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La tosse dei bambini in Lombardia

Schermata 2013-02-01 alle 13.00.38Il Piano Regionale degli Interventi per la Qualità dell’Aria (PRIA) è stato un piccolo passo rispetto al problema dello smog in Lombardia in questi anni. Gran parte delle energie per questo risultato sono state profuse dall’associazione Genitori Antismog che da anni si batte per misure efficaci su uno dei problemi più concretamente quotidiani per i cittadini della Lombardia. Non è facile parlare di interventi antismog senza avere un quadro generale della situazione ambientale lombarda e tantomeno diventa difficile raccontare l’enorme costo sanitario di una questione (ancora una volta) che pesa tutta sulla cura e troppo poco sulla prevenzione. La campagna elettorale di questa Lombardia è incagliata tra la faciloneria finanziaria di Maroni (e il suo 75% di tasse da trattenere, ipotesi smontata ogni giorno di più anche dai pareri di associazioni non proprio di “sinistra”) e i malumori di Albertini, intanto la questione smog sembra rinviata alla prossima emergenza (ormai quotidiana).

Per questo stamattina mentre leggevo l’appello dei Genitori Antismog sulla centralità del problema per le prossime regionali ho subito pensato che l’impegno s’ha da fare con convinzione e dedizione. Seriamente, insomma. Come piace a noi. Perché un’altra Lombardia non è possibile con il sottofondo della tosse dei bambini. No.

Milano, 31 gennaio 2013 – Oggi a Bruxelles, su richiesta della Commissione Europea, l’OMS ha illustrato i risultati delle sue analisi circa l’impatto sulla salute degli inquinanti dell’aria. Nella cornice di una conferenza di grande rilievo scientifico e politico, svoltasi nella sede della UE, ha portato evidenze scientifiche di gravissime conseguenze sulla salute – prima d’oggi non conosciute – derivanti dall’inquinamento dell’aria.
L’OMS certifica l’esistenza di un collegamento fra una lunga esposizione al PM2.5 e l’insorgenza di patologie, quali aterosclerosi e malattie respiratorie infantili, nonché di impatti negativi alla nascita, con possibili correlazioni con lo sviluppo neurologico, le funzioni cognitive ed il diabete. Rafforza inoltre il legame fra PM 2.5 e morti cardiocircolatorie e respiratorie. Ma l’OMS avverte: i pericoli sono molti altri. Come l’esposizione all’ozono, che avrebbe ripercussioni sullo sviluppo cognitivo e sulla salute riproduttiva, causando problemi come le nascite premature, o la pericolosità dell’NO2. L’OMS sottolinea di aver individuato evidenze di impatti in termini di mortalità anche al di sotto degli attuali limiti di legge per gli inquinanti.L’Associazione Genitori Antismog denuncia che, nonostante la situazione degli inquinanti dell’aria in Lombardia sia cronica e gravissima, i livelli di queste sostanze non sono in diminuzione, ma anzi sono sostanzialmente stabili e tali da comportare un impatto grave ed inaccettabile per la grande maggioranza dei residenti in Lombardia. Ciò che stupisce è che i programmi elettorali dei principali candidati alla carica di governatore non sembrano considerare prioritaria la salute dei cittadini, in quanto affrontano il problema in modo frammentario o anacronisticamente indirizzato a realizzare nuove infrastrutture “decongestionanti” invece che a ridurre la mobilità privata a favore del trasporto pubblico.

“Invitiamo i candidati e la futura giunta ad integrare il Piano Regionale degli Interventi per la qualità dell’Aria, in via di discussione, con misure e politiche necessariamente più incisive che attualmente sono assenti nei programmi elettorali, se non addirittura sostituite da interventi alternativi del tutto controproducenti- ha dichiarato l’Avvocato Anna Gerometta, Presidente dell’Associazione Genitori Antismog – Le evidenze scientifiche illustrate quest’oggi dall’OMS, sommate all’altissima porzione di popolazione lombarda esposta a livelli nocivi di inquinanti nell’aria, impongono che l’impatto dell’inquinamento sui cittadini sia oggetto di considerazione centrale nei programmi degli aspiranti governatori”.

 

Un impegno antifascista

La Rete Antifascista Milanese ci invia una Carta di impegno antifascista che è un impegno a vigilare sul rispetto della Costituzione. Il vostro affezionato ha aderito:

Logo_RAMCARTA DI IMPEGNO ANTIFASCISTA

Qualora fossi eletto/a il 24-25 febbraio 2013 al consiglio regionale lombardo, mi impegno:

a tutelare il carattere antifascista della Costituzione italiana;

a difendere i valori e la memoria della Resistenza da ogni attacco denigratorio o revisionista;

a sostenere le associazioni partigiane, antifasciste e dei deportati nei campi di concentramento;

a favorire le iniziative in ricordo della Lotta di Liberazione e dei suoi martiri, a partire dal 25 aprile;

a promuovere tutte le iniziative in favore della diffusione della cultura antifascista e della storia della Resistenza, in particolare nell’ambito scolastico e fra le nuove generazioni;

a battermi contro ogni manifestazione di discriminazione o intolleranza etnica o religiosa;

a rifiutare l’installazione di targhe commemorative o l’intestazione di vie o piazze a personaggi legati al ventennio mussoliniano o a ideologie che ad esso si richiamano;

a oppormi all’autorizzazione di manifestazioni in luogo pubblico a organizzazioni, associazioni o movimenti che si rifanno al fascismo e/o al nazismo, che ne propagandano le idee o ne rivalutano le figure di riferimento;

a negare, nell’ambito delle mie competenze, la concessione di spazi e sedi di proprietà pubblica a dette organizzazioni o movimenti, chiedendo altresì la chiusura di quelle già operanti.

Giulio Cavalli

Il limite della vergogna leghista

Il limite della vergogna per la Lega Nord sappiamo bene che si spinge sempre un po’ più in là. Ce lo insegna la storia di questi ultimi vent’anni dove le provocazioni sono servite per i sussulti elettorali e per parlare al ventre molle di un parte di questo Paese.

Ma la scena vista a Busto Arsizio giovedì scorso forse entra nella “top ten” del cattivo gusto padano, nonostante Maroni si sia spolverato gli occhialini e rivestito da festa per recuperare un po’ di verginità:

gioebia a busto orribile

Un piano regionale per i diritti degli animali. #davvero

Sarebbe bello immaginare i diritti custoditi ed estesi anche a chi non vota. Sarebbe bello immaginare la Lombardia all’avanguardia con un Piano Regionale dei Diritti degli Animali. Partendo da questo (bello, intelligente e praticabile) proposto dalla LAV:


39747_header_logoPROGRAMMA LAV 

Elezioni regionali 2013

REGIONE LOMBARDIA

 

PIANO REGIONALE DIRITTI ANIMALI 2013 – 2018

I candidati alla Presidenza della Regione Lombardia e al Consiglio Regionale possono comunicare il proprio personale impegno nel sostegno al Programma LAV, inviando mail a:

lav.lombardia@lav.it (specificando Partito/Lista e la Circoscrizione Elettorale).
Per richieste di incontro o informazioni contattare:
Simone Pavesi, Coordinatore LAV Lombardia – lav.lombardia@lav.it – 320 4788075 

 

  • PREMESSA

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  • PIANO REGIONALE DIRITTI ANIMALI 2010-2015

 

  1. ANIMALI D’AFFEZIONE E PREVENZIONE DEL RANDAGISMO 

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  • Contrastare le più frequenti violazioni alla Legge Regionale 33/2009 Titolo VIII Capo II, come: esposizioni animali in vetrina, presso esercizi commerciali; animali in premio/regalo per eventi pubblici; carenza di controlli post-affido da parte delle ASL;
  • incrementare con risorse regionali i fondi per implementazione della L.r. 33/09;
  • vietare vendita ambulante animali e le fiere espositive;
  • limitare l’acquisto di cani e gatti presso i soli allevamenti e regolamentare l’apertura di nuovi allevamenti;
  • riconoscere e promuovere la presenza di strutture di ricovero per gatti (gattili) e istituire l’anagrafe felina;
  • istituire il 118 veterinario;
  • regolamentare la gestione e le modalità di detenzione di tutti gli animali d’affezione presso gli esercizi commerciali, i mezzi di trasporto pubblici, gli uffici pubblici, le istituzioni di cura, custodia, educazione.

 

  1. CACCIA E FAUNA SELVATICA

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  • rispetto normativa comunitaria e nazionale (no deroghe);
  • restrizioni al calendario venatorio (no abilitazione per under 21 e over 65, annuale verifica sanitaria abilitativa);
  • no importazioni e immissioni fauna “pronta-caccia”;
  • bocconi avvelenati: immediato stop caccia o attività correlate in aree contaminate;
  • alloctoni: divieto commercio specie alloctone e piano regionale straordinario di contenimento delle specie alloctone (scoiattolo grigio, nutrie, minilepri, ecc…) tramite sterilizzazione e non abbattimento.

 

  1. CIRCHI E SPETTACOLI

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  • no ai circhi con animali.

 

  1. VIVISEZIONE

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  • indirizzare fondi regionali verso l’incremento di metodi sostitutivi.

 

  1. GESTIONE DELLE POLITICHE REGIONALI PER GLI ANIMALI
  • Prdisposizione di una Area Tutela Animali regionale.

 

PREMESSA

In questi ultimi anni è sempre più radicata nella società una coscienza di rispetto degli animali, in quanto esseri senzienti.

La recente vicenda di Green Hill e degli oltre 2mila cani beagle destinati alla vivisezione e per i quali milioni di cittadini si sono diversamente mobilitati (tra richieste di affido, assistenza, supporto anche economico, manifestazioni nazionali), è l’emblema di come la maggioranza dell’opinione pubblica rivendichi una più forte attenzione da parte delle istituzioni alle politiche di protezione degli animali. 

In vista delle prossime elezioni regionali, la LAV ha elaborato un programma di impegni che sottopone ai candidati alla Presidenza della Regione Lombardia e anche ai candidati per il Consiglio Regionale.

Sulla base delle risposte e delle eventuali decisioni di ogni singolo esponente politico assunte nel corso della Legislatura uscente (modalità di voto, proposte di legge, emendamenti, mozioni, ecc…), l’associazione elaborerà una lista di preferenze positive e negative che pubblicizzerà ai propri soci e simpatizzanti ed all’opinione pubblica, in modo assolutamente trasversale.

La LAV infatti, oltre ad essere un’associazione animalista che collabora con le istituzioni  ad ogni livello (dal piccolo Comune alla Comunità Europea) al fine di promuovere nuovi provvedimenti a tutela dei diritti animali è anche associazione apartitica che sostiene singoli politici impegnati concretamente ad attuare le nostre istanze, a prescindere dal partito o coalizione di appartenenza.

PIANO REGIONALE DIRITTI ANIMALI 2013-2018

  1. ANIMALI D’AFFEZIONE E PREVENZIONE DEL RANDAGISMO 

Nonostante la legge regionale attuativa della legge quadro 281/1991 sia stata approvata nel 2006 (poi trasposta nel T.U. delle leggi regionali in materia di sanità l.r. 33/2009, Titolo VIII Capo II), resta ancora troppo disapplicata per via della scarsa conoscenza delle disposizioni ivi contenute (compreso il relativo Regolamento Regionale 2/2008) da parte in primis delle stesse istituzioni (Comuni, ASL, Polizie Locali), ma anche dei cittadini. 

Le richieste della LAV:

  • Contrastare le più frequenti violazioni alla Legge Regionale 33/2009 Titolo VIII Capo II, come: esposizioni animali in vetrina, presso esercizi commerciali; animali in premio/regalo per eventi pubblici; carenza di controlli post-affido da parte delle ASL.
  • incrementare con risorse regionali i fondi per implementazione della L.r. 33/09;
  • vietare vendita ambulante animali e le fiere espositive;
  • limitare l’acquisto di cani e gatti presso i soli allevamenti e regolamentare l’apertura di nuovi allevamenti;
  • riconoscere e promuovere la presenza di strutture di ricovero per gatti (gattili) e istituire l’anagrafe felina;
  • istituire il 118 veterinario;
  • regolamentare la gestione e le modalità di detenzione di tutti gli animali d’affezione presso gli esercizi commerciali, i mezzi di trasporto pubblici, gli uffici pubblici, le istituzioni di cura, custodia, educazione.
  1. CACCIA E FAUNA SELVATICA

L’amministrazione regionale uscente si è ancora una volta contraddistinta per il particolare impegno a promuovere leggi poi giudicate illegittime dalla Corte Costituzionale nonché dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea e della Commissione Europea.

Le richieste della LAV:

  • rispetto incondizionato della normativa comunitaria e nazionale (no deroghe);
  • restrizioni al calendario venatorio (no abilitazione per under 21 e over 65, annuale verifica sanitaria abilitativa);
  • no importazioni e immissioni fauna “pronta-caccia”;
  • bocconi avvelenati: immediato stop caccia o attività correlate in aree contaminate;
  • alloctoni: divieto commercio specie alloctone e piano regionale straordinario di contenimento delle specie alloctone (scoiattolo grigio, nutrie, minilepri, ecc…) tramite sterilizzazione e non abbattimento.
  1. CIRCHI E SPETTACOLI

Sono oltre un migliaio i grandi animali impiegati per gli spettacoli più classici del circo: si tratta prevalentemente di tigri, elefanti, cavalli e dromedari. A questi vanno aggiunti centinaia di rettili, ma anche cani, grossi bovini e addirittura pinguini. Un circo di medie dimensioni può arrivare ad occupare un’area compresa tra i 3000 e i 5000mq (roulotte, tendoni e camion compresi).

Per evidenziare l’insostenibilità di simili “attrazioni”, è utile ricordare che nelle strutture circensi italiane sono almeno 150 le tigri imprigionate: un numero di animali più che sufficiente per ripopolare una intera area dove questa specie rischia l’estinzione. 

Solo nel 2000 il Ministero dell’Ambiente ha emanato, tramite la Commissione Scientifica CITES e ai sensi della legge 150/92 sul commercio internazionale di specie di fauna e flora in via di estinzione, le Linee Guida per il corretto mantenimento di molti degli animali che continuano ad essere prigionieri del circo (Linee Guida integrate in data 19 aprile 2006 con prot. DPN/10/2006/11106). Tuttavia, grandi felini, elefanti, scimmie orsi ecc. continuano ad essere detenuti in condizioni che violano palesemente tali disposizioni, e sempre più frequenti sono le pronunce della magistratura in materia.

Inoltre, sempre più consolidata è l’attenzione rivolta nei confronti di tali strutture che spesso sono protagoniste di processi penali dati dalla violazione di normative generali in tema di benessere animale, a dimostrazione delle condizioni in cui versano tali animali (“impacchettati”, detenuti in gabbia, trasportati per chilometri e chilometri, con ogni condizione atmosferica) anche quando i criteri CITES siano rispettati.

Le richieste della LAV:

  • no ai circhi con animali (regolamentare sul territorio regionale l’uso degli animali in spettacoli circensi e similari, ai fini di una maggiore tutela degli animali, del personale addetto e del pubblico nonché in favore del sostegno e rilancio del circo contemporaneo e degli artisti di strada che non usano animali).

 

  1. VIVISEZIONE

 

Nel triennio 2007-2009 (dati pubblicati sulla G.U. n.53 del 03.03.2010 ai sensi del decreto legislativo 116/92) 2.603.671 è il numero di animali uccisi a fini sperimentali, numeri ancora troppo alti visto il quadro scientifico e legislativo europeo che prevede la promozione dei metodi alternativi alla sperimentazione animale e la chiara posizione contraria dell’opinione pubblica alla vivisezione.

Le specie più rappresentate continuano ad essere topi (1648314) e ratti (682925), seguono uccelli (97248), altri roditori e conigli (73362), pesci (59881): animali largamente impiegati a causa del loro basso costo e perché facilmente maneggiabili, piuttosto che per ragioni strettamente scientifiche. 

Inoltre, è in aumento il ricorso alle scimmie (sia ceboidea che cercopothecoidea), specie regolamentate dal Decreto in modo fortemente restrittivo che dovrebbe rappresentare una deroga eccezionale e sicuramente non incoraggiarne l’aumento. I primati non umani, come i cani, sono utilizzati per esperimenti fortemente invasivi che comportano alti e prolungati livelli di dolore come studi di tossicità e indagini legate a problematiche nervose e mentali umani e cancro.

Il dato numerico, già di per sé allarmante, è fortemente sottostimato visto che non rientrano nelle statistiche invertebrati, embrioni, feti e animali utilizzati già soppressi.

Le sperimentazioni senza ricorso ad anestesia sono le più dolorose per gli animali, eppure nel 2008-2009 sono state effettuate ben 350 procedure senza il ricorso ad alcuna forma di lenizione: esperimenti che hanno inflitto agli animali intensi e prolungati livelli di dolore.

Dal Rapporto LAV elaborato su dati diffusi dal Ministero della Salute, risulta inoltre che dei oltre 600 stabilimenti utilizzatori (dove si pratica vivisezione) presenti in Italia, 133 sono nella sola Lombardia, mentre per quanto riguarda gli allevamenti di animali per la vivisezione, tra gli 8 dei più importanti, 4 sono in Lombardia. 

Presso il Consiglio Regionale della Lombardia, nelle ultime tre legislature, sono state depositate numerose proposte legislative da diversi schieramenti politici ma nessuna legge è poi mai stata approvata.

Le richieste della LAV:

  • indirizzare fondi regionali verso l’incremento di metodi sostitutivi;
  • aumentare la diffusione dei metodi alternativi grazie a corsi di formazione presso Università e centri di ricerca;
  • diffondere la legge sull’obiezione di coscienza n.413 del ’93.

 

  1. GESTIONE DELLE POLITICHE REGIONALI PER GLI ANIMALI

Con la finalità di assicurare la migliore implementazione delle norme esistenti e di migliorare dunque la convivenza con gli animali, è indispensabile definire una figura delegata alla gestione dell’Area Tutela Animali, ovvero di pochi uffici specializzati, idonei ad assorbire tutte le competenze in materia di animali e coordinare il lavoro dei corrispettivi uffici comunali e delle ASL veterinarie. 

Le richieste della LAV:

  • Predisposizione di una Area Tutela Animali regionale.

Cercasi ostinati “digitali” #davvero

ostinazione1Continuiamo la nostra campagna elettorale a “filo d’erba” consumando suole piuttosto che suolo e raccontando cosa abbiamo fatto, cosa vorremmo fare e cosa ci propongono di fare. Ogni campagna elettorale è una tournée politica e umana con l’ascolto sempre in scena. In molti mi chiedono come dare una mano anche se lontani, come sostenerci anche non potendo votarci e oggi vi proponiamo una possibilità. Ringraziando chi vuole esserci, con noi:

OSTINATAmente Smoderati, #davvero. Anche sul web.

Per vincere abbiamo bisogno anche di te. 
Ogni giorno, con una semplice azione, puoi contribuire in modo determinante a far conoscere il programma di Giulio Cavalli su Facebook, Twitter e alle tue reti di contatti.

Hai un blog? Puoi aiutarci a dare visibilità alla campagna elettorale di Giulio pubblicando le notizie che ti invieremo quotidianamente, oppure puoi tu stesso realizzare un’intervista.
Diventa un volontario digitale: scrivici a ufficiostampa.cavalli2013@gmail.com e ti invieremo ogni giorno i materiali da diffondere.
Grazie.
 
Info: 
Elena Bellini
cell. 347.0602574

Se mi sostiene Pippo (Civati)

20425_10151244441502756_400852630_nNella prossima legislatura della Regione Lombardia ci mancherà Pippo Civati. Niente di grave, eh, piuttosto una sua “partenza” per Roma che può fare solo bene alla qualità del Parlamento che verrà e che sicuramente può essere un canale importante per i bisogni, l’ascolto e i progetti dalla Lombardia. In questi due anni e mezzo io e Pippo abbiamo condiviso moltissimi passi politici mentre il Formigonismo ci marciva sotto le scarpe e la politica diventava orgia tra gossip, vizi privati e lobby snaturate. Abbiamo provato ad accendere la luce su cultura e territorio quando ancora sembravano argomenti tabù di qualche nostro giovanilismo di troppo, abbiamo fatto insieme la campagna elettorale del 2010 parlando di mafie e antimafie quando tutti giocavano a fare i rassicuratori a tutti i costi. Ci dicono in molti che l’amicizia in politica sia dannosa e controproducente per i meccanismi di consenso che hanno bisogno di essere anaffettivi: sbagliano. Ed è una soddisfazione vedere smentita questa ipotesi. Con Pippo abbiamo discusso (a volte anche a voce alta) su una politica che possa essere presa terribilmente sul serio partendo dalle idee e dai progetti con l’entusiasmo e la misura, abbiamo coltivato il valore di uno “stare insieme” che faccia rete al di là dei personalismi e delle sigle e ci siamo impegnati a tenere la barra dritta, sempre.

Per questo la vicinanza e l’amicizia di Pippo per le elezioni regionali del 24 e 25 febbraio che possono davvero cambiare la Lombardia mi onora. Perché è un altro passo di un cammino che vogliamo fare. #davvero

Acqua pubblica, ma #davvero

Un appello (che mi vede favorevole, ovviamente) da firmare, sostenere e fare girare. Ambrosoli incluso. Ma #davvero:

oe-farahani29APPELLO AI CANDIDATI ALLE ELEZIONI REGIONALI DELLA LOMBARDIA PER UNA NUOVA LEGGE REGIONALE SULL’ACQUA E SUL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO  

La Regione Lombardia si appresta a scegliere il suo nuovo Presidente e ad intraprendere un nuovo modello di  governo regionale. In un momento in cui la crisi finanziaria mette a dura prova la stabilità ed il ruolo degli Enti Locali,  troppo spesso i governi, invece di proporre strategie di rilancio dell’economia e della società, hanno proposto la  svendita dei beni comuni, allontanandosi dalle scelte espresse con i Referendum del 2011 contro la mercificazione  e privatizzazione dei servizi pubblici locali e in particolare del servizio idrico. La richiesta di rispettare le scelte  referendarie, portata avanti dal Comitato promotore e dal Forum dei Movimenti dell’acqua, si è dovuta brutalmente  confrontare con lo svuotamento messo in atto dai poteri politici ed economici che hanno contrastato l’autonomia  degli Enti Locali e contraddetto la volontà espressa da 27 milioni di cittadini italiani.  Anche lo scenario post-referendario di Regione Lombardia si è caratterizzato per forti negatività in materia di  legislazione sui servizi pubblici locali e su quello idrico in particolare. La legge sui servizi pubblici locali vigente, già  falcidiata dall’abolizione referendaria dell’art.23bis e in seguito dichiarata incostituzionale in alcune sue parti, va  rivista complessivamente nel suo impianto. I modelli gestionali devono essere revisionati in funzione della gestione  territoriale della risorsa, l’identificazione degli ambiti territoriali di riferimento va riformulata, ed è necessario mettere  in atto politiche di investimenti per prevenire i cambiamenti climatici, migliorare lo stato dell’ambiente e delle risorse  idriche locali che, secondo le ultime stime dell’Agenzia europea dell’ambiente, non godono certo di buona salute.  L’insieme di queste constatazioni, associato alla volontà espressa dai cittadini lombardi con i Referendum in  particolare per quanto attiene la gestione del servizio idrico, al pronunciamento della Corte Costituzionale rispetto al  ruolo degli Enti Locali, alla delega alle Regioni per la riorganizzazione delle Autorità d’Ambito e al riordino delle  Province, evidenzia l’urgenza per la Regione Lombardia di mettere mano ad una profonda revisione del quadro  legislativo regionale in tema di servizi pubblici locali.  I principi alla base di una nuova legislazione devono a nostro parere essere:  – Il riconoscimento dell’accesso all’acqua quale diritto umano da garantire ad ogni cittadino (già affermato nell’art.  41 legge regionale 26/2003), stabilendo una quantità minima garantita a carico della fiscalità regionale (in  assenza di analogo provvedimento nazionale) e la tutela del patrimonio idrico come bene comune pubblico  inalienabile a tutela delle future generazioni, gestito al di fuori delle regole del mercato.  – La salvaguardia ambientale delle risorse idriche disponibili, a tutela della qualità e della disponibilità dell’acqua  per uso umano, preminente rispetto agli usi industriali e agricoli.  – La partecipazione dei cittadini e dei lavoratori al governo e alla gestione del servizio idrico integrato, sia negli  organi regionali che in quelli territoriali (bacini).  – La promozione (anche finanziaria) di nuove forme di gestione del servizio idrico su base cooperativa e di  «economia sociale» nei territori regionali, nonché di progetti di cooperazione e solidarietà internazionale volti a  garantire l’accesso all’acqua nelle aree più povere del pianeta.  – Un governo delle relazioni tra acqua, agricoltura/cibo, salute ed energia, ispirato all’obiettivo di concretizzare il  diritto alla vita e la sicurezza collettiva a livello locale e alla salvaguardia del bene comune acqua.  Alla luce di quanto sopra, il Coordinamento Regionale Lombardo dei Comitati Acqua Pubblica  chiede ai candidati alla Presidenza della Regione Lombardia ed alle forze politiche che li sostengono:  

1) Di assumere come impegno dei primi cento giorni la formulazione di una legge regionale specifica sul governo  e la gestione delle risorse idriche e dell’intero ciclo dell’acqua per tutti gli usi, evitando qualsiasi tentativo di  mercificazione della risorsa e di privatizzazione della gestione.  Inoltre e in particolare rispetto al Servizio Idrico Integrato (S.I.I.), si chiede che:  

2) Il S.I.I., inteso quale insieme delle attività di captazione, adduzione e distribuzione di acqua a usi civili, fognatura  e depurazione delle acque reflue, sia classificato come un servizio pubblico locale di interesse generale,  privo di rilevanza economica.  

3) Il S.I.I. sia organizzato sulla base di ambiti territoriali ottimali (ATO) corrispondenti ai bacini idrografici.  

4) Le province, i Comuni e la Città metropolitana organizzino il S.I.I. affidandone la gestione, per ciascun bacino,  a soggetti di diritto pubblico, in conformità con i principi riconosciuti dalla giurisprudenza comunitaria.  

5) La gestione del S.I.I. sia ispirata a promuovere il risparmio idrico e l’uso dell’acqua di rubinetto da bere.  

6) Si adottino politiche urbanistiche volte a promuovere la riconciliazione tra i cittadini e l’acqua, facendo della  gestione partecipata del ciclo dell’acqua un contesto di promozione e di governo dei beni comuni e del vivere  insieme.  

Chiediamo ad ogni candidato di rispondere (email: info@contrattoacqua.it) al presente Appello, esprimendosi (favorevole  / non favorevole) rispetto ad ognuno dei sei punti sopra indicati ed eventualmente aggiungendo brevi commenti.  

Coordinamento Regionale Lombardo dei Comitati Acqua Pubblica  Milano, 20 gennaio 2013