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Se non imparerò a fare lo stronzo

Impegnati, mi dicono. Impegnati a diventare uno stronzo per sapere cosa pesare e cosa invece no, mettendo sulla bilancia la merce che conviene e invece tutto il resto pesarlo nelle tasche dell’opportunità. Impegnati ad appoggiare i presunti buoni contro i sicuramente cattivi: è la via più facile, la più comoda e la più comprensibile (perché sai, in tempi di comunicazione, la comprensibilità è tutto nonostante tutto). Quindi oggi dovrei abbassare le mutande e andare per le scuole a dire che la mafia è cattiva mentre lo Stato è buono e fanculo alla mafia che senza politica non esisterebbe così come riesce ad essere oggi. Mi chiedono di rispettare tutti quelli da rispettare, quelli delle associazioni istituzionali e soprattutto i loro professori eccellenti nonostante siano i peggiori figli dei loro padri mentre esercitano ego sotto le mentite spoglie dell’antimafia. Mi chiedono di esultare anche per le poche copie di Roberto (abbasso Saviano detto al bar solo con la sicurezza delle telecamere spente) perché la leccata in pubblico è obbligatoria mentre la delazione in privato è la vittoria del carrozzone antimafioso. Mi chiedono, altresì, di ringraziare sempre le forze dell’ordine, sempre, nonostante tutto, nonostante questa nostra storia ne conosca di indegne e anch’io ne abbia incrociato qualcuno. D’altro canto mi chiedono di osteggiare le forze dell’ordine, tutte, nonostante tutto e nonostante qualcuno probabilmente mi abbia salvato la vita. Noi siamo solo per le tinte forti: così siamo fantasticamente comprensibili.

Impegnati per dire che sei di sinistra, ma non del pd, e di una nuova sinistra, mi dicono, nonostante io conosca (e riconosca) in Civati molto di quello che vorrei e in Vendola molto di quello che avrei (avrei voluto) credere possibile. Ma accarezza i grillini, mi dicono, senza chiamarli così perché si offendono, nonostante siano in molti migliori del proprio (brutto) vate e alcuni proprio improponibili.

Insomma: antimafioso scassaminchia ma senza essere troppo poco istituzionale e politicamente moderato nella sinistra radicale.

Ah, mi dicono, fai lo scrittore e l’attore per le serate in teatro ma rivendica un ruolo politico in altre sedi. E quando chiedi dei manifestanti invece no, ti rispondono, che invece no, non devi confonderti ma al massimo appoggiarli: appoggio esterno, al massimo su twitter.

Se imparerò a fare lo stronzo mi toglierò la soddisfazione di prendervi a calci nel culo solo per mostrare la vacuità fognaria dei vostri troni. Maestri a rendere.

Vicinanze ed estraneità

E’ un brutto momento per le vicinanze di politici e imprenditori al margine del carcere. Sembra impossibile spiegare che ciò che la gente sopporta di meno è questa continua sensazione (se è solo una sensazione, eh) di vicinanza e comunione tra prepotenti imprenditori dannosi per la comunità e politici che indipendentemente dalle responsabilità giudiziarie dimostrano questa affezione autodistruttiva fatta di complicità e pacche sulle spalle. Mentre un paese impara il senso di misura dovuto alla miseria vorrebbe almeno dai governanti il senso della misura per responsabilità. Non è questione di eleganza, no: è la voglia sfrenata di una politica seria, fatta sul serio, che decida di rivendicare con fierezza le proprie vicinanze e le proprie estraneità, smettendola con questa favola del cattivo gusto rivenduto come dovuta cordialità

Il laboratorio Basilicata

In Basilicata tra poco si vota per le regionali dopo la sfortunata decadenza dell’ultima Giunta. Sono elezioni che possono essere significative non solo per la Basilicata ma per leggere quello che succede e che succederà in un panorama che sembra avvitarsi su se stesso.

Vale la pena leggere le parole di Giuseppe Morelli, esponente locale di Sel e candidato al consiglio regionale all’interno del listino della Murante:

La dirigenza nazionale di sel ha condiviso la scelta di rompere con i democratici?

Ha preso atto. Ad alcune nostre riunioni hanno partecipato anche alcuni dirigenti del nazionale come Ciccio Ferrara, abbiamo spiegato loro le nostre motivazioni e abbiamo ricevuto il loro sostegno. Sinistra ecologia libertà non è nata per fare la stampella al Pd ma per  imprimere un nuovo volto al centro-sinistra; in Basilicata non ci sono le condizioni politiche per farlo quindi meglio portare avanti le nostre battaglie dove c’è la possibilità per farlo.
Quali sono queste battaglie?
Prima di tutto una moratoria sulle perforazioni petrolifere: non possono continuare con questa intensità e in ogni caso non è giusto che i ricavati di questa attività non siano redistribuiti alla collettività. Per questo chiediamo anche di aumentare le tasse sui profitti da petrolio per finanziare una legge regionale sul reddito minimo garantito, una misura assolutamente essenziale in una regione in cui il lavoro non c’è più e i distretti industriali, penso ad esempio a quello del mobile di Matera, stanno chiudendo.
La vostra scelta di creare un polo autonomo delle sinistre sarà il preludio di una nuova strategia politica nazionale?
Se guardiamo al successo che hanno avuto le manifestazioni del 12 e del 19 ottobre direi che uno spazio politico per chi, da sinistra, non si riconosce nella politiche delle larghe intese c’è. Si tratta di vedere da chi e come sarà ocupato.

In SEL è Migliore annacquarsi

“Per me l’obiettivo è combattere la destra. Se dentro al Pd c’è chi vuole interrompere le larghe intese ben venga. Renzi dicendolo si assume una responsabilità importante”. Lo ha detto Gennaro Migliore, capogruppo Sel alla Camera, ad Agorà, su Raitre. Secondo l’esponente di Sel “quello che serve è segnare chi sta pagando questa crisi, e chi va difeso. L’energia della Leopolda mi ricorda il social Forum che si fece anni fa proprio nello stesso luogo. Un’energia che vuole interrompere il flusso di quanti vogliono mantenere lo status quo”.

Ecco: il “meno peggio” o “i nemici dei miei nemici sono miei amici” sono i comportamenti intollerabili per cui si sentiva il bisogno di costruire SEL. Ma non per tutti, evidentemente.

Cose che provano a funzionare

A proposito delle intercettazioni dimenticate in traghetto, ecco l’interrogazione di SEL.

BOCCADUTRI e COSTANTINO — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
i quotidiani nazionali hanno riportato nei giorni scorsi la notizia che quattro contenitori con intercettazioni non ancora trascritte di telefonate che riguardano il cosiddetto «processo Meta» sarebbero stati ritrovati sul traghetto che collega Reggio Calabria e Messina;
a riferire la notizia è stato il pubblico ministero Giuseppe Lombardo, pm applicato alla direzione Distrettuale Antimafia, nel corso dell’udienza dibattimentale; in particolare, il Ros di Reggio Calabria sarebbe stato contattato dal personale delle navi traghetto, che hanno rinvenuto su un divanetto quattro plichi, fortunatamente quasi integri, relativi alle intercettazioni non ancora trascritte di questo processo. Tre dei plichi sarebbero stati totalmente integri, mentre un quarto risulterebbe essere stato aperto. Quelle intercettazioni non sarebbero ancora state trascritte nonostante l’incarico fosse stato affidato mesi e mesi fa. Si tratterebbe, addirittura, degli originali;
il processo cosiddetto Meta riguarda alcune cosche che alla fine degli anni 80 si sarebbero alleate per potenziare la presenza della ’ndrangheta nel Nord Italia, attraverso anche un alleanza tattica con Cosa Nostra;
il pm Giuseppe Lombardo è stato destinatario nel mese di marzo 2013 di un pacco bomba contenente 50 grammi di esplosivo accompagnati da una lettera di minaccia;
l’esigenza di tutelare la riservatezza del materiale probatorio, unitamente alla necessità di tutelare i soggetti che portano avanti le indagini di mafia non può essere messa a repentaglio in modo così palese –:
quali iniziative, secondo le proprie competenze, il Ministro della giustizia intenda assumere per tutelare l’integrità del materiale probatorio in processi delicati come il cosiddetto processo Meta.

I soloni strateghi

Insomma è già crisi. O forse no, come succede, e alla fine magari ci diranno che hanno trovato un’intesa. Certamente oggi l’affidabilità di Berlusconi e i suoi è evidente in tutte le sue molteplici forme. Sono dovuto passare 150 giorni per capire quello che tutti già sapevano: l’agenda politica di questo centrodestra qui è solo la risoluzione dei guai giudiziari di Berlusconi e un po’ di propaganda. Nient’altro. In compenso il PD è riuscito (nel governo dei rinvii su tutto) a fare realizzare l’unico spot elettorale del centrodestra abolendo l’IMU, per poi essere talmente stupido da farsi incolpare per qualsiasi altra forma di rientro economico (basta guardare la prima pagina de Il Giornale di oggi, per intendersi).

Chissà dove sono i soloni e gli strateghi che ci hanno detto in tutte le salse che questo sarebbe stato un governo responsabile e di scopo (tra l’altro, scusate, che scopo?) e dove sono tutti coloro che vedevano fantascienza nel mettere in piedi un governo guardando altrove (e guarda guarda che forse oggi, si bisbiglia, potrebbero anche esserci i numeri).

Si è riusciti in un miracolo: logorare il PD, deresponsabilizzare il M5S e infilarsi ancora una volta nelle mutande di Silvio. Chapeu, eh.

Apriti SEL!

Abbiamo bisogno di una discussione vera e trasparente per affrontare la nuova fase senza equivoci o ipocrisie. Ma è necessario aprirci sin da ora, prima del congresso, per contribuire a costruire una sinistra più grande di noi, capace di pensare il cambiamento e di cimentarsi con la sfida del governo.
La qualità del nostro congresso non dipende solo dalla nostra discussione ma da quanto sapremo costruire nei movimenti, nelle lotte sindacali, nelle esperienze associative che producono nuova politica, nuovi saperi, nuova socialità.
Per farlo dobbiamo cambiare pelle, liberare la nostra discussione, aprire i nostri spazi di partecipazione, liberarci dei notabilati, vincere una cultura che “militarizza” il confronto politico e rimuove il disagio.
Non è più possibile tenere distinte le forme di partecipazione dalla qualità e credibilità della proposta politica. Dalla capacità di SEL di affrontare questo nodo dipende la sua credibilità, la possibilità di svolgere un ruolo autonomo e al tempo stesso unitario, di raccogliere domande e intelligenze, di interloquire con ciò che si muove nella società, di sviluppare la sua capacità di elaborazione.
Non basta stigmatizzare l’antipolitica, per esorcizzarla, bisogna cambiare la politica, a cominciare da noi.

A cosa serve Sel 
SEL deve lavorare alla costruzione di un processo di aggregazione e confronto che porti alla costruzione di una nuova forza della sinistra, plurale, unitaria e innovativa. La manifestazione di piazza SS. Apostoli ce lo ha ricordato ma è rimasta senza seguito anche per una nostra incertezza di prospettiva. Non la sommatoria di frammenti di ceto politico teso all’autoconservazione, ma una nuova esperienza capace di aggregare risorse per produrre un’elaborazione inedita.
La missione costitutiva di SEL è uscire dall’asfittica alternativa tra la rinuncia alle proprie ragioni per accedere al governo e la marginalità per rimanere fedeli a se stessi.
La costruzione di un’alleanza capace d’innovazione non è però, oggi, un dato scontato ma un obiettivo da conquistare.
È quindi fuorviante contrapporre il rilancio di una autonomia politica e culturale di sinistra alla costruzione di una  coalizione di governo: si tratta di due obiettivi oggi inscindibili.
La scelta non è dunque “rinchiudersi nel partitino” né tantomeno sciogliersi nell’indistinto “campo dei democratici”, ma costruire una sinistra più larga di noi, capace di coniugare governo e trasformazione ponendola in relazione con le domande della società.
Con l’iniziativa di Carlassare, Don Ciotti, Landini, Rodotà e Zagrebelsky e con l’appuntamento del 12 ottobre si apre un nuovo cantiere che mette al centro la difesa della Costituzione. Si è aperto un percorso di cui SEL deve essere protagonista e non mero interlocutore, contribuendo a orientarlo e a rafforzarlo.
È una sfida che non vale solo per l’Italia ma che riguarda l’Europa e non si esaurisce nella mera adesione a una o all’altra famiglia: è necessario ricostruire una soggettività che promuovendo nuove forme di mobilitazione tra i cittadini europei cambi le politiche e il ruolo dell’Europa.

Un documento-appello che trovate qui. E che è utile a tutto il centrosinistra per una riflessione più ampia.

I trapezisti della sinistra

Sinistra Ecologia Libertà celebrerà tra qualche mese il suo Congresso su una linea politica che discuteremo insieme, ma di cui conosciamo già i sommi capi: rafforzamento di una sinistra di governo in Italia, nel solco del socialismo europeo che si cimenti con la (ri)costruzione di una coalizione di centrosinistra e che sappia coniugare le ragioni del lavoro, dei diritti per tutte e tutti e della conversione ecologica. Tutto questo si può fare prescindendo dal Partito democratico o da quello che succede al suo interno? Ovviamente no. Chiunque si dica di sinistra non può essere indifferente a quanto accade nel più grande partito del centrosinistra. Personalmente, non mi sfugge la carica innovativa, a cui ogni tanto corrispondono contenuti non proprio nuovi, di Renzi, la fresca radicalità di Civati, che ad esempio è il meno vicino alle larghe intese, o la profondità di riflessione sull’Europa e sulla prospettiva di Cuperlo. Non mi sottraggo al punto decisivo[…]

Cioè? (il post di Sergio è qui)

Equivicini

Quindi alla fine mi dicono che quelli di SEL dovrebbero essere “equidistanti” (dicono così ma qualcuno è piuttosto “equivicino”) dal congresso del PD. La direzione suggerita non mi stupisce (del resto ne avevo già parlato qui e già non avevo capito qui) ma non la condivido. O si ha la forza di prendere le distanze dal PD (a cascata dappertutto, eh) o si decide di condizionarlo (era il mantra e la promessa della dirigenza in campagna elettorale): aspettare di vedere cosa succede per trovare una narrazione post-congresso mi sembra una pessima idea.

Anzi, sarebbe bello che ci fosse una stessa mozione al congresso Pd e al congresso di SEL (ci sarà, no?). Allora come farebbero gli equivicini?

Civati non datur

Siccome in molti hanno scritto, commentato, criticato e discusso il mio post di ieri e siccome la politica è una cosa bellissima per chi non si trova costretto a farla per sopravvivere, volevo tornare sull’argomento “congresso PD” così come lo sento, come la penso e con tanti saluti per chi teme il dialogo e lo scontro (sano e democratico) che arricchisce.

Vedo due possibilità per la “sinistra” (e qui lo so: la sinistra non esiste più, c’era una volta la sinistra, dobbiamo essere post-ideologici, sono tutti uguali e tutte queste altre cose qui a cui avevo già risposto tempo fa proprio qui) che sia SEL, che sia la “diffusissima” sinistra granulare di questi ultimi anni o che sia chi a sinistra ha preferito non votare: fregarsene del congresso PD o prendere posizione. Il resto è equilibrismo già stanco, stucchevole e timido quasi pavido.

O si decide che il Partito Democratico sia ormai irrecuperabile, troppo filoberlusconiano o schiavo dei 101 e allora ci si mette il cuore in pace e si decide di fare altro prendendosene la responsabilità (anche elettorali, senza accorpamenti dell’ultimo secondo per garantirsi posti in Parlamento con questa legge elettorale) oppure ci si dice apertamente che per cambiare la sinistra (e il centrosinistra) è necessario lavorare per un Partito Democratico che non continui a barcollare su derive centrodestrose e ritrovi il filo e il segno o piuttosto si rompa. Tertium non datur, scrivevamo al Liceo.

Per questo credo che tutte le altre interviste (e le loro smentite) come lunghissime perifrasi servano poco al dibattito e troppo all’attendismo che ha portato il M5S ai risultati recenti.

Io non ho grandi certezze anzi sono pieno di dubbi ma quello che so è che tra i candidati attuali al congresso del PD c’è qualcuno che ha portato avanti da sempre i temi (e spesso anche i modi) che stanno a cuore alla sinistra come vorrebbe essere e a molti punti di programma di SEL: Pippo Civati. Civati tra Marchionne e FIOM è sempre stato dalla parte della FIOM (al contrario di Renzi, per dire), ha avuto sempre le stesse parole sui diritti in tutte le loro declinazioni, ha una visione ambientale vicina all’ecologismo europeo e ritiene questo Governo un tradimento del patto con gli elettori. Insomma: può non piacere ma mi sembra che abbia le idee chiare. Anche Renzi ha avuto la possibilità (eccome) di chiarire le proprie posizioni e i propri orientamenti: possono piacere o no ma la sinistra è un’altra cosa, per carità.

Mi si dice che Civati non ha possibilità di vincere (ma nessuno di questi mi sa dire se SEL o il post-SEL o qualsiasi altra cosa oggi immaginabile possa raggiungere il 30%, perché vogliamo governare, spero), mi si dice che vincerà comunque Renzi (e allora dovrebbe essere un fanculo all’homo faber fortunae suae che è la molla della politica, o no?) e mi si dice che alla fine comunque sarà sempre “imbrigliato” (lui, capite, e me lo dicono quelli che parlano di PD e col PD ogni santissimo minuto) e mi si dice che le cose non cambiano.

Pochi giorni fa mentre facevamo un evento insieme ad Arzo Gianluca Grossi diceva che per cambiare il mondo bisogna essere capaci di farsi cambiare dal mondo.

Ecco, ad oggi di strade ne vedo due e non capisco perché Civati non datur.