(La mia intervista per Affari Italiani)
di Fabio Massa
Giulio Cavalli era uno dei candidati alle primarie per la scelta del candidato presidente della Regione Lombardia. Poi, dopo aver battagliato affinché le consultazioni si tenessero, aveva fatto pubblicamente un endorsement a favore di Umberto Ambrosoli e si era ritirato. Oggi, torna “sul luogo del delitto”, in un’intervista ad Affaritaliani.it. Per lanciare un messaggio forte al candidato civico del centrosinistra: “Io penso che si stia riuscendo nell’incredibile impresa di riabilitare Pdl e Lega, uno schieramento politico che nella realtà si ripresenta assolutamente uguale. Forse questa attitudine a presentare l’eccellenza della Regione Lombardia ha lasciato un po’ indietro l’attitudine a raccontare che cosa è stata la Lega Nord, che cosa è stato il formigonismo e che cosa questo matrimonio ha creato in questi anni. Umberto abbia più coraggio. Parli meno di liste e più di contenuti. E di una politica che non derivi da ultracentenari ex presidenti o da moderati per sfizio e per forza”. E ancora, sulle alleanze: “Ambrosoli ha bisogno dell’Idv. E anche i Radicali potrebbero dare un grande contributo”
Giulio Cavalli, è guerra di sondaggi. C’è chi dice che è in vantaggio Maroni. E chi dice che è in vantaggio Ambrosoli. Come commenta?
Io penso che si stia riuscendo nell’incredibile impresa di riabilitare Pdl e Lega, uno schieramento politico che nella realtà si ripresenta assolutamente uguale. Forse questa attitudine a presentare l’eccellenza della Regione Lombardia ha lasciato un po’ indietro l’attitudine a raccontare che cosa è stata la Lega Nord, che cosa è stato il formigonismo e che cosa questo matrimonio ha creato in questi anni.
Sta criticando la campagna elettorale di Ambrosoli?
Io credo che sarebbe il caso di parlare un po’ meno di liste e un po’ di più di contenuti. Farebbe più piacere ai nostri elettori. Ambrosoli sta giocando la sua campagna elettorale a suo modo. Io personalmente mi permetto di dare un consiglio ad Umberto, nonostante sia “forte perché libero”: il civismo è un ottimo ingrediente per dare il vestito iniziale dell’entrata in scena. Adesso è tempo di parlare di politica. I partiti così tanto bistrattati, sulle liste hanno seguito percorsi più o meno condivisibili, ma che sono stati discussi ed elaborati nei territori.
E Ambrosoli?
Mi sarei aspettato, proprio in nome del civismo, un’elaborazione politica e dialettica anche sulla composizione delle altre liste. Se nelle altre liste compare, come mi pare di capire, gente che ha come semplice merito il fatto di non avere un’investitura politica, allora forse qualcosa va rivisto. Umberto si occupa della Lombardia civica ma c’è una Lombardia politica che in consiglio regionale c’è stata, che è fiera di esserci stata, che è fiera di aver fatto l’opposizione a Formigoni, che in questo momento potrebbe dare un contributo concreto.
E’ d’accordo sul movimento che sta facendo il Pd per tenere lontano Ingroia, per difendersi da questo attacco da sinistra?
Io sono un resistente. Tutto quello che ha sullo sfondo una desistenza mi è antipatico. Credo che dentro Ingroia ci siano pezzi di centrosinistra e di sinistra diffusa che hanno voglia di dialogare e che possono essere utili a questa campagna elettorale. Dico di più: in questa formazione, con Ambrosoli, serve davvero l’Idv, la sua forza e la sua voglia di legalità.
E i Radicali?
I Radicali, pur con le loro contraddizioni, sono portatori di una radicalità dei diritti civili della quale in Lombardia ci sarebbe molto bisogno. Quando sento parlare di discontinuità, e di declinazione al plurale di famiglia, io penso che i Radicali avrebbero potuto essere dei buoni alleati per cambiare le cose.
Si pente della scelta di ritirarsi dalle primarie per sostenere Ambrosoli?
Assolutamente no, io penso che Ambrosoli sia una persona credibile. Ma credo che dovrebbe essere più coraggioso: per parlare di innovazione bisogna anche formulare pensieri politici che non derivano da ultracentenari ex presidenti o da moderati per sfizio e per forza. Tra l’altro io mi sono ritirato anche per motivazioni private. Dopo aver passato un momento abbastanza complicato, ad oggi posso dire di essere molto sereno e molto combattivo. Con gli avversari politici e anche con gli alleati, quando sono troppo moderati.
Lei come sta affrontando la campagna elettorale?
Direi bene. Procede. Sinistra ecologia e libertà ha dimostrato di essere molto più matura dell’età che ha. La battaglia politica interna ha dato i risultati di un confronto retto e leale. Sono contento di essere in un partito composto da persone civiche, che oggi si trova unito e compatto per Camera, Senato e Regione. Io e Chiara Cremonesi, come mia capogruppo abbiamo sulle spalle un’attività amministrativa sotto gli occhi di tutti. Per questo invito gli alleati ad essere più concreti. Uscendo da quel dibattito stucchevole di sanità pubblica o privata per parlare di obiettivi di riequilibrio. O di riforma della legge elettorale. A me non piace quest’idea per la quale tutto il lavoro che è stato svolto nei nostri anni di consigliatura, sia un’ombra da dimenticare.