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valeria valente

Berlusconi, ancora, torna

Piccoli segnali di un riavvicinamento che continua a essere nell’aria: il provvedimento salva Mediaset è un emendamento confezionato su misura per l’azienda di Silvio Berlusconi, proprio come ai bei (brutti) tempi in cui l’azienda del leader di Forza Italia e il suo destino giudiziario erano il centro di tutta l’attività politica. L’ha firmata la senatrice del Pd Valeria Valente e poi quando è scoppiata la vicenda (poco, a dire la verità) il ministro dello Sviluppo Stefano Patuanelli (badate bene, uno di quei grillini che Berlusconi lo vedevano come fumo negli occhi) ha dovuto ammettere di avere scritto lui la norma, anche se ha scaricato parte della “colpa” sul ministero dell’Economia guidato da Roberto Gualtieri. In sostanza lo scopo è quello di neutralizzare i voti di Vivendi, la holding azionista di Mediaset, per non disturbare la strategia aziendale della famiglia Berlusconi. Ben fatto.

Lui, Silvio, gioca a fare il moderato (e gli viene facile, di fianco a Meloni e Salvini) e punta all’empatia come ai vecchi tempi. Se notate nessuno ci dice che potrebbe essere “utile”, vorrebbero farci credere che sia diventato “inoffensivo” come se questo bastasse a cancellare tutti i disastri contro la democrazia che ci ha lasciato nei suoi anni di attivismo politico. È un moto basato su una sorta di “perdono” e che serve soprattutto ad avere i senatori che permettano di essere tranquilli con i numeri e aprire la trattativa sull’elezione del nuovo Presidente della Repubblica.

Che nel bel mezzo dei morti, dei danni di certo populismo, della fame che attanaglia le persone, dell’incertezza, dei soldi che mancano per arrivare a fine mese, dei lavoratori che faticano a poter immaginare il proprio futuro, del paternalismo a quintali che ci viene riversato ogni giorno, si giochi per riavviarsi a Berlusconi curando gli interessi della sua azienda è qualcosa che avrebbe fatto strepitare gli strepitanti a lungo. Solo che in questo caso gli strepitanti sono suoi alleati e quindi si rimettono a cuccia mentre gli altri sono al governo. E Berlusconi, ancora, ritorna.

Buon lunedì.

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Il mio #buongiorno lo potete leggere dal lunedì al venerdì tutte le mattine su Left – l’articolo originale di questo post è qui e solo con qualche giorno di ritardo qui, nel mio blog.

Dai, davvero, basta.

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Guardatela bene la foto qui sopra. Lei è la candidata PD al comune di Napoli Valeria Valente, l’ennesimo prodotto renziano sotto vuoto spinto: per candidarla hanno dovuto compensare Gennaro Migliore con un posto da sottosegretario, per dire. Ha vinto delle primarie in cui qualcuno aveva in tasca le monete da un euro per far votare truppe cammellate. «Cortesia» ha detto lui per difendersi. E al posto di censurarlo l’hanno candidato consigliere comunale, quelli del PD.

A destra c’è Denis Verdini, uno dei più bavosi turboberlusconiani che ha deciso di lasciare Berlusconi quanto tutti i topi hanno cominciato a scappare. E lui con i topi, ovviamente. Verdini è quello che ci descrivevano (Renzi in primis) come uno che «non entrerà in maggioranza» e intanto oggi ha preparato il sentiero di bava per la candidata renziana. Il problema non è nemmeno Verdini; il problema è la gigantesca presa per il culo che ci viene proposta come genialità propedeutica da parte di questo governo di bugiardi certificati, minimizzatori con premeditazione: una banda di malfattori che malfanno. Questa foto di loro due che sorridono ha lo sfondo del digrignar di denti di chi crede di poter continuare impunemente a promettere promesse che sono sistematicamente smentite.

E noi qui. Ogni volta. A prenderne atto. E a dire che è troppo. Che davvero. E invece basta. Davvero. Basta.