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regione lombardia

Appello per l’acqua pubblica in Lombardia

Sottoscrivo e vi invito a farlo. In questi giorni stiamo declinando la proposta in atto amministrativo.

APPELLO PER L’ACQUA PUBBLICA IN LOMBARDIA PER LA MODIFICA DELLA LEGGE REGIONALE SUI SERVIZI IDRICI

Con il presente Appello, il Coordinamento Regionale Lombardo dei Comitati per l’Acqua Pubblica, a nome degli oltre 3 milioni e 700 mila cittadini lombardi (pari a più del 50% degli elettori) che ai Referendum del 12 e 13 giugno 2011 hanno votato Sì all’abrogazione delle norme che imponevano la privatizzazione e garantivano i profitti sulla gestione dei servizi idrici;

CHIEDE

1. al CONSIGLIO della Regione Lombardia di modificare la Legge Regionale n. 26/2003 (così come modificata dalla L.R. 21/2010) per la parte riguardante i servizi idrici, che nel testo vigente prevede l’esproprio delle competenze dei Comuni (attraverso la soppressione delle Autorità d’Ambito territoriale – A.ATO) e la privatizzazione dell’acqua (poiché contiene ancora i riferimenti al Decreto Ronchi, abrogato dal Referendum nazionale, che obbligava a cedere ai privati la gestione dei servizi idrici);

2. agli Amministratori dei COMUNI e delle PROVINCE della Lombardia di fermare le procedure per la costituzione degli Uffici d’Ambito provinciale (in sostituzione delle A.ATO) e di non attivare i processi di riorganizzazione della gestione dei servizi idrici che avviano le gare o predispongono l’ingresso dei privati nelle aziende pubbliche esistenti.

3. ai CITTADINI ed ai COMITATI dell’acqua di monitorare sui territori le decisioni che saranno assunte dai Comuni e dalle Province, rispetto alla gestione dei servizi idrici locali. Se la legge regionale non verrà cambiata al più presto, il rischio è che l’acqua di tutta la Lombardia finisca nelle mani di poche imprese private, italiane o straniere, interessate solo a fare profitto.

Il Coordinamento Regionale Lombardo dei Comitati per l’Acqua Pubblica formula le seguenti proposte:

salvaguardare la titolarità dei Comuni nel governo dei servizi idrici, prevedendo forme di partecipazione della cittadinanza alle scelte sulla gestione dell’acqua; garantire la gestione totalmente pubblica dei servizi idrici, attraverso l’affidamento ad aziende di diritto pubblico di proprietà dei Comuni; avviare un confronto politico per la riorganizzazione complessiva del servizio idrico, che va ridefinito quale “servizio di interesse pubblico generale, privo di rilevanza economica”, attraverso la valorizzazione dei bacini idrografici esistenti in Lombardia, che devono essere amministrati dai Comuni e affidati in gestione ad aziende di diritto pubblico, garantendo il diritto all’acqua secondo principi di solidarietà. Perché si scrive acqua, ma si legge democrazia

Coordinamento Regionale Lombardo dei Comitati per l’Acqua Pubblica

Ottobre 2011

per ADESIONI inviate un’email a: info@contrattoacqua.it

Hospice di Codogno: retromarcia sospetta

Dietro la revoca del parere favorevole dell’Asl di Lodi al passaggio di gestione dell’Hospice di Codogno temiamo si nasconda l’intenzione di privatizzare la struttura. E per questo abbiamo presentato un’interpellanza al presidente Formigoni e all’assessore Bresciani.

Non è infatti comprensibile per quale altra ragione, dopo un percorso condiviso dai vari livelli istituzionali che ha individuato nell’Asp Santa Chiara il soggetto pubblico idoneo ad assicurare le necessarie garanzie per l’erogazione del servizio a favore dei malati terminali, improvvisamente la direzione dell’Asl abbia cambiato opinione. Peraltro a fronte di una voltura già emessa.

Da Regione Lombardia vogliamo quindi sapere se fosse al corrente dell’iter, a partire dall’intesa istituzionale dello scorso luglio tra il Presidente della Santa Chiara, il direttore generale dell’Asl e il sindaco di Lodi per un tavolo tecnico ad hoc fino all’atto di trasferimento della gestione dell’hospice che risale al 19 settembre .

E, soprattutto, se conosca le motivazioni di questa irragionevole marcia indietro dell’Azienda sanitaria, che suona quantomeno sospetta.

 

INTERPELLANZA CON RISPOSTA SCRITTA EX ART. 120 DEL REGOLAMENTO DEL CONSIGLIO REGIONALE

Oggetto: gestione della R.S.A. (Residenza sanitaria assistenziale) ex psichiatrica e dell’Hospice di Codogno

I SOTTOSCRITTI CONSIGLIERI REGIONALI

PREMESSO CHE

nel marzo 2011 l’ASL della Provincia di Lodi, in attuazione a quanto deliberato dalla Conferenza dei Sindaci dell’ASL, che ha espresso la volontà prioritaria di mantenere in ambito pubblico la gestione della RSA e dell’Hospice di Codogno, ha interpellato l’ASP (Azienda di servizi alla persona) Santa Chiara di Lodi chiedendo di manifestare il proprio interesse ad assumerne la titolarità;

PREMESSO INOLTRE CHE

l’ASP, dopo aver accettato la richiesta, ha dato avvio a processi di analisi tecnica, amministrativa e contabile per lo studio di fattibilità della gestione di tali unità, valutandone i costi e le possibilità di gestione, a cui sono seguiti incontri per l’esame delle condizioni della fattibilità del passaggio di gestione;

CONSIDERATO CHE

nel giugno 2011 il Consiglio di Amministrazione dell’ASP Santa Chiara ha deliberato parere favorevole all’assunzione della titolarità e gestione sia della RSA sia dell’Hospice di Codogno ad una serie di condizioni necessarie, ritenute atte a garantire l’economicità della gestione, tra le quali quella di avere accreditato presso l’ASP stessa un Hospice di 11 posti letto;

CONSIDERATO INOLTRE CHE

a luglio 2011 si è giunti ad un’intesa istituzionale, in seguito all’incontro avvenuto presso il Comune di Lodi tra il Presidente dell’ASP Santa Chiara, Direttore Generale dell’ASL di Lodi e Sindaco del Comune di Lodi, anche nella sua veste di Presidente dell’Assemblea dei Sindaci e del Consiglio di Rappresentanza, dal quale è scaturita la decisione di istituire un tavolo tecnico ad hoc in cui affrontare in termini amministrativi e contabili gli aspetti sostanziali per uno studio di fattibilità del passaggio di gestione;

ATTESO CHE

il 31 agosto e il 5 settembre 2011 si sono svolte ulteriori sedute del costituito tavolo tecnico e il 14 settembre l’ASL della Provincia di Lodi ha richiesto all’ASP Santa Chiara la disponibilità di acquistare la gestione dell’Hospice di Codogno a far data dall’1 ottobre 2011 anche con la finalità di collocare ivi l’Hospice;

ATTESO INOLTRE CHE

l’ASP Santa Chiara in data 16 settembre 2011 ha deliberato, con apposita convocazione consiliare, l’accoglimento della richiesta dell’Asl per la gestione dell’Hospice per 11 posti letto da trasferire, al termine dei necessari lavori di adattamento, al primo piano dell’Ala Nord dell’ASP;

RILEVATO CHE

il 19 settembre 2011 l’ASL ha emesso atto di voltura della DIA dell’Hospice di Codogno da parte dell’ASL di Lodi a favore dell’ASP Santa Chiara affidandone la gestione a partire dall’1 ottobre, identificato quale soggetto pubblico idoneo ad assicurare le necessarie garanzie per l’erogazione delle prestazioni a favore dei malati terminali;

RILEVATO INOLTRE CHE

la Direzione Generale dell’ASL con nota del 27 settembre 2011 ha comunicato all’ASP Santa Chiara la revoca del parere favorevole in merito al passaggio di gestione dell’Hospice, che resterà a Codogno almeno fino alla fine del 2012

I SOTTOSCRITTI CONSIGLIERI REGIONALI INTERROGANO IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE LOMBARDA, ROBERTO FORMIGONI, LA GIUNTA REGIONALE, L’ASSESSORE REGIONALE ALLA SANITA’, LUCIANO BRESCIANI PER CONOSCERE:

Se Regione Lombardia fosse a conoscenza della richiesta effettuata dall’ASL della Provincia di Lodi all’ASP Santa Chiara di Lodi per la gestione della RSA ex psichiatrica e dell’Hospice di Codogno;

Se Regione Lombardia fosse a conoscenza dell’intesa istituzionale avvenuta nel luglio 2011 tra il Presidente dell’ASP Santa Chiara, Direttore Generale dell’ASL di Lodi e Sindaco del Comune di Lodi, anche nella sua veste di Presidente dell’Assemblea dei Sindaci e del Consiglio di Rappresentanza, dal quale è stato istituito un tavolo tecnico ad hoc;

Se Regione Lombardia fosse a conoscenza dell’atto di voltura della DIA dell’Hospice di Codogno da parte dell’ASL di Lodi a favore dell’ASP Santa Chiara emesso il 19 settembre 2011;

Se Regione Lombardia sia a conoscenza dei motivi della revoca del parere favorevole da parte della Direzione Generale dell’ASL in merito al passaggio di gestione dell’Hospice di Codogno

Milano, 4 ottobre 2011

Giulio Cavalli (SEL)

Chiara Cremonesi (SEL)

Cappella Cantone/Cavalli (SEL) : “Autorizzato il disastro ambientale”

Dichiarazione di Giulio Cavalli, consigliere regionale Sinistra Ecologia e Libertà

“Così facendo si crea un pericoloso precedente. Ogni ex cava con falde acquifere affioranti potrà essere adibita a discarica di amianto tappando i buchi con un po’ di materiale isolante.”

E’ quanto afferma il consigliere regionale di Sinistra Ecologia e Libertà, Giulio Cavalli, dopo aver appreso della scelta di Regione Lombardia di emettere l’AIA alla ditta Cavenord srl tramite la Direzione generale territorio e urbanistica dando il via libera alla discarica di Cappella Cantone nella ex cava di Retorto.

“E’ giunto il momento di costruire tutti insieme una mobilitazione a livello regionale per chiedere una moratoria dei procedimenti in corso per rivederne le modalità. Non possiamo più lasciare che i privati scelgano i siti di scarico dei rifiuti – spiega Cavalli – è necessaria una pianificazione regionale che coinvolga il territorio per evitare che siano deturpati storici suoli agricoli come quello cremonese e quindi messe in difficoltà le categorie produttive ad essi collegati.”

“E’ importante ricordare – conclude il consigliere Cavalli – che Cremona è la terza provincia per infrazioni accertate nella filiera dei rifiuti in Lombardia e che quest’ultima è tra le primissime regioni per la presenza di soggetti che praticano una criminalità sistematica legata al traffico illecito di rifiuti e smaltimento irregolare. Rimaniamo vigili.”

Milano, 4 ottobre 2011

Gli stipendi, i costi e i vitalizi delle Regioni

Se i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi, non c’è scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull’ingiustizia. (Enrico Berlinguer)

Finalmente è arrivato in Commissione il progetto di legge per rivedere il trattamento economico dei consiglieri regionali in Lombardia. L’iter sarà l’occasione per leggere, discutere ma soprattutto votare le proposte. Il tema, oggi, è legato a doppio filo con la credibilità delle istituzioni. E, da qui, vi aggiornerò passo dopo passo. Cominciando da oggi e dalla pubblicazione dei documenti che (una volta per tutte) fanno chiarezza sui costi e sulle cifre. In un momento in cui si legge di tutto e in cui i dati cambiano in base alle proprie posizioni. E poiché i numeri sono numeri e non opinioni e poiché l’informazione è obbligatoria anche per l’indignazione ecco la documentazione che è stata inviata in Commissione sul quadro generale. Ditemi cosa ne pensate.

 

 

Esenzione ticket: la Lombardia è un buco nell’acqua

Il loro comunicato lo metto qui perché quando si parla di questi temi le notizie spariscono. E perché sarà una settimana calda, in Commissione, la prossima.

CGIL CISL UIL LOMBARDIA, SPI CGIL – FNP CISL – UILP LOMBARDIA, FP – CISL FUNZIONE PUBBLICA – UIL FPL ESENZIONE TICKET SANITARI: I SINDACATI CHIEDONO UNA MORATORIA SULLA CERTIFICAZIONE FINCHE’ IL SISTEMA NON FUNZIONERA’ A REGIME 
Il combinato disposto delle sbagliate ed estemporanee iniziative assunte negli ultimi anni dal ministero dell’economia e della inadeguata gestione e organizzazione messe in opera dall’Assessorato alla Sanità di Regione Lombardia, che non facilita la vita dei cittadini lombardi, hanno, come avevamo previsto e denunciatogià mesi fa, come unico risultato l’assalto di migliaia di cittadini, soprattutto anziani, alle ASL per capire come comportarsi per avere diritto all’esenzione.  Molti, che avrebbero dovuto ricevere a casa la comunicazione di essere stati inseriti nell’elenco dell’anagrafe tributaria quali aventi titolo all’esenzione, non l’hanno ad oggi ricevuta.
Altri, che hanno diritto all’esenzione per reddito, non avendo fatto la dichiarazione dei redditi nel 2009 e avendo solo il CUD della loro pensione non risultano – INCREDIBILE ! – negli elenchi del Ministero e perciò sono sconosciuti alla Regione che quindi non ha inviato nulla.  Altri ancora, con un reddito tra 36.500 e 38.000 euro, aventi quindi titolo all’esenzione in ragione delle norme regionali, non avendo ricevuto alcunché e non sapendo quale sia la loro condizione si affrettano a rivolgersi alle ASL. I medici e le strutture sanitarie,non volendo sapere “né leggere ne scrivere” a chi non ha la tanto agognata lettera della regione per l’esenzione dicono solo:
“Andate all’ASL”.  Insomma: dilettantismo allo stato puro sulla pelle dei cittadini, per di più di quelli più deboli, cioè i malati e gli anziani, ma anche caricata sulle spalle degli operatori delle ASL che, nel numero ridotto di organici in cui si ritrovano in Lombardia fanno del loro meglio – a proposito: grazie davvero! – per sollevare per quanto possibile i cittadini dai disagi, informandoli e aiutandoli a compilare moduli e moduli.  Chiediamo subito una moratoria, fino a quando l’intero sistema non sarà pienamente a regime, inserito nella tessera sanitaria in modo che ovunque il cittadino si rechi (dal medico, in ambulatorio, all’ospedale…) esibendo la tessera ottenga il suo sacrosanto diritto all’esenzione, senza dover diventar matto per poterlo esercitare. E che fino all’accertato e reale pieno funzionamento del sistema i cittadini possano, come in passato, continuare a certificare il loro status di esenti apponendo la loro firma sulla ricetta.

Segreterie Regionali, Sesto San Giovanni, 23 settembre 2011

Essere di parte

Ieri è passato in Consiglio (voto contrario la Lega, proprio loro, ma non sono per l’autodeterminazione dei popoli?) che impegna la Lombardia a chiedere che l’Italia «esprima voto favorevole alla richiesta dell’Autorità Nazionale Palestinese di riconoscimento di Stato associato all’ONU». Lo scrivo qui perché se ne leggerà poco in giro, perché ci tenevo a segnalare che il capogruppo della Lega Galli ha dichiarato  «siamo disponibili a votare sì solo se si aggiunge alla mozione anche il riconoscimento della Repubblica federale padana» e perché in tempi di pericolosi Ulivi (troppo) allargati almeno si dichiara da che parte stare. E perché sono le ultime ore per firmare.

Autoconvocati: le nostre proposte

Milano, 13 settembre 2011

La crisi è reale; la manovra di ferragosto insufficiente e socialmente iniqua.

Nonostante quanto abbiano ripetuto per mesi il Governo nazionale e la Giunta lombarda, l’Italia e la Lombardia sono in crisi e la cura – o meglio le differenti versioni della cura che si sono susseguite in questa estate – rischia di peggiorare le condizioni del malato, riuscendo in contemporanea a pesare unicamente sulle fasce più deboli, rischiare di innescare una crisi recessiva e non essere sufficiente al risanamento economico necessario. Se è vero che Regione Lombardia ha contestato la manovra non si può tacere il fatto che da un lato non ha avuto l’ambizione di intervenire su tutto l’arco delle politiche economiche e, dall’altro, che si trova oggi tra gli sconfitti delle battaglie di estate, contro quello che sarebbe dovuto essere un Governo amico. Si rende improrogabile un’opera di razionalizzazione ed eliminazione degli sprechi. Vogliamo definire con più precisione e nelle nuove difficili condizioni il contorno delle politiche pubbliche e il loro volume.

Si spende molto ma si può spendere innanzitutto meglio: è un passaggio che può anche fungere da ripresa democratica e non un mero trapasso tecnocratico. Non vogliamo, anzi, respingiamo l’idea di ridurre il perimetro delle politiche pubbliche. Contestiamo quella specie di “pensiero unico” che ha pervaso tanta parte della discussione delle settimane scorse, come se i rimedi suggeriti non fossero in fin dei conti all’origine della crisi medesima: è il caso delle privatizzazioni. Invocate come soluzione regina si è trascurato del tutto il particolare che non si vedono compratori né condizioni di vendita favorevoli e che su di esse c’è un dibattito pubblico piuttosto avanzato e diversamente orientato, come ha dimostrato il voto nei referendum anche di alcuni milioni di elettori del centrodestra.

Giulio Cavalli

Chiara Cremonesi

LE PROPOSTE

Qualificazione e funzionalizzazione della spesa, orientata alla crescita

• Accorpamento e rimodulazione delle misure di sostegno alle imprese, per orientarle alla crescita.

Istituzione di un gruppo di lavoro tecnico-politico per la ricognizione e proposta, anche in coerenza con l’attività del nucleo per le crisi industriali.

• Analogo impianto per tutte le misure e le risorse indirizzate al sostegno dei lavoratori in CIG o disoccupati.

• Sostegno prioritariamente erogato alle imprese in cui si attuino processi di concertazione e intesa aziendale e/o territoriale senza deroghe al contratto nazionale ovvero allo Statuto dei diritti dei lavoratori.

• Revisione delle politiche a sostegno di funzioni duplicate o comunque sovrapposte in ristretti ambiti territoriali (fiere, esposizioni, ecc.).

• Certificazione della spesa degli Enti Locali verso artigiani, commercio e PMI, sostenuta da fondo speciale presso Finlombarda a tasso zero.

Riduzione della spesa regionale

• Revisione della spesa per propaganda e comunicazione di Giunta e Consiglio, comprese le collaborazioni a qualunque titolo e ovunque incardinate (assessori, gruppi, uffici stampa Giunta e Consiglio) con obiettivo di riduzione almeno del 30%.

• Revisione delle spese di sponsorizzazione e patrocinio oneroso con obiettivo di riduzione almeno del 30%.

• Revisione delle spese per missioni istituzionali e all’estero con obiettivo di riduzione almeno del 20%.

• Introduzione generalizzata dei processi di spending review e di zero based budgeting.

• Sul piano delle entrate, istituzione di obbligazione regionale per la raccolta di risparmio privato finalizzata a progetti industriali nella green economy, energie rinnovabili, efficientemente energetico degli edifici pubblici e privati, ed altri settori ad alta intensità tecnico-scientifica e occupazionale.

Qualità della funzione pubblica: le revisioni istituzionali

• Programma di riduzione delle ASL e degli Ospedali, dei posti letto nel quadro della territorializzazione della prevenzione e cura.

• Sostegno deciso ai processi di associazione tra i comuni per la gestione di servizi e di costituzione delle Unioni.

• Iniziativa a sostegno della costituzione della Città metropolitana di Milano con il superamento della Provincia.

• Sostegno all’accorpamento e razionalizzazione degli uffici decentrati delle amministrazioni statali e di quelli giudiziari. La Regione e i gruppi consiliari si impegnano a non difendere e sostenere atteggiamenti di difesa dello status quo locale.

Dignità della politica e delle istituzioni

• Lo status di consiglieri ed assessori dalla legislazione in corso (v.)

Per una nuova disciplina della indennità e degli istituti connessi

Si indicano i principi fondativi per una revisione della indennità per i consiglieri regionali e degli istituti ad essa connessi per raggiungere una serie di obiettivi:

1. un trattamento che assicuri all’eletto indipendenza economica, trattamento correlato alla dignità della carica pubblica (separata da quella individuale, di cui sono giudici i cittadini), equilibrio nel rapporto con il livello delle retribuzioni, dirette ed accessorie – nel settore pubblico e in quello privato, del livello dirigenziale intermedio, rapporto con il trattamento dei parlamentari nazionali e – per questa via – con quello dei magistrati;

2. lo svolgimento di incarico pubblico deve essere aperto a chiunque goda dei diritti civili ma qui cessa l’area coperta da previsione costituzionale: dalle cariche elettive non deve determinarsi privilegio immotivato, durante e dopo l’esercizio delle cariche stesse;

3. equilibrio tra particolare condizione di chi svolge un incarico elettivo e condizione più generale cui è sottoposta la generalità dei cittadini;

4. superare la diffusa ostilità verso privilegi di fatto, verso l’immagine di separatezza che danno di sé moltissimi tra gli eletti e i governanti;

5. rafforzare, perfino rilegittimare la funzione politica e legislativa, per tornare a giudicare con serenità il merito ed anche le capacità e le competenze degli eletti. E’ del tutto improprio che in questa materia si parli in termini di “diritti acquisiti”. Si verte, infatti, su condizioni del tutto particolari, che si aggiungono e non si sostituiscono alle normali condizioni della vita di ciascuno, in termini di occupazione, reddito, aspettative per il futuro. La funzione elettiva è una parentesi – più o meno lunga anche in rapporto al giudizio positivo degli elettori – nella vita di chiunque vi acceda, le cui esigenze particolari devono essere tutte comprese all’interno del trattamento durante il suo esercizio ma che non può prolungarsi oltre, a pena di diventare privilegio non più motivato. Vi sono molti aspetti che richiedono un approfondimento tecnico di particolare complessità, a partire dai concreti meccanismi per collegare le componenti previdenziali del trattamento dell’eletto nel sistema previdenziale ordinario, oltretutto tenendo conto della necessità di prevedere modalità adatte alle situazioni di esercizio di libera professione. Vi sono anche alcuni nodi dei quali va approfondita la natura e la stessa possibilità di intervento. Riguardano i vitalizi in corso di erogazione, che incidono sul bilancio regionale oggi e sono destinati ad incidere per un lungo periodo di tempo e che sarebbero alimentati esclusivamente da quel bilancio senza forma alcuna di recupero, nemmeno parziale. E riguardano anche la mai abbastanza deprecata indennità di fine mandato, ulteriormente aggravata nel corso della precedente legislatura, e che suona come privilegio particolarmente immotivato. Per quanto problematici – pur se da punti di vista del tutto diversi, uno di squilibrio finanziario, l’altro di irragionevolezza e privilegio – in questi casi siamo dinanzi a situazioni consolidate, a differenza della situazione generale come sopra indicato.

I PRINCIPI

1. L’indennità, a prescindere dalla sua qualificazione giuridica, costituisce retribuzione per gli effetti pratici: assicurativi, contributivi, successori, compresa la pignorabilità. Essendo connessa ad un particolare rapporto, non è soggetta a valutazioni se non per la parte connessa a forme di penalizzazione stabilite da Statuto e regolamento ed è corrisposta in dodicesimi.

2. La funzione di consigliere, assessore, sottosegretario è incompatibile con lo svolgimento di attività professionale e di mestiere, inquadrati o meno in specifico ordinamento, e con rapporti di lavoro dipendente ovvero parasubordinato comunque denominati e qualificati giuridicamente. Non si pone invece incompatibilità tra indennità e proventi da attività di creazione intellettuale.

3. Analoga incompatibilità – di funzione e di godimento di compenso ovvero indennità – è stabilita verso incarichi (di amministrazione, direzione e controllo) in enti pubblici o privati.

4. Diminuzione dell’insieme di indennità, rimborsi, contributi a qualsiasi titolo a favore dei consiglieri. Abolizione dei contributi legati alla residenza.

5. Alla indennità sono connessi i versamenti previdenziali, contributivi e fiscali.

6. Al termine del mandato non è corrisposta alcuna somma a titolo di trattamento di fine rapporto, reinserimento o comunque denominato.

7. Superamento del vitalizio e trasformazione in incremento al fondo previdenziale professionale di ciascuno dei consiglieri, eliminazione del fondo di fine mandato, con restituzione delle quote versate.

8. Per quanto riguarda i trattamenti di vitalizio in corso di erogazione, il loro ammontare rimane stabilito al valore maturato all’entrata in vigore della presente legge e non è soggetto a rivalutazione a titolo alcuno. Esaminare la possibilità di interventi correttivi, ad esempio la trasformazione parziale in titoli regionali di credito.

9. Il nuovo sistema si applica dalla legislatura in corso. Le risorse accantonate o comunque le quote maturate per il vitalizio relative a questa legislatura sono riversate nei conti contributivi di ciascun consigliere. L’incompatibilità con l’esercizio di professioni ecc. decorre dall’1/1/2012.

10. L’indennità è comprensiva delle voci oggi definite anche a titolo di diaria.

11. Rendere noti curricula, competenze, mansioni, retribuzione degli staff dei gruppi consiliari, UdP, Presidente e Giunta, specificandone il carattere determinante e fondativo di rapporto di fiducia nonché il divieto (già previsto per legge, peraltro) di trasformarlo in rapporto a tempo indeterminato.

Interrogazione: vogliamo risposte sui buoni scuola

INTERPELLANZA CON RISPOSTA SCRITTA  EX ART. 120 DEL REGOLAMENTO DEL CONSIGLIO REGIONALE

Oggetto: approfondimenti in merito all’aggiudicazione della gara d’appalto dei buoni scuola

I SOTTOSCRITTI CONSIGLIERI REGIONALI

PREMESSO CHE

La Dote Scuola è un contributo erogato da Regione Lombardia, per ragioni sociali o di merito, rivolto a studenti residenti nel territorio lombardo e appartenenti a famiglie con indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) inferiore o uguale a 15.458 euro per quanto riguarda la componente di sostegno al  reddito, mentre con indicatore reddituale familiare inferiore o uguale a 30.000 euro per la componente buono scuola, per quanto riguarda gli studenti delle scuole paritarie;

PREMESSO INOLTRE CHE

i voucher o buoni- scuola sono spendibili presso la grande distribuzione, cartolerie, librerie, negozi di informatica e molti altri esercizi commerciali, convenzionati con la società privata che gestisce l’erogazione e la rendicontazione dei voucher;

CONSIDERATO CHE

la Edenred, multinazionale che ha costruito il suo successo sui buoni pasto Ticket Restaurant, si è aggiudicata l’affidamento del servizio di realizzazione, erogazione, monitoraggio e rendicontazione dei titoli di assegnazione della Dote Scuola dal 2009, ovvero dall’anno della nascita dei buoni stessi, e il 16 giugno 2011 si è aggiudicata  l’appalto per gli anni scolastici 2011/2012 e 2012/2013;

CONSIDERATO INOLTRE CHE

con parere n.142 il 20 luglio 2011 l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici (AVCP) ha dichiarato detta gara di appalto non conforme alla normativa di settore, riportando nel parere diverse motivazioni, quali la determinazione di una barriera all’ingresso nel nuovo mercato, che restringe di fatto la concorrenza, e sottolineando che si intravedono sintomi di illogicità nella scelta di riconoscere un’accentuata prevalenza agli aspetti qualitativi delle offerte;

ATTESO CHE

dare troppo peso ad elementi come l’esperienza in servizi analoghi o il fatturato specifico maturato nel settore di fatto rende impossibile la partecipazione alla gara a diverse aziende e restringe la concorrenza;

 

ATTESO INOLTRE CHE

l’appalto in questione ammonta ad una fornitura pari a 300 milioni di euro ed è stato aggiudicato senza l’ottenimento di alcuno sconto in favore della pubblica amministrazione sui beni acquistabili attraverso i voucher/ticket rilasciati agli studenti della Regione;

 

RILEVATO CHE

 

la difficile situazione di crisi economico- finanziaria di portata nazionale e regionale impone anche a Regione Lombardia una costante osservazioni delle varie possibilità di risparmio, monitorando con cura tutte le assegnazioni di gare d’appalto

 

I SOTTOSCRITTI CONSIGLIERI REGIONALI INTERROGANO IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE LOMBARDA, ROBERTO FORMIGONI, LA GIUNTA REGIONALE, L’ASSESSORE REGIONALE AL BILANCIO, FINANZE E RAPPORTI ISTITUZIONALI, ROMANO COLOZZI PER CONOSCERE:

 

  1. Se lo svolgimento del servizio dell’anno 2009/2010 sia stato di piena soddisfazione della Regione e degli utenti;
  2. Se gli esercizi commerciali abbiano dato riscontri positivi;
  3. Quante aziende hanno partecipato alla gara, con quali modalità e termini di valutazione sia stata effettuata la scelta tra i concorrenti e quali vantaggi rispettivamente per la Regione e per i beneficiari del voucher siano stati rilevanti nella aggiudicazione;
  4. Quali misure Regione Lombardia, in seguito al parere negativo dell’AVCP, abbia intenzione di mettere in atto per correggere una gara d’appalto non conforme alle normative di settore.

 

Milano, 7 settembre 2011

Giulio Cavalli (SEL)

Chiara Cremonesi (SEL)

Interrogazione: discarica a Rezzato (BS)

INTERROGAZIONE CON RISPOSTA IN COMMISSIONE EX ART. 116 DEL REGOLAMENTO DEL CONSIGLIO REGIONALE

Al Signor Presidente del Consiglio regionale

Oggetto: progetto di una discarica di rifiuti speciali a Rezzato (BS) 

I SOTTOSCRITTI CONSIGLIERI REGIONALI

PREMESSO CHE

nella zona di San Polo (BS), in cui è presente una discarica di amianto di ottantamila metri cubi, il livello di mortalità per cancro, secondo le analisi dell’ASL di Brescia, è allarmante e decisamente superiore alla media nazionale;

PREMESSO INOLTRE CHE

l’apertura di una nuova discarica di rifiuti speciali all’interno della cava Castella a 3 Km dal centro di Rezzato (BS) conterrà due milioni di metri cubi di rifiuti speciali come scarti alimentari, carcasse animali, derivati del petrolio e del carbone, rifiuti dell’industria chimica, inchiostri, pitture e vernici, fanghi di fognatura e terreno contaminato;

CONSIDERATO CHE

il conferimento della discarica continuerà per almeno otto anni secondo il progetto approvato a fine agosto 2011 da Comune, Provincia e Regione Lombardia;

ATTESO CHE

nella zona sud- est di Brescia in cui sorgeranno due discariche la salute pubblica dei cittadini, già ampiamente contaminata dalla discarica di amianto, subirà un netto peggioramento

INTERROGANO IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE LOMBARDA, ROBERTO FORMIGONI, LA GIUNTA REGIONALE, L’ASSESSORE REGIONALE ALL’AMBIENTE, ENERGIA E RETI, MARCELLO RAIMONDI, NONCHE’ L’ASSESSORE REGIONALE ALLA SANITA’, LUCIANO BRESCIANI PER CONOSCERE:

  1. Se Regione Lombardia sia a conoscenza delle indagini effettuate dall’Asl di Brescia sul livello di mortalità per cancro in prossimità della discarica di San Polo;
  2. Se Regione Lombardia abbia effettuato le dovute indagini sul possibile peggioramento della salute pubblica dei cittadini nella zona sud- est di Brescia; se sì, per quale motivo non si sia provveduto a diffondere le informazioni ottenute; se no, per quale ragione le indagini siano state ritenute superflue;
  3. Se Regione Lombardia abbia considerato altre zone in cui collocare la discarica di rifiuti speciali.

 

Milano, 5 settembre 2011

 Giulio Cavalli (SEL)

Chiara Cremonesi (SEL)

CAVALLI: SULL’ESCLUSIONE DI ‘CASALE RESPIRA’ DALLA CONFERENZA DI SERVIZI INTERVENGA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE AMBIENTE

COMUNICATO STAMPA
“Il Presidente della Commissione ambiente di Regione Lombardia si faccia garante della presenza di Casale Respira alla conferenza di servizi sull’insediamento dell’inceneritore di rifiuti tossico-nocivi dell’Elcon convocata per martedì 20 settembre”.
 
E’ quanto il consigliere regionale di Sinistra Ecologia Libertà Giulio Cavalli gli chiede con una lettera ufficiale dopo aver appreso dell’incredibile esclusione.
 
“Non si capisce davvero come l’unico Comitato che ha avanzato osservazioni tecniche – spiega Cavalli – non sia stato invitato alla conferenza. A questo punto intervenga Giosuè Frosio, alla luce della confusione che ultimamente regna sovrana sull’iter burocratico della vicenda e anche in considerazione del fatto che Casale Respira era stato audito in Commissione”.
 
“Diverse parti politiche (almeno a parole) – conclude il consigliere di Sel – si sono dichiarate contrarie al progetto. Presumo quindi che saranno d’accordo con il sottoscritto nel ritenere che vada tutelata in ogni passaggio la pluralità di opinione.