Cucchi: la Cassazione annulla l’assoluzione dei medici
Roma, 19 apr. (askanews) – La prima sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato con rinvio le assoluzioni dei 5 medici dell’ospedale Pertini di Roma, accusati di omicidio colposo per la morte di Stefano Cucchi, morto il 22 ottobre 2009 nella struttura protetta del nosocomio romano, 6 giorni dopo il suo arresto per droga.
La Cassazione ha accolto il ricorso della Procura generale della Capitale contro la sentenza di appello-bis con cui la Corte d’assise d’appello di Roma aveva nuovamente assolto i 5 medici. Anche il sostituto pg di Cassazione Antonio Mura ha sollecitato l’annullamento delle assoluzioni e chiesto un ulteriore processo a carico dei 5 medici, ricordando che “Cucchi poteva essere salvato”. I cinque medici dovrebbero ora comparire davanti ad un’altra sezione della corte di Assise di Appello ma i termini della prescrizione del reato scattano oggi.
“E’ un momento importante per la nostra famiglia, un momento di riflessione sugli otto anni trascorsi e su quanto sia stato difficile arrivare fino ad oggi, un momento di riconoscimento di quella verità che era sotto gli occhi di tutti e che ora dopo tanta fatica finalmente è arrivata nelle aule della giustizia”, ha commentato al telefono con Askanews Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, ringraziando il procuratore generale della capitale e il procuratore generale della Cassazione, “un momento importante anche se – ha aggiunto – non posso non pensare a tutto quello che ci è costato, a quello che è successo con i periti della corte, a tutto ciò che è stato detto e fatto fuori ed entro le aule dei tribunali e quanto tutto questo ci è costato”.
“Noi – ha aggiunto l’avvocato Fabio Anselmo – ringraziamo il procuratore generale Eugenio Rubolino che non si è arreso alla seconda assoluzione, facendo ricorso ancora in Cassazione, ringraziamo il pg della Cassazione Mura che oggi si è battuto per fare giustizia, e – ha sottolineato con ironica amarezza – per la prescrizione noi ringraziamo i periti nominati dai giudici di merito. Periti che hanno saputo creare tanta confusione sulla causa di morte di Stefano provocando quello che ormai è sotto gli occhi di tutti, cioè l’allungamento dei processi e la prescrizione”.
E “le parole che ha detto il pg che Stefano si poteva salvare pesano come macigni”. “Sono le stesse parole della procura di Roma nel capo di imputazione nella seconda inchiesta contro i carabinieri accusato del violento pestaggio. ma non è altro l’evidenza dei fatti negata per 7 anni e che ora emerge dalla nebbia sollevata”. “Noi – ha concluso l’avvocato – continuiamo ad avere fiducia e appena potrà partire il processo bis ne prenderemo parte, ormai siamo vicini al traguardo, chi ha causato la morte di Stefano sarà chiamato alle proprie responsabilità”.