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Toh, al Senato si rivede Renzi. Per attaccare 5S e magistrati

Che Matteo Renzi stia infastidendo qualche eletto e qualche dirigente di Azione non è un mistero. Il senatore toscano, dopo avere toccato il fondo con il suo partito personale Italia Viva, è riuscito a imbroccare il taxi che l’ha riportato in Parlamento con quel Calenda confuso che nel giro di qualche ora ha mollato il Partito democratico per costituire il Terzo polo.

Matteo Renzi ha annunciato che oggi interverrà in Senato. Prima per attaccare Conte e poi i magistrati

In campagna elettorale si è visto pochissimo e sempre con le solite parole d’ordine: Pd brutto, sporco e cattivo, Conte brutto sporco e cattivo. Poco altro. Qualcuno aveva pensato che il senatore fiorentino si fosse fatto momentaneamente da parte per lasciare spazio a Calenda che aveva voluto per sé i riflettori della campagna elettorale ma oggi, dopo qualche mese, la realtà è chiara: il “battitore libero” Renzi è riuscito a liberarsi ancora di più scaricando sulle spalle di Calenda il fardello dell’opposizione (tenue, amichevole, sostanzialmente un appoggio esterno) e dell’organizzazione del Terzo polo che dovrebbe farsi partito.

Lui intanto gongola nei suoi viaggi internazionali, rilascia qualche intervista qua e là (titolo facile: “Pd/Conte brutto, sporco e cattivo”) e promuove in gran cassa il suo ultimo libro. Conferenziere e scrittore con un seggio in Senato di cittadinanza, Renzi fa capolino ogni tanto per annunciare sornione che farà “cadere il governo nel 2023”, per dare una carezza pubblica a Calenda e per scagliarsi quotidianamente contro i suoi nemici.

L’altro ieri avrebbe dovuto essere in tribunale per il processo Consip (in cui suo padre è accusato di traffico di influenze, nonostante la procura di Roma abbia chiesto per ben due volte l’archiviazione) ma era assente. Era accaduto già il 10 ottobre, indisponibile anche in quel caso. Il suo avvocato assicura che sarà in Aula il 6 dicembre prossimo.

Ma dov’era Renzi? Lo racconta lui stesso nella sua newsletter settimanale dal gustoso titolo “come fare opposizione”: “ieri ero a Bangkok con il vice primo ministro della Thailandia al Business Forum tra aziende locali e aziende italiane. Oggi sono ad Atene dove intervengo a un Forum organizzato dall’Economist sulle questioni energetiche e del Mediterraneo”.

Nel corso delle conferenze l’ex presidente del Consiglio non ha mancato l’occasione di celebrare il suo “amico” saudita bin Salman. Anche questo ormai è scontato. Chissà che ne pensa Calenda che proprio sulle attività da conferenziere di Renzi si era detto ripetutamente in disaccordo prima di allearcisi: la memoria selettiva da quelle parti è una forma di sopravvivenza, per poter dire tutto e tutto il contrario.

Renzi però annuncia di tornare oggi. Per cosa Interverrà in Senato due volte, dice. Prima per attaccare Conte e il suo condono su Ischia poi per chiedere “al ministro Nordio – scrive – se ritiene corretto quello che ha fatto il Pm di Firenze Luca Turco quando ha deciso di inviare in Parlamento le carte di Carrai che aveva illegittimamente sequestrato e che la Cassazione aveva ordinato di distruggere”.

Insomma, Renzi torna in Senato per togliersi il solito sassolino nelle scarpe contro il M5S e per una questione giudiziaria personale. “Sono questioni che conoscono molto bene i lettori de Il Mostro, un libro che anche in questa edizione ha avuto un successo superiore alle mie previsioni”, scrive Renzi, riuscendo nel capolavoro di buttare in questioni personali rivendute come politica anche la promozione del suo ultimo libro.

E l’opposizione al governo? Niente da dire. Anzi, Matteo ci tiene a far sapere che adora come il suo compare Calenda e s’offre a Giorgia Meloni. Prima di rifare le valigie per il prossimo tour.

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