Vai al contenuto

regione lombardia

Buffoni, palcoscenici e politici

“Nel 2008 la sinistra con Prodi ha preso la bastonata più’ forte della storia, Berlusconi ha avuto una vittoria travolgente .Forse si sono dimessi i presidenti di regione e i sindaci di sinistra? No perche’ giustamente non dovevano farlo”. Formigoni si e’ comunque detto “pronto a parlare di politica” con l’opposizione “ma se uno fa il buffone – ha concluso – vada sui palcoscenici, non faccia proposte politiche”.

Roberto Formigoni qualche minuto fa. Ogni riferimento è puramente causale.

#openlombardia bye bye Felice Tavola

Vi ricordate Felice Tavola? Leghista, Presidente dei revisori dei conti ARPA indagato per frode fiscale, ne avevamo scritto qui e avevamo promesso che ci saremmo dati da fare. Qualche minuto fa è stata discussa la mia mozione in Consiglio Regionale che lo invita a difendersi piuttosto che occupare un ruolo così delicato in rappresentanza dei cittadini lombardi: la mozione è passata all’unanimità (brutta cosa il cambiamento, eh?). Ora il dottor Tavola può solo agire di conseguenza. Noi, nel nostro piccolo, le cose proviamo a farle. E continuiamo.

Elettroshock in Lombardia: i numeri (e il dibattito da aprire)

Dopo la mia visita all’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Castiglione delle Stiviere ci siamo chiesti a che punto fossimo in Lombardia sull’uso dei TEC (la terapia elettroshock) in Lombardia. Qualche giorno fa Ignazio Marino, la cui Commissione sta conducendo un’inchiesta sulla salute mentale in Italia, dichiarava: «Rileviamo che in varie strutture l’elettroshock è utilizzato come trattamento di prima scelta, al posto dei farmaci». Ciò, rileva, «va contro le linee guida in materia del 1996, che prevedono l’utilizzo dell’elettroshock, soprattutto per la depressione maggiore, solo dopo il fallimento dei trattamenti con i farmaci».

Forse i numeri che stanno nella risposta avuta dall’assessore alla nostra interrogazione dovrebbero sollevare qualche interrogativo.

Il file in pdf è qui: risposta tec, itr 3198. Parliamone.

Un appello per difendere le disabilità a scuola

Un appello che sosterremo. Con tutte le nostre forze, in commissione e in Consiglio.

“LEDHA Vi scrive questa lettera per sollecitare tutte le istituzioni ad attivarsi per tempo per fare in modo che, il prossimo anno scolastico, possa vedere garantito, senza ritardi e disagi, il pieno diritto allo studio per tutti i ragazzi con disabilità che frequentano le scuole superiori della nostra regione.

Come è noto è in atto da diverso tempo una contrapposizione tra Province e Comuni lombardi in merito all’attribuzione delle competenze sul servizio di assistenza educativa per gli studenti con disabilità che frequentano le scuole superiori.
Una situazione di conflitto che all’inizio di quest’anno scolastico ha creato non pochi problemi ai ragazzi ed alle loro famiglie: una situazione che si è risolta, solo ad anno scolastico avviato, grazie ad una posizione di responsabilità assunta collettivamente dai Comuni lombardi, che hanno, ancora una volta, garantito questo fondamentale servizio, agli alunni con disabilità. La causa di questo problema è una differente interpretazione della norma nazionale che viene enfatizzata, a nostro avviso, per un semplice problema di risorse.

Già un anno fa e poi per diversi mesi all’inizio dell’anno scolastico in corso abbiamo avuto modo attraverso lettere e comunicati e in diversi incontri di natura istituzionale, di esprimere il nostro disappunto per questa situazione di incertezza che mette a rischio il diritto allo studio di molto ragazzi con disabilità. Abbiamo anche sostenuto le ragioni delle famiglie che si sono rivolte alla Ma
gistratura per vedere rispettati i diritti dei loro figli, vedendo accolte le tesi del nostro Servizio Legale che attribuisce questa competenza alle Province.

Purtroppo già ora ci arrivano segnalazioni di diverse famiglie a cui da una parte i Comuni hanno preannunciato l’intenzione di non proseguire il servizio per il prossimo anno scolastico e dall’altra non hanno modo di presentare una richiesta alle Province che continuano ad affermare la loro non competenza a riguardo.

LEDHA quindi lancia un appello al vostro senso di responsabilità e alle rispettive funzioni istituzionali, affinché si trovi, entro la fine dell’anno scolastico, una soluzione che consenta di guardare con tranquillità, almeno da questo punto di vista, all’apertura delle scuole dopo la pausa estiva.

Con la speranza che anche questo nostro ennesimo appello non cada nel vuoto, vi rinnoviamo la disponibilità delle associazioni delle persone con disabilità e delle loro famiglie che LEDHA rappresenta, ad essere parte, con il nostro bagaglio di competenze, di questo percorso di lavoro.

Distinti saluti

Fulvio Santagostini
Presidente LEDHA

Morire di nocività. A Brescia

scritto per IL FATTO QUOTIDIANO

Da giorni a Brescia semplici cittadini si sono organizzati in un comitato spontaneo per alzare la voce sulla città più inquinata di Lombardia.  Dalle conclusioni del loro intervento in Commissione Ambiente durante la loro audizione in Regione Lombardia si apprende che nelle zone di San Polo, San Polino e Buffalora della città di Brescia è diffuso un intenso inquinamento di aria, acqua e suolo tanto che recenti dati dell’Asl bresciana dimostrano una grave diffusione di patologie respiratorie più alte rispetto al resto d’Italia. Solo nel quartiere di San Polo, inoltre, i bambini dai 6 ai 14 anni soffrono di malattie respiratorie per il 30% in più rispetto ai residenti nelle altre circoscrizioni della città.

Tutto ciò è provocato da varie fonti di inquinamento: il termovalorizzatore di A2A; l’acciaieria Alfa Acciai, che ha provocato inquinamento per diossina, scorie e fumi radioattivi; la piattaforma di trattamento di rifiuti industriali speciali e pericolosi della società Systema Ambiente s.r.l. (ex Ecoservizi), che tratta circa 250.000 tonnellate all’anno e che, inoltre, ha richiesto un ampliamento per cui è in corso la VIA di Regione Lombardia; l’AEB, azienda chimica, che produce detergenti industriali nel centro di San Polo; Bonomi Metalli, un deposito di materiali ferrosi che in diverse occasioni ha suscitato perplessità sulla gestione del deposito rifiuti; l’ex cava Piccinelli, una discarica abusiva di materiali contaminati (Cesio 137) e altamente inquinanti, che ad oggi non è ancora stata sottoposta ad un progetto di bonifica e vi è il rischio che il materiale radioattivo  contamini la falda; una discarica di rifiuti speciali tossici nocivi situata in via Buffalora, nella quale sono presenti fango galvanico, fango da acidi, morchia oleosa, morchia di verniciatura, fango di depurazione, acque di verniciatura, rifiuti provenienti dall’abbattimento fumi, dalle tintorie, terre di fonderia e che presenta gravi problemi di percolato; numerose cave di ghiaia che si stanno trasformando in discariche di ogni genere poiché non sono state rinaturalizzate.

In questo contesto drammatico si inseriscono nuovi progetti. Nella zona classificata area critica per la qualità dell’aria e, quindi, non idonea alla realizzazione di nuovi impianti di trattamenti rifiuti a circa 350 metri dell’abitato di Buffalora, è stato concesso il permesso di costruire un nuovo impianto di produzione di conglomerato bituminoso con contestuale recupero di fresato, un impianto di lavorazione e selezione di inerti naturali ed uno di messa in riserva e recupero di rifiuti non pericolosi da costruzione e demolizione. Il predetto progetto prevede la distruzione di un bosco e il ritombamento con rifiuti inerti di un laghetto di falda affiorante.

La Profacta del gruppo Faustini sta realizzando una discarica di amianto, mentre nel Comune di Rezzato (BS), Località Cascina Castella, la ditta Castella s.r.l. è in attesa della V.I.A. di Regione Lombardia  per una discarica di rifiuti putrescibili con impianto a biomasse. Il comitato spontaneo contro le nocività e il Co.Di.S.A. sono intervenuti con proprie osservazioni nella procedura.

Nella zona già destinata dal P.R.G. al Parco delle Cave, infine, l’attuale giunta di Brescia vorrebbe destinare 1.500.000 metri quadrati alla realizzazione dello stadio e della cittadella dello sport e le strutture dovrebbero essere ubicate in una zona non servita dalla metropolitana leggera in corso di realizzazione.

Il nuovo PGT di Brescia prevede la realizzazione di nuovi insediamenti residenziali, commerciali e produttivi in questa zona che sarebbe opportuno venisse bonificata e destinata a parco naturalistico, ovvero il Parco delle Cave.

Bisogna evidenziare che nella zona delle cave, nonostante le molteplici criticità ambientali, coesistono con le zone degradate numerose zone a grande valenza naturalistica e zone umide, ricche di fauna e di flora, preziose per la biodiversità. Appare, quindi, indispensabile tutelare tutte le aree già spontaneamente rinaturalizzate o in corso di rinaturalizzazione.

Il comitato spontaneo contro le nocività a fronte di questa situazione chiede la sospensione di tutte le richieste in corso per nuove escavazioni e discariche; la sospensione dell’autorizzazione alla Profacta; il divieto ad intervenire in aumento dei volumi di escavazione previsti nei piani provinciali cave e la verifica dell’effettiva necessità dei quantitativi da scavare; il recupero ambientale delle cave e la fissazione di un termine per la fine dell’attività di escavazione; la tutela delle zone umide e a valenza naturalistica; il blocco del rilascio di qualsiasi autorizzazione a nuovi impianti inquinanti; il recepimento delle osservazioni Cerani/Ruzzenenti presentate all’ “Atto di indirizzi” per il Consiglio Regionale ai sensi del c. 3 art. 19 l.r. 26/2003 in materia di programmazione della gestione dei rifiuti Delibera Giunta della Regione Lombardia n. IX/2072 del 28 luglio 2011 (pag. 11); lo stanziamento di fondi regionali per la bonifica delle discariche e dei siti inquinati per i quali si renda necessario l’intervento della pubblica amministrazione a tutela della salute pubblica, a fronte dell’accertata inadempienza dei responsabili o dell’impossibilità di individuare una precisa responsabilità; il riconoscimento dello stato di emergenza ambientale per il territorio di Brescia e dintorni.

A causa della mancanza di risposte e dell’imminente inizio dei lavori della discarica, i membri del comitato spontaneo contro le nocività hanno deciso di organizzarsi in uno sciopero della fame a staffetta per ottenere una risposta. Dopo venti giorni il Comune di Brescia ha deciso di discutere nella prossima seduta di Consiglio Comunale una mozione in cui si chiede di sospendere i lavori della nuova discarica in attesa della sentenza del Consiglio di Stato. Il 2 maggio dalle 18 alle 20 in Piazza della Loggia una manifestazione cercherà di tenere alta l’attenzione. E forse sarebbe il caso di esserci. Perché di ‘Brescia’ ne abbiamo tante, in giro.

Lobby Lombardia

C’è un lobbista della sanità – il suo motto è “pagato per insistere”, ma poi a sua volta pagava anche lui, eccome – che per sette vacanze riesce a spendere – solo di carte di credito – oltre 200mila euro. C’è un governatore – Roberto Formigoni – che a quei soggiorni di piacere organizzati dal suo amico Pierluigi Daccò ha partecipato, e oggi li definisce “vacanze di gruppo dove alla fine ognuno pagava qualcosa”. Poi ci sono 450 milioni di fondi extra che in sette anni la Regione Lombardia ha versato al San Raffaele e alla Maugeri: un fiume di denaro che – sospettano i magistrati, ma su questo punto non ci sono ancora capi di imputazione – potrebbe avere ingrossato i conti dello stesso Daccò, già accusato di aver distratto dalle casse della Fondazione Maugeri 70 milioni di euro e per questo in carcere da cinque mesi. Non soltanto il gran cerimoniere ciellino, però. La procura di Milano vuole capire se e chi altri, oltre a Daccò e al suo socio Antonio Simone, anche lui agli arresti, possano avere tratto vantaggi dai favolosi “mandati di pagamento” disposti dal Pirellone sotto forma di “funzioni non tariffabili” (soldi assegnati “con margini di discrezionalità”, e proprio per questo ritenuti “interessanti” ai fini delle indagini).

Leggere le notizie dei giornali su Regione Lombardia è uno stillicidio. Mentre aspettiamo che Formigoni ritrovi le ricevute proviamo però a dire qualcosa: ripensare la gestione del sistema Formigoni significa anche non cadere nella tentazione di riproporne un altro simile nei meccanismi. Ho la sensazione, a volte, negli incontri che ci capita di fare, che qualcuno voglia convincerci che basti promettere politici più etici per essere credibili dimenticando che i lombardi vogliono risposte soprattutto sugli ingranaggi che permettono ai faccendieri di turno di acquisire tanto potere. La privatizzazione è tutta nelle pieghe in cui i Daccò di turno riescono ad agire indisturbati perché ci dicono che San Raffaele e tutti i San Raffaele di Lombardia sono privati e quindi non ci si può permettere di mettere mano ai bilanci. E’ lo stesso annoso problema che ritroviamo ad ogni curiosità in commissione d’inchiesta che proprio sulla vicenda San Raffaele è stata istituita in regione.

Allora la domanda sorge spontanea: qualcuno che proponga una legge per obbligare le fondazioni che ricevono i fondi pubblici a un controllo totale sulla gestione dei propri bilanci? Si, noi.

Qualcuno dirà che è un’invasione di campo: bene, se qualche fondazione sanitaria si sente offesa può tranquillamente continuare a lavorare sulle proprie gambe senza i fondi regionali. Così non si sentirà spiata.

Qualcun altro ci dirà che forse sarebbe meglio smetterla proprio di dare i soldi alla sanità privata e dedicarsi al pubblico. Ed è quello che pensiamo anche noi.

Dimesso a 60 mila euro in più

Stefano Maullu si dimette da assessore (le intense motivazioni politiche le avevamo scritte qui) e non decide di fare il consigliere regionale solamente. Non basta. Mentre l’indignazione sulla voracità della casta alimenta il crollo della credibilità della politica, Formigoni (che incredibilmente mentre viene travolto da problemi in sequenza trova comunque il tempo di sistemare chirurgicamente gli amici e gli amici degli amici) sistema il suo ex assessore alla presidenza della TEM (la tangenziale esterna milanese che fa gola ai soliti cantieristi). E certo un ex assessore al commercio sembra proprio indispensabile per presiedere la costruzione di un’infrastruttura del genere, dirà qualcuno. Peccato che l’unica cosa chiara del nuovo incarico del vecchio assessore siano quei 60.000 euro all’anno che (guarda caso) sono più o meno la cifra che Maullu avrebbe perso con le proprie dimissioni.

Quando ero bambino, a calcio, giocava sempre titolare in porta il figlio di un amico dell’allenatore. Pensavo che fosse un’ingiustizia per i bambini; poi con Formigoni ho capito che è il metodo per fare la formazione. Tanto se si perde in questo gioco, perde solo il pubblico.

Formigoni, c’è posta per te

E passiamo al fatto che possa serenamente dire che non ha mai avuto rapporti direttamente con Daccò. Ebbene lo spettacolo dei suoi «rapporti» con Daccò è sotto gli occhi dei molti chef d’alto bordo dove regolarmente veniva nutrito a spese di Daccò stesso, vuoi Sadler, vuoi Cracco, vuoi Santin, vuoi Aimo e Nadia, per non parlare dei locali «à la page» della Costa Smeralda dove a chi, come me, accadeva di passare per motivi vari, era possibilissimo ammirare il nostro Governatore seguire come un cagnolino al guinzaglio Daccò, lo stesso con cui non aveva rapporti diretti. Vederli insieme era una gioia degli occhi: soprattutto per una come me che assieme a tanti altri meravigliosi amici di Cl ha militato per lui volantinando, incontrando gente, garantendo sulla sua persona. Era una gioia degli occhi perché – e qui secondo me è la vera tragedia, cioè non tanto se e come egli abbia intascato soldi – Robertino con Daccò e tutta la sua famigliola, si divertiva e tanto! Eccolo con la sua «24 ore»: me lo vedo sul molo di Portisco arrivare diritto da Milano pronto ad imbarcarsi sullo yacht di Daccò dove le sue figliole (guarda caso, non sono depositarie del diritto a usare del Pirellone come mega location per eventi da migliaia di euro a botta?) lo attendevano con ansia pronte a togliersi il pezzo di sopra del bikini appena il capitano avesse tirato su l’ancora, perché così il sole si prende meglio, chiaramente. 

Venerdì scorso, all’interno della bufera giudiziaria che investe la sanità lombarda, è stato arrestato Antonio Simone, ex assessore alla Sanità negli anni Novanta, ciellino doc, tra i giovani che fecero parte dell’ entourage ristretto di don Luigi Giussani, padre di Cl. Le indagini hanno già condotto in carcere il faccendiere Piero Daccò. La moglie di Antonio Simone scrive a Formigoni una lettera che in un paese normale non galleggerebbe più di qualche minuto prima delle dimissioni.

#nonmifermo riparte: Bergamo, 12 maggio. Lavori in corso.

Ecco il post di Claudio:

Lo scorso 3 marzo abbiamo provato a dare sostanza a ciò che consideriamo uno dei nostri obiettivi: essere “collettori attivi” di idee, esperienze e progetti. In altre parole, condividendo e promuovendo le prassi della buona politica. Perché la politica è un bene comune troppo prezioso per non essere difeso, sostenuto, esercitato.

Quel giorno sul palco di NON MI FERMO, di fronte a circa 250 persone, c’erano politici, attivisti, associazioni, intellettuali, lavoratori. Tanti cittadini che, come afferma la nostra Costituzione (art. 4), provano ogni giorno a “svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”. Il tema di quella prima “agorà” era etica e politica. Tanti gli argomenti e le proposte: informazione, tutela del territorio, disagio mentale, immigrazione, trasporto pubblico, acqua pubblica, acquisto solidale, legalità.

Qui i materiali e le azioni che abbiamo presentato: http://www.nonmifermo.it/materiali-e-documenti/.

Naturalmente, quello è stato solo il primo passo. Come annuncia il nostro stesso motto, infatti noi non ci fermiamo. Andiamo avanti perché è solo con la costanza e l’impegno che possiamo farcela.

Questa volta sarà la volta di Bergamo. Il prossimo 12 maggio (c/o Auditorium San Sisto, via della Vittoria, 1 – a partire dalle 14.30), dedicheremo la nostra prossima “agorà” ai temi del razzismo e dell’inte(g)razione.

Perché a Bergamo?

Perché Bergamo è ritenuta una città leghista. Proprio a Bergamo, solo pochi giorni fa si sono radunate, le truppe cammellate del Nord si sono ritrovate per fare “pulizia” dopo una storia (una delle tante, in verità) di finanziamenti illeciti, nepotismo politico, truffa ai danni dello stato, criminalità organizzata. Noi però siamo convinti che esista una Bergamo ben diversa. Una città di cultura (qui nacquero Donizetti, Mascheroni, Piatti, Papa Roncalli, Gavazzeni, Bonatti), di tradizione cattolica, solidale, europea, illuminata.

Perché parlare di razzismo e inte(g)razione?

Perché la storia ci ha insegnato come, soprattutto in momenti di crisi economica, sia elevato il rischio d’inciviltà o l’abbandono a derive razzistiche. E questo si chiama fascismo. Il fascismo della prevaricazione, della violenza contro l’altro, il diverso, il più debole. Il fascismo di chi trasforma la storia a proprio uso e consumo per difendere un proprio interesse esclusivo, per altro contro ogni logica e motivazione economica, ma negando la straordinaria opportunità insita nel confronto/incontro con altre culture o l’esercizio attivo di virtù fondamentali per la crescita di ogni società come la solidarietà e l’uguaglianza.

Noi vogliamo “restare umani”. Non cedere davanti al ricatto di una (sub)cultura che ha permesso alla giunta della Regione Lombardia di redigere la cosiddetta “Legge Harlem”, oggi fortunatamente impugnata dal Governo, anche in virtù della nostra Costituzione che all’art. 3 ci ricorda:

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese

In Italia, per altro, la popolazione immigrata è più giovane e incide positivamente sul nostro equilibrio demografico e sulla forza-lavoro. Attraverso la disponibilità a inserirsi in tutti i settori lavorativi, creando lavoro (ca. 230.000 piccole imprese), occupandosi dell’assistenza delle famiglie, degli anziani e dei malati, versando annualmente oltre 7 miliardi di contributi previdenziali.

Con noi, tanti ospiti (l’elenco completo sarà comunicato nei prossimi giorni) e il supporto di tante associazioni.

Questi alcuni degli argomenti che saranno discussi: diritto di cittadinanza, caporalato, razzismo, sfruttamento, CIE, progetti di inte(g)razione attiva attraverso lo sport.

Il 12 maggio, a Bergamo. Non fermiamoci. Non mancate.