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regione lombardia

La Lega e l’antimafia

Roberto Maroni dichiara che per la Regione Lombardia occorre una “commissione antimafia”. Ma guarda un po’! E pensare che quando a proporla fu Giulio Cavalli (attore e consigliere regionale dell’opposizione, che vive sotto scorta perché minacciato proprio dalla ‘ndrangheta) nessuno della Lega gli diede retta. Anzi, quando lo stesso Cavalli denunciò infiltrazioni della ‘ndrangheta in Consiglio fu minacciato di querela dal leghista Davide Boni, allora Presidente del Consiglio regionale e poi dimessosi perché indagato per corruzione.
Comunque, anche se in ritardo, ben venga la commissione, ma il candidato ideale per esserne presidente e offrire le dovute garanzie dovrebbe essere lo stesso Giulio Cavalli, per la credibilità e competenza fin qui dimostrate, e non certo la persona indicata da Maroni: che avrà anche rifiutato i voti dalla ‘ndrangheta, ma sembra più per paura che per consapevolezza.

Lo scrive il PD di Vedano Olona.

Il Dario furioso

«Sento arrivare il grande crollo. Non c’è solo Formigoni. In questi giorni assistiamo a mosse e mossette. Maroni dice votiamo ad aprile? Allora lo anticipo, dice l’altro, votiamo a gennaio! No, febbraio. La Lega dentro? La Lega fuori? Tutto un far battute da opera buffa. E i sorrisi, ha visto quanto sorridono, tutti quei maneggioni? Un linguaggio da “Le Roi s’amuse”, il Re si diverte, il buffone denuncia, e poi arriva la censura. Le Roi s’amuse, eccome se s’amuse. Ma io dico che è finita la cuccagna». Dario Fo parla di Formigoni, Lombardia e solidarietà: la sua intervista qui.

 

 

A proposito della commissione (volutamente minuscola) antimafia leghista

[comunicato stampa]

“In Regione Lombardia l’unica garanzia antimafia possibile sono le dimissioni di questa giunta. Se la Lega ha intenzione di garantire i lombardi dalla ‘ndrangheta ha un’unica possibilità: protocollare le dimissioni e uscire dal Consiglio con le mani alzate. Ricordo a Cecchetti che questo Consiglio Regionale, ha già approvato una legge sulla legalità: purtroppo la Lega, dopo aver affidato un tema così delicato a Renzo Bossi, ha sempre dimenticato di finanziarla. Per quale motivo dovremmo credergli ora?” Così Giulio Cavalli commenta la proposta del leghista Cecchetti d’istituire una commissione permanente antimafia da lunedì prossimo in Regione Lombardia

“Sulla figura di Tizzoni, come presunto uomo di garanzia” conclude il consigliere di Sinistra Ecologia Libertà”è sufficiente riportare le parole della stessa Boccassini che evidenzia come in realtà non ha denunciato come avrebbe dovuto nel suo ruolo”

“Credo che sia il caso di osare una Lombardia migliore”: intervista a Il Cittadino

L’ndrangheta sembra rincorrerlo. Primo attore italiano sotto scorta per gli attacchi delle cosche, ora consigliere regionale per Sel. Giulio Cavalli è pronto a candidarsi alle primarie di coalizione e a correre come governatore nella regione in cui, l’ultimo scandalo giudiziario, racconta proprio dell’incontro «osceno» tra mafia e politica, che spesso ha denunciato in libri e spettacoli. Una vicenda che ha portato all’arresto dell’assessore Domenico Zambetti, con l’accusa di voto di scambio e legami con l’ndrangheta. Il lodigiano fa sul serio per la corsa alle primarie e sta già preparando i comitati per la campagna elettorale.

Cavalli, cos’è successo in Lombardia negli ultimi mesi?

«Abbiamo assistito ad un lento sgretolamento del sultanato di Formigoni dove i servitori che non si sentivano pagati abbastanza hanno deciso di ribellarsi. Il vero problema di Formigoni è che si è sempre circondato di persone che erano brave ad essere inopportune e altrettanto brave a non farsi incastrare dagli avvisi garanzia. Qualcosa ora si è rotto, ma a vincere le primarie è stata solo la magistratura. Questa però è anche una sconfitta culturale per il centrosinistra».

Come vive questo risveglio delle coscienze sul tema delle infiltrazioni della criminalità organizzata?

«Mi consideravano un allarmista, ora sono diventato un profeta: si sono rotti gli argini della curiosità democratica. In Lombardia, però, l’indignazione dura il battito d’ali d’una farfalla».

È stato tra i primi a chiedere le dimissioni di Formigoni.

«L’ho fatto il giorno dopo l’insediamento perché si è fatto una legge “ad hoc” per superare l’empasse del quarto mandato e lo ha fatto con listino sottoscritto anche con firme false. L’illegalità si respirava dal primo giorno in Lombardia».

Si è parlato di elezioni a dicembre. Cosa ne pensa?

«Penso che neppure l’ultima fan ultracentenaria di Pertini andrebbe a votare il 23 dicembre. Quella data è un tentativo di Formigoni per alzare “il prezzo” con i referenti romani del partito. La data più probabile per le elezioni è tra febbraio e marzo. Ci sarà tutto il tempo per le primarie del centrosinistra, il più alto livello di coinvolgimento di cui ha bisogno un paese che deve rispondere al vento dell’antipolitica».

Cosa hanno significato per lei questi anni in Regione? E quali delle sue battaglie hanno toccato il Lodigiano e il Sudmilano?

«Ho sempre pensato che la politica fosse uno dei servizi più alti per la comunità e ho cercato di rispettare il mio ruolo. Fra le battaglie, c’è quella per l’osservatorio sulla legalità, la questione ambientale, che per il Lodigiano ci ha portato a presentare più di un’interrogazione sulla discarica di Cavenago e ancora la soddisfazione di essere riusciti a far rimuovere persone inopportune come Felice Tavola (già revisore dei conti di Arpa Lombardia, indagato per una frode fiscale da decine di milioni di euro, ndr) e Pietrogino Pezzano. Ci siamo anche impegnati sulla sanità e nel Lodigiano abbiamo sollevato il caso dei fondi spesi per il faraonico nuovo ospedale che sposta l’attenzione dalle persone all’azienda».

In caso di primarie quindi il suo nome ci sarà?

«Sì, i comitati sono in fase di costruzione. Voglio pensare che il Partito democratico garantirà le primarie in una regione in cui si deve tornare a parlare di persone, di vita, di amore, etica e diritti. Credo che sia il caso di osare una Lombardia migliore».

Tra gli altri candidati si citano il consigliere per il Pd Beppe Civati. La sua sarà una corsa alternativa a Civati? Qualcuno la vedeva già pronto a scalare il Parlamento.

«Non credo che io e Civati ci scontreremo mai. E Roma per ora non mi interessa. Il mio posto è in Lombardia».

Rossella Mungiello

da IL CITTADINO

Discarica di amianto a Brescia: ogni tanto vincono gli altri

O almeno non vincono i soliti noti. Sulla discutibilissima discarica di amianto a Brescia e tutte le problematiche legate a quel territorio abbiamo detto e fatto tutto quello che potevamo ma, questa volta, hanno finalmente vinto i cittadini come scrive giustamente il sito della Rete Antimafia di Brescia.
E come sottolinea il comunicato del Comitato Spontaneo contro le nocività:

Eravamo lì dai primi giorni di ottobre, di sentinella, per controllare e informare tutti di cosa stava avvenendo. Abbiamo controllato l’andirivieni dei camion nella proprietà Faustini; abbiamo visto gli operatori Profacta stoccare l’amianto in modo non corretto,in una discarica dove l’acqua piovana, non drenata, si raccoglieva in grosse pozzanghere sul fondo; infine abbiamo visto e documentato pacchi di amianto non correttamente imballati che presentavano evidenti lacerazioni. Dalla data di apertura della discarica l’amianto è stato portato per soli tre giorni e, in un periodo così breve, abbiamo verificato che sono state ignorate molte delle misure di sicurezza previste dalle autorizzazioni rilasciate. Ogni infrazione è stata puntualmente segnalata agli enti competenti finché, a seguito di sopralluogo del Corpo Forestale dello Stato e dell’ARPA, nella mattinata di giovedì 18 ottobre l’area della discarica è stata sottoposta a sequestro penale. Da più di tre anni ci battiamo contro l’interramento dell’amianto e contro questo impianto attraverso presidi, ricorsi legali, cortei, sciopero della fame, sollecitazioni dell’intervento di Sindaco e Assessori, Provincia e Regione. Perché siamo stati costretti a ricorrere all’intervento della magistratura? Non è forse mancato il compito di tutela e sorveglianza di ambiente e salute da parte delle istituzioni? Con quale criteri è stata valutata la localizzazione e realizzazione di questa discarica, in un sito non idoneo e destinato a diventare Parco? Il profitto dell’imprenditore ha forse scavalcato l’interesse pubblico? Una volta ancora è evidente la profonda distanza tra l’appassionato impegno civico delle persone e la ritrosia delle istituzioni. 19.10.12 Comitato spontaneo contro le nocività

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Una #cosaseria in Lombardia. #davvero

A piccoli passi. Si lavora:

Regionali Lombardia, Capelli (Rifondazione): “Grande apprezzamento per la candidatura di Cavalli”

Milano, 18 ottobre 2012. Dichiarazione della Segretaria di Rifondazione Comunista Lombardia, Giovanna Capelli:

“La manifestazione di lunedì 15 ottobre ha mostrato che finalmente cresce l’indignazione dei/delle cittadini/e contro la Giunta Formigoni e il suo sistema di potere.
Quella mobilitazione, e il precipitare degli eventi, hanno indotto diverse personalità e protagonisti della società civile e della politica a mettersi in gioco e a candidarsi alle primarie; è un processo positivo.
Fra queste figure emerge Giulio Cavalli; sulla sua candidatura esprimiamo grande apprezzamento, per la sua storia di uomo impegnato contro le mafie per la legalità, per le battaglie che ci hanno visti insieme nella difesa del territorio contro la speculazione, per le lotte contro le grandi opere inutili dietro cui sono emersi intrecci perversi fra politica e criminalità organizzata. Ci riconosciamo anche nel percorso proposto da Cavalli di partecipazione popolare e di coinvolgimento della Federazione su modello della grande esperienza delle elezioni di Pisapia a sindaco di Milano”.


Partito della Rifondazione Comunista
Federazione di Milano
Ufficio stampa
email: ufficiostampaprcmilano@gmail.com

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Mi candido #davvero (intervista a Pubblico)

Pubblicata su Pubblico

Per Giulio Cavalli, consigliere regionale di Sel, correre per la presidenza della regione Lombardia, per la successione a Formigoni, è anche una questione personale. Cavalli, sotto protezione dal 2008 per le minacce ricevute dalla ’ndrangheta, non nasconde quello che lui stesso definisce come «un personalissimo conflitto d’interessi».

«Per me è difficile raccontare cosa vuol dire», ci spiega Cavalli. «Ma provate a immaginare cosa si prova scoprendo che la tua vita, sotto scorta, non è stata rovinata da un assessore colluso, ma da 4mila elettori lombardi che hanno scelto di vendere il proprio voto, sacrificando la democrazia».

Cavalli quindi si candida.
Diciamola così: loro, i mafiosi, si sono tanto occupati di me. Ora è il tempo che io mi occupi di loro.

Che tempi prevede. Quando si vota?
Si voterà la prima settimana di gennaio o, al massimo, la prima di febbraio.

Con una nuova legge elettorale?
Se si trova l’accordo, sì. Dovremmo riuscire a togliere il listino bloccato.

Ci sono i tempi per fare le primarie?
Le primarie si faranno. E Maurizio Martina stesso, il segretario del Pd, bisogna dire che si sta impegnando per questo.

Lì rischia di scontrarsi con Pippo Civati, suo collega e amico. Preoccupato?
Io e Pippo abbiamo un rapporto di amicizia, che in politica è una cosa rara. Poi credo comunque che la sua strada sia un’altra, che lui sia legato ad altre dinamiche. Vedremo. Io credo che il Pd punterà sul suo segretario regionale.

Questo perché è tramontata la candidatura di Ambrosoli…
In quel caso non avremmo avuto bisogno delle primarie.

Poi c’è Tabacci, un nome che gira.
(Ride). Tabacci faceva il presidente in Lombardia quando io avevo 10 anni e assessore della sua giunta era quel Simone arrestato nell’affare Daccò.

Per lei è anche una questione personale.
Personale, certo. Non personalistica. Il mio conflitto d’interessi è evidente, solo che non difendo un mio profitto privato, ma la sopravvivenza dei miei principi. La corsa è per capire se sono condivisi da altri. Dobbiamo spiegare che la solidarietà è il più grande antidoto alla criminalità, e che non è vero quello che ci racconta la propaganda leghista, che non ce la possiamo permettere. E poi che non c’è differenza tra la volontà di smontare sistematicamente la sanità e la scuola pubblica, favorendo gli interessi privati, e i reati di cui si parla in questi giorni.

Nella sua coalizione ci sarà l’Udc?
A me piace il modello Milano, la coalizione larga, con la Federazione della sinistra. Ma niente Tabacci. Figurarsi l’Udc.

Eppure stavano all’opposizione di Formigoni.
No, stavano in mezzo. Se quella dell’Udc era opposizione, io ero assessore alle infrastrutture.

Emergenza: stiamo perdendo la sanità pubblica

Una delle tante mail che mi arrivano quotidianamente sulla sanità lombarda. Questa volta da Brescia. Forse vale più di cento comizi. Se non “ripubblicizziamo” la Lombardia questa volta non ce lo potremo perdonare:

La politica di Formigoni, circa il destino della sanità pubblica è stata reazionaria, fin dalla sua comparsa alla guida della nostra regione.
Ho iniziato a lavorare in qualità di psicologa clinica nel 1978; era l’incipit della nascita dei consultori familiari. Ho visto la loro evoluzione, con la partecipazione della popolazione, i comitati di gestione ecc. A Brescia negli anni 80 si contavano 9 consultori familiari, uno per circoscrizione, nel tempo si sono ridotti a 5, per poi arrivare ai giorni nostri a tre. Tra pochi giorni si chiuderà l’ennesimo consultorio e gli unici due consultori pubblici a confronto con ben 4/5 consultori privati accreditati dalla regione. Nella provincia la situazione è ancora più grave. Spesso i servizi privati accreditati sono di tipo confessionale, dietro i quali vigila la compagnia delle opere.
La qualità dei servizi erogati non sono comparabili al servizio pubblico, è naturale che il privato curi il propio interesse economico e spesso a scapito della qualità delle perstazioni, i dipendenti assunti, sono malpagati e spesso assunti con modalità di alto precariato.
Se poi il risparmio non è evidente come sembra, ma a voi il compito di verificare qualità , flussi informativi e costi., Che senso ha la politica della sanità privata? A me risulta che abbiamo guadagnato in scarsa qualità di servizio,  sfruttamento del personale e poi non tutte le prestazioni sono erogate dai consultori accreditati di tipo confessionale, es per l’i.v.g., non dovremmo garantire la laicità dei servizi?
Una nota la richiede i prossimi tagli previsti, il 20% della dirigenza ed il 10% del comparto e le relative strutture di coordinamento..ma nessuno è andato a vedere che il numero piu elevato di strutture anche nella sanità sono state attribuite ai dirigenti amministrativi?
A livello nazionale , le strutture prettamente sanitarie sono circa il 9%, mentre le strutture degli amministrativi , che da sempre fanno da padroni sono di circa il 45%.  La lombardia rientra nello standard nazionale. La dirigenza degli amministrativi detiene il potere della conoscenza legislativa e burocratica, e spesso abusa di questo, ed il confronto con le strutture apicali ne è la prova. L’esempio dello storno dei fondi degli psicologi sui loro stipendi per molti anni, è esaustivo. Da molti anni, nonostante i ricorsi partiti in tutta italia, sono pochi i colleghi che hanno avuto sentenze positive. In lombardia questo ricorso langue da molti anni tra le maglie dei tribunali.
Ma la giustizia non  era uguale per tutti,? purtroppo invece è volubile a seconda di giudici collusi con il potere locale.
Siamo in un clima di controlli..ma non ci vuole molto a monitorare le carriere nella asl e nelle A.O., basterebbe verificare la percentuale di tessere di un paio di partiti…oppure tutto è cosi casuale? Solo i più meritevoli appartenmgono a determinati partiti?
La gente non conosce ciò che sta avvenendo. Troppi anni di mal governo sono riusciti ad annichilire, addormentare le persone. Forse adesso ci sono cenni di risveglio, ma è già troppo tardi o no? Oltre oceano, Obama ha fatto sforzi incredibili per riportare la sanità pubblica in America, prima non esisteva il diritto alla cura se non avevi carte di credito adeguate!
Lo sappiamo tutti che la sanità pubblica e la scuola pubblica sono la garanzia di uno stato democratico.

Giulio Cavalli ad Affaritaliani.it: “Per le primarie se si vuole il tempo lo si trova”

di Fabio Massa da Affari Italiani

Giulio Cavalli, consigliere regionale di Sel, attore antimafia, in un’intervista ad Affaritaliani.it spiega: “L’alleanza Lega Nord-Pdl è un teatrino irresponsabile, davvero poco divertente. E’ un gioco delle parti che non vuole essere altro che la ricaduta in piccolo degli accordi che ci saranno a livello nazionale”. A sinistra? “Siamo pronti, c’è la sintesi. Ma l’alleanza con l’Udc è impossibile. E non sono convinto che ci si debba mettere d’accordo con assessori che sono usciti eroici dalle loro bagatelle con Formigoni”. Infine, su Civati: “Credo sia molto difficile che potremo sfidarci”

Giulio Cavalli, lei da sempre è impegnato nella lotta contro la mafia. Che cosa ne pensa del fatto che la richiesta di arresto sia stata avanzata un anno fa e solo recentemente è stato dato seguito? Può essere un dettaglio per i complottisti…
Si tenga conto che con l’operazione Infinito di due anni fa, si sono aperti inevitabilmente dei filoni anche più politici. E’ evidente che per un reato come questo, o si hanno elementi in mano, oppure si attende di averli. Non credo che ci siano retropensieri, si tratta solo di una grande attività investigativa.

Torniamo alla politica: l’alleanza tra Lega Nord e Pdl è definitivamente tramontata?
L’alleanza Lega Nord-Pdl è un teatrino irresponsabile, davvero poco divertente. E’ un gioco delle parti che non vuole essere altro che la ricaduta in piccolo degli accordi che ci saranno a livello nazionale. Oggi parlare di accordi, o rinviare decisioni politiche ad aprile, di fatto significa rimandare a un’altra era. Non mi aspetterei di rivedere Lega e Pdl insieme.

A sinistra siete pronti a sfidare il centrodestra sulle Regionali? Avete qualche idea in comune oppure è un caos di opinioni divergenti?
Su alcuni punti fondamentali c’è la sintesi nel centrosinistra. Pd, Idv e Sel hanno dimostrato una comunione d’intenti e siamo riusciti a fare sintesi spesso. Sono d’accordo sul fatto però che bisogna aprire, come dice Martina. Ora bisogna vedere però che le aperture non siano strabiche.

Che cosa vuol dire?
Che un’apertura ai moderati e ai centristi a me suona molto strana. Meglio guardare a sinistra e ai movimenti. L’alleanza con l’Udc è impossibile, il piano nazionale l’ha già chiarito. Io vorrei un processo per il quale si smetta di parlarsi tra segreterie e si inizi a parlare tra elettori. Sono convinto che il Movimento 5 Stelle o alcuni elettori della Lega, potrebbero ascoltare le nostre idee. Ma non sono convinto invece che ci si debba mettere d’accordo con assessori che sono usciti eroici dalle loro bagatelle con Formigoni.

Ogni riferimento ad Alessandro Cè è puramente voluto?
Ogni riferimento è puramente causale.

Il centrosinistra potrebbe non avere il tempo di fare le primarie.
Se si vuole il tempo lo si trova. Non vorrei essere il grillo parlante, ma con Affaritaliani.it lo avevamo già detto tempo fa: le primarie andavano fatte prima che Formigoni cadesse. Il colpo d’ala adesso non è stare a vedere l’agonia del Formigoni morituro per capire chi ci pianterà sopra la bandierina per dire “l’ho ucciso io”. Qui non siamo al safari. Il colpo d’ala è un progetto politico chiaro, con un percorso chiaro. E con le idee chiare. Il colpo d’ala è l’indicazione di una data delle primarie che possa coincidere con la data del voto a dicembre.

Pippo Civati è candidato alle primarie nazionali. Però adesso dice che si sente più vicino alla sfida lombarda. Avete una buona intesa. Che cosa ne pensa?
Non credo molto nei personalismi. Credo nelle idee. Io e Pippo possiamo avere idee molto vicine. Credo sia molto difficile che potremo sfidarci. E’ ovvio che ho una lontananza con il contenitore politico che lo ospita qui in Lombardia, il Pd.

Civati pare si sia avvicinato molto a Stefano Boeri, in questi mesi.
Su questo mi sembra che abbiamo due modi, due stili e due scenari radicalmente diversi.

Che faccia a metterci la faccia

Andiamo con ordine: l’appuntamento di questa sera a Palazzo Lombardia è importante per la presenza dei cittadini e, finalmente, l’emersione dell’indignazione civile. Quella stessa indignazione civile che aveva chiesto Giuliano Pisapia, civile e civilissima ma non disposta a tollerare tutto questo. Per questo eviterei sfilate di politici, lo dico adesso sapendo che non sarà così.

Poi c’è in questo momento in atto un vecchio trucco che si insinua tra le pagine di qualche quotidiano e nei corridoi atterriti del Pirellone: “niente personalismi”, dicono e dicono bene se coloro che lo chiedono sono gli stessi che stanno già costruendo sintesi, programmi e idee; perché se a dire “niente personalismi” sono quelli che confidano in un personalismo strutturale e di segreterie di partito allora il trabocchetto si svela subito.

La partita (una volta succedeva anche nei partiti) la fanno i programmi, le idee, i contenuti, le regole (mi raccomando: le regole, in fretta) e le persone e le facce: io ci metto la faccia.

Ci metto la faccia non perché la faccia debba essere per forza la mia ma perché la mia faccia si prende la responsabilità di essere garante delle posizioni che assumo.

Ci metto la faccia perché i partiti sono un mezzo e non un fine e le coalizioni una squadra e non una somma algebrica.

Ci metto la faccia perché qualsiasi decisione verrà presa ne rispondo guardando negli occhi.

Ci metto la faccia perché in questo pantano non siamo tutti uguali e lo dico a testa alta.

Ci metto la faccia perché chi cercherà di fare saltare le primarie dicendo che è tardi o chi cercherà di farci ingerire alleati indigesti o accrocchi non mi troverà con il sorriso servile.

Ci metto la faccia perché abbiamo le idee chiare e le difendiamo senza che vengano svendute in nome della fretta o delle emergenze.

Ora è il momento dell’unità e dell’inclusione per il dopo Formigoni. E di facce che mettano sul tavolo le idee. Mettendoci la faccia.