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regione lombardia

Ticket e finanziaria: fare massa critica

Sette regioni (Toscana, Emilia Romagna, Sardegna, Trentino, Val D’Aosta, Veneto, Umbria) hanno deciso di non far pagare le tasse sulla sanità (10 euro sulle visite specialistiche e 25 sui codici bianchi in pronto soccorso). In Lombardia stimo preparando l’ordine del giorno per chiedere lo stesso intervento al Presidente Formigoni (ne avevo già parlato qui) ma è essenziale che siano gli enti locali a fare massa critica, a chiedere uno slancio alla terra “dell’eccellenza sanitaria” e alla regione della “sussidiarietà”. Con mozioni, ordini del giorno, qualsiasi cosa possa diventare azione politica. Dai comuni di pochi abitanti alle metropoli. Subito. Magari segnalandoli qui.

Avevano detto niente tasse

E da domani in Lombardia tutti a pagare il ticket. Dai 10 euro in su. Perché la qualità si paga, la Lombardia è eccellente. E quindi, evidentemente, costosissima.

Settimana in viaggio

Mercoledì 13 luglio, a Pontremoli (MS) alle ore 17 per il premio Bancarella presento il libro NOMI COGNOMI E INFAMI in p.zza Duomo.

Mercoledì 13 Luglio, a Marina di Massa (MS) alle 21.30 al Circolo Culturale Endas “Kakao” Via Casola  presento il libro NOMI COGNOMI E INFAMI per l’associazione INMOVIMENTO.

Venerdì 15 luglio, a Boves (CN) alle 21.00 al Teatro Borelli in p.zza Borelli Restiamo umani XII Campo scuola di Acmos.

Domenica 17 luglio, a Cazzago San Martino (BS) alle 10 “I servizi alla persona alla luce delle politiche di Regione Lombardia e del Governo nazionale. Festa di SEL della zona Franciacorta – Lago d’Iseo Parco comunale “Stazione arcobaleno” Via Giuseppe Verdi

Stipendi d’oro, promesse bipartisan

Riporto qui l’articolo di oggi di Repubblica. Tanto per chiarire il modo d’intendere e di essere fedeli alla linea. Buona lettura.

Al Pirellone dicono che stavolta si fa sul serio, con buona pace della serie interminabile di annunci disattesi sul contenimento dei costi della politica. Si comincia a settembre, (ri)promettono maggioranza e opposizione, a discutere in consiglio regionale su come dare una sforbiciata alle generose prebende di cui godono gli ottanta eletti. Il Pd ha già depositato un progetto di legge regionale e chiede che venga subito calendarizzato, a partire da settembre, per la discussione in aula. Il presidente dell’assemblea, il leghista Davide Boni, dice che si può fare, «a patto che tutti i capigruppo siano d’accordo». Da destra e da sinistra è un coro, il momento buono sembra arrivato. E anche il Pdl, con il capogruppo Paolo Valentini, annuncia la presentazione di una propria proposta.

Gli stipendi d’oro del Pirellone I benefit da 50mila euro per chi rinuncia all’auto blu

Nel merito, però, le cose non sembrano così semplici. Perché sulla riduzione delle indennità, che oggi si aggirano tra i dieci e i 12mila euro mensili, si confrontano due scuole di pensiero. Per il Pd i tagli agli stipendi (un ulteriore dieci per cento, dopo la riduzione di circa 500 euro che si applica automaticamente perché così hanno deciso i parlamentari, ai cui stipendi sono agganciati quelli dei consiglieri regionali), si possono fare subito. Pdl e Lega, invece, sostengono che una busta paga più magra potrà arrivare solo dalla prossima legislatura, in virtù di quei «diritti acquisiti» che farebbero scattare una valanga di ricorsi.

La proposta del Pd, primo firmatario Maurizio Martina, prevede un altro taglio, immediato, di circa mille euro sul mensile, con un risparmio annuale calcolato in cinque milioni. E (ma dalla prossima legislatura) l’abolizione del vitalizio, vale a dire della pensione che oggi ciascun consigliere riceve anche dopo solo cinque anni di attività; in cambio — e su questo anche la maggioranza è d’accordo — si passerebbe al sistema contributivo: ognuno riceve in rapporto a quel che ha versato, magari a enti previdenziali privati. Novità anche sul fronte del trattamento di fine mandato: adesso la “liquidazione” è pari a un’annualità per ogni legislatura, che dovrebbe ridursi a una mensilità per ogni anno passato in Consiglio, e per un massimo di dieci mensilità. Ma c’è chi vuole bruciare i tempi. Giulio Cavalli, di Sel, ha scritto all’ufficio di presidenza una lettera in cui annuncia di rinunciare — da subito — al vitalizio: «Cominciamo da qui, ma in ogni caso ho fiducia che da settembre le cose cambieranno, altrimenti con l’aria che tira qualcuno ci rimetterà il posto e la carriera politica».

Sull’abolizione del vitalizio e la riduzione della “pensione”, disco verde dal Pdl, anche se il capogruppo Valentini avverte: «Per ridurre i costi della politica bisogna mettere mano pure al meccanismo della costituzione di gruppi consiliari: ce ne sono alcuni che costano più di altri». È un aspetto su cui insiste anche il leghista Boni: l’obiettivo è innalzare la soglia per costituire un gruppo. Per il presidente del consiglio regionale si potrebbe stabilire un minimo di cinque consiglieri.

Ma le sforbiciate dovranno riguardare anche la giunta. Roberto Formigoni dice che è arrivato il momento di dare un segnale di sobrietà. Ma se la prende con Repubblica, che ha dato conto degli stipendi d’oro e soprattutto dei metodi di “reclutamento” dei dirigenti del Pirellone. «La Lombardia — tuona il governatore — è la Regione italiana che costa meno ai cittadini: il costo di funzionamento, compreso il personale, è inferiore a 29 euro l’anno pro capite, contro una media nazionale di 56». Il tutto «grazie anche all’ottimo lavoro di dirigenti regionali che spesso il privato ci invidia e ci contende».

http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/07/08/news/stipendi_d_oro_promesse_bipartisan_pdl_e_lega_ma_si_comincia_nel_2015-18821261/

Mozione per eliminare il vitalizio e l’indennità di fine mandato in Regione Lombardia

MOZIONE

IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA

PREMESSO CHE

l’indennità dei consiglieri di Regione Lombardia è determinata in base all’art.2 della l.r.17/1996, è corrisposta per dodici mensilità e l’importo mensile è pari a 3.466,38 euro, al netto della ritenuta previdenziale di 2.369,99 euro e fiscale di 3.643,58 euro;

PREMESSO INOLTRE CHE

la predetta indennità è calcolata in funzione dell’indennità mensile spettante ai membri del Parlamento e della popolazione (numero di abitanti) della Regione Lombardia e, di conseguenza, è molto più consistente di quella corrisposta dalle altre regioni;

CONSIDERATO CHE

ai sensi degli artt.3, 4 della l.r. 17/1996 è erogata la diaria a titolo di rimborso spese per la presenza, che consiste nell’erogazione di 2.602,08 euro mensili;

CONSIDERATO INOLTRE CHE

è previsto anche un rimborso spese forfettario (art.5 l.r. 17/1996), erogato in base alla distanza da Milano al luogo di residenza del Consigliere, che va da un minimo di euro 238,14 ad un massimo di euro 1.905,12;

ATTESO CHE

è previsto dall’art.6 della legge regionale citata un rimborso spese forfettario per missioni nel territorio regionale che ammonta ad euro 3.525,12;

ATTESO INOLTRE CHE

l’art.6 della l.r. 17/1996 prevede un rimborso spese per missioni in Italia o presso l’Unione Europea su presentazione dei documenti di spesa e non può superare ogni anno l’equivalente di undici viaggi aerei a/r Milano- Roma;

CONSTATATO CHE

a fronte di una trattenuta sull’indennità di funzione del 25% (2.369,99 euro mensili) il Consigliere, cessato dal mandato, riceve un’indennità di fine mandato nella misura dell’ultima indennità annuale di funzione percepita per ogni legislatura e un assegno vitalizio mensile al compimento del 60° anno di età ex artt. 2, 3 della legge regionale 20 marzo 1995, n.12;

VISTA

la situazione lavorativa attuale, la difficoltà ad accumulare diritti previdenziali, il basso livello medio dei redditi su scala nazionale, la dilagante diffusione del lavoro precario e i 40 anni richiesti per maturare la pensione ad un qualunque lavoratore, che si pone in netta contrapposizione al trattamento di indennità e pensionistico dei Consiglieri di Regione Lombardia;

IMPEGNA IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE DELLA LOMBARDIA, ROBERTO FORMIGONI, LA GIUNTA REGIONALE LOMBARDA NONCHÈ IL CONSIGLIO REGIONALE LOMBARDO

ad attivarsi per ridurre i compensi dei consiglieri regionali, eliminare completamente il vitalizio spettante ad ogni consigliere, l’indennità di fine mandato e ridurre e regolamentare le spese per gli spostamenti e per le missioni.

Milano, 21 Giugno 2011

Giulio Cavalli (IDV)

Gabriele Sola (IDV)

 

 

Israele, Regione Lombardia risponde

Incollo qui la risposta arrivata (oggi, con irragionevole ritardo) che mi arriva da Regione Lombardia nella persona dell’Assessore Romano Colozzi. Confido nella rete per le vostre opinioni e (a prima vista) per qualche inesattezza. Le nostre domande potete rileggerle qui.

Risposta ITR 2192

In relazione ai singoli quesiti, si evidenzia che Regione Lombardia non ha erogato alcun contributo in ordine all’iniziativa riportata nelle premesse dell’atto e non dispone di alcun elemento informativo utile da fornire agli interroganti.

Ciò premesso, è bene ribadire il plauso di Regione Lombardia per questa iniziativa istituzionale decisa da tempo con lo scopo di far conoscere ai cittadini e alle imprese lombarde le positività di quanto possa comportare i destini d’Israele o incrementare i rapporti tra Italia e Israele. È noto che i rapporti tra Italia e Israele sono molto positivi. Regione Lombardia intrattiene da tempo dei rapporti altrettanto positivi con Israele, che auspichiamo possano essere incrementati dal punto di vista economico, sociale e culturale, anche grazie a manifestazioni come queste.

Quanto alle recentissime polemiche sollevate da gruppi che contestano l’iniziativa, non possiamo che confermare la posizione già resa pubblica nelle scorse ore: il popolo di Israele e il paese di Israele ha tutto il diritto di poter svolgere in pace e tranquillità una manifestazione decisa da tempo con gli scopi meritevoli già espressi.

Ci sono dei diritti di libertà che non possono e non devono essere né vietati né limitati.

 

Palla fuori campo: il crocifisso

Pensare che di cose da fare ce ne sarebbero a migliaia: una riforma dei parchi su cui l’opposizione (e un pezzo nascosto della maggioranza) sta dando battaglia, una legge sulla gestione dell’acqua da riscrivere (per fortuna) dopo i sì del referendum, scrivere il regolamento per la legge-antimafia strombazzata e non ancora partita, rivedere i drg sanitari. Invece in Lombardia si discute di crocifisso e icone religiose. È il vecchio trucco della partitella all’oratorio: se temi la partita, butti la palla fuori dal campo e interrompi il gioco.

Liberare la regione? costa

C’è un’aria strana in Regione. Si esulta. Ma sottovoce. Si perde. Ma sottovoce. Perché le elezioni politiche potrebbero (per fortuna) essere vicine, l’illegittimo Formigoni è pronto per armarsi verso Roma e intanto si dividono subito i diversi fronti. Mica quelli di partito: il fronte di quelli che per Roma questo forse è l’ultimo treno, il fronte di quelli che se cade tutto ci sono ancora le ultime campagne elettorali da pagare, quelli che hanno già il leader perdente pronto per non esagerare nel rompere gli equilibri, quelli che sanno che tra poco non ci saranno nemmeno le poltrone. E’ un bel vedere. Intanto si vocifera che CL abbia già scelto il suo candidato perché, che piaccia o no, hanno sempre rispettato i tempi della politica meglio dei nostri guru lombardi. Della politica. Ma piano piano entra uno spiffero di vento…

Mozione per l’autonomia scolastica

La FAISAL (federazione delle scuole autonome lombarde) necessita di 5000 firme per protocollare presso Regione Lombardia la sua proposta di legge che lascerà alle scuole l’autonomia in scelte decisive come la stesura del calendario scolastico, la programmazione degli indirizzi di studio, il coordinamento del trasporto scolastico con gli enti locali e la costruzione dei piani territoriali. La Legge Bassanini del 1997, in realtà, ha teoricamente garantito l’autonomia scolastica, ma sino ad oggi le decisioni sono state prese a livello regionale attorno ai tavoli le scuole non siedono.

A sostegno della proposta di legge della FAISAL abbiamo proposto una mozione al fine di attivare Regione Lombardia per la predisposizione ed attuazione di strumenti idonei a garantire maggiore autonomia agli istituti scolastici.

MOZIONE

IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA

PREMESSO CHE

tra i numerosi ambiti in cui la Legge Bassanini, meglio conosciuta come legge sulla semplificazione amministrativa, ha inteso esplicare il proprio raggio d’azione v’è anche quello del sistema  scolastico italiano, che viene organizzato sulla base di una rete di istituzioni scolastiche dotate di autonomia funzionale estendendo anche all’organizzazione scolastica il regime delle autonomie funzionali già introdotto, per esempio, per le università;

PREMESSO INOLTRE CHE

la legge Bassanini che ha inteso riformare il suddetto settore permette infatti alle scuole di gestire autonomamente l’organizzazione del servizio trasporti con gli enti locali, il calendario scolastico, la programmazione degli indirizzi di studio e la costruzione dei piani territoriali;

CONSIDERATO  CHE

nonostante tale legge, sia in vigore dal 1997,  di fatto, in Lombardia, quanto disciplinato dalla stessa non ha ancora trovato attuazione in una apposita legge regionale;

CONSTATATO CHE

quanto sopra determina che le decisioni vengono prese a livello regionale senza la partecipazione degli interessati, o meglio, dei veri e principali attori ovvero le scuole;

CONSTATATO INOLTRE CHE

auspicabile e doveroso sarebbe che gli istituti possano avere finalmente una riconosciuta autonomia, decisionale ed organizzativa, in scelte importanti e rilevanti per far sì che l’anno scolastico possa svolgersi nel miglior modo possibile in tutti i propri ambiti;

IMPEGNA IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA DELLA REGIONE LOMBARDIA, ROBERTO FORMIGONI, LA GIUNTA REGIONALE LOMBARDA NONCHÈ IL CONSIGLIO REGIONALE LOMBARDO

ad attivarsi nella predisposizione ed attuazione di tutti quegli strumenti più idonei al fine di garantire una maggiore autonomia decisionale, funzionale e organizzativa agli istituti scolastici lombardi.

 

Milano, 24 maggio 2011

Giulio Cavalli (IDV)

Francesco Patitucci (IDV)

Gabriele Sola (IDV)

Stefano Zamponi (IDV)