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regione lombardia

Signori e signore, Radio Formigoni

Questa mattina leggendo la posta mi sono imbattuto in una esilarante mail di Radioformigoni. Innanzitutto vi tranquillizzo, non ho mai ascoltato né visitato il sito web della radio del nostro caro Presidente della Regione. Non l’ho mai fatto sino ad oggi.

L’oggetto della mail è “moralisti d’accatto”. Non ho resistito e ho letto il testo inviato non solo a me ma a tutti i consiglieri della Regione Lombardia.

“Non bastava la D’Addario e i continui sbeffeggiamenti dei comici de noartri sulla vita amorosa e sessuale di Berlusconi ché, adesso scoppia il caso della giovane marocchina finita sotto la protezione del Cavaliere.

Repubblica in testa, con il solito D’Avanzo, giornalista di punta che ama scrivere di politica dal buco della serratura e, a seguire, tutti gli altri giornaloni e giornalini, silenti sui casi degli amici di parte e sempre pronti a dargli al Cavaliere per i suoi, a loro detta, ‘anomali’ comportamenti morali. E in ballo c’è sempre il sesto comandamento”.

Così inizia uno dei testi più imbarazzanti, mistificatori e sgradevoli che mai mi sia capitato di leggere.

L’attacco a Repubblica e ai suoi giornalisti è talmente abituale che non merita neppure risposta. Mi soffermerei, invece, sul resto. Non so chi sia l’autore di questo testo, che è solo riflesso di pura propaganda di regime, e, quindi, sono obbligato a rivolgermi direttamente a Roberto Formigoni, dal momento che Radioformigoni è sicuramente diretta espressione del pensiero del governatore lombardo.

Gentile Formigoni, in un paese laico, concetto per Lei sfuggente, non è necessario citare i comandamenti o le leggi di Dio per affermare che un comportamento è moralmente inaccettabile, soprattutto se proveniente da un rappresentante delle istituzioni. Mi meraviglio un po’ di Lei, sempre così attento alla morale, alla famiglia, all’orientamento sessuale altrui e così svogliatamente disattento nei confronti della condotta morale del presidente del suo partito.

Tant’è che il testo da Lei sicuramente approvato continua: “inflessibili quando si tratta di un uomo che ‘ama la vita e le donne’, rispettosi e ossequienti quando si tratta di conclamate abitudini omosessuali o, peggio, diffuse frequentazioni di viados e transessuali di ogni tipo.” Noto con un certo rammarico che Lei è molto più informato di me, perché io non sono a conoscenza dei vari ‘tipi’ di transessuali, ma confido che forse un giorno potrà illustrarmi le varie ‘tipologie’. Eppure continuo a non capire… Per quale motivo avere frequentazioni con minorenni è meno grave di avere rapporti omosessuali con adulti consenzienti? Forse l’immagine del maschio latino è valorizzata di più da feste con minorenni nelle tenute private di un Presidente del consiglio?

“E al coro di questi pennivendoli si aggiunge il solito Don Sciortino che, dalle colonne di Famiglia cristiana, il settimanale della nostra infanzia in parrocchia tra canonica e sacrestia, ridotto a permanente libello antiberlusconiano, alza il ditino contro il Berlusca, come già fece la ‘sciura Veronica’, accusandolo di essere un ‘ammalato’ di sesso e fuori controllo.

Si preoccupasse un po’ di più, l’intransigente monsignore, di ciò che accade tra alcuni suoi confratelli nella nostra amata Chiesa cattolica e un po’ meno di ciò che avviene nelle case e nelle alcove di noi poveri diavoli, per i quali, semmai, dovrebbe usare la comprensione propria di coloro che sono deputati all’esercizio del sacramento della confessione, con cui ci si affida alla misericordia di Dio”.

È sempre piacevole vedere come Lei utilizzi a suo uso e consumo la dottrina cattolica. Mi dispiace ricordarLe che la morale cattolica non è valida solo se approvata da CL e che la libertà di espressione è diritto di tutti, non solo del movimento ecclesiale di cui fa parte. Per quanto riguarda l’indecoroso invito ad occuparsi di altro, ritengo che l’attacco stesso dimostri la pochezza argomentativa dell’accusatore.

“I più indecenti, però, restano quelle mammole degli oppositori politici che, anziché contrastare il Presidente del consiglio per i suoi programmi e le scelte del suo governo, ne reclamano, come Enrico Letta, le dimissioni; udite, udite, poiché potenzialmente ‘ricattabile’ dalle frequenti ospiti ai suoi banchetti.

Peggio ancora quello stinco di falso santo del Tonino da Montenero di Bisaccia che si erge a moralista d’accatto, proprio lui con i suoi edificanti comportamenti passati alle cronache, e a giudice di quelli privati del Cavaliere, contro cui, per l’ennesima volta, annuncia la presentazione di una mozione di sfiducia.

Per non parlare del segretario del PD, On. Bersani, la cui ‘intransigente opposizione’ si misurerà sulla richiesta di indagine per appurare che cosa effettivamente il Cavaliere avrebbe detto in quella telefonata alla questura di Milano a favore della povera Rudy.

Insomma: amare le donne e la vita è un peccato, pubblicizzare la propria omosessualità o transessualità è un dato di fatto da rispettare e guai a chi, come l’amico Buttiglione, osi parlare di devianza e/o di comportamenti discutibili, estranei e collidenti con la nostra concezione della morale personale e familiare.

E, come se non bastasse, Berlusconi rappresentato sempre e comunque come l’archetipo di tutti i mali: caimano, satrapo, indemoniato del sesso. Meglio, molto meglio, vuoi mettere un Nichi Vendola: cattolico romano, col suo orecchino in bella vista per l’orgoglio gay e del tutto inossidabile ai conti sballati dei suoi bilanci regionali. E, allora: sotto con lo sputtanamento quotidiano di giornali, riviste e battute dei soliti comici ormai privi di altre cartucce.”

Mi sembra che l’opposizione all’azione di governo non possa precludere una dura critica a comportamenti privati inaccettabili per un Presidente del Consiglio. Un vero uomo delle istituzioni non può e non deve essere ricattabile, poiché può subire pressioni esterne sul suo operato politico. Non mi sembra un concetto così difficile da comprendere, eppure da questa pessima disamina sull’atteggiamento dell’opposizione, nulla traspare sulla gravità della ricattabilità di un uomo che anche all’estero dovrebbe rappresentare il nostro paese.

Gentile Formigoni, voglio ricordarLe che amare le donne non significa usare le donne né tantomeno ritenere che si possa far partecipare una minorenne a un festino privato sul cui sfondo si staglia lo strano rito del ‘bunga bunga’, insegnato dal caro amico libico Gheddafi.

In quanto alle bieche accuse a Nichi Vendola credo che la libertà sessuale sia un diritto di ognuno e che non si tratta di misurare chi è più cattolico di altri, anche se so che questo è un concetto quasi sconosciuto agli ambienti di CL, convinti di essere i detentori della verità e dimentichi che per i cristiani la verità è Dio, non CL.

“La verità è che, incapaci di contrastare il Cavaliere sul piano politico ed elettorale si tenta di rovesciarlo con i soliti giochi del trasformismo parlamentare o, peggio, attraverso la via giudiziaria.

Ed è proprio su questo fronte, quello del rapporto tra politica e magistratura, e sul chi comanda davvero in Italia che si tratterà di capire, una volta per tutte, come stanno le cose e cosa si dovrebbe fare per riequilibrare una situazione nella quale, perduta sciaguratamente la norma sull’immunità parlamentare, si è creata una condizione in cui il parlamento e i suoi componenti, così come il governo, sono sottoposti alla permanente spada di Damocle di un avviso di garanzia o di un tintinnar di manette del solito Pubblico Ministero d’assalto.

Potere unico ed esclusivo, quello della magistratura, lasciato nelle mani di un ordine autoreferenziale, autonomo e senza mai responsabilità delle proprie decisioni, che sta lottando con le unghie e con i denti per impedire anche la più flebile delle riforme della giustizia. Ahimè con fini e i finiani che sembrano ormai disponibili e pronti allo show down finale.”

L’attacco alla magistratura ormai è diventato un rituale che Lei e i suoi compagni di partito utilizzano come arma impropria nei confronti di uno Stato di diritto che state calpestando in ogni modo e con ogni mezzo. La consolo e Le dico che anche se Berlusconi fosse ritenuto innocente dal potere giudiziario, sarebbe comunque inopportuna la sua posizione istituzionale. Un uomo che disprezza le donne, utilizza le minorenni, abusa del suo potere ordinando alla questura di lasciare andare una ragazzina solo perché ha frequentato i suoi salotti, non merita di rappresentare il nostro paese. Anzi, per essere più chiari, l’Italia non merita di essere rappresentata da un moderno Caligola che certo non nomina senatore il suo cavallo, ma ha permesso a condannati in Appello per concorso esterno in associazione mafiosa come Marcello Dell’Utri di sedere tra i banchi del Parlamento.

Il testo, infine, chiude in bellezza. “Bisogna prepararsi a ogni eventualità. È questione di poche settimane, anzi, probabilmente, di pochi giorni.” Mi dispiace solo che tra queste eventualità non sia contemplato un sussulto di dignità anche da parte Sua presidente Formigoni.

Cosa succede in Regione Lombardia sulla caccia

Il 15 luglio 2010 la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha condannato l’Italia e varie regioni, tra cui svetta la Lombardia, per le ripetute violazioni avvenute verso le direttive europee in vigore sulla caccia.

La condanna avviene in seguito all’accoglimento di una richiesta del Wwf, sottoscritta da tutte le associazioni ambientaliste e animaliste lombarde, che ha evidenziato l’anomalia della normativa nazionale e regionale che consente la caccia a specie protette dalla “direttiva uccelli” in violazione delle norme comunitarie e delle convenzioni internazionali.

In particolare, la regione Lombardia ha autorizzato la caccia di volatili tutelati dalla normativa europea senza averne mai dimostrato la reale utilità che dovrebbe consistere nella prova scientifica. Tra l’altro, tale deroga non spetta alle regioni bensì al governo. Per superare questa “difficoltà” l’Italia nell’articolo 19 bis della legge sulla caccia, la 157 del 1992, ha istituito un procedimento di controllo di legittimità delle deroghe a livello regionale, che in sostanza risulta inefficace e poco tempestivo.

Nonostante la condanna netta dell’Unione Europea, la regione Lombardia ha riproposto un provvedimento di caccia in deroga per la prossima stagione venatoria. L’8 settembre 2010 la Commissione agricoltura ha, infatti, approvato il provvedimento che disciplina le regole per l’esercizio dell’attività venatoria lombarda per la stagione 2010- 2011, frutto della fusione di un progetto di legge presentato e sottoscritto da Gianmarco Quadrini e Valerio Bettoni (Udc) e di uno presentato dai Consiglieri della Lega Nord.

Il progetto di legge ora deve passare al vaglio del Consiglio regionale, la cui seduta si terrà oggi 14 settembre. Italia dei Valori presenterà 200 emendamenti e 40 ordini del giorno al fine di interrompere l’iter di questa legge vergognosa che viola la normativa europea e giustifica un crudele sfoggio di potere su piccoli volatili indifesi.

Lombardia, Malpensa, un museo e una bolla di sapone

Scrivo questo post dall’onirica seduta consigliare della Regione Lombardia in quel di Malpensa. L’ennesima trovata pubblicitaria che più volte ho contestato e che costa come qualche buona borsa di studio per i figli dei disoccupati dello scalo varesino che vorrebbe fare il milanese. A dire il vero non abbiamo nemmeno la soddisfazione di essere dentro lo scalo (eppure ci sono passati in tanti: passeggeri al di sotto delle previsioni, lavoratori in inesorabile e costante calo e alcuni uomini della cosca Farao-Marincola come ha perfettamente illustrato il PM Venditti), il Consiglio è stato accampato nel museo Volandia. Ecco, in trasferta non si poteva che atterrare in un museo con il nome di un parco dei divertimenti (museo, tra l’altro da vedere, ma con i propri figli e non con Formigoni e la Giunta al seguito).
Sfilano le ovvietà su danni o benefici (dipende solamente dal colore politico dell’oratore ma i fatti raccontati magicamente sono identici) di un aeroporto che voleva essere una rivoluzione ed è stato un goffo harakiri. Intanto fuori hanno appena condannato Dell’Utri (o forse sarebbe meglio dire questa nostra Seconda Repubblica), e già sulle agenzie si legge il solito ring. La sensazione è di essersi rinchiusi in una bolla di sapone nemmeno troppo divertente mentre saremmo chiamati per rispetto ad essere fuori. Non qui.