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Cosa succede su Roma?

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Lo scrivo qui. Al riparo. Nel mio blog. Così non si scomodano strane dietrologie, anche se devo ammettere che mi fanno volare via dal ridere le dietrologie. Ho già scritto che ritengo Massimo Bray un ottimo candidato per Roma (alcuni dei motivi lo ho elencati qui) e sono convinto che su lui potrebbe convergere questa sinistra che sembra non convergere mai (anche se ho più di un dubbio che non lo voglia davvero, ma ci torneremo). Insomma Bray potrebbe essere il candidato di Sinistra Italiana (ovviamente con Fassina al suo fianco), di Possibile e di tutto un pezzo di Roma che sicuramente non nutre grandi aspettative per Giachetti e il PD. Io Bray me lo immagino seduto in mezzo a questi due poli (Civati da una parte e Fratoianni e Fassina dall’altra) che potrebbero per una volta avere un obiettivo in comune. Poi stasera mi capita di leggere un’agenzia di stampa, questa:

« (ANSA) – ROMA, 09 MAR – Ignazio Marino, a quanto si apprende, questa sera ha incontrato Stefano Fassina, attuale candidato di Sinistra Italiana al Campidoglio, e Nicola FRATOIANNI. Obiettivo: trovare una candidatura ampia e unitaria per il Campidoglio. Slittato l’incontro con l’ex ministro Bray previsto per oggi, i due dovrebbero vedersi o sentirsi nei prossimi giorni, con lo stesso obiettivo.»

E mi sfugge qualcosa. Perché (se non ricordo male) Fratoianni fu quello che di Marino chiese le dimissioni (leggete qui) e Marino fu quello che fece fuori Sel dalla giunta capitolina per accontentare Orfini.

Insomma, mi manca un pezzo. No?

Disastro Milano

Milano

A Milano sta succedendo che a sinistra del PD (o meglio a sinistra di Sala) si rischia di fare il tonfo. E Sel alla fine decide di rimanere con il manager EXPO. Ne ho scritto nel mio buongiorno per LEFT qui. Oppure basta cliccare sulla foto.

Ma dove sono i “saggi” milanesi?

205811948--297347a5-785a-433d-903b-36afac92a31bFatemi capire: dove sono tutti i saggi e grandi esperti di politica milanese che si sentivano offesi quando si faceva notare come il “modello Pisapia” non esiste senza Pisapia? Ma davvero credono, a sinistra o giù di lì, che non si noti, da fuori e da lontano, la loro unica preoccupazione di “non sembrare quelli che rompono” e quindi preferiscono sembrare gli utili idioti del PD?

Tutto va ben.

“Non ci sono differenze tra ‪#‎SEL‬ ed il ‪#‎PD‬ nelle scelte importanti”

Parole di Laura Boldrini che, sostenendo la tesi anche di Giuliano Pisapia, sembra dimenticare Jobs Act e Sblocca Italia tutto in un colpo. Ed è la posizione, che personalmente trovo sbagliata e patetica se portata all’estremo, di chi sta cercando di non implodere in quel grosso cortocircuito che saranno le prossime elezioni amministrative. E così succede che per giustificare modelli funzionanti (ma io credo non ripetibili, ad esempio pensando a Milano) ci si spinga all’iperbole. Evviva.

Un’idea per Milano. A sinistra.

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Quindi? Quindi si potrebbe fare un gioco, un esempio semplice per diradare le nebbia.Civati è, su Milano, il nome a sinistra del PD che potrebbe riscuotere il più alto consenso e il Pd a Milano è ormai un grumo di potere che, da tempo, ha bisogno di sventolare “civismo” per risultare potabile. Quindi? Quindi non si capisce perché SEL debba legarsi mani e piedi nelle primarie del partito a cui si oppone a Roma (con tutto il rispetto per il candidato Majorino). Milano è la piazza giusta dove giocare fuori dai giochetti del PD: una coalizione (già scritta) tra SEL, Possibile, Fassiniani, Azione Civile, Rifondazione e tutto quello che ci volete mettere dentro che lasci il PD con il cerino in mano e si confronti con un test di portata nazionale. Fare politica facendo politica, insomma. Uscendo dalla polvere di risibili assemblee come spot di rinnovamento e mettendo alla prova un programma radicalmente nuovo. Il PD è andato a destra nonostante SEL prosciugandola. Il delitto perfetto. E forse anche Nichi ha le sue responsabilità.

Ne ho scritto qui.

Sempre sulle bufale intorno al referendum #possibile

Ne avevo già scritto dei referendum di Possibile (astutamente rinominati “i referendum di Civati”) qui e ancora aspetto (e me le andrò a cercare) le risposte che a sinistra non mi sono chiare sul perché non dovremmo firmarli. Comunque è interessante leggere la risposta alle bufale che circolano sul referendum (le trovate qui) perché ancora una volta a sinistra tutti si fotografano insieme e poi si fanno la guerra. Come sempre.

Io firmo i referendum. E li sostengo. E me ne frego delle sottane.

Schermata 2015-08-26 alle 19.15.16Ogni tanto mi capita di avere gli stessi pensieri di Gilioli; così mentre mi metto a leggere prima di scrivere trovo qualcosa che mi ronzava in testa a cui Alessandro ha già dato una forma. Come questo post qui. Poco male, comincerò a preoccuparmi quando mi succederà lo stesso con Calderoli.

Tornando al punto, invece, firmerò e sostengo gli otto referendum che in questa torrida e povera estate stanno banchettando con i volontari sotto il solleone. Già avevo scritto sul senso della stampa per Civati ma anche il gioco del pregiudizio politico a sinistra devo ammettere che sta dimostrando il peggio di sé.

Il punto è: sono utili questi referendum? Sì. Sono condivisibili? Sì. Avrebbero potuto essere pensati con una migliore gestione delle relazioni sociali e un’organizzazione iniziale più aperta? Sì. E sono sicuro che il movimento ‘Possibile’ rifletterà su questo.

Però se andate a leggervi il materiale informativo e lasciate da parte quelli che li chiamano “i referendum di Civati” e prendete una decisione sarebbe un bene per tutti. Che siate d’accordo o meno. Perché ho la sensazione che quelli che ci dicono che “sono i referendum di Civati” siano quelli che indipendentemente dall’interesse collettivo hanno scelto chirurgicamente che ‘Possibile’ vada a sbattere. Nonostante siano ‘compagni’.

Come le coppie sapute da tutti cornute eppure a messa ogni domenica

Quindi alla fine Roma si tinge di monocolore PD mentre SEL se ne esce dalla Giunta e il sindaco Marino appare ancora di più il “barboncino” di Matteo Renzi. E chissà se il sindaco (che è fuori da alcuni “sistemi politici” ma non è certo uno sprovveduto) è convinto davvero quando ci dice che questo rimpasto porterà grandi risultati. Perché, da fuori, l’unica cosa che si nota di primo acchito è che (finalmente, opinione personale) si smette di vedere i rimasugli di Italia Bene Comune (PD e SEL, perché Tabacci mi rifiuto di considerarlo per ecologia intellettuale) che si oppongono in Parlamento e poi vanno a braccetto nelle amministrazioni locali, come quelle passeggiate delle coppie sapute da tutti cornute eppure a messa ogni domenica. E, insisto, basta con il “sistema” Milano o Cagliari o Canicattì che ogni volta ci viene rivenduto come l’eccezione che conferma la regola.

Serve la regola, alla sinistra di questo Paese. Già.

Cannabis, si può fare?

SI-PUO-FARE-IMG-300x225Per il leader di SEL finalmente si vede una possibilità di arrivare alla legge. Soggetto unico a sinistra? “Stiamo lavorando per quello”. I diritti? “Questo Governo è compatto solo sulle pessime riforme come per la scuola”. Ho intervistato Nicola Fratoianni e ne è venuta fuori una discussione interessante su legalizzazione e sinistra che verrà. L’intervista è qui.