Le polemiche sono iniziate ancora prima dell’inaugurazione del gigantesco murale di 100 mq che la Banksy italiana, Laika, ha realizzato sulla scrittrice Michela Murgia. È il progetto «Ricordatemi come vi pare» curato da Pietro Turano per Arcigay Roma: l’opera, autorizzata dal Municipio V di Roma e apparsa proprio sulla facciata del Municipio, è in corso di realizzazione dall’associazione grazie al sostegno di Einaudi, Mondadori e Rizzoli (case editrici dell’autrice).
Michela Murgia da morta infastidisce fascisti, destrorsi e pro vita. Del resto le parole non muoiono, le idee neppure. Quelli dovranno farsene una ragione. Per l’associazione Pro vita “stanno abusando di beni e servizi pubblici per imporre con violenza all’intera collettività il pensiero ideologico un’autrice decisamente divisiva”. Il consigliere di Fratelli d’Italia Daniele Rinaldi l’ha presa alla lontana e ha sollevato dubbi sul rispetto della normativa relativa alla sicurezza sul lavoro.
Ma ciò che vale leggere è la risposta dell’artista Laika. “Non mi faccio dare lezioni da una compagine politica che critica un murales e nel frattempo lavora per intitolare un aeroporto ad uno dei personaggi più controversi della storia del nostro paese”, ha detto l’artista riferendosi all’idea di intitolare l’aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi, uomo che per anni ha pagato Cosa nostra. E a Pro Vita e famiglia, l’artista romana consiglia “di sorridere ogni tanto: siamo in democrazia (per ora) e nessuno vi impedirà di non abortire, di sposarvi e fare famiglia secondo il vostro credo. La stessa libertà deve valere per tuttə”.
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