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Senza paura sui diritti

Senza perdersi in formule magiche: il manifesto “Laicità e Diritti” è uno stralcio di programma già pronto. A cui aderire. E sui cui fare politica. Per aderire laicitaediritti@gmail.com. Partiamo da qui. Anche per la nostra prossima Lombardia. (SEL ha aderito, tra l’altro. Per dire.)

Dopo 2 anni circa dalla prima stesura abbiamo deciso di modificare ed ampliare le tematiche contenute nel nostro manifesto “Chi ha paura dei diritti?”. Una revisione era d’obbligo, per aggiornare le nostre proposte al veloce cammino che i i diritti stanno facendo, almeno negli altri paesi europei. Auspicando che un simile percorso possa andare a buon fine anche nel nostro paese.

Vogliamo proporre queste battaglie, in modo assolutamente trasversale, alla politica, all’associazionismo ed alla società civile. Ci proponiamo di presentarle, di discuterle, confrontandoci con quante piu persone possibile. E voi, cosa ne pensate?

Chi ha paura dei diritti?

1) Sostegno scolastico per i bambini disabili.
L’integrazione della disabilità nella scuola italiana, e soprattutto nella primaria, è stata una vera eccellenza italiana. Purtroppo i successivi tagli alla spesa dell’istruzione, delle leggi finanziarie degli ultimi anni, la sta smantellando. Tante famiglie e classi scolastiche, si sono trovate ad affrontare da sole l’emergenza dei tagli imposti dalla riforma Gelmini, trovandosi nell’impossibilità di
vedere garantito per i propri figli quel diritto al sostegno che ne è la fondamenta. La Convenzione Onu del 2006, sui diritti dei disabili, ha stabilito che il sostegno va garantino nella misura in cui è necessario. Cosi come la Consulta con sentenza n.80 del 26/02/2010 ha dichiarato illegittime – sotto il profilo costituzionale – le norme che fissano un limite massimo al numero dei posti degli insegnanti di sostegno, e che vietano di assumerne in deroga, in presenza nelle classi di studenti con disabilità grave, stabilendo questo come diritto fondamentale (diritto all’istruzione). Nonostante tutto questo non si sono ancora presi provvedimenti consistenti, i tagli sono continuati e il numero degli insegnanti di sostegno costantemente ridotti e non selezionati, così molte famiglie si trovano nell’impossibilità di far seguire ai propri figli il normale percorso scolastico.
Chiediamo alla politica di attivarsi al piu’ presto.

2) Biotestamento.
riteniamo che ogni cittadino debba avere la possibilità di scegliere quali terapie accettare e quali rifiutare per la propria persona, comprese alimentazione e idratazione artificiali, stipulando un documento che abbia un riconosciuto valore legale e che renda possibile lasciare scritte le proprie volontà in caso che, un incidente o una malattia determinino la perdita della coscienza e quindi l’incapacità di far rispettare le proprie decisioni. Vogliamo stimolare la politica all’approvazione di una buona legge ed i Comuni all’istituzione in tempi brevi di un registro che raccolga i testamenti biologici dei cittadini.

3)Matrimonio civile per tutti i cittadini ed omogenitorialità.
Chiediamo il riconoscimento e l’estensione dei diritti a tutte le famiglie italiane. Vorremmo un paese in grado di stare al passo con la società e con la stragrande maggioranza dei paesi europei. Si è parlato di Pacs, Dico, Didore, abbassando ogni volta l’asticella e lasciando migliaia di famiglie prive della possibilità di tutelare i propri figli ed il proprio futuro. Si verificano ogni giorno situazioni incresciose e lesive della dignità e dei diritti di tanti cittadini, l’Italia è tra gli ultimi paesi in Europa a non essersi dotata di una legge in proposito. Con quanto è accaduto nei maggiori paesi europei, con le dichiarazioni (e le conseguenti azioni) dei leader Obama, Cameron ed Hollande riteniamo sia giunto il momento di chiedere, insieme, che tutti i cittadini italiani abbiano la possibilità di contrarre un matrimonio civile. Le unioni civili devono essere un istituto meno oneroso, aperto a tutti quei cittadini (etero od omosessuali) che ritengono di formare una famiglia, ma con meno doveri (e conseguentemente meno diritti). Per questo chiediamo alla politica di attivarsi ed estendere finalmente il matrimonio civile a tutti i cittadini.

Altra questione sono le adozioni In Italia vi sono oltre centomila bambini, figli delle cosiddette “famiglie arcobaleno”. Questi bambini devono essere tutelati come tutti gli altri, per questo chiediamo, per salvaguardare il nucleo familiare e soprattutto il minore, la possibilità che il genitore non biologico possa adottare legalmente il figlio del proprio partner, come avviene negli altri paesi europei.

Ci rendiamo conto che in un Paese dove non si è riusciti ancora nemmeno a votare una legge contro omo e transfobia tutto questo non sia di facile realizzazione, ma riteniamo che sia dovere della società civile, dell’associazionismo e della politica impegnarsi per far crescere anche culturalmente, oltre che legislativamente, le persone. Le battaglie per i diritti si vincono solo senza la paura di chiedere quello che è dovuto. Senza ipocrisie, senza “baratti” per tornaconti personali o alleanze elettorali. Con il coraggio di chiedere quello che è GIUSTO. Nell’ottica di questa visione la nostra posizione è anche favorevole alle adozioni di entrambi i partner, di un bambino che non sia biologicamente legato ai genitori, qualora la coppia richiedente superi positivamente il lungo e tortuoso percorso previsto dalla legge per le coppie eterossessuali. Non devono essere i nostri pregiudizi a sostituire il lavoro di giudici, psicologi, assistenti sociali e nessun cittadino dovrebbe essere escluso A priori da tale percorso.

Chiediamo anche attenzione verso le persone transessuali, in modo che la loro vita non sia una gara ad ostacoli, non solo contro il pregiudizio, ma anche contro la carenza di leggi: stiamo pensando in primis a provvedimenti come l’anticipata riassegnazione anagrafica e una seria tutela al momento dell’inserimento lavorativo.

4) Altro punto è una battaglia che stiamo portando avanti già da diverso tempo, l’approvazione della mozione contro Omo e Transfobia, proposta, ormai giù due anni fa, dai tavoli lgbt del PD e di SEL in modo congiunto. Dato che è stato impossibile approvare una legge nazionale contro omo e transfobia e che la proposta di cui è stata relatrice l’On Paola Concia è stata bocciata e tacciata di incostituzionalità, si è deciso di attivare una maratona del buon governo che coinvolga Comuni, Province e Regioni nell’approvazione di una mozione che impegni le istituzioni di riferimento in questa importante battaglia, lanciando un segnale alla politica. Ci auguriamo che continuino ad arrivare ancora numerosissime adesioni e che sia solo l’inizio di una battaglia seria contro la discriminazione di cui sono oggetto tanti cittadini di questo paese.

5) Chi nasce in Italia è italiano.
Sembrerebbe semplice. Ma non lo è affatto. Sono tantissimi i bambini ed i ragazzi nati o cresciuti nel nostro Paese, che frequentano le nostre scuole, che parlano i nostri dialetti, che per cultura e formazione si sentono Italiani, ma che per legge, di fatto, non lo sono. Non è consentito loro di esserlo. Con tutto quello che questo comporta. “In Italia è ancora un percorso a ostacoli – scrive sull’Unità Marco Pacciotti, Responsabile del Forum Nazionale Immigrazione del PD – che rende difficile ed estraniante il sentirsi pienamente cittadini a quasi un milione di ragazze e ragazzi che invece si sentono intimamente italiani. Aveva ragione ieri Livia Turco nel dire che nel nostro Paese vivono un milione di Balotelli, ma non tutti purtroppo sono in nazionale“.
Chiediamo alla politica di approvare una legge che introducendo un piu’ corretto e moderno Jus Soli, per permettere a questi ragazzi di essere finalmente e definitivamente Italiani, anche sulla carta. Nel frattempo proponiamo a tutti i Consigli Comunali del Paese di approvare una mozione per concedere a questi ragazzi una simbolica cittadinanza onoraria.

6) Tutela della donna: piena applicazione della legge 194, contrasto ad una indiscriminata obiezione di coscienza, revisione della legge 40.

Sono tante le tematiche che riguardano la salute della donna e l’impegno per una maternità consapevole, abbiamo scelto queste, senza dimenticare l’importanza di tutte le altre. Sono troppe le storie di malasanità, troppe le regioni con un numero di obiettori talmente elevato che non consente l’applicazione della legge 194, troppi i pellegrinaggi all’estero per una legge 40 piu volte già modificata dai tribunali.

Chiediamo alla politica di intervenire in favore della 194, in modo che la percentuale di obiettori non superi la cifra necessaria ad una corretta applicazione della legge e che la legge 40 sia finalmente rivista, cosi come suggerito dalla giurisprudenza, in modo che sia rispettata la salute e la dignità della donna.

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Formigoni, Comunione e Liberazione e la pasta cruda di Daccò

Un illuminante articolo di Pier Vito Antoniazzi:

Ma se la testimonianza e la presenza cristiana in pubblico è “una bandiera” dei ciellini,che rifiutano un’idea privata/intimista della religiosità, dove è il dibattito pubblico su ciò che sta succedendo?
E’ lasciato alla sola difesa “istituzionale” di Formigoni?
Quale elaborazione, quale svolta, quale pratica nuova? Il dibattito è solo interno (se c’è…) come nei vecchi partiti comunisti o nelle sette?
Una sola voce è “uscita dal coro”…
Guarda caso,la voce di una donna (per questo subito bollata: “non rispondo a una signora ” ha detto Formigoni).
Carla Vites, moglie di Antonio Simone,ciellino della prima ora oggi in carcere, ha scritto due lettere e lasciato un’intervista al Corriere della Sera.
La sua piu recente lettera (30 giugno), una specie di apologo, di metafora, non ha avuto molta eco.
Racconta Carla Vites che nelle cene a casa Daccò “c’erano TUTTI” (in maiuscolo nel testo originale) e lei veniva chiamata “zia” con riferimento al suo essere “antiquata” rispetto al contesto trendy ( misoginia?).
L’ospite aveva lo sfizio di cucinare la pasta e decretava che dovesse essere al dente.TUTTI si adeguavano ,compreso Carla impietrita, a “ingollare quella robaccia dura senza fiatare”, quando un bimbetto di sei anni esclamò esterefatto:”Ma fa schifo, è cruda!”.
Costringendo, ridendo, a riconoscere che la pasta era immangiabile.
Insomma “il re era nudo”, molti lo sapevano ma nessuno aveva il coraggio di lasciare la corte.
Brava Carla hai tirato un sasso nello stagno!
Ma possibile che solo tu parli con questo stile allusivo, metaforico, cifrato?
La confessione secondo Michel Foucault è alla base del “discorso” moderno.
Non parte da li la conversione e la purificazione di cui ha parlato Carron?

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Cosa rischiamo di perderci

Mentre sulla scena nazionale ci beviamo le capovolte di alleanze presunte, strillate, precisate, puntualizzate e poi di nuovo messe in discussione qui in Lombardia succede di tutto.

Succede che l’indagine su Roberto Formigoni continua e diventa sempre più imbarazzante. Non solo per gli aspetti giudiziari (che, per carità, ci interessano) ma soprattutto per il cumulo di inopportunità e prese di posizione.

Lui, il Roberto, dice che non andrà a deporre fino a settembre. È occupato, si vede. E intanto sostituisce in corsa la sua schiera di avvocati. Che non è mai un bel segnale.

Emanuela Talenti è stata chiamata per fare chiarezza su alcuni movimenti bancari. Versamenti, avvenuti tra il 2005 e il 2009 per un totale di oltre 100mila euro che la ex show-girl avrebbe definito un ‘aiuto’ ricevuto da colui con il quale per anni ha avuto una relazione.

Costantino Passerino, ex direttore amministrativo della Fondazione, attacca il presidente della Lombardia: “Solo il corrotto è libero”

E intanto la Lega ha staccato il famoso “tagliando mensile” anche per agosto.

Insomma, va sempre peggio. Ma per noi. Per i Lombardi. E per la politica come la vorremmo vedere.

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Condividilove

Negli stessi giorni in cui dall’America echeggiava il messaggio “Legalize Love” ispirato dalle parole del presidente Barack Obama, in Italia i maggiori rappresentanti di un partito che dovrebbe dirsi “progressista” etichettavano come estremista e illusoria la sola possibilità che nel nostro paese due persone dello stesso sesso vengano mai unite in matrimonio. Mai.

È ispirandosi a questi fatti che alcuni liberi cittadini di ogni orientamento sessuale hanno deciso di mettersi insieme per una causa che dovrebbe appartenere a tutti, al di là di ogni differenza.

“CONDIVIDILOVE” è un progetto totalmente libero, il cui marchio è a disposizione per ogni iniziativa che voglia portare avanti la rivendicazione di pari diritti per le coppie di ogni orientamento sessuale.

Perché in un paese come l’Italia non possiamo aspettarci che siano i leader politici a chiedere al loro popolo il coraggio di supportare i cambiamenti necessari a sanare le diseguaglianze ancora presenti nella legislazione. Pensiamo non solo a premier socialisti come Zapatero o Hollande, ma persino a un conservatore come il premier britannico Cameron che proprio in questi giorni ha dichiarato: “il matrimonio mi appassiona molto e penso che se funziona per gli eterosessuali come me, dovrebbe funzionare per tutti; per questo dovremmo avere i matrimoni gay e per questo li introdurremo.”

In un paese come l’Italia il cambiamento non ha alcun illustre testimonial. Deve quindi partire dal basso, con tutti i mezzi di cui dispone. Il primo, mai come oggi, è la condivisione.

Il matrimonio è un diritto di tutti. CONDIVIDILOVE.

Noi domani ne parliamo in Regione Lombardia.

Le primarie dove non te le aspetti

Primarie per Regione Lombardia (insistiamo, sì) e per le liste elettorati. Del PD ( come Civati e altri dicono da sempre) ma anche per SEL. E perché no, tutta la coalizione. Per superare il porcellum. Si può fare?

Odetta ne parla su Non Mi Fermo.

E noi ci torneremo. Sicuro.

Secondi anche alla Democrazia Cristiana di San Marino

Coppie gay d’Italia non riconosciute, chiedete asilo a San Marino. La piccola repubblica ha schiaffeggiato l’Italia per quanto riguarda questa controversa tematica. E il bello è che lo ha fatto col placetdella locale Democrazia Cristiana (qui lo scudo crociato continua ad esistere e a macinare voti), che poi è stata redarguita dal vescovo e adesso si barcamena tra aneliti di laicismo e osservanza religiosa. Come avveniva, un tempo, in Italia.

Il parlamento sammarinese ha approvato a larga maggioranza (a favore tutti i partiti di ispirazione socialista, la Dc ha lasciato libertà di voto) una mozione in cui si estende la possibilità di richiedere il permesso di soggiorno, e quindi la residenza, ai conviventi anche se dello stesso sesso. In pratica è il riconoscimento giuridico delle coppie di fatto poiché un sammarinese potrà dichiarare di fare famiglia con una persona dello stesso sesso, di Rimini o della Scandinavia, e quest’ultimo sarà riconosciuto cittadino di San Marino.

Per questo martedì noi portiamo la questione in Regione Lombardia. Con la nostra mozione che arriva in aula. Ne vedremo delle belle. Sicuro.

Primarie come vaccino al cafone istituzionale

il cafone istituzionale non e’ interessato alle cose che dovrebbe fare quale rappresentante dei cittadini nelle istituzioni, ma agli emolumenti, ai rimborsi spese, all’accumulo delle cariche nei Cda di enti pubblici e ai relativi cachet, alle possibili mazzette che in essi può accumulare, facendo affari grazie alle sue posizioni di potere. Il tutto, sempre in accordo con il dominus e per conto dello stesso.

Sebastiano William Arillotta su Non Mi Fermo ci racconta che le primarie fanno bene anche per l’estinzione di questi tipi. Anche in Lombardia.

Una svolta ripubblicana

Scritto volutamente con la “i”. Non è un errore. Perché scuola e sanità siano pubbliche, ma sul serio. Perché si sostituisca la “sussidiarietà” di coniazione ciellina con la solidarietà. Che è cattolica, laica, umana, suggerita dalla costituzione e dalle regole dello stare insieme, nelle fondamenta della polìs: è politica, insomma.

E tutti gli anni lo ripetono tutti. Ogni campagna elettorale in Lombardia stancamente il mantra si trascina. Tanto alla fine tutti sapevano che avrebbe vinto Formigoni e quindi era solo una questione di buona postura.

Ma adesso qualcosa succede, segnatevelo: la Lega ha capito che la questione diventa urgente (dopo il caso de San Raffaele e, soprattutto, la vicenda Daccò e Maugeri) e prossimamente reciteranno la parte di chi vuole sostenere questa battaglia. Al solito modo: abbaiando ma non troppo, tirando il guinzaglio ma con la coda tra le gambe, fingendo la lotta per poi dividersi la ciotola con il Governatore.

E allora ti viene da pensare che su questo punto potremmo essere noi, una volta per tutte, a decidere che si tenga la barra dritta. Poi leggi cosa succede a Bologna: parte un referendum su scuole private e pubbliche, la Curia chiede di occuparsi della sanità privata piuttosto (giuro, leggete, dice proprio così), il PD si dichiara a favore dei finanziamenti alle scuole private e accusa SEL di esercitarsi nella “ginnastica di svolgere battaglie ideologiche” (giuro, leggete, dice proprio così).

Per questo le primarie in Lombardia le vogliamo e sono importanti. Perché noi vogliamo lavorare a una svolta ripubblicana per tornare al pubblico anche in Lombardia. E perché conosciamo i sottoscrittori degli emendamenti al bilancio che chiedevano di non dimenticare le scuole private. Dalla nostra parte.

l’Art. 34 della Costituzione recita :

La scuola è aperta a tutti.

L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.

I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.

La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.

L ‘ Art. 33 stabilisce che  :

L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.

La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.

Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.

Ecco, noi, per le primarie, partiamo da qui.