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Calcedonio Di Giovanni: Cosa Nostra esportata a San Marino

Sequestrati beni per mezzo miliardo di euro all’imprenditore monrealese Calcedonio Di Giovanni, la sua scalata al successo grazie alla mafia.Operazione della Dia di Palermo e Trapani: tra i beni sequestrati, centinaia di villette del villaggio Kartibubbo

Il suo successo sarebbe stato legato “indissolubilmente intrecciato con i destini delle famiglie mafiose di Mazara del Vallo”. La sezione misure di prevenzione del Tribunale di Trapani accoglie la proposta della Dia di Palermo e Trapani e mette sotto sequestro l’impero economico dell’imprenditore monrealese Calcedonio Di Giovanni: un valore strabiliante di 500 milioni di euro. Tra questi, ci sono anche un centinaio di case nel villaggio vacanze Kartibubbo a Campobello di Mazara. Ed è proprio a Kartibubbo che, secondo l’accusa, sarebbe emerso “il collegamento di Di Giovanni con uno dei principali artefici del riciclaggio internazionale, ossia Vito Roberto Palazzolo”.  (…)

Di Giovanni, viene descritto come “imprenditore spregiudicato” entrato in affari anche con mafiosi di Castelvetrano, ad esempio Filippo Guttadauro, cognato di Matteo Messina Denaro, e in contatto con Pino Mandalari, il commercialista di Totò Riina.

(…) Per tracciare la presunta pericolosità sociale di Di Giovanni gli uomini della Dia raccontano il suo recente tentativo di sottrarre il patrimonio alla scure delle misure di prevenzione. Quattro mesi fa, nel giugno 2014, avrebbe costituito in Inghilterra la società “Titano real estate limited” che si occupa di gestione di villaggi turistici con domicilio fiscale italiano nel villaggio Kartibubbo. L’amministratore della società, un mazarese, il mese scorso ha aumentato il capitale. Si è passati dagli originari 100 euro agli 11 milioni di euro versati dal socio “Compagnia immobiliare del Titano” con sede a San Marino. I soldi riguardano il ramo di azienda costituito da un centinaio di immobili nel villaggio turistico. Una manovra organizzata da Di Giovanni, sostiene l’accusa, per evitare il sequestro e mantenere saldo in mano il potere.

Ed invece il sequestro si è abbattuto sul patrimonio che comprende decine e decine di terreni e case in provincia di Trapani e Palermo. E una sfilza di società: “Titano real estate limited, “Compagnia immobiliare del Titano”, Il Cormorano, Fimmco, “Campobello park corporation, “Immobiliare La Mantide”, “Associazione orchidea club, “Selinunte country beach, alcune quote del “Selene residence” di Campobello di Mazara, “Parco di Cusa vita e vacanze, Dental house, Numidia srl. (…)

Quanto è vicina la camorra e San Marino

Giovanni Tizian al solito scrive un pezzo preciso (e con nomi e cognomi, come piace a noi) sull’infiltrazione camorristica nel piccolo stato a forma di neo che è San Marino. Il copione è sempre lo stesso: riciclaggio, criminalità e politica. Gabriele Gatti e Fiorenzo Stolfi sono nomi della politica sammarinese (che noi continuiamo a considerare minuscola senza tenere conto del percolato che partendo da noi finisce per stagnare lì) che da tempo risultano chiacchierati:

E’ il sistema San Marino, raccontato nelle oltre 100 pagine di relazione conclusiva della Commissione consiliare Sammarinese sulle infiltrazioni mafiose.

Istituita per la prima volta nella storia di San Marino nel luglio 2011, la commissione dotata di potere di indagine, ha ascoltato decine di testimoni. Parole che raccontano di contatti diretti e indiretti tra il boss Francesco Vallefuoco – legato alla camorra napoletana del gruppo Stolder, al clan dei Casalesi e a esponenti di Cosa nostra- e alcuni politici sammarinesi. Nomi noti e importanti della vita istituzionale locale come Gabriele Gatti e Fiorenzo Stolfi, entrambi ex ministri della piccola Repubblica e tuttora consiglieri, il primo nel Partito socialista democratico cristiano, il secondo nei socialisti democratici.

La carriera di Gatti inizia nel ’74 quando entra nel Psdc. Da oltre trent’anni siede al Consiglio Grande e Generale (il parlamento sammarinese). Nel ’90 è stato presidente del Comitato dei ministri al Consiglio europeo. Il 2008 lo vede Segretario di stato alle Finanze, diretto interlocutore del ministro Giulio Tremonti durante i tentativi di accordi bilaterali tra Italia e San Marino. E infine l’anno scorso assume la massima carica di capitano reggente per la durata di sei mesi. 

Fiorenzo Stolfi, “il ministro Fiore” è il nome in codice affibbiatogli dal boss, è consigliere in Parlamento ed ex Segretario di stato agli Esteri. I sospetti e le responsabilità la commissione li fa ricadere su di loro. Sospetti e ombre che partono da due inchieste della primavera 2011 coordinate dalle procure antimafia di Bologna e Napoli, precedute da un altro ciclone giudiziario che ha travolto il Credito Sammarinese coinvolto in una storia di riciclaggio con un narcotrafficante della ‘ndrangheta. 

Dei seri accordi bilaterali (con San Marino ma anche la Svizzera, ad esempio) sulla trasparenza bancaria e finanziaria sarebbero sane pratiche antimafia che spettano tutte alla politica e non sembrerebbero nemmeno così difficili. Perché ogni tanto sorge il dubbio che gli stati cuscinetto (quando ero piccolo li sentivo chiamare così) servano a tenere calda la testa qui, prima di tutto.

Secondi anche alla Democrazia Cristiana di San Marino

Coppie gay d’Italia non riconosciute, chiedete asilo a San Marino. La piccola repubblica ha schiaffeggiato l’Italia per quanto riguarda questa controversa tematica. E il bello è che lo ha fatto col placetdella locale Democrazia Cristiana (qui lo scudo crociato continua ad esistere e a macinare voti), che poi è stata redarguita dal vescovo e adesso si barcamena tra aneliti di laicismo e osservanza religiosa. Come avveniva, un tempo, in Italia.

Il parlamento sammarinese ha approvato a larga maggioranza (a favore tutti i partiti di ispirazione socialista, la Dc ha lasciato libertà di voto) una mozione in cui si estende la possibilità di richiedere il permesso di soggiorno, e quindi la residenza, ai conviventi anche se dello stesso sesso. In pratica è il riconoscimento giuridico delle coppie di fatto poiché un sammarinese potrà dichiarare di fare famiglia con una persona dello stesso sesso, di Rimini o della Scandinavia, e quest’ultimo sarà riconosciuto cittadino di San Marino.

Per questo martedì noi portiamo la questione in Regione Lombardia. Con la nostra mozione che arriva in aula. Ne vedremo delle belle. Sicuro.