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regione lombardia

Su Cappella Cantone e Nicoli Cristiani

Il mio intervento sulla mozione che chiede l’annullamento (poi emendato, purtroppo, in sospensione) della discarica di amiamo sita in Cappella Cantone su cui pesano le ombre dell’arresto dell’ex vicepresidente del Consiglio Regionale Nicoli Cristiani.

Talentismo al posto di capitalismo

Sul forum Economia Finanza e Lavoro di SEL Silvana ci gira un articolo di Klaus Schwab, fondatore e presidente del World Economic Forum (WEF), il meeting che unisce i maggiori esponenti economici e politici. C’è poco da fare. È tutto il sistema ad essere sbagliato. Ma ancora non riusciamo ad imparare la lezione. A capire il messaggio che anche l’ultima crisi finanziaria ci ha lanciato. Il modello attuale non è più adatto a governare le dinamiche che ci circondano e il cambiamento in corso. Serve un processo, urgente, di trasformazione.
Il capitalismo dovrà lasciare spazio a un modello più orientato verso la responsabilità sociale. È l’unica strada per evitare calo della crescita economica, instabilità socio-economica, protezionismo e nazionalismo. “Dobbiamo riconoscere che risolvere i problemi, attraverso modelli datati e che ormai non reggono più, non farà altro che trascinarci sempre più verso il fondo”. Necessarie delle riforme, per raggiungere il passo con le trasformazioni in corso nella società. “Il capitalismo nella sua forma attuale non trova spazio nel mondo d’oggi”. “Il capitalismo deve essere sostituito dal “Talentismo””. “Non siamo riusciti ad imparare la lezione della crisi finanziaria del 2009. C’è bisogno di una trasformazione globale, urgente, che deve iniziare restaurando una qualche forma di responsabilità sociale”
. Ecco, il talentismo dovrebbe essere la nuova lobby vincente in Lombardia.

Fallisce il varo della commissione d’inchiesta sul San Raffaele

Perché il consigliere dell’UDC Marcora decide di prestare il fianco alla maggioranza e si mette a servizio di PDL e LEGA. In breve, la presidenza (riservata ovviamente alla minoranza) viene assegnata a un consigliere eletto con i voti della maggioranza mentre noi avevamo indicato un altro candidato condiviso. Quindi la maggioranza formigoniana si elegge il presidente che dovrebbe frugare tra i loro amici e gli amici dell’UDC si infilano. Robe che la prima repubblica se le sognava. Anche perché Marcora è lo stesso che con modi simili si prese la presidenza della Giunta per le elezioni. Ricordate? Quella volta l’aveva aiutato proprio il PD. I casi della vita.

Più che le dimissioni, lo scioglimento

Sembra passato un secolo da quando il Presidente del Consiglio Regionale Davide Boni minacciava querela nei miei confronti per avere detto in studio da Gad Lerner che alcuni personaggi del Consiglio avevano ricevuto voti dalla ‘ndrangheta. Erano gli stessi giorni in cui Formigoni dava del ‘drogato’ a Vendola che aveva ribadito il concetto e lo stesso tempo in cui Ponzoni mi ha avvicinato per riferirmi che mi “sbagliavo di grosso, le indagini sono state prorogate quindi non hanno trovato nulla di consistente” (ma lo sappiamo, nel PDL più la giustizia si allunga e più intravedono la luce della vittoria).
Oggi Ponzoni è in carcere, la ‘ndrangheta ha perso il proprio “capitale sociale” (ma l’aveva già mollato da tempo, sulla puzza di politicamente morto le mafie hanno sempre avuto l’occhio lungo) e a pensarci bene il ‘drogato’ è sempre da quelle parti.
Oggi i giornali titolano con articoli che sono gli stessi di un’era fa, scrivono di abitudini brianzole che sono state denunciate e raccontate nei circoli, nei libri e tra i comitati; e una Lombardia alle prese con il San Raffaele (e Santa Rita) nella sanità, con l’affare Nicoli Cristiani (dirigente dell’Arpa incluso) nel mondo delle discariche e dell’ambiente, con il caso Minetti nel campo etico della paraprostituzione, con un listino presentato con firme false e il “sistema Sesto” come ombra nel candidato presidente dell’opposizione è una Lombardia che ha svenduto la credibilità arroccata in autodifesa. Formigoni parla di ‘caso personale’. E forse ha ragione. Suo e in ricaduta di ogni cittadino lombardo.
Perché se non è stata la politica a scegliere allora piuttosto che le dimissioni in Regione Lombardia sarebbe il caso di parlare di scioglimento. Per il bene di tutti. Quello comune. Appunto.

La nostra interrogazione su Brescia radioattiva

Oggetto: criticità legate alla ex cava Piccinelli (BS)

I SOTTOSCRITTI CONSIGLIERI REGIONALI

PREMESSO CHE

la falda dell’ex cava Piccinelli, in via Cerca 45 a Brescia, sita tra i quartieri di San Polo e Buffalora, è contaminata in profondità da Cesio 137 con una radioattività che sfiora il milione di becquerel/Kg, e l’ultimo intervento di messa in sicurezza del sito risale al 1999;

PREMESSO INOLTRE CHE

i tecnici di Arpa Lombardia il 14 settembre 2011 scrivono che, considerando la risalita della falda di circa 4 metri, è possibile che la contaminazione radioattiva sia stata, ormai, in parte sommersa dalle acque;

CONSIDERATO CHE

a poca distanza dalla ex cava, nella direzione di scorrimento della falda, si trova un pozzo che rifornisce l’acquedotto della città di Brescia;

CONSIDERATO INOLTRE CHE

l’Arpa ha rilevato nella falda altre sostanze cancerogene, tetracloroetilene e cromo esavalente, con livelli superiori ai limiti di legge;

RILEVATO CHE

i teli impermeabili posizionati nel 1999 dalla ditta Nucleco, che dovevano arginare l’emergenza del Cesio per al massimo due anni, in dodici anni si sono deteriorati e nella discarica abusiva ha cominciato a formarsi percolato radioattivo;

RILEVATO INOLTRE CHE

il sito contaminato dell’ex cava Piccinelli è ormai da anni in stato di abbandono: manca la segnaletica di pericolo e la rottura dei teli impermeabili favorisce la formazione di percolato radioattivo; il progetto di bonifica, approvato dall’Asl, giace in un cassetto dal luglio 1998;

ATTESO CHE

il direttore dell’Asl Brescia, Dott. Francesco Vassallo, dichiara che sin dal 1994 il cesio era presente nella falda della cava, dal 1988 abbandonata e divenuta discarica abusiva;

ATTESO INOLTRE CHE

secondo un’indagine di Radio Popolare il Cesio all’ex cava Piccinelli di Brescia, scoperto nel 1994, è fermo, contaminando il terreno e l’ambiente da quasi vent’anni;

CONSTATATO CHE

ci sono voluti quattro anni perché, dopo le prime rilevazioni l’Asl si decidesse a mettere in sicurezza il sito e addirittura altri dodici anni di oblio per scoprire che l’isotopo radioattivo ha probabilmente contaminato anche le acque;

CONSTATATO INOLTRE CHE

nei comuni di Lumezzane e di Sarezzo per proteggersi dal Cesio 137 in poco tempo hanno creato un bunker in grado di ospitare le scorie, che devono riposare piombate per almeno due o trecento anni;

INTERROGANO IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE LOMBARDA, ROBERTO FORMIGONI, LA GIUNTA REGIONALE, L’ASSESSORE REGIONALE ALL’AMBIENTE, ENERGIA E RETI, MARCELLO RAIMONDI, NONCHE’ L’ASSESSORE ALLA SANITA’, LUCIANO BRESCIANI PER CONOSCERE:

  • se Regione Lombardia sia a conoscenza della presenza di Cesio 137 all’interno della falda dell’ex cava Piccinelli;
  • se Regione Lombardia sia a conoscenza della presenza nella falda di altre sostanze cancerogene, tetracloroetilene e cromo esavalente, con livelli superiori ai limiti di legge;
  • se sì, quali misure intende mettere in atto per risolvere questa grave situazione pericolosa non solo per l’ambiente, ma per la salute stessa degli abitanti della zona;
  • se Regione Lombardia sia a conoscenza di un progetto di bonifica totale della zona;
  • se sì, in cosa consiste il progetto e quale è il costo del suo finanziamento.

 

Milano, 13 gennaio 2012

Giulio Cavalli (SEL)

Chiara Cremonesi (SEL)

Sull’arresto di Ponzoni. A caldo.

Quando hanno arrestato Ponzoni mi sono chiesto “per cosa?”. C’era l’imbarazzo per la scelta. La verità è che noi dobbiamo andare con la giacca per salvare l’onore del consiglio regionale: Boni e Formigoni sono ormai scollegati dal resto del mondo. Dal punto di vista etico, la classe dirigente nominata dal centrodestra ha sonoramente fallito. Le inchieste lo dimostrano. Chiederò le dimissioni di Formigoni, della giunta e dell’ufficio di presidenza. Aspettiamo che nell’ufficio di presidenza ci sia il turnover di tutti i consiglieri regionali del Pdl? E ovviamente lo farò indossando una felpa.

Lombardia: merda sotto la BreBeMi

Sotto le autostrade lombarde c’è il cromo, scarto di acciaieria tossico e cancerogeno. Chi ce l’ha messo? Secondo la procura di Brescia Pierluca Locatelli, imprenditore della movimentazione terra, finito in cella con l’accusa di aver corrotto il numero due del Consiglio regionale Franco Nicoli Cristiani, pdl, per ottenere le autorizzazioni necessarie all’apertura di una discarica d’amianto in provincia di Cremona. “Massima collaborazione con la magistratura e responsabilità individuali” assicura Roberto Formigoni, presidente della Lombardia, ma chi è Locatelli? Davvero sotto il Pirellone non lo conosceva nessuno?
La sua famiglia era in società con l’ex assessore Pagnoncelli, era in contatto con la Compagnia delle Opere e con gli assessori Raimondi e Rossoni (intecettazioni dixit).
Fuga di Formigoni incalzato da Vittorio Romano, Rai2, L’Ultima Parola.

Per Rossella Urru

Proviamo a non spegnere la luce. Ognuno dove può. Nel Comune in cui è eletto. Ne parliamo ai consiglieri che conosciamo in giro per l’Italia. Ma facciamolo.

PREMESSO CHE

nella notte tra il 22 e il 23 ottobre 2011 Rossella Urru di 29 anni è stata rapita a Hassi Rabuni nei pressi di Tindouf nell’ovest dell’Algeria;

CONSIDERATO CHE

la cooperante è stata rapita nella capitale amministrativa dei campi profughi per rifugiati;

CONSIDERATO INOLTRE CHE

Rossella Urru lavorava da due anni in Algeria per conto del Comitato Italiano Sviluppo dei popoli (CISP);

PRESO ATTO CHE

ad oggi la cooperante italiana non è stata ancora liberata e non si hanno notizie certe da parte delle istituzioni italiane o algerine;

IMPEGNA IL PRESIDENTE E LA GIUNTA REGIONALE

ad adoperarsi con tutti gli strumenti a disposizione presso il  Ministero degli Affari Esteri affinché si attivi per richiedere spiegazioni ed informazioni alle istituzioni algerine ed, eventualmente, collaborare per la liberazione di Rossella Urru

Milano, 11 gennaio 2012 Giulio Cavalli (SEL) Chiara Cremonesi (SEL)

La celebratissima legge antimafia lombarda già zoppa

Avevo già detto come sulla legge per l’educazione alla legalità (su cui mi sono speso senza riserve come primo firmatario e in comitato ristretto) fosse importante un buona messa in pratica piuttosto che sventolare grandi conferenze stampa. E purtroppo non mi sbagliavo. La legge non è ancora partita. Il comitato che dovrebbe lavorare sui temi non si è mai riunito e ora non si capisce bene quanti e quali soldi ci siano a disposizione. Per questo martedì interrogherò in Aula l’Assessore in merito. Qui le nostre domande:

Oggetto: chiarimenti sull’applicazione della legge regionale 14 febbraio 2011, n.2 denominata “Azioni orientate verso l’educazione alla legalità”

I SOTTOSCRITTI CONSIGLIERI REGIONALI

PREMESSO CHE

per preparare il testo della l.r. 2/2011 il Consiglio Regionale ha ascoltato i pareri e le testimonianze di varie associazioni antimafia e associazioni impegnate a contrastare la criminalità di ogni tipo e il disagio sociale;

PREMESSO INOLTRE CHE

la legge è stata approvata l’8 febbraio 2011 con voto unanime del Consiglio Regionale e una sola astensione e ha stanziato per il 2011 un fondo di € 500.000,00;

CONSIDERATO CHE

per la suddetta legge sono stati previsti i seguenti obiettivi e azioni (art.2):

 

  1. diffondere la cultura della legalità e della convivenza civile anche attraverso il sistema formativo, con particolare attenzione al fenomeno del bullismo giovanile e delle devianze giovanili e alla responsabilizzazione parentale;
  2. contribuire all’aggiornamento degli operatori nel settore della sicurezza, dell’assistenza sociale e del volontariato e del personale docente nel sistema della formazione;
  3. ampliare l’informazione, anche ai fini di prevenzione, rivolta agli operatori economici di ogni settore di attività;
  4. svolgere attività di ricerca, documentazione, informazione e comunicazione;
  5. favorire la produzione e lo svolgimento di attività di ricerca e di spettacolo, compresa la realizzazione di software e giochi didattici;
  6. favorire la funzione sociale ed educativa, nell’ambito della educazione alla legalità, svolta dalla Chiesa cattolica, dalle associazioni o dagli enti di culto con i quali lo Stato ha regolato i rapporti ai sensi degli articoli 7 e 8, comma 3, della Costituzione;

CONSIDERATO INOLTRE CHE

questa legge ha suscitato grandi aspettative nelle associazioni, nelle scuole e nei docenti che da anni sono impegnati nella realizzazione di progetti di Educazione alla legalità e che di recente, a causa dei tagli operati dal Ministero dell’Istruzione al budget del sistema scolastico, hanno trovato grandi difficoltà a continuare la loro importante e fondamentale attività educativa;

ATTESO CHE

ad oggi non sono stati stabiliti i regolamenti attuativi né emanati bandi ed è in via di realizzazione soltanto l’Osservatorio previsto dall’art.8 della legge, composto da esperti che dovranno valutare i progetti;

ATTESO INOLTRE CHE

abbiamo saputo in modo informale che la legge regionale 2/2011 viene finanziata con euro 300.000 sul capitolo 3.1.2.388.7288 “Sostegno alle azioni e iniziative regionali per la sicurezza” assegnato alla DG Protezione civile a partire dall’anno 2012;

CONSTATATO CHE

per il 2011 i fondi di € 500.000,00 non stati utilizzati e solo € 300.000,00 sono stati spostati sul bilancio 2012;

CONSTATATO INOLTRE CHE

l’avere spostato la somma di € 300.000,00 sul capitolo “Sostegno alle azioni e iniziative regionali per la sicurezza” evidenzia che per l’Educazione alla Legalità non verrà stanziato nulla neppure nel 2012, tanto più che è stato scritto che la somma di € 300.000,00 verrà assegnata alla DG Protezione civile a partire dall’anno 2012;

RITENUTO CHE

tutto questo avviene mentre è ormai assodato e noto a tutti, istituzioni e cittadini, che le organizzazioni di stampo mafioso sono presenti e già radicate in molte zone della Lombardia e che, di conseguenza, è particolarmente necessario e urgente realizzare un’azione di sensibilizzazione, informazione e formazione dei cittadini, a partire dai più giovani, affinché sia possibile prevenire il loro coinvolgimento in attività illegali e/o criminali;

INTERROGANO IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE 

LOMBARDA, ROBERTO FORMIGONI, LA GIUNTA REGIONALE LOMBARDA, NONCHE’ L’ASSESSORE REGIONALE AL BILANCIO, FINANZE E RAPPORTI ISTITUZIONALI, PER CONOSCERE:

 

  1. dove siano stati collocati i restanti € 200.000,00 destinati all’applicazione della legge;
  2. per quale motivo siano stati spostati € 300.000,00 sul capitolo “Sostegno alle azioni e iniziative regionali per la sicurezza”;
  3. se sia sicura la destinazione di fondi per l’attuazione della l.r. 2/2011  per i prossimi anni e se si intenda finanziarla sempre per una copertura complessiva di € 500.000,00.

 

Milano, 10 gennaio 2012

Giulio Cavalli (SEL)

Chiara Cremonesi (SEL)

 

Il punto sulla cultura: l’intervista

Sulla questione degli inaccettabili tagli alla cultura in Lombardia abbiamo aperto la discussione già dalla prima lettura del bilancio. La mobilitazione (e la raccolta firme) sono le sponde che ci sono indispensabiliaprirà vendere la luce sul punto in commissione e in Aula e rincominciare a raccontare come spettacolo e cultura significhi lavoro, produttività, consapevolezza e democrazia.

Qui l’intervista.

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