La sai l’ultima?
Pippo Franco, candidato per il centrodestra alle comunali di Roma con Michetti, nella trasmissione L’Aria che tira ha detto che i vaccini sono «una cosa notoriamente sperimentale». La frase funziona parecchio in certi ambienti eppure è falsa. Come spiega l’Agenzia italiana per il farmaco, per esempio
La politica come arte della banalizzazione è una moda che non smette di scivolare sempre più in basso, rappresentando degnamente questo tempo in cui la complessità è vissuta come inutile fardello, una sorta di burocrazia morale e intellettuale che appesantisce questi tifosi della semplicità nella sua accezione povera, quella veloce e senza spessore.
Roma come sempre è il salotto che raccoglie l’antologia delle storture politiche, un po’ perché è il centro geografico dei palazzi che tutti aspirano ad abitare e un po’ perché le telecamere e i microfoni su Roma inseguono anche le pulci quando tossiscono pur di riempire una cronaca che ogni giorno vorrebbe essere letteratura.
Così si passa dall’incredibile carrellata di tipi umani candidati (dal ragazzino con il Rolex che sfida i comunisti con il Rolex in una battaglia politica interessante come un cinturino, alla candidata complottista da cui tutti prendono le distanze ma che ormai è irremovibile in lista, dal solito fascista imbarcato all’insaputa di tutti eppure così comodo per rendere potabili i fascisti, a Sgarbi promesso assessore e così via) alla guerra di chi spara la cretinata più cretina per ritagliarsi un briciolo di visibilità, i suoi 5 minuti di celebrità.
Ieri poteva essere la giornata in cui il candidato Calenda ci fa sapere che la prima cosa che farebbe per Roma sarebbe una telefonata a Bertolaso come suo vice (del resto il mondo ideale di Calenda è un popolo di suoi vice che così sarebbero troppo comodi per osare contraddirlo) e invece alla ribalta è salito Pippo Franco. Ora, sul serio, scrivere un editoriale su vaccini e politica che abbia come focus Pippo Franco è la sindone dell’era grottesca che stiamo attraversando, chissà i posteri che mal di testa proveranno mentre si impegnano a decifrare questi tempi eppure pensate che in questa incessante sfilata su vaccini e virus in fondo di artisti decaduti se ne sono visti parecchi, gente che pur di avere l’illusione di scaldare ancora un pubblico è persino disposta a scoreggiare in pubblico per non sentirsi decadente.
Pippo Franco è stato ospite di Myrta Merlino nella trasmissione L’Aria che tira per dirci la sua sui vaccini. Virologi che fanno gli artisti e artisti che fanno i virologi, che delizia. Pippo Franco è candidato con Michetti, quello stesso Michetti che due giorni fa aveva dichiarato di non poter «invitare» i cittadini a vaccinarsi contro la Covid-19 – dicendo che i vaccini sono ancora «sperimentali». Dice Pippo Franco: «Stiamo parlando di una cosa che sappiamo è notoriamente sperimentale. Mi basta solamente una persona che è morta per il vaccino per renderlo sperimentale». E via.
La frase funziona parecchio in certi ambienti eppure è falsa. «Gli studi che hanno portato alla messa a punto dei vaccini Covid-19 non hanno saltato nessuna delle fasi di verifica dell’efficacia e della sicurezza previste per lo sviluppo di un medicinale, anzi, questi studi hanno visto la partecipazione di un numero assai elevato di volontari, circa dieci volte superiore a quello di studi analoghi per lo sviluppo di altri vaccini», spiega per esempio l’Agenzia italiana per il farmaco (Aifa) sul suo sito ufficiale. Come scrive nel dettaglio Facta, i vaccini contro la Covid-19 sono stati sviluppati in tempi particolarmente rapidi non perché siano stati abbassati gli standard di sicurezza, ma perché si è accelerato grazie ai grandi investimenti economici messi in campo anche dai governi nazionali.
Ormai però Pippo Franco è il nuovo idolo. Ora ci manca Martufello che ci spiega la composizione dei vaccini, poi Alvaro Vitali che in tv ci delizia con una lezione di ginecologia e infine Bertolaso che ci viene proposto come soluzione operativa per sistemare Roma. Magari aggiungeteci anche l’Arabia Saudita come esempio di diritti e di democrazia e la povertà come freno dell’imprenditoria e tanto che ci siete anche i femminicidi come invenzione dei poteri forti femministi e pure l’Afghanistan come esempio della fulgida esportazione della democrazia.
E in una situazione così viene quasi paura a svegliarsi domani e chiedere: “la sai l’ultima?”. Siamo pronti a tutto.
Buon giovedì.
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