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#cosaseria Che fatica

==PD:MORANDO, VENDOLA SBAGLIA, VA RIPRESA AGENDA MONTI L’ALLEANZA CON UDC E SEL VA FATTA PRIMA DEL VOTO
(ANSA) – ROMA, 30 AGO – ”Dobbiamo presentare un progetto piu’ ambizioso ma deve essere coerente con quello che abbiamo fatto sostenendo il governo dei tecnici”. Lo afferma alla Stampa il senatore Pd, Enrico Morando, esponente dell’area ‘liberal’ del partito, che contesta anche ”lo schema di fondo” per cui ”noi del Pd e Vendola siamo i progressisti e dopo il voto vedremo se ci sono condizioni per formare una maggioranza con i moderati”. ”Lo stesso Casini – aggiunge – sposa questo schema”, ma ”e’ una logica sbagliata”. ”Se non e’ chiaro prima quello che si vuole fare – sottolinea – il Pd non avra’ la necessaria forza espansiva e non conquistera’ nuovi consensi”.  Per Morando, inoltre, ”non aver invitato alla festa del Pd il ministro Elsa Fornero e’ stato un gravissimo errore politico, una discriminazione nei confronti di un ministro che ha tutta la mia stima”.

Ecco perché l’assemblea nazionale di SEL domani è così importante. Perché se Nicola Fratoianni dice “l’obiettivo è sconfiggere l’ala montiana del Pd con una battaglia politica e culturale” bisogna dirsi che strategia si mette in campo. E dirlo ai nostri elettori. Perché altrimenti è ovvio che una persona intelligente e ragionevole come Fulvia Bandoli risponda che, se non si riesce ad accendere significative evoluzioni, allora conviene correre da soli tenendo conto dell’ipotesi sulla nuova legge elettorale.

Giocare la partita, sì, con punti chiari e con obiettivi conclamati e ripetuti fino allo sfinimento. E chiarirsi se si vuole e si può interpretare una Cosa Seria.

E dirsi e dire se si ha intenzione di partire da sinistra per costruire il centrosinistra, spostare a sinistra un’asse portato al centrismo oppure perdersi in alchimie.

Quelli che sono avanti

L’analisi politica del giorno è di Francesco Lanza sul suo blog Volare è Potare:

“Tutti a inseguire il voto dei moderati. Siamo moderati di qui, siamo moderati di là. Non siamo di destra, siamo moderati di centro-destra. Non siamo di sinistra siamo moderati di centro-sinistra. Non sono coglione, sono un moderato centro-coglione. Poi arrivano quelli che non sono né di su, né di giù, ma dicono che sono avanti. (per dirlo secondo statuto bisogna pronunciare la prima “a” maiuscola e poi allungare la seconda “a” facendo con la mano un gesto che scavalca: Avaaaaanti [gesto], altirmenti non sei compliant). 
Ecco, ma se siamo messi così male è proprio perché votiamo gente, da cinquant’anni, che non vuole prendere parte, dando l’impressione di poter accontentare tutti. 
E’ colpa nostra, eh? 
Perché non gli chiediamo mai di essere partigiani (nel senso di “scegliere una parte” qualunque essa sia). Arriveremo al punto che quando gli si chiederà: ma da che parte stai? Risponderanno: “sono un moderato di centro-Avaaaanti [gesto]”. 
Mi sa che ci meritiamo tutto.”

#cosaseria il minestrone mi fa schifo

Fin da bambino. Solo che da grande puoi decidere di non mangiarlo o cucinarlo diversamente. O no?

Ecco il minestrone come lo vede Alessandro.

Da sottolineare il post scriptum: (Ps. By the way, non trovate un po’ comico che il Pd nel 2008 ha rifiutato alleanze di coalizione a sinistra perché ‘troppo eterogenea’, e ora punta a governare con un’armata brancaleone spaventevole e tenuta insieme solo dall’ansia di stare al governo?)

Per capire il menù potete leggere tutto qui.

Guarda guarda cosa succede in Lombardia: l’indigeribile contenitore, anche qui

Il segretario regionale del Partito Democratico Maurizio Martina in un’intervista parla in modo articolato e condivisibile di primarie, di tempi certi e di coalizione (la potete leggere qui). Fin qui tutto bene se non fosse per la ritrita proposizione del “patto civico” che da qualche mese veleggia alla grande come spot tra le stanze del Pirellone e nessuno ha capito bene cosa sia. Ma noi avevamo chiesto le primarie e quindi c’è tutta la buona notizia.

Poi, tra le righe ma non troppo, Martina dice rispondendo al giornalista che chiede chi siano gli interlocutori: le faccio solo un esempio: stiamo già interloquendo anche il movimento “Verso Nord” rappresentato da nomi come Alessandro Cè. Per me è interessante capire se sia possibile trovare punti di convergenza con diverse realtà. Alessandro Cè per chi non lo sapesse è un ex assessore leghista distintosi per una campagna contro CL e per questo cacciato dalla Giunta Formigoni (dicono). Oggi il suo movimento “Verso Nord” è il cordone ombelicale lombardo di Italia Futura. Montezemolo. Per intendersi. Qui siamo oltre all’immaginabile UDC nazionale. Da fuoriclasse.

Ma non è finita. Alessandro Cè oggi rilascia un’intervista sbrodolante nei confronti del PD e delle parole di Martina ad Affari Italiani in cui risponde a due domande precise (testuale, eh):

Voi che cosa c’entrereste, ad esempio, con Sel?
Infatti il ragionamento è un altro. Noi vogliamo mettere insieme un gruppo di persone diverse che condividano un progetto di forte riformismo. Un progetto che ha poco o nulla a che vedere con le posizioni massimaliste di una parte della sinistra.

Di fatto, in un asse con il Pd il punto di equilibrio sarebbe più spostato verso il centro…
Senza ombra di dubbio. C’è una parte del Pd che sta facendo questi ragionamenti ed è la parte che io considero migliore, più avanzata, che vuole rinnovare dall’interno i democratici. In Lombardia bisognerebbe creare un rassemblement di carattere nuovo, più trasversale, che dovrebbe includere anche Italia Futura. Si possono trovare temi e punti di contatto tra il riformismo di sinistra più moderno e tutte le altre forze che si pongono come alternative al centrodestra conservatore di Berlusconi e Formigoni. Guardo con molto interesse alla prospettiva di Pippo Civati, ad esempio.

Cerchiamo di capire i confini di questo rassemblement: un’alleanza che vada da Verso Nord a Italia Futura, al Terzo Polo, all’esperienza di Tabacci, al Pd potrebbe estendersi anche a Sel, movimento arancione e sinistra critica?
Penso che possa arrivare al Pd. Se i democratici non riescono in qualche modo ad appoggiare questo progetto senza spezzare i legami con l’estrema sinistra, è chiaro che il processo non può funzionare. C’è un limite da quella parte, bisogna saperlo. Devo dire peraltro che il centro in questo periodo è molto vitale. Ci sono forze interessanti che si stanno muovendo. Ne cito una per tutte: Italiani Liberi e Forti è un movimento che si ispira a don Sturzo, ed è realmente riformista. Mi interessa anche la nuova iniziativa di Oscar Giannino…

Sembra che ci sia questa voglia di stare insieme tralasciando le compatibilità politiche. La rincorsa all’ammucchiata a tutti i costi (che ricorda un po’ la Sicilia di questi tempi, per dire) senza provare ad interrogarsi sulle compatiblità politiche. Perché ha ragione Cè nel dire che il suo progetto e la sinistra non sono compatibili. E ha ragione nel dire al PD che deve decidere da che parte stare. Sul serio, però. E con chiarezza.

Anche qui in Lombardia il PD ancora una volta apre le porte al civismo e sembra una sottana per coprire gli spifferi centristi (o peggio). Si pronuncia la parola partecipazione e cedono gli argini dei programmi ancora da scrivere.

Ogni tanto mi viene il dubbio che sia populismo non avere le idee chiare o che peggio sia furfante averle e concedersi il lusso di non chiarirle. La partenza, certo, è già poco entusiasmante.

Tenere la barra diritta, ultimamente, sta diventando la nostra passione. In Lombardia, ancora meglio. Va a finire che ce la prepareranno loro, la Cosa Seria.

#cosaseria Intervista per Gli Altri: il problema non è solo Casini

La mia intervista per il settimanale Gli Altri:

Vi abbiamo recentemente raccontato della Cosa Seria, il manifesto promosso da sei esponenti della sinistra diffusa italiana per chiedere un’inversione di marcia al centro-sinistra e per scongiurare derive al centro. All’uscita della notizia si è accesso un lungo dibattito in rete e anche su questo sito. Abbiamo quindi deciso di intervistare uno degli ideatori della Cosa Seria, il consigliere regionale lombardo Giulio Cavalli, con lo scopo di capire meglio le posizioni di quelli che abbiamo definito i “non allineati”. In realtà Cavalli si rivelato poco incline a cercare lo scontro aperto con i dirigenti del suo partito, Sinistra Ecologia Libertà, facendo intendere che la sua è una posizione condivisa e non da dissidente, anche se in realtà qualche elemento di rottura sembra esserci.

Come è nata l’idea della Cosa Seria e con quale scopo?

La Cosa Seria nasce come esigenza di condividere un’idea, un’opinione che mi sembra essere sentimento diffuso nel Paese e nella sinistra e abbiamo quindi ritenuto utile portare in superficie questo dibattito.

Lei ha annunciato la sua intenzione di trasformare la Cosa Seria in una mozione da presentare all’imminente assemblea nazionale di Sel. Possiamo affermare che è una posizione differente da quella della dirigenza del partito, che prevede l’accordo con Pd senza Idv e altre formazioni minori?

Non c’è alcuna divisione all’interno di Sinistra Ecologia e Libertà, né tra noi e i suoi dirigenti, con cui ho rapporti quotidiani. Ci sono però delle incompatibilità politiche con alcuni pezzi di partiti. C’è una tendenza a semplificare tutto a mera alchimia elettorale.

Si riferisce alla possibile alleanza con l’Unione di Centro?

A me non preoccupa solo l’Udc , preoccupa la declinazione politica di certi pensieri. Con l’Udc ci sono incompatibilità politiche ma per proprietà transitiva anche con quei pezzi di Pd che hanno scelto la strada suicida dell’alleanza con Casini. Su questo in Sel c’è stato un problema di comunicazione politica: ma ritengo che tutto il partito sia d’accordo sull’impossibilità di allearsi con chi ha una visione così distante dalla nostra.

Quindi esclude possibili scontri e divisioni all’assemblea di Sel?

C’è questa tendenza a voler ridurre tutto al livello dello scontro; ma la Cosa Seria non ha certo questo intento. La nostra è un’azione propositiva rivolta non soltanto a Sel, ma anche alla parte migliore del Partito Democratico. Diciamo le stesse cose che afferma Nichi nella sua ultima intervista a Repubblica riguardo alla necessità di costruire un campo largo ma che resti a sinistra: vogliamo costruire non solo una Cosa Seria, ma anche una “casa seria” dove non ci può essere posto per l’Udc. Si tratta di avere lo sguardo lungo, il nostro orizzonte non può essere quello del breve periodo. L’unica differenza con Vendola è che se lui dice “non mettiamo veti a Casini”, io invece il mio diritto di veto voglio esercitarlo.

Alla luce degli appoggi alla Cosa Seria di Ferrero, Diliberto, Sonia Alfano e tanti altri, pensa sia possibile la creazione di una lista unitaria della sinistra?

Non spetta a me decidere le modalità con le quali presentarsi alle elezioni, è compito dei dirigenti. Mi sento però di dire che nella sinistra c’è una divisione fittizia che non corrisponde alla realtà. C’è un movimento che nel Paese è unitario, e al quale pezzi del Pd non vogliono dare ascolto, perché rivendica con chiarezza che l’accordo con l’Udc non lo vuole.

#cosaseria eppur si muove /2

«Provate a chiedermi chi sceglierei tra Vendola e Casini. Mi tengo Vendola» spiega Bersani, arrivando alla Festa democratica di Reggio Emilia.

Farlo scegliere, intanto. Per cominciare.

#cosaseria e un paio di domande

Un pezzo di Alessandro Gilioli e le domande che sono anche le nostre:

Restano spezzoni di rappresentanza sparsi e scoordinati: pezzi di SeL, qualche bravo ma un po’ pauroso ragazzo del Pd, i più svegli della Fiom, un paio di giornali, più un po’ di associazioni che in questi anni hanno fatto sentire la loro bella voce ma che adesso sembrano disorientate e incerte.

Mi chiedo – vi chiedo – se questa scarsa e scoordinata rappresentanza politica attuale rifletta davvero quel che c’è nel Paese.

Mi chiedo – vi chiedo – se davvero a tutti gli elettori del Pd e di Sel va bene annegarsi nel minestrone tecnocentrista con Passera e Casini.

Ma mi chiedo anche – vi chiedo anche – se davvero a tutti gli attivisti e i simpatizzanti del M5S va bene far prevalere la propria presunta purezza etnica sulla possibilità del dialogo e della costruzione comune.

Mi chiedo infine – vi chiedo infine – se «è mai possibile che, dopo ventanni di berlusconismo, la sinistra non abbia ancora riacquistato la voglia e l’orgoglio di fare una proposta chiara, di lanciare la sfida e di vincere», per citare il mio amico Ernesto Ruffini.

No, davvero, lo chiedo senza infingimenti, pubblicamente: se posso rubare una bella immagine a Zagrebelsky, lo chiedo a tutti con «intransigente ingenuità».

Lo chiedo a quelli che stanno nel Pd e in Sel, prima di tutto, o che agli ultimi giri hanno votato questi due partiti, come ho fatto anch’io; lo chiedo a Beppe Grillo e ai suoi simpatizzanti e attivisti, ai suoi bravi consiglieri comunali e regionali; lo chiedo a Di Pietro e ai suoi, agli ottimi ragazzi dell’Idv che ho conosciuto quest’estate a Bruxelles; lo chiedo a chi poco più di un anno fa ha scardinato il presente eleggendo sindaci come Pisapia, De Magistris, Zedda: e rovesciando quattro vincenti referendum sul tavolo arido della politica; lo chiedo a chi sta cedendo alla rassegnazione e ormai ipotizza di astenersi, perché «questa sinistra fa schifo», e chi può dargli torto.

Lo chiedo insomma a chi vorrebbe fare di qui alle elezioni (ma soprattutto dopo) una politica basata su cose serie, anziché sul battibecco sterile da palchi fisici o digitali.

Fatemi sapere, se volete.

Fate sapere anche a me, se volete. Così torniamo a parlare di politica, magari.

#cosaseria eppur si muove

“Si alla sinistra nemica di populisti, ma l’Udc non fa parte del nostro campo. Noi gli siamo alternativi. Alleanze? Dico a Bersani: apriamo ai movimenti, ai sindaci, e credo si debba aprire un dialogo costruttivo con tutte le forze di sinistra. Mi candido alle primarie”. Lo dice Vendola nella sua intervista di oggi.

Si chiama “dibattito”, è il cuore della politica. E adesso è aperto.

 

 

 

Rita sta con Claudio e la cosa si fa seria, una #cosaseria in Sicilia

Dal sito di SEL: Rita Borsellino torna in campo. Dopo settimane di silenzio per smaltire la delusione delle primarie vissuta come un tradimento nei suoi confronti da parte di chi le aveva assicurato sostegno per poi seguire altre strade, l’eurodeputato vuole impegnarsi adesso per le regionali e si trova in piena sintonia sul percorso intrapreso da Claudio Fava per trovare l’unità a sinistra.

I due in questi giorni si sono sentiti più volte e contano, insieme, di poter lavorare ad un’alleanza oltre il Pd che possa fare da polo di attrazione anche per molti esponenti democratici delusi dall’accordo con gli ex democristiani. Sulla candidatura del dirigente di Sel, l’unica al momento in campo su questo fronte, la Borsellino cercherà quindi di costruire una coalizione che metta insieme Idv, il partito di Vendola, Verdi, Federazione della sinistra e movimenti civici. Un lavoro difficile, con una presenza ingombrante come quella di Leoluca Orlando ancora una volta a far da muro su accordi facili. Al momento Idv non ha un candidato, ma con l’asse Pd-Udc saldo e un Fava già in campo con sondaggi che lo danno anche in vantaggio su molti concorrenti, l’accordo non è escluso.

Seguiamo con attenzione la Sicilia. Sosteniamola. Stringiamoci a coorte, direbbe qualcuno, belligeranti senza essere bellici. Perché la coalizione che sta sbocciando e i temi assomigliano tanto a qualcosa che stiamo ripetendo in questi giorni. O no?

La #cosaseria ha bisogno di chiarezza, seria

Funziona sempre così: la notizia da lanciare è l’eventuale dissidenza. Se qualcuno esprime un’opinione (il nostro appello è un’opinione che pretende di essere ovviamente una posizione) diventa un boccone prelibato per passare per dissidente, contestatore o peggio un fomentatore. Ho imparato la calma perseverante da tempo grazie alla paura cronica e all’esame continuo: non mi interessa smentire, costruire, perfezionare o aggiustare. Il nostro appello è la rivendicazione del ruolo politico che SEL ha nello scacchiere del centrosinistra ed è chiaro e leggibile. Ma per evitare tortuose insinuazioni chiariamo volentieri:

  • crediamo che sia SEL a dovere mettere i paletti sull’eventuale alleanza (o tentativo di alleanza) con l’UDC non per veti pregiudiziali ma semplicemente perché i punti di programma non sono compatibili.
  • crediamo comunque che il PD possa essere la forza motrice di una coalizione di governo. Abbiamo scritto “una parte del PD” perché ogni volta che ascoltiamo Letta, D’Alema, Foroni e altri capiamo di essere diversi. Non migliori o peggiori: diversi. Diversi perché incompatibili. E allo stesso modo lavoriamo da tempo con una parte del PD che lavora con lo stesso comune sentire.
  • non accettiamo che ci venga detto “SEL ha aperto all’UDC”. Ho seguito in diretta delle cose in quei giorni e so bene come la comunicazione abbia preso una piega incoerente con le posizioni reali (come ha spiegato Nichi a chiare lettere). Però all’esterno la questione è rimasta irrisolta, per mancata comprensione o per fallace comunicazione. Bene: la Cosa Seria vuole prendere seriamente posizione. Appunto.
  • crediamo che le forze politiche (e sociali, quelle senza sigla) a sinistra e comunque alternative al Montismo siano una risorsa. Ma non accettiamo che il nostro appello sia strumentale ad un’ennesima parcellizzazione. Inclusivi senza essere strumentali, per favore.
  • basta con questa abitudine a bollare come dissidenza qualsiasi presa di posizione. Succede dappertutto. Ogni volta che si chiede forza nell’esprimere una volontà politica si passa per essere demolitori del presente: una banalizzazione, questa sì, populista, banale e abusata. Dentro quell’appello c’è un’idea di programma che è già stato scritto (e pubblicato qui). Stiamo chiedendo una diversa convinzione. La demolizione la lasciamo a formattatori o rottamatori. Ci dedichiamo alla pars construens.
Tra l’altro tutte questo è congelato da una legge elettorale che potrebbe arrivare e che si annuncia come scempio della rappresentatività.

E poi chiariamo l’ultimo punto ma chiariamolo davvero: vogliamo che le diversità di forze politiche non potabili rispetto al nostro sentire vengano valutate, considerate e messe per iscritto. Senza preoccuparci di esserne padri o padrini. Vorremmo lavorare perché il nostro pensiero sia condiviso e, se maggioranza, diventi un impegno. Chi scrive che alla prossima assemblea di SEL del 31 agosto ci sarà una “battaglia” sbaglia in modo sensazionale. Io (qui uso il singolare perché me ne prendo la responsabilità) credo che sarà così. Sarà chiarito. E sarà scritto e comunicato questa volta con fermezza.

Rivendichiamo una linea politica che forse già c’è e ha bisogno di emergere al meglio. E noi ne vigiliamo la fioritura. Facciamo politica per questo, no?