Vai al contenuto

provincia di Roma

‘Ndrangheta a Roma: macellerie, fattorie e compro oro (al solito…)

Ancora malavita a Roma. La polizia ha arrestato tre esponenti di vertice della ‘ndrangheta calabrese attivi nella provincia.

Secondo quanto si apprende, si tratterebbe di appartenenti alle ‘ndrine Palamara, Scriva, Mollica, Morabito che, secondo gli investigatori, avevano “ramificati interessi criminali e imprenditoriali nella zona Nord della provincia di Roma e nella Capitale”.

Gli arrestati, secondo la Direzione Distrettuale Antimafia, sono responsabili di intestazione fittizia di beni aggravata dal metodo mafioso e reati commessi per favorire l’associazione mafiosa per il controllo delle attività illecite sul territorio.

Durante le operazioni sono state eseguite numerose perquisizioni in tutt’Italia e sequestri di attività commerciali e imprenditoriali e di immobili per un valore di oltre 100 milioni di euro.

Tra le attività sequestrate una gioielleria compro oro, una azienda di allevamento bestiame, macellazione carni e produzione di latticini, un negozio di ottica nonché numerosi conti correnti bancari.

(fonte)

Nel silenzio Roma gocciola corruzione

Dopo poche settimane da Mafia Capitale, da ieri un nuovo terremoto si è abbattuto tra i politici e gli imprenditori della provincia di Roma. Tra i 22 arrestati dalla Guardia di Finanza per corruzione e concussione, c’è anche l’imprenditore Franco De Angelis, proprietario dell’Icpl, la società dell’interporto di Civitavecchia.

L’operazione «Vitruvio», condotta dai finanzieri del Comando Unità speciali della Guardia di finanza di Roma, ha portato all’arresto anche molti dipendenti della P.A. della capitale per corruzione, concussione e tangenti da 1.000-1.500 euro, intascate per non aver rilevato abusi edilizi. Questi i reati che vengono contestati a 28 persone, 10 funzionari pubblici, 13 imprenditori e 5 professionisti raggiunti da ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Anna Maria Gavoni.

Arrestati anche funzionari dell’ufficio tecnico dei municipi XIII e XIV (nella zona nord-ovest di Roma) e tra gli indagati anche un ispettore dello Spresal (Servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro) della Asl Rm E, che in cambio di soldi evitava di riscontrare irregolarità nei cantieri o il mancato rispetto delle normative sulla sicurezza.

“Le indagini hanno svelato una realtà illecita diffusa – ha detto il procuratore aggiunto Francesco Caporale – che potrebbe estendersi anche ad altri municipi della Capitale”.

Per arrivare a cogliere in flagranza gli arrestati era da tempo che venivano effettuate intercettazioni da parte della GDF. Ad esempio, In un colloquio, due imprenditori edili raccontano di un’ispezione da parte di un funzionario della Asl Roma, che viene definito ”corrotto” e per il quale uno dei due imprenditori ha dovuto sborsare 8 mila e 500 euro per rinnovare le pratiche della sicurezza. ”Qui mi è venuto un ispettore, un altro venduto corrotto di merda dell’Asl – racconta al telefono uno dei due imprenditori -. Sai che ho fatto? Ho preparato la mia busta, mi è costato 8 mila e 500 euro per rifare il rinnovo di tutte quante le pratiche”.

(clic)