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Rita Borsellino

Parla Rita Borsellino

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La collega Ilaria Giupponi ha intervistato Rita Borsellino:

Nelle mani di chi andrà la Sicilia, adesso?

«Eh, non lo so… (sospira, poi silenzio). Abbiamo provato tante volte a sperare – non dico a credere perchè io non ho mai creduto in tutti quei proclami – però non mi aspettavo che si arrivasse davvero fino a questo punto»

Rita, se glielo chiedessero, tornerebbe a proporsi come guida?

«Ma manco per idea, guarda!». Una risposta che non lascia adito a dubbi, se non fosse altro che per la spontaneità: «Ho fatto il mio servizio per come ho potuto, soprattutto in Europa, ho cercato di fare quello che potevo e qualche risultato l’abbiamo anche raggiunto, ma il prezzo è troppo alto. Il prezzo», ripete, «è troppo alto».

Per leggere l’intervista integrale basta prendersi il nuovo numero di Left qui

#LEFT di questa settimana: cosa ci abbiamo messo dentro

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La presentazione della collega Donatella Coccoli:

Tempo di vacanze, sì, ma anche di mare giusto, questo il titolo della copertina di Left in uscita il 25 luglio. Un viaggio tra le mille spiagge della penisola, dal Friuli alla sperduta isola di Linosa, per cercare relax e natura incontaminata. Una guida che comprende spiagge riservate agli animali, riserve naturali, luoghi dove praticare sport e mare davvero sicuro. Perché uno dei problemi dell’Italia, così ricca di coste – ottomila chilometri – e anche di opportunità per lo sviluppo turistico, è la balneabilità a rischio. Impianti di depurazione e opere fognarie scarse: ecco l’amara verità di un Paese che tra il 2007 e il 2013 aveva a disposizione 4,3 miliardi e ne ha spesi invece solo 47 milioni. E per la terza volta viene condannata e multata dalla Ue proprio per le carenze del nostro sistema di depurazione. E per i lettori in cerca di “buone” vacanze Left consiglia app e travel blogger per consigli preziosi e il nostro viaggio del cuore. In Grecia, ovviamente! Nell’estate in cui un intero popolo lotta per far valere la propria dignità, ecco la nostra guida alle isole greche più belle e appartate.

Uno dei temi più “caldi” del momento, il futuro della Sicilia, è il tema di due interviste a grandi personaggi della società civile dell’isola: il magistrato Nino Di Matteo che torna sulla Trattativa e sull’isolamento a cui è stato condannato, e Rita Borsellino. La sorella del giudice assassinato dalla mafia 23 anni fa, parla delle dimissioni della nipote Lucia e dell’atmosfera carica di tensione che si respira nella politica siciliana. «Guardo ai più giovani e mi chiedo quali punti di riferimento abbiano», dice Rita Borsellino a Left.

Sempre Sud, stavolta all’insegna di un’utopia che potrebbe diventare realtà: la Città dello Stretto, ovvero un’idea di comunità metropolitana innovativa che unisca Messina e Reggio Calabria. Ne parlano i due sindaci: Renato Accorinti e Giuseppe Falcomatà, protagonisti tra l’altro dell’incontro di Leftintour del 24 luglio.

Non poteva mancare l’economista Ernesto Longobardi che fa le pulci all’idea lanciata da Matteo Renzi di tagliare la tassa sulla prima casa.

Mentre negli Esteri i retroscena dello storico accordo sul nucleare e il racconto di quanto sta accadendo in Grecia: la delicata partita di Tsipras e lo scontro con i dissidenti di Syriza.

In Cultura l’archeologo Paolo Matthiae, lo scopritore di Ebla, lancia l’allarme sui tesori della Mesopotamia minacciati dall’Isis: «Aiutiamo gli archeologici siriani e iracheni che rischiano la vita per difendere il loro patrimonio culturale». Pietro Greco racconta poi la storia dello scienziato “truffatore” che ha falsificato i dati su un vaccino anti Hiv e che è stato condannato a cinque anni di carcere. Infine il cibo, ma su binari diversi: il boom di una dieta a base di insetti e lo show di Donpasta, tra cucina popolare e musica.

Libera tavola

CL230x126_8608E’ uscito. Le info qui.

Ricette d’autore dalle terre confiscate alle mafie. Con contributi di Andrea Camilleri, Rita Borsellino, Roy Paci, Allan Bay, Giulio Cavalli e tanti altri. 

di Jacopo Manni, Lorenzo Buonomini (Terre di Mezzo Editore)

Ottimi ingredienti coltivati sulle terre confiscate alle mafie sono combinati in preparazioni originali e tradizionali insieme: dalle maglie siciliane al pesto trapanese al pancotto di cavolo nero, mozzarella di bufala e crema di patate, dal timballo di caserecce ai fagottini “primavera” ripieni di verza viola con crema di cicerchie. Sette menu tematici promuovono in modo divertente e gustoso la lotta alla criminalità organizzata direttamente nel piatto.  

In più le ricette e i ricordi di chi si è speso in prima persona contro la cultura mafiosa. Scrittori, giornalisti, uomini e donne di spettacolo, politici, ma anche chef stellati, ci hanno regalato piatti speciali che hanno per protagonisti i sapori della legalità.

ISBN: 978-88-6189-237-8
Pagine: 176

 

Rita sta con Claudio e la cosa si fa seria, una #cosaseria in Sicilia

Dal sito di SEL: Rita Borsellino torna in campo. Dopo settimane di silenzio per smaltire la delusione delle primarie vissuta come un tradimento nei suoi confronti da parte di chi le aveva assicurato sostegno per poi seguire altre strade, l’eurodeputato vuole impegnarsi adesso per le regionali e si trova in piena sintonia sul percorso intrapreso da Claudio Fava per trovare l’unità a sinistra.

I due in questi giorni si sono sentiti più volte e contano, insieme, di poter lavorare ad un’alleanza oltre il Pd che possa fare da polo di attrazione anche per molti esponenti democratici delusi dall’accordo con gli ex democristiani. Sulla candidatura del dirigente di Sel, l’unica al momento in campo su questo fronte, la Borsellino cercherà quindi di costruire una coalizione che metta insieme Idv, il partito di Vendola, Verdi, Federazione della sinistra e movimenti civici. Un lavoro difficile, con una presenza ingombrante come quella di Leoluca Orlando ancora una volta a far da muro su accordi facili. Al momento Idv non ha un candidato, ma con l’asse Pd-Udc saldo e un Fava già in campo con sondaggi che lo danno anche in vantaggio su molti concorrenti, l’accordo non è escluso.

Seguiamo con attenzione la Sicilia. Sosteniamola. Stringiamoci a coorte, direbbe qualcuno, belligeranti senza essere bellici. Perché la coalizione che sta sbocciando e i temi assomigliano tanto a qualcosa che stiamo ripetendo in questi giorni. O no?

Il primo polo

Scrivo poco (e qualcuno me lo fa notare) di partito piuttosto che di politica. Sono mesi che ricevo telefonate pronte a lenzuolate giornalistiche per un mezzo scandalo di questo o quel gruppo dirigente di qualche partito. Mi chiedono se non sarebbe bello versare un po’ di bile da spargere a caro prezzo. No, rispondo io, perché non ne ho e non interessa a nessuno. Perché quando ci diciamo che c’è un paese da ascoltare in fondo chiediamo (anche a noi stessi) di smettere di parlarci addosso e provare a sentire le corde che vibrano nel Paese. Un comune sentire, forse si direbbe così, che sposa i bisogni, gli obbiettivi, le modalità.

Se un giorno pensassi che non fosse possibile, rinuncerei per non perderci troppo tempo: non ho mai iniziato uno spettacolo o un libro che non avesse forte nel cuore una pur piccola presunzione di cambiamento. Eppure le riflessioni dopo la tecnicità di questi mesi è quasi sempre una riflessione algebrica, di solito nemmeno troppo articolata, di somme e sottrazioni e il comune sentire rimane solo l’ultimo paragrafo da scrivere per metterci sopra a tutto il resto un pelo di poesia. Si decide dell’UDC, si somma la parte cattolica del PD, si sottrae la parte sinistra dell’IDV insieme alle ancelle di qualche paio di movimenti. Si tira una riga e si prega a mani giunte che faccia cinquanta più uno. Con la boria dei matematici senza dubbi. Ecco, no. Grazie.

Forse abbiamo bisogno di decidere che il sentire comune sia il padre di ogni bene comune. E che sia un padre naturale senza strane adozioni o affidamenti speculativi. E la ricerca si spegne davanti all’ansia matematica. Come scrive bene Gustavo Zagrebelsky la democrazia, come la concepiamo e la desideriamo, in breve, è il regime delle possibilità sempre aperte. Non basandosi su certezze definitive, essa è sempre disposta a correggersi perché – salvi i suoi presupposti procedurali (le deliberazioni popolari e parlamentari) e sostanziali (i diritti di libera, responsabile e uguale partecipazione politica), consacrati in norme intangibili della Costituzione, oggi garantiti da Tribunali costituzionali – tutto può sempre essere rimesso in discussione. In vita democratica è una continua ricerca e un continuo confronto su ciò che, per il consenso comune che di tempo in tempo viene a determinarsi modificandosi, può essere ritenuto prossimo al bene sociale. Il dogma – cioè l’affermazione definitiva e quindi indiscutibile di ciò che è vero, buono e giusto – come pure le decisioni di fatto irreversibili, cioè quelle che per loro natura non possono essere ripensate e modificate (come mettere a morte qualcuno), sono incompatibili con la democrazia.

Per questo penso che l‘Assemblea Generale di Sinistra Ecologia e Libertà di domenica a Roma abbia un buon profumo: perché a Roma con noi ci sono Rita BorsellinoLuigi De MagistrisRossana DettoriMichele EmilianoMaurizio LandiniMimmo PantaleoGiuliano PisapiaMassimo Zedda e molti altri. E sono ospiti dello stesso sentire. Nessun polo da aggiungere. Il primo polo. Il nostro polo.

(Per quelli che amichevolmente mi rimproverano di “indipendentismo”: sì ci sono anch’io. Intervento in tarda mattinata. Fiero di essere nel nostro polo.)

(Foto di Turi Di Domenico)