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Per Giulio Cavalli, consigliere regionale di Sel, correre per la presidenza della regione Lombardia, per la successione a Formigoni, è anche una questione personale. Cavalli, sotto protezione dal 2008 per le minacce ricevute dalla ’ndrangheta, non nasconde quello che lui stesso definisce come «un personalissimo conflitto d’interessi».
«Per me è difficile raccontare cosa vuol dire», ci spiega Cavalli. «Ma provate a immaginare cosa si prova scoprendo che la tua vita, sotto scorta, non è stata rovinata da un assessore colluso, ma da 4mila elettori lombardi che hanno scelto di vendere il proprio voto, sacrificando la democrazia».
Cavalli quindi si candida.
Diciamola così: loro, i mafiosi, si sono tanto occupati di me. Ora è il tempo che io mi occupi di loro.
Che tempi prevede. Quando si vota?
Si voterà la prima settimana di gennaio o, al massimo, la prima di febbraio.
Con una nuova legge elettorale?
Se si trova l’accordo, sì. Dovremmo riuscire a togliere il listino bloccato.
Ci sono i tempi per fare le primarie?
Le primarie si faranno. E Maurizio Martina stesso, il segretario del Pd, bisogna dire che si sta impegnando per questo.
Lì rischia di scontrarsi con Pippo Civati, suo collega e amico. Preoccupato?
Io e Pippo abbiamo un rapporto di amicizia, che in politica è una cosa rara. Poi credo comunque che la sua strada sia un’altra, che lui sia legato ad altre dinamiche. Vedremo. Io credo che il Pd punterà sul suo segretario regionale.
Questo perché è tramontata la candidatura di Ambrosoli…
In quel caso non avremmo avuto bisogno delle primarie.
Poi c’è Tabacci, un nome che gira.
(Ride). Tabacci faceva il presidente in Lombardia quando io avevo 10 anni e assessore della sua giunta era quel Simone arrestato nell’affare Daccò.
Per lei è anche una questione personale.
Personale, certo. Non personalistica. Il mio conflitto d’interessi è evidente, solo che non difendo un mio profitto privato, ma la sopravvivenza dei miei principi. La corsa è per capire se sono condivisi da altri. Dobbiamo spiegare che la solidarietà è il più grande antidoto alla criminalità, e che non è vero quello che ci racconta la propaganda leghista, che non ce la possiamo permettere. E poi che non c’è differenza tra la volontà di smontare sistematicamente la sanità e la scuola pubblica, favorendo gli interessi privati, e i reati di cui si parla in questi giorni.
Nella sua coalizione ci sarà l’Udc?
A me piace il modello Milano, la coalizione larga, con la Federazione della sinistra. Ma niente Tabacci. Figurarsi l’Udc.
Eppure stavano all’opposizione di Formigoni.
No, stavano in mezzo. Se quella dell’Udc era opposizione, io ero assessore alle infrastrutture.