse la pena raccontare per l’ennesima volta la vicenda di Giulio Andreotti, del suo processo palermitano e della finta “assoluzione” che era passata come verità inconfutabile. “Chi viene a vedere uno spettacolo o a leggere un libro sulle malefatte di Andreotti se lo considera innocente?” ci si diceva, e avevamo torto: i liettori e gli spettatori sono stati spesso persone approssimativamente informate che avevano un sentimento più che un’opinione e ci hanno ringraziato per avere avuto a disposizione elementi reali per costruire (e condividere) un giudizio. Ma non è tutto: ho incontrato assoluti innocentisti che hanno comunque riconosciuto un atteggiamento di Andreotti eticamente condannabile pur ritenendolo doveroso per il risultato politico. Cosa deve produrre uno spettacolo e un libro? Un dubbio, un dibattito e quindi L’innocenza di Giulio ha fatto il proprio dovere costringendo gli innocentisti a confutare punto per punto i fatti raccontati e aumentando le conoscenze a disposizione dei colpevolisti “per sentito dire”.

Il secondo punto è quello che riguarda i produttori e i finanziatori. La battaglia per una politica culturale giusta è sacrosanta soprattutto in questa Italia che negli ultimi governi di tutti questi anni non ha voluto e saputo fare niente di più che tagliare in modo lineare, i finanziamenti al teatro sono figli di una congregazione di baronie che spesso risultano illeggibile dall’esterno se non per storicità degli operatori e un presunto prestigio facile a costruirsi con quelle disponibilità economiche ma io sono un teatrante e quindi ho l’obbligo di curare le mie produzioni per vivere e per esistere quindi se aspettassi un’economia di settore giusta sparirei ben prima che questa avvenga come avviene per tutte le imprese del sistema italiano. Quindi produco e porto avanti una battaglia politica, contemporaneamente e trovo lineare non modificarmi geneticamente per accedere al sistema che combatto. No? In più Marcello Dell’Utri ha ancora una vasta influenza politica, non nascondiamocelo per favore, soprattutto su Milano e Lombardia.

Sulla moda del finanziamento dal basso devo dire che la trovo un’ottima moda: garantisce trasparenza (chi paga vuole sapere esattamente i costi e il processo artistico che porta al risultato finale), assicura una libertà di manovra maggiore (avete mai avuto a che fare con assessori o commissioni?) ed è una promessa che chiede lealtà. E la lealtà è un ingrediente bellissimo per fare cultura. Per questo se qualcuno decide di acquistare un libro quando ancora non esiste e di assistere ad uno spettacolo ancora in preparazione credo che ci sia solo da essere fieri e responsabilizzati. Noi ci stiamo pensando sul serio.