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Tende, toh il governo ascolta i «viziati» e silenzia i parrucconi

Riassunto della settimana. A Milano una studentessa 23enne, Ilaria Lamera, decide di piantare una tenda in piazza Leonardo Da Vinci, davanti al Politecnico, contro il caro affitti per gli studenti fuori sede. Niente di nuovo sotto al sole, al di là della tenda. Lo sfruttamento del bacino universitario è una storia antica in questo Paese. Ma quello che ci interessano qui sono le modalità. Occhio. Ilaria Camera comincia a essere raccontata dalla stampa, prima quella locale e poi quella nazionale. Il problema che pone è antico ma le modalità sono perfette per una foto in pagina o per un video sul sito.

In Italia l’unico welfare a disposizione degli universitari è la famiglia

Poiché le criticità sollevate sono condivise accade che in tutta Italia, con forme diverse, altri studenti concorrano alla protesta. Anche questo è normale: se qualcuno, uno qualsiasi, riesce a portare alla ribalta nazionale delle difficoltà diffuse inevitabilmente gli altri si sentono parte di una protesta che li rappresenta. Il problema è reale: dopo la pandemia a Milano il costo medio per una stanza ha raggiunto gli 810 euro al mese. In Italia studiare in un’Università di una provincia diversa da quella di residenza è concesso a circa 600 mila studenti, circa un terzo del totale mentre la media europea è di due terzi. Con circa 50 mila alloggi pubblici a disposizione la stragrande maggioranza è costretta a rivolgersi al privato. Le locazioni private si sono impennate. L’unico welfare a disposizione sono i soldi della famiglia. È un tema enorme, che ha a che fare con il diritto allo studio e con la Costituzione. Accade però che quando altri studenti di tutta Italia si accodano alla protesta i cosiddetti “adulti”, anche quelli che stanno al governo, parlano di semplice spirito di emulazione.

Tende, toh il governo ascolta i «viziati» e silenzia i parrucconi
Tende alla Sapienza (da Instagram).

Sfottere la protesta dei giovani è segno distintivo del branco ‘adulto’

Qui si arriva al capitolo di questa brutta storia, quello che ci interessa. Dove una volta era tutto giovanilismo (con presidenti del Consiglio e dirigenti di partito con abiti e atteggiamenti adolescenziali) ora c’è solo paternalismo. Il paternalismo peggiore, quello stupido e tossico che fa di tutto per sminuire i lamenti e per delegittimare i loro portavoce. Da una studentessa che pianta una tenda per simboleggiare un problema si passa alle spassionate analisi sulla gioventù italiana sciorinate nei giornali e nelle televisioni. Il punto di vista ovviamente è sempre lo stesso: privilegiati sconnessi dalla realtà che raccontano di “com’era una volta” dall’alto di posizioni e di garanzie impensabili per queste generazioni. «Se non avete i soldi per vivere a Milano restate a casa vostra o andate a lavorare», berciano affamati i tuttologi dell’Internet. Sfottere la protesta è il segno distintivo del branco: se sfotti i giovani significa che sei entrato nel mondo degli adulti e competenti che serrano le fila. Sale in cattedra a impartire lezioni di merito Andrea Ruggieri, ex parlamentare, nipote di Bruno Vespa, direttore de Il Riformista a spiegarci che questi ragazzi sono solo «viziati» e che quando era giovane lui sì che si faticava.

Il ministro Valditara ha presentato un piano di semplificazione in 20 punti per rendere la scuola più accessibile.
La ministra dell’Università Annamaria Bernini e il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara (Getty Images).

In tv si arriva persino a infantilizzare la protesta con conduttrici con interviste in tenda

Il controcanto del ministro Valditara che, incapace come spesso gli accade di trovare soluzioni, si preoccupa di distribuire le colpe: colpa dei sindaci di sinistra, dice. La sparata è talmente grossa che fa inorridire anche i suoi alleati. Perbenismo, paternalismo, miopia, privilegi rivenduti come merito: gli ingredienti di gente che s’azzuffa su temi serissimi solo per raccontarsi. S’atteggiano a liberali ma sono solo parrucconi conservatori che temono le nuove generazioni per la paura di perdere le proprie posizioni di rendita. Nel frattempo in televisione è tutto un piantar tende, ovviamente per infantilizzare la protesta. Conduttrici che intervistano ospiti in tenda nel disperato tentativo di far credere agli studenti di essere dalla loro parte. «Sono in tenda anch’io! Vedete come vi capisco!». Un circo che in tutta la settimana raccoglie politici e opinionisti che risultano alieni.

Tende, toh il governo ascolta i «viziati» e silenzia i parrucconi
Myrta Merlino all’Aria che tira.

L’esecutivo sblocca 660 milioni di euro per gli alloggi: gli studenti vilipesi hanno colpito nel segno

Poi, a fine settimana, accade qualcosa. Il governo annuncia lo sblocco di 660 milioni di euro per gli alloggi universitari. L’esecutivo dice: la protesta è giusta, il problema esiste, ci mettiamo i soldi che servono per provare a ragionare. Gli studenti vilipesi e le loro tende hanno colpito nel segno. Dopo giorni di delegittimazioni vengono legittimati dal governo. Imbarazzo totale tra i sostenitori di Meloni e compagnia. Non avevano capito gli ordini di scuderia, erano convinti che bisognasse silenziare la protesta con i soliti metodi. Ora che la protesta è accolta quelli con la credibilità piantata in mezzo alla strada sono loro. Non è fantastico?

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