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Un buon voto di fine anno

Dunque domani in Lombardia si vota per le primarie dei parlamentari di SEL e PD. Conta sottolinearlo perché su giorni, orari e modalità mi sembra che ci sia un po’ di confusione e allora forse è il caso di ricordarlo.
Qui trovate il sito per le primarie, qui l’elenco dei seggi, qui i candidati SEL nella circoscrizione Lombardia 1.

Io scriverò con convinzione Paolo Oddi e Patrizia Quartieri per la Camera: perché l’agenda del primo poggia su un bilancio umano che si preoccupa più dell’uguaglianza che del pareggio e perché il lavoro di Patrizia in Consiglio comunale a Milano è sotto gli occhi di tutti.
Per il Senato scrivo Roberto Imberti perché credo che faccia bene a SEL giovarsi della sua esperienza.

Il merito comunque credo che vada riconosciuto a tutti i candidati (alcuni che apprezzo, altri che non ho avuto modo d conoscere) che rendono questo 29 dicembre un altro giorno di partecipazione che non può che fare bene alla politica, ai partiti e a noi.

Qualcuno mi chiede di me: noi siamo qui a lavorare per portare avanti il lavoro in questa Lombardia che ci sta tanto a cuore e che sembra potersi slegare dal formigonismo di questi anni. Lo facci perché credo nell’impegno che mi sono preso già due anni fa con i miei elettori e perché credo che un “pezzo” di rivoluzione (o meglio di “prepotente evoluzione”) debba essere coltivato qui. Lo faccio perché sono uno OSTINATAmente Smoderato che non ama i travestimenti centristi che si vogliono arancionare e riciclare anche qui: insomma credo che ci sia da continuare a fare lo “scassaminchia” in Lombardia. Qualche piccolo mistificatore parla di un assessorato che mi è stato garantito. Me l’aspettavo (l’avevo predetto qui): chiederò l’assessorato alle malelingue croniche così ho già in mente una folta schiera di dirigenti.

Poi qualcuno mi chiede di Civati che come saprete (e se non. Lo sapete apprendetelo in fretta e spargete e voce agli amici di Monza e provincia) partecipa alle primarie per la Camera nelle liste del PD in Brianza. Pippo di queste primarie è uno dei “padri” lombardi per l’impegno con cui le ha chieste e ottenute: era normale che questa fosse la strada che ora deve percorrere (tra l’altro mettendosi in gioco senza rivendicare pesi interni o posti garantiti. La sua non è una dipartita, è un allargamento (chilometrico e politico) di collaborazione.

Buon voto.

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Le primarie di fine anno (con qualche consiglio)

icona_primarie_selE’ appena passato Natale ed è già #primarieparlamentari. Sarà la campagna elettorale più veloce del west. Si vota il 29 dicembre (e, qui in Lombardia, non anche il 30 come si scrive da qualche parte) ed è comunque una vittoria per chi aveva insistito tanto anche dalle nostre parti in SEL.

Certo avremmo potuto arrivare più preparati, con una definizione del regolamento in anticipo di qualche giorno, avremmo potuto pensare ad una data diversa come suggeriva Pippo (a proposito, nella lista PD in Brianza per le #primarieparlamentari c’è anche Pippo Civati, ed è un bel scrivere) ma ora la campagna d’inverno è partita e in questi poche ore c’è da leggere, consultare, costruire e attivare il passaparola.

La lista dei candidati di SEL in Lombardia (che trovate qui) è pronta e servita, ricca di belle differenze e ricchezze. Mi permetto (sommessamente, pacatamente, eh) di suggerire due nomi per noi lombardi:

Patrizia Quartieri è la nostra capogruppo in Comune a Milano, candidata su Milano alle primarie per la Camera, ha gli occhi sulla politica che piacciono a noi. Nel suo appello scrive: sono convinta che la felicità delle persone vada perseguita come un traguardo politico da parte di chi governa con un progetto di società inclusiva, fondato sui valori della Costituzione. A partire da un rilancio della scuola pubblica e di qualità, dal lavoro come condizione di dignità, dal riconoscimento dei nuovi cittadini, da una parità di genere come percorso educativo a 360 gradi. Equità, laicità, solidarietà e sobrietà insieme al rispetto dell’ambiente sono la cornice entro cui realizzare una buona politica. In tanti ci crediamo. Spero di poter esserne una portavoce. E io spero di avere in Parlamento una portavoce così.

Roberto Imberti si candida per il Senato (e quindi si può votare in tutta Lombardia) e conosco il suo impegno e la sua serietà. Impegno e serietà senza bisogno di avere sotto il braccio l’agenda Monti.

E siccome le preferenze (sia per la Camera che per la lista del Senato) sono due (uomo e donna) a Milano c’è anche Paolo Oddi. Se vi capita in questi giorni seguitelo: l’agenda Oddi dicono che abbia molto da dire, per la Camera del Parlamento che verrà.

 

Le secondarie in Lombardia

A-N-jEZCQAEoUfy.jpg-largeSono le elezioni che ci interessa vincere: le secondarie in Lombardia. Ieri hanno votato 150.000 persone (a pochi passi dal Natale, sotto la neve e poco dopo una chiamata ai seggi per le primarie nazionali): il dato è più alto delle aspettative e si assesta circa ad un terzo del dato delle primarie nazionali. Nonostante la milanocentricità che tutti prevedevano queste primarie (che siano state civiche, politiche o qualsiasi altra cosa) consegnano alla Lombardia un candidato costruito su un consenso reale e spesso nelle percentuali. Forse alla fine avevamo ragione a chiedere le primarie come passo indispensabile per una candidatura che fosse realmente riconosciuta.

Il risultato di Di Stefano non è una sorpresa, no: i temi dell’ambiente, dell’intollerabile privatizzazione di scuola e sanità, del reddito minimo garantito sono argomenti sentiti e veri anche qui dove il centrodestra (e il centrocentrocentrosinistra) ha finto di non sentirci ed è inevitabile che l’alternativa al formigonismo debba passare da politiche sociali, sanitarie, di infrastrutture e di lavoro che siano realmente diverse. L’augurio che ci possiamo fare per la prossima Lombardia è che i temi dei candidati rimangano tutti in campo (lo scrivevo ieri).

Ora è il caso di uscire dall’autismo di coalizione e ripartire da quei 150,000 voti e dai volontari sui territori: sono il capitale “sociale” su cui costruire la Lombardia.

Buon lavoro, Umberto e buon lavoro a noi.

(mi concedo un post scriptum polemico perché mi piaccio così: ho appoggiato Umberto con convinzione per l’amicizia che ci lega, per la discontinuità che può garantire in Lombardia e per quello che scrivevo qui,  e perché questa è la posizione nazionale del partito che mi onoro di rappresentare in Consiglio Regionale. Avete letto bene: posizione nazionale. Poi in queste ultime settimane ho visto di tutto: chi appoggiava Pizzul perché era vicino ai temi di SEL che è passato dal sostenere Ambrosoli al dichiarare il “liberi tutti” per poi tornare ad essere ambrosoliano e da ieri distefaniano innamorato. Insomma, vale tutto per ritagliarsi un posto al sole: l’accusa che “qualcuno” soffiava nelle orecchie riferendosi a me e Pippo Civati. Ora li vedrete tutti come cavallette nella postura del scendiletto per una manciata di voti in più.

Poi se vogliamo confrontarci sul ruolo che SEL può avere nel quadro che va delineandosi, ben venga. Perché la politica è dibattito pubblico e aperto e le piccole beghe di bottega smazzate tra pochi fanno sorridere. Ma davvero.)

 

Il centrosinistra secondo Ken Loach

“In Gran Bretagna si prepara a vincere, ma non credo che il centrosinistra esista: se si è a favore del mercato e della deregulation si è di destra, se si crede nell’economia pianificata e nella proprietà comune si è di sinistra, chi rimane al centro della strada di solito viene investito. Non so in Italia, ma da noi il centrosinistra si dice d’accordo a mantenere le misure di austerità e a proseguire le privatizzazioni, solo più lentamente. Ma se dovete essere comunque strangolati, il tempo non fa la differenza”. (Ken Loach)

Continuare a scegliere: primarie per i parlamentari. Anche (e soprattutto) in SEL.

Sono sempre stato un sostenitore delle primarie: sfioro il feticismo sull’argomento della partecipazione popolare e credo che anche i risultati politici di questi ultimi giorni sul piano nazionale stiano comunque garantendo un dibattito che almeno evidenzia pregi e mancanze che nel bene o nel male danno un esatto quadro politico (poi su un dibattito durato due ore in prima serata di una rete pubblica non avere mai sentito parlare di cultura e avere ascoltato concetti così approssimativi sulle mafie mi lascia mediamente perplesso, anche). Ho già detto che la partecipazione (se reale e poco condizionata) è un ottimo antidoto all’assuefazione e al disamore per la politica (qui) e anche in Lombardia ho ritenuto indispensabile il passaggio alle primarie anche per il candidato largamente incoronato dalle forze politiche (ma lo sarà davvero?).

In questo primeggiare di primarie non deve sfuggire una legge elettorale che probabilmente rimarrà com’è e ci porta in dote anche questa volta i nominati che siederanno in Parlamento. Voglio parlare semplice e chiaro: le primarie per i parlamentari dando voce ai cittadini sono il passo indispensabile per “certificare” il cammino delle primarie nazionali e proseguire sul politicissimo e civilissimo percorso della relazione tra elettori ed eletti. Lo scrive Civati riferendosi al “suo” PD e non potrebbe essere altrimenti per SEL che sulle primarie è nato e per le primarie si batte dalla Presidenza del Consiglio al comune di qualche centinaio di abitanti.

Certo, mi dice qualcuno, il percorso è questo e già segnato. Ma ripetersi conviene. E non essere di “quella partita” mi rende libero di scriverlo con il sorriso.

Due pensieri sulle primarie

da cadoinpiedi.it

Il segnale positivo di queste è la partecipazione. Diciamo la verità, le primarie funzionano quando vince la partecipazione, questo al di là del vincitore che uscirà poi dal secondo turno.
Io credo che forse i cittadini si sono accorti che c’è la responsabilità di farsi sentire, cioè al di là dell’eventuale vittoria di Bersani o Renzi, quello che emerge è che comunque i temi della Puppato siano entrati nel dibattito politico, i temi di Vendola sono temi che ancora sono considerati importanti. Poi ovviamente, in base alla vittoria, ognuno li declinerà a suo modo. Però penso che da questo punto di vista il meccanismo della polemica, quella buona, costruttiva, si è innescato.

Partecipazione alta, nonostante questa disaffezione dei cittadini verso la politica.

Beh, questa storia della disaffezione alla politica a me sembra una bufala spaventosa. Io considero anche il Movimento 5 Stelle un luogo di attivismo politico, quindi su questo sono in disaccordo anche con molti miei compagni di coalizione.
La gente, secondo me, ha invece voglia di partecipare, però ha voglia di frequentare canali che siano di vera partecipazione. Le primarie lo sono, se poi invece non lo sono i tesseramenti ai partiti allora è questo il tema che dobbiamo proporci. Quando la gente sa di avere un peso reale nella scelta dei temi e delle persone mi sembra che partecipi.

Ballottaggio fra Bersani e Renzi. Giulio Cavalli cosa farà?

Guarda, io in realtà ho alcuni temi che sono difficilmente conciliabili con i modi di Renzi e quindi penso che Bersani sia la persona più rappresentativa, teniamo conto che però oggi al secondo turno sono anche molto curioso di sapere quanto adotteranno del dibattito che è stato aperto dagli altri candidati sia Bersani che Renzi. Alla eventuale vittoria di Renzi marcherebbe una distanza difficilmente conciliabile tra chi, come me, viene da una sinistra di centro e chi invece ha delle modalità di centro, centro, centro, centro… sinistra.

Dato il tuo impegno civile contro le mafie, la domanda è d’obbligo: non ti pare che abbiano un po’ tutti dimenticato la lotta alla mafia?

In realtà io ho seguito ovviamente il lavoro di Sinistra, Ecologia e Libertà e su questo abbiamo costruito e mi ci sono messo anche io, un programma. E’ vero che è rimasto sempre troppo nell’ombra del dibattito delle primarie, e questo mi sembra che sia innegabile. C’è una fortuna e anche una sfortuna, sul tema antimafia. Devi per forza avere una preparazione e quindi a differenza di molti altri temi in cui si fa filosofia o poesia o semplicemente brigantaggio elettorale, in questo caso bisogna saperne qualcosa. E quindi speriamo che questo accenda più che una meritocrazia sul tema mafie e legalità, una meritofilia, cioè che iniziamo ad addentrarci nel merito del problema senza rimanere fermi alle parole che ci girano intorno.

Voto Vendola per restare umano. Anche in politica.

Mancano poche ore al primo turno delle primarie del centrosinistra. Un ringraziamento dovuto alle migliaia di persone che stanno rendendo possibile con l proprio lavoro lo svolgimento dei primarie sui territori: quasi tutta gente di partito, per dire, oltre ai “civici” e gli “apolitici”.

La corsa è stata ricca, articolata nel percorso dialettico e politico e tutto sommato è stata leale: sono primarie che hanno tenuto alto il profilo e fanno bene alla politica. In queste ultime settimane ho girato l’Italia (da Recanati a Brescia, da Roma a Gallarate) per raccontare quanto  (che di Vendola sono un po’ figlie avendole chieste e sostenute, quando ancora ci credevano in pochi che sarebbero state messe in campo) sia un’occasione per scrivere una squadra ed un programma che sia di sinistra-centro piuttosto che di centrocentrocentro-sinistra come troppe volte ci è capitato di assistere.

Quando pronunci la parola “sinistra” negli incontri pubblici si alza sempre qualche sguardo torvo di fastidio: niente destra o sinistra, ci dicono con l’eleganza dei demagoghi che passano per rivoluzionari, ultimamente. Io non sono oltre le ideologie: l’ho già scritto in tempi non sospetti qui.

E per questo domani voterò Vendola: per le proposte che escono dall’idea liofilizzata di “sinistra di testimonianza” e si prende la responsabilità di diventare una sinistra adulta e di governo, perché questo Paese ha il dovere di ricominciare ad occuparsi dei diritti (meglio ancora se degli altri), perché come un archeologo curioso è andato a recuperare in fondo al mare parole che la politica aveva avuto occasione di sotterrare (cultura, rappresentanza dei lavoratori, speranza, umanità, solidarietà, cooperazione, disarmo e “famiglie” scritto al plurale), perché la legalità ha una declinazione etica e morale oltre alle regole, perché interessa la partita oltre al partito.

Ma se dovessi dare una sola motivazione, una soltanto, voto Vendola perché è rimasto umano: umano nella dignità di affrontare il processo e con lo stesso tono contenuto commuoversi all’uscita del tribunale dopo l’assoluzione senza bile urlata in faccia, umano nel non provare vertigini nel parlare del diritto all’amore, alla speranza e al futuro, umano senza nascondimento delle sue fragilità.

Restiamo umani, diceva Vik, e in questi giorni nazionali (e internazionali) vale la pena di provarci con fierezza.

Domande sulla scienza: hanno risposto

Avevo ripreso qui l’interessante dibattito sulla scienza nei programmi dei candidati alle primarie del centrosinistra. Hanno risposto (ed è un punto da segnare per i proponenti, sicuramente) e tutto quello che pensano lo trovate qui.

Per partigianeria (e nettezza) vale la pena leggere il pensiero di Nichi Vendola sulla Legge 40 e testamento biologico:

Io credo si debba cancellare una delle leggi più oscurantiste, pericolose e ingiuste nei confronti delle donne. I limiti della legge 40, bocciata anche dalla Corte Europea dei Diritti Umani, sono continuamente confermati dai tanti ricorsi vinti da quelle coppie che si rivolgono ai tribunali per vedersi riconoscere un principio fondamentale di libertà e di giustizia. Abbiamo con urgenza bisogno di una nuova legge di civiltà, moderna, giusta e umana.
Sostengo con convinzione il rispetto della libertà di scelta per il fine vita. L’obbligo di soffrire per legge non è umano e dignitoso, non è più rinviabile una legge sul testamento biologico.